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Mussolini, 70 anni fa la cattura: la verità è ancora lontana
Sulla cattura di Mussolini, nel corso di 70 anni, sono stati versati fiumi di inchiostro, ma forse non li conosceremo mai nella loro verità fattuale. Sono decine e contrastanti, le versioni fin qui pubblicate sulle ultime ore del duce. Anche perché se Mussolini fosse riuscito a fuggire l'eventale e successivo processo probabilmente non lo volevano nemmeno gli inglesi, il premier Winston Churchill in particolare (a prescindere dall'esistenza o meno di un carteggio compromettente con Mussolini che nessuno ha mai trovato).
Al crollo della «linea gotica», Benito Mussolini si trasferì a Milano (17 aprile 1945) e tentò di contrattare la propria incolumità con il Comitato di Liberazione Nazionale. In fuga verso Como, in divisa da soldato tedesco, fu arrestato dai partigiani e passato per le armi per ordine del Cln il 28 aprile 1945. Il suo cadavere (insieme a quelli di Claretta Petacci, la donna cui era legato dal 1936, e di altri gerarchi fucilati) fu esposto dai partigiani a Milano in piazzale Loreto, a simbolo della fine del fascismo.
Sulla morte di Benito Mussolini (28 aprile 1945) esiste una versione ufficiale, secondo cui il duce fu ucciso a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, non lontano dal luogo dove era stato catturato, da un plotone di partigiani comandato da un esponente comunista, il colonnello Valerio, al secolo Walter Audisio, per ordine dei capi del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia. Questa versione è stata spesso contestata e presenta, in effetti, secondo più storici, non poche contraddizioni. Sono stati messi in dubbio l'identità degli esecutori e la legittimità dell'ordine impartito dal Cln. Ed è stato anche ipotizzato un intervento dei servizi segreti inglesi nella morte del dittatore fascista. Come ha ricordato lo storico Giovanni Sabbatucci, «la verità è che Mussolini fu ucciso dai partigiani perché era importante che fosse la Resistenza italiana ad assumersi l'onere dell'esecuzione; e perché, in caso di consegna agli Alleati ci sarebbe stato un processo che avrebbe chiamato in causa responsabilità e complicità diffuse, in un momento in cui i governanti italiani tendevano a separare le responsabilità del paese da quelle del fascismo».
Tg2, Roberto D'Agostino contro Giuseppe Conte: "Ci spiegherà come fare la pochette a 4 punte con le mascherine"
Un Roberto D'Agostino a tutto tondo, quello che ha detto la sua in un editoriale al Tg2 di lunedì 27 aprile. Si parlava di coronavirus e di Giuseppe Conte, e il papà di Dagospia, come sempre, non ha usato giri di parole: "Sono tempi duri, durissimi. Ma non credete ai soliti intellettuali che scrivono che quando questa tragedia finirà, noi saremo diversi, il mondo più buono, in preda a valori francescani. Tutti sono convinti che presto la qualità della vita andrà nel peggiore dei modi. L’economia va a picco, il nostro sistema nervoso è a pezzi. Xanax al posto dello spritz. Tavor meglio del Negroni", premette. Un Roberto D'Agostino a tutto tondo, quello che ha detto la sua in un editoriale al Tg2 di lunedì 27 aprile. Si parlava di coronavirus e di Giuseppe Conte, e il papà di Dagospia, come sempre, non ha usato giri di parole: "Sono tempi duri, durissimi. Ma non credete ai soliti intellettuali che scrivono che quando questa tragedia finirà, noi saremo diversi, il mondo più buono, in preda a valori francescani. Tutti sono convinti che presto la qualità della vita andrà nel peggiore dei modi. L’economia va a picco, il nostro sistema nervoso è a pezzi. Xanax al posto dello spritz. Tavor meglio del Negroni", premette. E ancora: "Alla prossima conferenza stampa Conte, che sogna di fare l’influencer, esaurite le autocertificazioni, compresa quelle a colori, ci insegnerà a fare la pochette a 4 punte utilizzando le vecchie mascherine. Insomma, non sappiamo dove andiamo, ma stiamo andandoci a rotta di collo - rimarca Dago - Però vi assicuro che quando si uscirà dal tunnel e torneremo a mandarci a quel paese nel traffico, sarà bellissimo"."Il futuro di tutti è congelato: rischio di finire disoccupato? Riuscirò a riaprire il negozio?
