Aggredita in stazione a Rimini da due nordafricani, la vittima è viva per miracolo. Pestata a sangue, massacrata di pugni e calci anche quando, atterrata dalle botte, è inerme al suolo. Solo la forza della disperazione riesce a farla rialzare. E una volta in piedi, approfittando di un attimo di distrazione, la donna si mette a correre. Più veloce che può.
Massacrata di pugni per rapinarle 20 euro
Una disavventura terrificante, quella in cui è stata travolta una 40enne polacca, di passaggio nella città romagnola alla ricerca di un lavoro nel settore turistico. Il caso, raccontato dalla stessa vittima al Resto del Carlino e rilanciato da Il Giornale, ha destato lo sconcerto di tutti gli intervenuti nella vicenda: dagli agenti a cui ha denunciato la feroce aggressione, ai medici che hanno visitato la donna una volta arrivata al pronto soccorso dell’ospedale Infermi di Rimini. E a giudicare dalla ricostruzione dei fatti resa dalla stessa signora, Violetta Maria Dziedzc, al Resto del Carlino, ce n’è di che scioccarsi. «Ero appena uscita dall’albergo dove avevo alloggiato nella notte – racconta Violetta al Carlino e riprende Il Giornale –, per cominciare a girare le strutture aperte per chiedere se avessero bisogno di personale. Erano circa le sette della mattina. Appena ho messo piede sul marciapiede mi si sono avvicinati due ragazzi di colore, credo fossero nordafricani, molto giovani, sui venti o venticinque anni al massimo».
Carlo Freccero è stato ed è considerato ancora un grande dirigente televisivo, inventore di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana. Scopritore di talenti come Chiambretti, Sabrina e Corrado Guzzanti e Serena Dandini. Passato da Mediaset alla Rai più volte, Berlusconi si fidava tanto di lui che, negli anni novanta, gli affidò la direzione dei programmi di La Cinq (prima tv privata francese), l' unico fallimento televisivo di Sua Emittenza. Nel 2015 è stato anche nel Cda della Rai, su proposta dei grillini. E, a novembre 2018, è tornato a guidare Rai Due, dopo esserne stato direttore per sei anni dal 1996 al 2002, grazie soprattutto alla comunanza politica con i Cinquestelle. Quindi, chi meglio di Freccero, poteva rilanciare la seconda rete Rai alle prese con un problema di identità, stretta tra l' istituzionale Rai Uno e la più innovativa Rai Tre.
Sulle sardine, Prodi fa il pesce in barile. E la Meloni lo inchioda… all’amo Ne nasce un botta e risposta tra i due che non lascia scampo al Professore, incalzato – tra argomentazioni logiche e incursioni satiriche – dalla leader di Fratelli d’Italia che, pescato l’ex premier all’amo, stavolta lo inchioda alle sue responsabilità postando una vignetta di Alfio Kranic. «Prodi dice che non c’entra niente con le sardine. Gli crediamo. D’altronde lui dice sempre la verità. Come quando ha promesso che con l’euro saremmo stati più ricchi. È andata così, no?»…
Serena Dandini è una donna di sinistra che, della sinistra, ha perso una cosa: la solita compagnia di giro. Se ne è infatti disfatta. In realtà tendeva a farlo già in passato, scommettendo su plotoni di esordienti comici, all' epoca sconosciuti agli occhi dei rossi compagni di partito. Adesso però la conduttrice ha alzato l' asticella tanto più che, come lei stessa ha ammesso, «sono in quell' età in cui non devo più dimostrare nulla: posso sbizzarrirmi». E così ha fatto ieri, su Rai Tre, con Stati generali: si è sbizzarrita confezionando uno show a metà strada tra Avanzi e la trasmissione dell' anno scorso, ossia La tv delle ragazze - Stati generali.
L'ultimo sondaggio che piove sull'Emilia Romagna è anche il più clamoroso. Si parla ovviamente della sfida-chiave tra Lucia Borgonzoni, candidata leghista del centrodestra unito, e Stefano Bonaccini, piddino e governatore uscente. Una sfida che non è solo regionale: se il centrodestra a trazione sovranista riuscisse ad espugnare la roccaforte rossa, secondo molti, il governo non potrebbe reggere. Sfida chiave, insomma, perché dopo il 26 gennaio potrebbe condurre dritta dritta a una crisi dei giallorossi.Dunque, eccoci alle cifre dell'ultima rivelazione. Numeri semplicemente clamorosi, pazzeschi. E tutti a vantaggio della Borgonzoni. Secondo il sondaggio Swg pubblicato da Il Giorno, ad oggi la Borgonzoni avrebbe potenzialmente oltre otto punti di vantaggio.
Nel M5s è subito tempo di bilanci, dopo l'incontro tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio a Roma, in cui di fatto il primo ha commissariato il secondo, pur confermandone il ruolo di capo politico. Il punto è che il comico ha detto chiaro e tondo che tornerà al centro del M5s, punto primo del suo programma la conferma del patto col Pd. E così, arrivando al bilancio, dopo quanto accaduto domenica si riflette su chi, tra i grillini, è stato sconfitto su tutta la linea. In primis Gianluigi Paragone, filo-leghista e contrarissimo da sempre al patto col Pd. Insieme a lui i fedelissimi Raphael Raduzzi e Alvise Maniero: i tre compongono il fronte dei paladini di chi si oppone al meccanismo salva-stati dell'Ue. Le parole di Grillo, il fatto che Di Maio - volente o nolente - le abbia digerite, ripongono Paragone e gli altri due tra gli sconfitti totali. Il M5s, almeno a parole, ora abbandona il sovranismo.
