► PRIMA PAGINA
Coronavirus, cosa vuol dire essere “guariti” dal Covid-19 (e quando si può dire)
Quando un paziente con Covid-19 si può definire guarito? E una persona risultata positiva al test ma asintomatica? Ecco cosa vuol dire essere guariti dall'infezione del nuovo coronavirus, e cosa succede una volta che il virus scompare
L’emergenza del nuovo coronavirus, orma pandemia, è il tema del momento e ha cambiato la nostra routine quotidiana. Dai notiziari, dai media e dai social riceviamo ogni giorno dei numeri sull’emergenza Covid-19: quello dei contagiati, quello dei guariti e quello dei decessi, non necessariamente in questo ordine. Se istintivamente cogliamo al volo chi sono i contagiati – i positivi al test del tampone – quando e come si definisce invece un paziente guarito dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2? La risposta è ben precisa ed è stata stabilita dal Consiglio superiore di sanità, organo di consulenza tecnica e scientifica del ministero della Salute. Ecco cosa vuol dire guarire dalla Covid-19, secondo i numeri ufficiali (che ovviamente non tengono conto delle guarigioni silenziose, in cui il virus non era stato cercato visti i sintomi lievi o assenti).
I medici francesi fanno causa al Governo per impreparazione
La denuncia, che parla di «epidemia prevedibile», è stata firmata da 500 dottori
A nome di 500 colleghi, il dottor Fabrice Di Vizio ha presentato una denuncia penale contro il Governo francese per «impreparazione davanti a una epidemia prevedibile».
L’ha presentata alla Court de Justice de la République. Contro Macron, Presidente. Contro il precedente Ministro della Salute e contro quello attuale. Contro il Ministro dell’Interno.
I medici francesi accusano di «irresponsabilità» il primo Ministro e il suo governo.
La causa è penale, secondo l’articolo 223-7 che punisce «chiunque si astiene volontariamente dal prendere misure che permettano di combattere un sinistro che potrebbe creare pericolo alle persone».
Coronavirus, Ordine dei medici: "Lottiamo a mani nude" e pubblica l'elenco dei caduti
"Non possiamo più permettere che i nostri medici, i nostri operatori sanitari, siano mandati a combattere a mani nude contro il virus. E' una lotta impari, che fa male a noi, fa male ai cittadini, fa male al Paese". Lo dichiara Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, la Fnomceo, che sul suo portale - da oggi listato a lutto - pubblica i nomi dei camici bianchi caduti per la Covid-19 in Italia.
Un triste elenco che verrà aggiornato via via. Anelli lancia un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza: "Diamo atto che il ministro ci è sempre stato vicino, sin dall'inizio del suo mandato e in modo ancor più intenso durante questa epidemia - riconosce il numero uno della Fnomceo - Confidiamo quindi nel suo intervento, sicuri che non lascerà soli i suoi medici, i suoi professionisti, il capitale umano del suo e nostro Servizio sanitario nazionale. Chiediamo dunque il suo intervento per fermare queste morti, questi contagi inutili, perché prevedibili, e dannosi perché mettono a rischio l’intera comunità".
"Ci sentiamo dimenticati, poco considerati, come dimostra anche l'ultimo Decreto legge" sull'emergenza coronavirus, "che prevede giusti sostegni per molte categorie, ma nulla prevede per supportare e riconoscere l'impegno degli operatori sanitari", sottolinea Anelli.
Tutta l’inadeguatezza di Sala nella cronaca degli ultimi 20 giorni.
Oggi siamo tutti concentrati a parlare, talvolta a sproposito, dell’emergenza sanitaria in atto, ma ci dimentichiamo di soffermarci sui piccoli particolari che fanno la differenza e ci svelano qual è il livello di inadeguatezza di alcune figure istituzionali, nella fattispecie il sindaco Beppe Sala.
Sala, forte di un poderoso staff di comunicazione pagato da noi cittadini, cerca di districarsi in una giungla di critiche parlando in veste di influencer, cosa che possiamo ritenere accettabile da Fedez e la Ferragni, ma non da chi come Sala dovrebbe essere al timone di una nave che rischia di affondare e invece è sostanzialmente sparito dalla scena politica e soprattutto è manchevole nella sua funzione di sindaco. Un incarico per cui è stato eletto e per cui i milanesi gli pagano lo stipendio.