Matteo Salvini a Quarta Repubblica: "Assurdo, la Cina ha contagiato il mondo e ora compra autostrade e alberghi italiani"
Punta il dito contro la Cina, il leader della Lega Matteo Salvini. Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, l'ex ministro degli Interni vede del marcio a Pechino: "L'assurdo che il paese che ha contagiato il mondo adesso vada a salvare il resto del mondo comprando autostrade e alberghi italiani". Eppure, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sembrano considerare proprio al regime comunista cinese come una delle due ciambelle di salvataggio dell'Italia. L'altra è il Mes, e anche in questo caso Salvini ha molto da ridire: "La Bce può stampare moneta fino a quanto vuole, io preferisco la garanzia della Bce al Mes. Chi dice che il Mes non vuole garanzie mente, io preferisco che il debito italiano rimanga nelle mani degli italiani".La situazione economica interna dopo 2 mesi di emergenza coronavirus è drammatica, prosegue: "Mi chiamano presidenti di federazioni industriali, avvocati, professionisti e temo per la tenuta sociale. Se perdiamo gli imprenditori poi chi le paga le casse integrazione e i redditi di cittadinanza?". Una domanda semplice, a cui il governo non sembra saper rispondere chiuso nel suo auto-isolamento a Palazzo Chigi. "Abbiamo fatto la proposta di reintrodurre il voucher, abbiamo fatto tantissime proposte e non ne hanno ascoltate nessuna, vedremo di essere più convincent". Il giudizio sul premier è tranchant: "Giuseppe Conte ha paura e non si vuole prendere responsabilità, bisogna prendersi onori e oneri della carica". E riaprire l'Italia, il più velocemente possibile.
Ilaria Capua a DiMartedì: "Coronavirus mutato? Perché non pubblicano le sequenze italiane?". Pesantissimo sospetto
Il coronavirus è mutato? Ilaria Capua, in collegamento con Giovanni Floris a DiMartedì, prova a far luce su un "buco nero" inquietante nella comuncazione scientifica sulla pandemia in Italia.
"Ad oggi non abbiamo informazioni, possiamo dire poco - premette la virologa, dalla Florida -. Ci sono 10mila sequenze di cui 40 italiane, come mai queste sequenze italiane non si pubblicano?". Secondo la Capua è importante avere una fotografia globale, altrimenti non potremo mai combatterlo ad armi pari. C'è bisogno di combatterlo con tutte le forze e le angolazioni possibili". Le stesse mancanze, suggerisce la professoressa, potrebbero caratterizzare anche le scelte politiche sulla Fase 2: "Le decisioni devono essere prese ascoltando le ragioni della salute e poi dell'economia". Dunque? "Occorre effettuare test sierologici per tutti da ripetere dopo una ventina di giorni per capire la dinamica della diffusione". Il suo giudizio è preoccupante: "Siamo ancora in ritardo sulla Fase 2, non abbiamo ancora una idea chiara su come la malattia si sia trasmessa nel Paese. Manca capire com'è messo il Paese".
Luciano Gattinoni a Senaldi: "Perché gli italiani muoiono di coronavirus più dei tedeschi". Modello Conte bocciato senza pietà
«I tedeschi non sono più bravi di noi e lavorano di meno. Però sono organizzati, ognuno fa la sua parte, non si parlano addosso e amano obbedire. Rispettano le regole, avvantaggiati dal fatto che le loro sono chiare, e perciò si possono permettere di più rischiando di meno». Diagnosi del professor Luciano Gattinoni, luminare dell' anestesia e rianimazione, che infatti lavora a Gottingen, dopo essersi allontanato cinque anni fa il Policlinico di Milano.«Qui la Merkel sul Corona virus ha parlato tre volte. La prima per dire che il 70% dei tedeschi si sarebbe ammalato, la seconda per chiudere il Paese, la terza per riaprirlo affermando che, se la situazione peggiorerà nuovamente, farà retromarcia.Poche parole, chiare. Tutto il contrario di quanto avvenuto in Italia». Per questo i tedeschi possono permettersi di andare al fiume a gruppi la domenica, mentre se da noi uno prende il sole senza nessuno intorno nel raggio di mezzo chilometro, il drone lo fotografa e arrivano i carabinieri per fargli la multa. Oggi Berlino riparte, anche se non si è mai fermata in realtà, come dimostra il calo dei consumi elettrici nell' ultimo mese, solo -4%, contro il -25% italiano. A differenza nostra però, in Germania nessuno incrocia le dita e si raccomanda a Dio. Tantomeno c' è qualcuno che ha già aperto per i fatti suoi, nel vuoto di indicazioni generali.