Il 22 febbraio su Facebook Sala scrive che molti gli chiedono di chiudere gli uffici pubblici e lui risponde “perché non gli stadi? o le aziende? o i negozi?”. Si smentirà da solo la sera stessa dichiarando che il Consiglio dei Ministri ha decretato la chiusura delle università e la sospensione della partita Inter-Sampdoria. Ma lui in qualità di sindaco di provvedimenti non ne prende e restano aperti mercati, trasporto pubblico, uffici pubblici. E tutti i luoghi di possibile contagio.
Nei giorni successivi Sala partirà con il suo tormentone “Milano non si ferma”, scippando una idea di alcuni imprenditori probabilmente a lui vicini visto che non hanno mai rivendicato pubblicamente la paternità di quello spot. In fondo chi vorrebbe mai rivendicare la paternità di un fallimento?
Terra, il medico vicino a Bolsonaro: «La quarantena è per i ricchi, l’Oms è piena di comunisti»
Intervista a El Clarin: «Chi deve lavorare per mangiare, non può permettersela. Lo scorso anno l’influenza H1N1 ha ucciso 800 persone e non abbiamo chiuso nulla»
In Brasile le vittime del coronavirus sono 1.223, i contagi hanno superato quota 22mila. Il quotidiano argentino El Clarin ha intervistato Osmar Terra, medico, deputato del partito del presidente Bolsonaro, l’Mdb (movimento democratico brasiliano). Per otto anni ha guidato la Direzione della Salute nel suo Stato, il Rio Grande del Sud, e in quel ruolo ha affrontato l’epidemia H1N1, è stato ministro della Cittadinanza con Bolsonaro e dello Sviluppo sociale con Temer. È considerato uno dei principali difensori della politica di Bolsonaro sul coronavirus, posizioni contrarie al lockdown, impongono l’isolamento solo per i gruppi a rischio.
«Ho un curriculum, non sono qui per ciucciare i calzini a Bolsonaro. Provano a presentarmi così ma è ridicolo. Questa è la politica che abbiamo in Brasile, nessuno parla di dati».
«Sono stato il primo sindaco in Brasile ad attuare il piano di medicina di famiglia. Mi sento in dovere di parlare quando vedo che si sta andando in una direzione sbagliata. Devo stare zitto perché così nessuno pensa che voglia diventare ministro della Salute? Ho più autorità io a parlare del coronavirus di tutti i responsabili sanitari del Brasile».
L’Italia delle disuguaglianze: 3 miliardari più ricchi di 6 milioni di poveri
Non è un gioco, è la realtà. Se sommiamo le ricchezze dei sei milioni di italiani più poveri, la cifra che otteniamo non raggiunge il patrimonio posseduto dai tre miliardari più ricchi del paese. Insomma, solo tre persone concentrano nelle loro tasche più soldi di quanti ne ha il 10% della popolazione italiana. È solo un assaggio dei dati messi in fila anche quest’anno dall’organizzazione non governativa Oxfam in occasione della pubblicazione del rapporto «Time to care» alla vigilia del vertice di Davos.
A livello globale, spiega il dossier, un’élite di 2.153 miliardari nel mondo detiene una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta meno dell’1 per cento.
La ricchezza in Italia
Alla fine del primo semestre del 2019 la ricchezza italiana netta ammontava a 9.297 miliardi di euro, in calo dell’1% rispetto al giugno 2018, calcola Oxfam. Il 20% più ricco degli italiani deteneva quasi il 70% della ricchezza nazionale, il successivo 20% era titolare del 16,9% del patrimonio nazionale, mentre il 60% più povero possedeva appena il 13,3% della ricchezza del paese.
Un pericoloso comunista di nome Bill Gates
C’ è un ricco e pericoloso comunista che si aggira per l’ America e l’ Occidente, anche se probabilmente meno pervasivo e contagioso del fantasma del Manifesto di Marx ed Engels. Si chiama Bill Gates, il fondatore di Microsoft, la seconda persona (o la prima, dipende dalle classifiche) più ricca del mondo, con un patrimonio netto, secondo Forbes, di 108,8 miliardi.