Noi ripartiamo sette giorni dopo i tedeschi, ma la sensazione è che non siamo pronti. Lo facciamo un po' perché dobbiamo, essendo circondati da Stati che tornano a girare a pieno regime, un po' perché, se dovessimo aspettare di essere pronti, non ripartiremmo mai. «L' Italia ha 500 esperti e un numero di commissioni ignoto, ma del loro lavoro non traspare nulla. Vive in un perenne talk-show. Manca perfino un' analisi della situazione che parta dai numeri. Nessuno parla di rischio sostenibile, non avendolo calcolato».
Stasera Italia, Ferruccio De Bortoli contro Giuseppe Conte: "Conferenza stampa del tutto inesistente"
Un massacro, totale, per Giuseppe Conte, firmato Ferruccio De Bortoli. L'ex direttore del Corriere della Sera è intervenuto in collegamento a Stasera Italia, il programma di Barbara Palombelli su Rete 4, la puntata è quella di lunedì 27 aprile. E De Bortoli ha commentato la conferenza stampa del premier di domenica sera, con toni durissimi: "Una comunicazione troppo lunga e imprecisa, una conferenza stampa del tutto inesistente - premette -. Sarebbe stato preferibile dire esattamente il contenuto di questo dpcm", ha sottolineato, lasciando intendere come tutte le altre chiacchiere siano state fuori luogo e superflue. De Bortoli aggiunge poi: "Ho colto una sfiducia nei confronti del senso di responsabilià dei cittadini italiani. Parliamoci chiaro, in questi due mesi i cittadini italiani si sono compertati benissimo", ha concluso De Bortoli.
Congiunti, il ministro Patuanelli a Quarta Repubblica: "Fino all'ottavo grado". E Sallusti sbotta: "Ecco la firma di Colao, bastava il mio portinaio"
"I congiunti sono i parenti fino all'ottavo grado, gli affini ma anche i fidanzati", Basta questa "precisazione" del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli a Quarta repubblica per far sgranare gli occhi ad Alessandro Sallusti, collegato con Nicola Porro, e agli italiani davanti alla tv. La confusione sotto il cielo di Palazzo Chigi è tanta, troppa, e il direttore del Giornale punta il dito contro la Fase 2 ideata dal governo e dalla task force: "Il problema - spiega, polemico - è che ci siamo messi in mano a quelli che si pensavano luminari, come Colao, che ha partorito e ha messo la sua firma sotto la parola 'congiunti', e per fare questo bastava il mio portinaio".
La critica di Sallusti è alla radice della situazione politica italiana: "Se non si fanno le battaglie di libertà nessuna battaglia può essere vinta. Noi stiamo accettando per paura del virus, io spero che si capisca che senza libertà non si vince neanche il virus!", Poi un appello sorprendente: "Manca una classe di intellettuali, che faccia obiezione a questo governo, ridateci Pannella!". Anche questi sono gli effetti dell'epidemia.
Coronavirus, ultime notizie: in Italia 199.414 casi totali (+0,88%) e 26.977 vittime (+1,25%). In terapia intensiva meno di 2mila malati
27 Aprile il numero totale dei casi di coronavirus in Italia è arrivato a 199.414 (+0,88%) con 333 morti in più di ieri e meno di 2mila malati in terapia intensiva. In Lombardia quasi mille ricoverati in meno. Crescono ancora i contagi in Veneto (+108) nelle ultime 24 ore, ma scende sotto la quota dei 9.000 (8.860) il numero degli attualmente positivi
Sono 199.414 i casi totali di contagio da coronavirus in Italia, 1.739 in più oggi 27 aprile rispetto a ieri (+0,88%), mentre il numero dei morti è arrivato a quota 26.977, 333 in più di ieri (+1,25%).
Dai dati della Protezione civile emerge poi che il totale dei guariti è arrivato a 66.624, 1.696 in più rispetto al 26 aprile (+2,61%) mentre i malati sono 105.813 (in calo di 290 nel giro di 24 ore).
Il numero totale dei tamponi è arrivato a 1.789.662, rispetto a 1.757.659. Un aumento di 32mila nel giro di 24 ore, più basso rispetto ai numeri registrati negli ultimi giorni (era arrivato intorno a 60mila al giorno).