“Ebbene sì, sono troppo ricco e la mia ricchezza dimostra che c’ è qualcosa che non va in America”, commenta il magnate del software in un post diffuso in questi giorni, dal significativo titolo “Diseguaglianza nel prossimo decennio, cosa penso alla vigilia del nuovo anno”. Secondo Gates “la discrepanza che esiste negli Stati Uniti tra i redditi più alti e quelli più bassi è molto più alta di quanto lo fosse 50 anni fa”. Tutto vero: stando ai calcoli del censo americano, in particolare dell’ indice Gini, la differenza tra ricchi e poveri è al massimo degli ultimi decenni. Dunque questo anomalo miliardario ha ritenuto opportuna una riflessione sulla sua ricchezza e di quella di altri pochi fortunati. Una decisione molto attuale vista la campagna che la candidata democratica alla Casa Bianca Elisabeth Warren ha lanciato contro i suoi connazionali ricconi (a cominciare dal riccone dei ricconi Donald Trump, la cui Trump Tower sulla Quinta Strada è un vero e proprio tempio dedicato alla sua ricchezza).
Bollettino del 16 aprile sul Coronavirus: 168.941 contagiati di cui 40.164 guariti e 22.170 morti
I dati aggiornati della Protezione civile sui contagi da Coronavirus in Italia di oggi, giovedì 16 aprile. Stando a quanto reso noto da Angelo Borrelli, il numero dei casi positivi al Covid-19 è salito a 168.941 (+ 3786 rispetto a ieri), di cui 40.164 guariti (+ 2072) e 22.170 decessi (+ 525). Effettuati in totale più di un milione di tamponi.
In Italia i contagi complessivi da nuovo Coronavirus sono 168.941 (+ 3786 rispetto a ieri), di cui 40.164 guariti (+ 2072) e 22.170 decessi (+ 525). Lo ha reso noto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso del consueto punto stampa delle 18. Secondo il bollettino aggiornato ad oggi, giovedì 16 aprile, al momento sono 76.778 i malati in isolamento domiciliare (il 72% del totale), 26.893 sono ospedalizzati e 2.936 sono ricoverati in terapia intensiva. Dati, questi, ancora in diminuzione, confermando il trend negativo dei giorni scorsi. I tamponi effettuati sono 1.178.403 (+60.999 rispetto a ieri). Le regioni più colpite restano ancora la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna.
Vittorio Feltri in difesa del saluto romano: "Proibito? Ma se i romani sono arrivati molti secoli prima delle camicie nere"
Vittorio Feltri controcorrente. "Dicono che il saluto romano - cinguetta - sia fascista quindi proibito. Non sanno neanche che i romani sono arrivati molti secoli prima delle camicie nere. Pertanto non possono essere derubati del loro modo originario di riverire il prossimo". Il direttore di Libero rivendica dunque la storia. Il saluto romano, infatti, nell'antichità era usato per rendere onore, fedeltà, amicizia e lealtà. Tra i tanti esempi, Cicerone riferisce che Ottaviano fece un giuramento a Giulio Cesare elevando e tendendo il braccio destro, testimonianza che indica che il saluto romano esistette davvero e non fu inventato dal fascismo o dal nazismo.
Coronavirus, il recordman di sanzioni sfida il governo: "Sono immune, faccio quello che voglio. E pago tutte le multe"
Cinque sanzioni da 300 euro l'una in soli cinque giorni. Questi i numeri del recordman Domenico Finazzo. Si tratta di un ex imprenditore di Palermo che ha ben pensato di violare le prescrizioni anti-contagio. "È inutile, ormai il coronavirus è stato sconfitto", questa la teoria che espone in una lunga intervista a Repubblica, dove spiega i motivi della sua ribellione. "Io non voglio rinunciare al mare e al sole". Il 62enne ribadisce di essere un uomo libero e come tale vuole continuare a fare quello che vuole, tanto "sono immune a quel morbo. Il virus non mi attacca".Finazzo però mette le mani avanti, il suo atteggiamento non ha nulla a che vedere con le forze dell'ordine: "Grande rispetto per le vittime e anche per la legge. Infatti, io pagherò quanto devo". In uno dei tanti episodi l'ex imprenditore, che del mare non può proprio fare a meno, è stato costretto a lasciare la spiaggia da niente di meno che un elicottero dei carabinieri. Ma nulla lo preoccupa, neppure le multe salate: "Vivo di rendita, posso permettermelo. Ero titolare di un supermercato che poi ho chiuso. La piscina, il cemento, sono un'altra cosa. A me piace la sabbia e il mare".