Un numero che sicuramente ha influito sui dati di oggi 27 aprile quando la curva epidemica dei contagi totali scende per la prima volta sotto l'1% e segna +0,88% (ieri+1,1%).
In calo per il 24esimo giorno consecutivo i pazienti in terapia intensiva che scendono sotto la soglia dei 2mila: sono 1.956 malati, -53 sui 2.009 di ieri 26 aprile.
28 aprile, l’esecuzione di Benito Mussolini – Un particolare che molti ignorano: non furono i Partigiani ad appendere il suo corpo, ma i Vigili del Fuoco, per evitare che la gente (la stessa che l’aveva sostenuto) facesse scempio del corpo…!
L’esecuzione del Duce – La testimonianza di Walter Audisio (nome di battaglia “colonnello Valerio”), il partigiano che eseguì la sentenza
Il giorno prima Mussolini era stato arrestato a Dongo e la direzione del CLNAI aveva deciso senza indugio per la sua esecuzione immediata. Prelevato dai suoi giustizieri a Bonzanigo, l’ex duce, insieme alla Petacci, fu portato nel pomeriggio in auto in un un piccolo vialetto davanti a Villa Belmonte, un’elegante residenza di Giulino, dove fu fucilato. Questi gli ultimi minuti di vita di Mussolini secondo la testimonianza di Audisio: “Sull’auto lo feci sedere a destra, la Petacci si mise a sinistra. Io presi posto sul parafango in faccia a lui. Non volevo perderlo di vista un solo istante. La macchina iniziò la discesa lentamente. Io solo conoscevo il luogo prescelto e non appena arrivammo presso il cancello ordinai l’alt. Dissi di aver udito dei rumori sospetti e mi mossi a guardare lungo la strada per accertarmi che nessuno venisse verso di noi“. “Quando mi volsi la faccia di Mussolini era cambiata: portava i segni della paura. (…) Feci scendere Mussolini dalla macchina e gli dissi di portarsi tra il muro ed il pilastro del cancello. Obbedì docile come un canetto. Non credeva ancora di morire: non si rendeva conto della realtà. Gli uomini come lui temono sempre la realtà, preferiscono ignorarla (…). Improvvisamente cominciai a leggere il testo della sentenza di condanna a morte del criminale di guerra Mussolini Benito“. “Per ordine del Comando Generale del Corpo Volontario della Libertà sono incaricato di rendere giustizia al popolo italiano”. “Credo che Mussolini non abbia nemmeno capito quelle parole: guardava con gli occhi sbarrati il mitra che puntavo su di lui. La Petacci gridò enfatica: “Mussolini non deve morire”. Dico alla Petacci che s’era appoggiata a Mussolini: “Togliti di lì se non vuoi morire anche tu“. La donna capisce subito il significato di quell’anche e si stacca dal condannato. Quanto a lui, non disse una sola parola: non il nome di un figlio, non quello della madre, della moglie, non un grido, nulla.
Maria Giovanna Maglie: "I sondaggi danno la Lega in caduta libera? Se sono attendibili come quelli sui virologi..."
Scetticismo sui sondaggi che danno la Lega in netto calo, come quello pubblicato da Nando Pagnoncelli domenica 26 aprile. Scetticismo espresso da Maria Giovanna Maglie su Twitter, che alle cifre delle rivelazioni dedica un tweet sarcastico: "Se i sondaggi che piazzano Giuseppe Conte al 200% e la Lega in caduta libera sono attendibili come quelli sul gradimento dei virologi da tv, i nostri nuovi padroni, a Roma si dice ciao core". Insomma, la Maglie invita a diffidare da quelle cifre. E soprattutto invita a diffidare dai virologi, dai quali in effetti ora sembra dipendere qualsivoglia decisione del governo.
Renzo Rosso a Quarta repubblica contro il ministro Patuanelli e il premier: "Fatemi intervenire, Conte è un fenomeno da studiare"
"Conte è un grande fenomeno", Renzo Rosso, in collegamento con Nicola Porro a Quarta repubblica, esprime in poche battute tutta la rabbia e lo sconcerto del mondo degli imprenditori per il premier Giuseppe Conte e la sua Fase 2. Dopo aver sentito il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli parlare di aiuti e stanziamenti, il patron del marchio di abbigliamento Diesel chiede la parola per andare dritto al punto, cioè Conte: "Fatemi intervenire. Uno che riesce a dire che gli altri Paesi lo ammirano quando fanno esattamente l'opposto è un fenomeno da studiare. Noi dobbiamo riaprire altrimenti crolla la nostra economia!", tuona Rosso.