Alessandro Sallusti contro Travaglio: "La Gismondo? Leggete cosa scriveva la musa del Fatto qualche tempo fa..."
"Gli intelligentoni senza macchia". Questo il titolo del fondo di Alessandro Sallusti su Il Giornale di giovedì 16 aprile. Nel mirino del direttore tutti gli esperti, consulenti, super-consulenti, sapientoni, scienziati, politici e chi più ne ha più ne metta che sul coronavirus hanno toppato, o non riescono a proporre ricette efficaci (a partire da quel Giuseppe Conte che il 31 gennaio da Lilli Gruber disse: "Siamo prontissimi". Come no...). Ma nel mirino di Sallusti ci finisce anche Il Fatto Quotidiano filo-Conte di Marco Travaglio, che ieri titolava "Disastro infinito", continuando la sua campagna contro la Lombardia.E Sallusti ricorda: "La prima firma scientifica del Fatto Quotidiano - ogni giorno delizia i suoi lettori con le sue intuizioni - si chiama Maria Rita Gismondo, direttrice della clinica virologica dell'ospedale Sacco di Milano. La dottoressa, non più tardi di quattro settimane fa, in piena emergenza sanitaria, ebbe a dire: Succede che noi stiamo facendo uno screening a tappeto. È logico perciò che andiamo a intercettare numerose positività, ma la maggior parte di queste persone ha banali sintomi influenzali. Si è scambiata un' infezione appena più seria di un' influenza per una pandemia letale". E ancora, Sallusti rincara: "Avete letto bene: per la musa del Fatto la Regione Lombardia aveva scambiato una banale influenza per una pandemia", conclude il direttore.
Coronavirus e recessione, Edward Luttwak: "Italia condannata dalla casta illegale dei magistrati"
Le cifre parlano chiaro: dopo il coronavirus, l'Italia sarà il Paese più colpito dalla recessione. Come uscirne? La domanda è stata girata in un'intervista pubblicata su Affari Italiani ad Edward Luttwak, il quale spiega quelle che a suo giudizio sono le ragioni di simile crisi. E aggiunge che, probabilmente, c'è ben poco da fare: "Secondo le statistiche tra i i 196 Paesi del mondo l’Italia è il numero 8 per ricchezza totale. L’Italia è uno dei Paesi più ricchi del mondo eppure deve andare in giro come un mendicante perché è occupato da una casta. Questa è la ragione del perché lo Stato italiano non può funzionare - picchia durissimo il politologo Usa -. E non può funzionare a causa del sistema legale che è il sistema nervoso dello Stato. Ogni volta che qualcuno ha cercato di riformare questo sistema legale italiano, per aver una magistratura europea, viene bloccato dai magistrati che aprono un qualche processo contro di te o un parente".
In Emilia i malati di Covid-19 inviati nelle case degli anziani
Le Rsa in aiuto degli ospedali. Il racconto di una struttura: "Mandati qui 5 o 6 pazienti con sintomi"
La casa di riposo Madonna della Bomba Scalabrini, a Piacenza, la conoscono tutti. È un'istituzione. E allo stesso modo tutti sanno che con l'arrivo dell'epidemia molto è cambiato. La struttura è risultata essere uno dei luoghi più colpiti dal coronavirus, probabilmente anche per colpa della vicinanza con Codogno, il paese in provincia di Lodi epicentro del primo focolaio. Nella struttura privata, accreditata e convenzionata, che a pieno regime accoglie circa 100 ospiti ("tutti grandi anziani, sopra i 90 anni di età", spiegano dall'istituto), dall'inizio dell'epidemia hanno perso la vita dalle 25 alle 30 persone.
E a contarle, con la voce quasi rotta dal pianto, è il presidente della fondazione, don Andrea Campisi.
Troppi morti e pochi tamponi
Se si paragonano i decessi di quest'anno con quelli dello stesso periodo dell'anno scorso, nel 2020 si registra un numero sicuramente "diverso", come confermano dalla struttura. Non tutti sono "certificati" Covid-19, visto che l'Usl ha effettuato soltanto una decina di tamponi sugli ospiti, trovandone positivi otto. Ma gli altri, con l'esclusione -forse- di tre persone, sono deceduti con sintomi febbrili riconducibili al nuovo virus. Ormai è tardi per una diagnosi, ma il sospetto è che anche qui l'infezione sia arrivata come un'onda, portandosi via più persone di quelle che rientreranno nei freddi numeri delle statistiche. "Venti morti, anche senza avere la certezza assoluta del coronavirus, sono tanti - sospira il direttore, Paolo Cavallo - Il numero che ha toccato noi e i nostri operatori è completamente diverso da quello che può accadere normalmente in una struttura, dove ci può essere un mese con più morti, ma in maniera assolutamente naturale e più compatibile con la vita". Non così.
Lombardia, Giulio Gallera attacca il governo: "Disgustato, molteplici azioni di deformazione della realtà e sciacallaggio politico"
Eplode la rabbia di Giulio Gallera, che punta il dito su Facebook: "Assisto disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico", premette l'assessore al Welfare della Lombardia dopo gli attacchi dell'opposizione. Si dice "amareggiato" dalla lettura dei giornali. E ancora: "Abbiamo vissuto qualcosa di pazzesco Ci siamo trovati a dover prendere decisioni immediate per problemi giganteschi. Senza consultare un avvocato, scegliendo sempre per salvare la vita alle persone. Il senno di poi è un gioco facile per chi è rimasto a guardare. Noi eravamo in trincea, e lo siamo ancora". Gallera si sfoga contro chi chiede il commissariamento della regione, contro chi dal governo punta il dito contro la Lombardia per la richiesta di riaprire il 4 maggio le attività lavorative.
Bergamo, ora il dem Gori piange: "Ho sottovalutato l'emergenza. Ora situazione disperata" | Il Primato Nazionale
Bergamo, 20 mar – “Chiedo aiuto alle altre regioni e agli altri Paesi che hanno avuto la fortuna di non trovarsi sulla linea di primo impatto di questo flagello. I bergamaschi sono andati ovunque, per qualunque alluvione o terremoto, in Italia e fuori, abbiamo sempre aiutato tutti. Adesso tocca a noi ricevere soccorso“. E’ questo l’appello del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che intervistato dall’Huffington Post cerca di fare il punto della situazione sul disastro coronavirus in territorio orobico. Gli inviti rivolti ai bergamaschi a uscire e vivere normalmente la propria quotidianità sono archiviati da un pezzo.
Sforzi insufficienti
Nonostante Bergamo e Lombardia abbiano “un ottimo sistema sanitario, forse il migliore del nostro Paese”, la situazione rimane al collasso. Gli sforzi, ingenti, fatti per arginare l’emergenza, appaiono come palliativi. “Agli ospedali pubblici si sono affiancati anche quelli privati. Si sono moltiplicati i posti letto, inventati nuovi spazi per le cure intensive. Eppure non basta. Le persone che avrebbero bisogno di essere ricoverate e curate sono molte di più”.
Coronavirus, il bollettino di oggi mercoledì 15 aprile 2020 „ Coronavirus, il bollettino: 578 morti in un giorno, preoccupa la provincia di Milano “ Potrebbe interessarti: https://www.today.it/attualita/coronavirus-bollettino-oggi-mercoledi-15-aprile-2020
Coronavirus, il bollettino di oggi mercoledì 15 aprile 2020
Gli ultimi aggiornamenti sull'epidemia di Covid 19 in Italia. Il bollettino del 15 aprile: il numero di decessi totali arriva a quota 21.645, diminuiscono ancora i ricoveri in terapia intensiva“
L'epidemia del nuovo coronavirus in Italia: i dati aggiornati. Il bollettino di oggi, mercoledì 15 aprile: salgono a 21.645 i morti in Italia dall'inizio dell'emergenza coronavirus. Secondo i dati forniti dalla Protezione Civile nelle ultime 24 ore hanno perso la vita altre 578 persone. I casi attualmente positivi sono 105.418, con un aumento di 1.127 unità rispetto a ieri. Calano però le persone ricoverate con sintomi (368 in meno rispetto a ieri per un totale di 27.643) e quelle in terapia intensiva (-107 per un totale di 3.079).