La sua critica è a 360°: "Abbiamo troppo potere in mano ai virologi, che paghiamo noi. C'è troppa gente che parla e nessuno che decide! Questi signori hanno parlato parlato, ma non è mai arrivato niente tranne i 600 euro, nessuna banca ne sa niente. Voi non sapete fare economia! Sono molto preoccupato!". Il paragone con la Cina è impietoso: "Lì tutti gli uffici sono rimasti aperti, ho aziende in tutto il mondo e dovunque hanno riaperto! In Cina hanno chiuso solamente una città!",
Kim Jong-un scomparso? Parla la fonte cinese: "Sparito perché c'era un sospetto Covid-19 tra uno degli uomini della sua scorta personale"
Il mistero sulle vere condizioni di salute del leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, si infittisce sempre di più. L'edizione in lingua inglese del giornale sudcoreano JoongAng Ilbo cita una fonte in Cina esperta di questioni nordcoreane secondo la quale il dittatore non si sarebbe fatto vedere il 15 aprile alla cerimonia in ricordo della nascita del nonno Kim Il Sung, perché "c'era un sospetto Covid-19 tra uno degli uomini della sua scorta personale". Insomma, Kim sarebbe stato alla larga dall'evento "perché c'era un problema con il Comando della Guardia Suprema incaricata della sicurezza del leader nordcoreano".
Notizie che si sovrappongono e che spesso si smentiscono l'una con l'altra: per alcuni infatti Kim sarebbe già morto, per altri è invece vivissimo. L'ultima indiscrezione cita un messaggio del dittatore agli operai impegnati nella realizzazione del resort Wonsan-Kalma. Secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap, Kim "ha inviato i suoi apprezzamenti ai lavoratori che si sono dedicati alla realizzazione del resort turistico di Wonsan-Kalma". La verità, dunque, sembra essere ancora lontana.
Maria Giovanna Maglie contro Conte: "La doccia gelata del 4 maggio. La verità: non ce l'hanno un piano"
"Piccolo sondaggio casareccio". Maria Giovanna Maglie ascolta il discorso all nazione di Giuseppe Conte su lockdown e Fase 2 e chiama a raccolta gli italiani su Twitter: "Ora che, dopo aver coltivato aspettative per giorni e giorni, avete ricevuto questa bella doccia gelata, quanto ancora più alto è il vostro indice di gradimento per Giuseppi, 5s, pdrm, il loro governo?".
Il giudizio della giornalista sui provvedimenti per la riapertura graduale dell'Italia è spietato e chiama in causa anche i vertici ecclesiastici: "Zitti che gliel'ha fatta perfino la Cei, la conferenza dei vescovi italiani, a capire che fra le libertà violate, quasi tutte, c'è anche quello di culto", sottolinea a proposito del divieto di celebrare messe, mentre i funerali sono consentiti per un massimo di 15 persone, tutti parenti stretti. E sul premier, l'opinione della Maglie è nota da mesi: "Va bene ho capito, ha sparato due numeri sbagliati (11.000 domande all'Inps), ha delirato sul mondo che ci ammira, e ora dice che non cambianiente il 4 maggio". La verità? "Non ce l'hanno un piano".
Carlo Calenda a Non è l'Arena: "Conte dice che i paesi europei ci ammirano? Non sta né in cielo né in terra". E la Santanchè ride
"Non c'è un Paese che ha avuto problemi di finanziamenti e garanzie dall'Europa". Carlo Calenda, ospite in studio da Massimo Giletti a Non è l'Arena, punta il dito contro Giuseppe Conte e la sua versione dei fatti sulla trattativa a Bruxelles. Secondo il premier, ricorda l'ex ministro, "gli altri Paesi ci ammirano e ci chiedono i provvedimenti". Bene, ribatte Calenda, "questa cosa non sta né in cielo né in terra. In tutti i Paesi europei i soldi sono arrivati"."Non parlo della Germania, ma della Spagna e del Portogallo, Non esiste promettere che a metà aprile arrivano i soldi della cassaintegrazione, come detto dal premier, e che se va bene, come ha detto invece il presidente dell'Inps, arriveranno a fine aprile". Si tratta, scandisce Calenda, di "una roba inaccettabile". In collegamento anche Daniela Santanchè, che pure è della parte politica opposta a quella dell'ex Pd oggi leader di Azione, ride amara constatando l'inadeguatezza del premier.
L'ultima follia degli scienziati: "Bimbi, fate il salto in lungo in casa"
L'Istituto Superiore di Sanità si è accorto che ai più piccoli stare in casa fa male. Ma la toppa è peggio del buco
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che sta guidando a nome del governo l’emergenza coronavirus ha scoperto che gli italiani hanno anche bambini, i grandi dimenticati dal governo di Giuseppe Conte. E scoprendolo ha pensato anche alla loro salute spiegando che «passare troppe ore davanti alla TV, al computer o ai videogiochi ha un effetto negativo per la salute psicofisica dei bambini e dei ragazzi, con un rischio aumentato di: sovrappeso; disturbi osteoarticolari; disturbi del sonno, comportamenti aggressivi, irritabilità; difficoltà di concentrazione, attenzione, comprensione. Pertanto, un’ora al giorno davanti agli schermi è più che sufficiente». Giustissimo, non fosse che a tenerli più di un’ora al giorno davanti allo schermo è stato proprio il governo in carica, spinto dai suoi consulenti scientifici: ha chiuso asili e scuole e imposto la didattica a distanza, con lezioni allo schermo del computer per alcune ore al giorno. Ma gli scienziati che impongono ogni decisione al governo ne hanno scoperto un’altra da premi Nobel: i bambini, piccolissimi, piccoli o adolescenti che siano hanno bisogno di muoversi e di fare attività fisica. C’è un piccolo ostacolo: da 45 giorni vietano loro di uscire e andare a farsi una corsetta, se toccano un pallone li arrestano e anche quando il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha provato a usare un pizzico di buon senso liberando la corsetta vicino all’abitazione, è stata corretta dal premier Conte che concedeva al massimo di portare i bimbi a fare la spesa nel supermercato (follia: è il posto più pericoloso che c’è).
Massimo Giletti a Non è l'Arena, la rabbia per il boss Zagaria libero: "Mi vergogno come italiano, intollerabile e inammissibile"
"Io mi vergogno da cittadino italiano". Massimo Giletti è furori di sé dalla rabbia a Non è l'Arena. Da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, affronta a muso duro lo scandalo della scarcerazione del boss mafioso Pasquale Zagaria per motivi di salute, ripercorrendo le tappe di un caso di malagiustizia e chiamando in causa il Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
"Ho in mano l'ordinanza del dottor De Vito e la dottoressa Soro - spiega, mostrando le carte del Tribunale di Sorveglianza di Sassari. Il 25 marzo il boss Zagaria manda un certificato medico", chiedendo la scarcerazione per gravi motivi di salute. "Il 31 marzo il Tribunale di Sorveglianza chiede la verifica al presidio sanitario, che confrerma. A quel punto i magistrati allertano il Dap il 9 aprile, chiedendo in quale struttura trasferire il detenuto. "Non arriva nessuna risposta dal Dap, mi risulta che sia stato indicato l'ospedale di Cagliari, non adatto a un boss. Stranamente - accusa Giletti - non vengono indicate le strutture né di Roma né di Viterbo".
Rachele Mussolini fa gli auguri per San Marco. Gli sciacalli la mettono a testa in giù
Nel giorno di San Marco ha fatto gli auguri di buon onomastico su Facebook con particolare riferimento al papà delle sue figlie. Per questo Rachele Mussolini, consigliere comunale di Roma, è stata bersaglio degli sciacalli da tastiera che, sul social, l'hanno messa a testa in giù. Lei ha reagito con compostezza e ironia come riporta "7Colli", il blog diretto da Francesco Storace. "Non ho problemi - ha risposto la Mussolini - la mia permanente è forte e i capelli rimangono a posto anche con la testa al contrario".
Con pacatezza ha spiegato perché non festeggia il 25 aprile: "Il 25 non festeggio per una questione familiare prima ancora che politica e mi pare ovvio - spiega Rachele Mussolini - Ma non condanno e non giudico chi va in piazza. Sono già tre anni che posto su Facebook gli auguri per S. Marco e non era mai successa una cosa simile". La Mussolini ha ricevuto qualche solidarietà anche da sinistra.