In isolamento domiciliare si trovano 74.696 persone. I guariti sono in tutto 38.092, di cui 962 nelle ultime 24 ore. I casi totali dall'inizio dell'emergenza sono 165.155. In tutto, sono stati eseguiti 1.117.404 tamponi, 70.494 in più rispetto a ieri. Preoccupante la situazione nella provincia di Milano, in cui si è registrato il più alto numero di nuovi contagi: 325 nelle ultime 24 ore.
Fratelli d'Italia: "Zingaretti continua a sfornare nomine malgrado il drammatico momento"
Ancora nomine da Zingaretti. Lo denuncia Fratelli d’Italia. ”La giunta Zingaretti, malgrado l’emergenza coronavirus che sta mettendo in grave crisi i cittadini e le imprese del territorio, continua a sfornare nomine come se nulla fosse. Le ultime tre, addirittura, il venerdì prima di Pasqua. Sono stati nominati, infatti, tramite decreti, Paolo Bracchi a commissario straordinario dell’Ipab Opera Pia Accoglienza Sociale Beata Maria De Mattias di Orte (VT), Settimio Bernocchi commissario straordinario dell’Ipab Opera Pia San Giovanni Battista di Torri in Sabina (RI) e Giuseppe Lobefaro commissario straordinario dell’Ipab Asilo infantile Strumbolo a Piedimonte San Germano (FR).
Colosimo: abbiamo perso il conto delle nomine…
A questo punto, dice il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo, abbiamo perso il conto di incarichi e nomine ed è evidente che il presidente Zingaretti non riesca a togliersi il vizio di fare provvedimenti che non hanno nulla a che fare con il momento di emergenza che sta vivendo la Regione e tutta la Nazione”. E’ quanto dichiara il consigliere Colosimo.
15 aprile 1944: uccidendo il 70enne Gentile i partigiani mostrarono il loro volto anti-italiano
Oggi ricorre l’anniversario di uno dei crimini più odiosi dei partigiani. L’assassinio di Giovanni Gentile, un filosofo di 70 anni la cui unica colpa era quella di essere fascista. Ed era uno che al fascismo aveva dato tantissimo. Mite, colto, equilibrato, studioso, autorevole, conciliante: questo era Gentile. Ma anche convintamente fascista, tanto che aderì alla Repubblica Sociale italiana per ribadire il giuramento fatto venti anni prima. Ed è questo che i partigiani rossi non gli hanno mai perdonato.
Gentile rimane un gigante nella storia d’Italia
Gentile è un gigante nella storia d’Italia. Ministro, senatore, filosofo, docente universitario, accademico d’Italia, fondatore della enciclopedia Treccani, autore della riforma della scuola, e molto altro ancora. Su di lui si sono scritti trattati, libri, articoli, saggi, ma il suo assassinio non è mai stato condannato ufficialmente dalla sinistra né dai suoi intellettuali. All’epoca, il Partito Comunista non condannò l’omicidio, anche se l’efferato assassinio divise il fronte dei partigiani, che peraltro era egemonizzato dal Pci.
Pd, la foto trae in inganno i Giovani Democratici ed è subito gaffe: confondono un partigiano con un fascista
Gaffe imperdonabile per i Giovani Democratici, l’organizzazione giovanile del Partito Democratico, che per celebrare il prossimo anniversario della Liberazione (il 25 aprile) hanno pubblicato sui social una foto sbagliata. Nell'immagine pubblicata su Instagram dei Giovani Democratici, sezione di Albano, Cecchina e Pavona (nei Castelli Romani), si vedono due innamorati in procinto di darsi un bacio. I due giovani, lui in divisa, si salutano prima che il ragazzo salga su una camionetta.Un dettaglio che immediatamente fa pensare ai dem a un partigiano. “Eppure il vento soffia ancora” si legge nel post che in breve tempo ha fatto il giro del web. E proprio qui gli utenti hanno fatto notare l'errore. Quei due giovani infatti non erano partigiani. Anzi, si trattava di un soldato delle Brigate Nere, alle spalle del quale si nota anche Ferdinando Mezzasoma, fedelissimo di Benito Mussolini, nonché ministro della Cultura popolare per la Repubblica Sociale Italiana.