Paolo Becchi, il M5S gioca sporco sulla mozione anti-Mes: "Non rispettano le regole, ormai è dittatura"
“Per non far passare la mozione contro il Mes è saltata l’autoriduzione dei parlamentari decisa a causa del coronavirus”. Così Paolo Becchi ha commentato quanto accaduto oggi alla Camera, dove Giorgia Meloni ha presentato un ordine del giorno per chiedere al governo di non utilizzare in alcun caso il Mes come strumento di contrasto dell’emergenza. L’aula ha bocciato la proposta, ma secondo l’editorialista di Libero il “fatto gravissimo” è che i grillini si sono presentati tutti alla Camera, incuranti dell’autoriduzione: “Nessuna regola viene più rispettata. Ormai è dittatura”. Tra l’altro sette di loro hanno votato a favore dell’odg della Meloni, a conferma del fatto che la maggioranza giallorossa e il Movimento stesso sono spaccati sul Mes e rischiano di crollare.
Matteo Salvini, il video sul corteo del 25 aprile: "Italiani chiusi in casa ma con la bandiera rossa tutto è possibile"
"Oggi a Roma. Senza polemica, solo una riflessione". Matteo Salvini posta su Twitter questo video su una manifestazione per celebrare il 25 aprile nella Capitale. Scrive sconvolto il leader della Lega a corredo del filmato: "Gli italiani sono chiusi in casa, niente funerali, messe e matrimoni, niente bimbi nei parchi giochi, multe a chi corre o porta il cane lontano da casa. Ma con la bandiera rossa tutto è possibile. Boh...". In effetti è difficile spiegarsi come sia stata possibile una manifestazione in un momento in cui c'è ancora il lockdown e gli italiani sono chiusi nelle loro case per l'emergenza coronavirus. Peraltro si vedono bambini piccoli senza mascherina, così come adulti senza alcun sistema di protezione.
Coronavirus Emilia Romagna oggi, 39 morti e 241 casi. Fase 2, ripartono imprese e cantieri
Sono 24.450 i casi positivi in regione: i dati provincia per provincia. Boom di guariti. Venturi: "Presto nuove norme di accesso agli ospedali". Fase 2, cosa cambia dal 27 aprile
Bologna, 26 aprile 2020 - “Siamo in una situazione di grande stabilità, ci presentiamo bene alla scadenza del 4 di maggio”, dice il commissario per l'emergenza Coronavirus in Emilia Romagna, Sergio Venturi, commentando il bollettino quotidiano. Sono 241 i contagi registrati nelle ultime 24 ore in regione, in linea quindi con aumenti fra i più bassi registrati più volte negli ultimi giorni. Un dato che porta a 24.450 i casi di positività al Covid-19. Si registrano altri 39 nuovi decessi: 17 uomini e 22 donne. Complessivamente sono 3.386 i decessi dall'inizio dell'epidemia. “La discesa dei defunti sarà costante, non aspettiamoci da un giorno all'altro dimezzamenti delle morti”, commenta Venturi.
I nuovi decessi riguardano 5 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 8 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Modena, 10 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna, 2nella provincia di Forlì-Cesena (tutti nel forlivese), 1 nella provincia di Rimini; 1 decesso di fuori regione. "Non sono tanto sicuro che arriveremo a quota zero nuovi contagi, ma sono sicuro che arriveremo a zero nuovi decessi", puntualizza il commissario.
Le nuove guarigioni sono 208 (8.723 in totale).I test effettuati hanno raggiunto quota 146.146 (+5.045). Ancora in calo i casi positivi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: - 6 rispetto a ieri (12.341 contro i 12.347).
Coronavirus, ultime notizie: in Italia 197.675 casi totali (+1,19%) e 26.644 vittime (+0,99%). 260 morti: è il dato più basso dal 15 marzo
I casi positivi al Sars-Covid2 in Veneto hanno raggiunto quota 17.471 (+80),in Emilia Romagna 39 morti, un terzo nelle Rsa
In Itali a i casi totali al 26 aprile di persone affette da coronavirus registrate dalla Protezione Civile ammontano a 197.675 unità (+1,19%) mentre le vittime sono 26.644 (+0,99%, +260: per trovare un livello più basso di morti in un giorno bisogna tornare al 14 marzo). Gli attualmente contagiati, sempre secondo i dati diffusi dalla Prociv, risultano 106.103 (+256, primo rialzo dopo sei giorni di calo).
In particolare, 21.372 contagiati sono ricoverati con sintomi (-161 rispetto a ieri), e 82.722 sono quelli in isolamento domiciliare (+510 rispetto al giorno precedente). I guariti ammontano invece a 64.928 (+1.808) e 26.644 i deceduti.
Giuseppe Conte, le balle svelate dal telegiornale tedesco: nei tg in Germania ci prendono per i fondelli
Recovery Fund. Tutti felici e contenti, applausi da parte della maggioranza, persino di Grillo, costretto ad uscire per un momento dalle sue apnee, per cercare di bloccare l' ascesa di Di Battista alla guida dei pentastellati, che da mesi sono privi di un Capo politico. Poi spulci le carte, quelle a disposizione, e ti accorgi che la verità è un' altra. Quella peraltro che il programma televisivo tedesco più importante (ARD) rileva: e cioè che Conte sta contando balle agli italiani, su come sono andate veramente le cose al vertice europeo. Peccato che molti ci credano. Lo strumento del Recovery Fund è al momento solo oggetto di discussione tra i 27 Paesi della Ue. Non adesso, comunque, ma da attivarsi nella migliore delle ipotesi a partire dalla fine del 2020. Si tratterà soprattutto di prestiti. Di aiuti a fondo perduto - come stanno facendo Usa, Giappone e Gran Bretagna - nemmeno l' ombra. Come funzioneranno questi prestiti ancora nessuno lo sa. L' unica certezza sembra quella che i 27 Paesi della Ue dovranno versare una quota pro-capite e poi accedere al fondo cioè tramite somme di denaro da restituire. Un altro cappio al collo.
Il giornalista del Finacial Times Wolfgang Munchau ha parlato di prestiti da attivarsi tramite la linea di credito di cui all' art. 122 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell' Unione Europea), vale a dire la possibilità da parte della Commissione europea - in casi di "calamità naturali o di circostanze eccezionali" - di procedere alla concessione di "un' assistenza finanziaria dell' Unione allo Stato membro interessato". La fregatura per l' Italia - secondo Munchau, ma in Italia non se ne accorto nessuno - starebbe nel terzo comma dell' art. 122 TFUE, lì dove è escluso l' intervento della BCE a garanzia della predetta linea di credito: sono infatti vietati gli acquisti diretti di titoli di debito "da parte della Banca Centrale europea o delle banche centrali nazionali". La garanzia dovrà essere offerta da ciascuno Stato richiedente, esattamente come accade con il Mes, attraverso propri asset pubblici. Toccherà aumentare l' Iva e farci pignorare il Colosseo e gli Uffizi? Ammesso che Conte riesca a giugno a portare a casa questo strumento, comunque pericoloso come il Mes, per ora le uniche certezze sono le tre linee di credito messe nero su bianco all' Eurogruppo del 9 aprile e che ieri Conte ha omesso di citare: Sure, Bei e Mes.
Fase 2, le regioni allentano le restrizioni: ecco cosa si potrà fare prima del 4 maggio
In attesa della riunione tra governo ed enti locali per definire le nuove regole contro il coronavirus, alcune Regioni si predispongono alle aperture anticipate. Tra queste c'è la Lombardia, che da mercoledì 29 aprile riaprirà i mercati all'aperto, purché siano rispettati alcuni comportamenti obbligatori come guanti, mascherine e distanza. Non solo, anche il Veneto ha dato il via libera alla vendita di cibo "take away" con un'ordinanza emessa il 24 aprile: i clienti possono così andare di persona al negozio, acquistare e portare a casa il cibo da asporto. Anche in questo caso rispettando le norme dell'esecutivo.
Stessa cosa vale per il Friuli-Venezia Giulia di Massimiliano Fedriga, intenzionato nell'ultima ordinanza emessa ad allentare le restrizioni. Agli esercizi commerciali ad esempio verrà consentita la possibilità di effettuare il servizio take away, ma con ordinazione da remoto, saranno poi permesse le prestazioni artigianali per la manutenzione di imbarcazioni da diporto e le attività motorie individuali nel comune di residenza. A prendere iniziative anche le regioni non a guida leghista come la Toscana, dove ripartono i lavori di manutenzione per le ditte tessili. Intanto tutta Italia potrà godere della ripartenza dell'edilizia pubblica. Il tutto sempre e comunque nel rispetto delle norme ormai consuete.