Mattarella si è accorto che siamo al golpe?
Fermate la giostra, perché dobbiamo dire al presidente Mattarella che c’è qualcosa di più importante da fare per la Patria che i suoi melensi appelli televisivi: si sta compiendo un golpe agrodolce che va stroncato. Subito. Ne va della libertà del popolo italiano.
Le ultime ore sono state caratterizzate da azioni vergognose della maggioranza parlamentare. Sono scannati al loro interno sul Mes e scappano dalle Camere. La democrazia gli fa orrore, rifiutano di votare a Montecitorio come a Palazzo Madama sugli indirizzi al governo per la discussione sull’atteggiamento dell’Italia in Europa. Conte pretende di decidere da solo, in tandem con Gualtieri, la fine che deve fare la nostra Patria. Evidentemente il Mes non è così indolore come vogliono farci credere.
Il golpe che parte dai decreti di Conte
Ma c’è di più. Conte sta governando da troppo tempo a suon di decreti presidenziali, che non passano né in Parlamento né al vaglio del Quirinale.
Il premier ha nominato uno squadrone di superesperti guidati da Vittorio Colao, che sono pure alla ricerca di una speciale immunità penale per le azioni che dovranno decidere. Azioni? Non decide più il Parlamento? E che hanno in testa?
È Mentana l'ultima vittima dell'odio M5s
Pennivendoli, mafiosi, buffoni, corrotti, falsari, puttane. Sono solo alcuni degli epiteti che Beppe Grillo e i suoi hanno riservato, nel corso di un decennio, ai giornalisti. Enrico Mentana, colpevole di aver (giustamente) criticato il comizio a reti unificate del presidente del Consiglio, è solo l'ultimo di una lunga lista di bersagli. L'attacco alla libera informazione non è un fallo di frustrazione del Movimento, ma ne è l'essenza stessa. Ne precede la nascita. Nel 2008, un anno prima della fondazione del Movimento, il comico lancia dal suo blog la prima lista di proscrizione nei confronti dei cronisti. Il titolo non lasciava nulla all'immaginazione: «Sputtaniamoli». Ed era solo l'inizio di una lunga decade di insulti, provocazioni, attacchi personali, nomi e facce sbattute sul web. Perché i giornalisti, se non sono camerieri, sono un intralcio alla narrazione pentastellata, vanno screditati e non accreditati - nel senso tecnico del termine-, come quando al giornalista della Stampa Jacopo Iacoboni fu negato l'ingresso al summit di Ivrea del 2018. Aveva osato criticare i 5 stelle, non era ospite gradito. Perché per i grillini esiste un giornale unico ed è quello, trasversale, diretto da Rocco Casalino con i suoi messaggini-veline. I giornalisti che piacciono a Casaleggio e soci sono quelli che fanno da cani da compagnia, non da guardia, del potere. Tutti gli altri sono da mangiare solo per il gusto di vomitarli (Beppe Grillo, 19 settembre 2017). E, ora, la gogna tocca proprio al direttore del Tg La7, non certo arruolabile tra le fila degli anti M5S. Anzi. Ed è proprio l'attacco sguaiato delle truppe grilline al giornalista milanese a rendere l'idea del livello di intolleranza dei grillini. Una piccola nota a margine: in una delle sue ultime apparizioni pubbliche - lo scorso 17 dicembre, quando il Covid era ancora di là da venire - Grillo si presentò davanti ai giornalisti con una mascherina, una di quelle che oggi hanno tragicamente vestito la nostra quotidianità. «I giornalisti sono pieni di virus, non devo contagiarmi», spiegò, con sprezzante e involontariamente macabra ironia, ai cronisti che lo tallonavano.