Greta Thunberg non va poi così a genio a Vittorio Feltri. Forse per le sue teorie sul clima che il direttore di Libero smonta un poco alla volta. "In Italia l'aspettativa di vita è la più alta d'Europa, 82,2 anni. Un'altra prova che il nostro presunto inquinamento fa bene alla salute", questo l'ultimo cinguettio con cui distrugge l'idea che i terroristi ci vogliono inculcare. Alla paladina dell'ambiente fischieranno in continuazione le orecchie. Solo qualche tempo fa il direttore l'aveva tirata in ballo, raccontando un avvenimento, anche qui senza mancare di ironia: "Segnalo a Greta che forse a causa del surriscaldamento del pianeta, ieri a Bergamo è nevicato". Un avvenimento del tutto naturale per no, visto e considerato che siamo a novembre.
Più che la giustizia, il tempo cambia la prospettiva degli uomini che la guardano. Prendete Antonio Di Pietro, da magistrato, nei tribunali, ha inventato un genere, da avvocato, oggi ne è quasi vittima.Caro Di Pietro, l' altro giorno a Omnibus su La7, a proposito della vicenda ex Ilva, si è lanciato in un' invettiva contro governo e magistratura, perché?«Ho solo detto che sarebbe meglio che il governo la smettesse di usare il ricatto (Conte ha minacciato "la causa del secolo" tra lo Stato e Mittal se l' azienda francoindiana se ne va da Taranto, ndr), e aprisse un vero tavolo di dialogo usando toni davvero istituzionali e non le minacce di ricorrere alla magistratura che peraltro sta al gioco. Le questioni giudiziarie si risolvono nelle aule di giustizia. Punto».Veramente lei in tv ha fatto tutto un pippone sulla sua angoscia di avvocato settantenne che assiste a magistrati che non fanno "i becchini" come dovrebbero e abusano del ruolo. E i colleghi di sinistra in studio strabuzzavano gli occhi.
Lilli Gruber inchioda Luigi Di Maio in diretta a Otto e mezzo, su La7. Bastonato dal voto sulla piattaforma Rousseau che ha di fatto bocciato la sua linea sulla partecipazione del Movimento 5 stelle alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria: "Dice di nuovo il contrario di quello che aveva appena detto", affonda la conduttrice, "Di Maio adesso dice che gli Stati Generali non sono urgenti? Erano urgentissimi qualche ora fa, ora non più". La Gruber sottolinea così la totale incongruenza di alcune dichiarazioni di Di Maio sugli Stati Generali del Movimento 5 Stelle. Dopodiché manda in onda il punto di Paolo Pagliaro.
Fabio Fazio insiste nella sua linea contro Matteo Salvini e per la prossima puntata di Che tempo che fa, su Rai due, ha invitato come sua ospite Carola Rackete, la capitana anti-Capitano, diventata famosa per aver fatto sbarcare la Sea Watch nonostante il divieto dell'allora ministro dell'Interno leghista e dopo aver speronata una motovedetta della Guardia di Finanza. Insomma, il conduttore, che ha annunciato la presenza della Rackete nel suo programma tramite il profilo Twitter, continua con la sua carrellata di ospiti di sinistra, radical chic e possibilmente pro-immigrati in una campagna politica contro il leader dell'opposizione Salvini a lui sgradito.
Alessandra Moretti insiste sullo Ius soli in diretta a L'aria che tira su La7. "Le battaglie di civiltà vanno fatte, punto", sostiene la piddina, "non c'è un tempo giusto o sbagliato per portare avanti delle riforme corrette. Il mio partito ha sbagliato a non farla in passato quando aveva i numeri. La battaglia sullo Ius Soli va portata avanti, magari convincendo gli alleati e le forze trasversali. Questa è una battaglia che guarda il futuro, consentirebbe ai ragazzini nati qui di essere italiani come i nostri figli". E ancora, continua la Moretti: "La politico.
"Nati vecchi, tromboni infarciti di retorica dozzinale". Alessando Sallusti giudica senza indulgenza alcuna le sardine e il loro pseudo-manifesto programmatico, in cui spiccano frasi come "Grazie ai nostri padri e ai nostri nonni avete (voi di destra, ndr) il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare". Sentenza di Sallusti, nel suo editoriale sul Giornale: "Fasciocomunistelli". "Sarebbe semplice ricordare che non i loro padri e i loro nonni, immagino partigiani, ma le truppe alleate di grandi democrazie hanno restituito agli italiani il diritto di parola e pure quello di ascolto e che se fosse stato per il Pci del '45 (partito dei loro nonni) non avremmo avuto né uno né l'altro com'è successo ai cittadini dei paesi finiti sotto l'influenza dell'Unione Sovietica".
Le sardine politicamente neutrali? Mica tanto. Gianfranco Pasquino non ha dubbi che all'interno del movimento anti-Salvini "ci siano anche coloro che erano targati 5stelle". Si tratta per il politologo di "ex elettori o militanti ancora devoti", che, esaurita la prima sorgente, "hanno trovato in questo nuovo corso il piacere dell'immersione". Pasquino - sulle colonne del Fatto Quotidiano - fa eco al pensiero comune: "La miccia di questa protesta è la temuta invasione salviniana". E pare per il politologo che questi giovani siano riusciti nel loro intento, perché "il leader della Lega ha dovuto riparare in fretta e convertire il bersaglio della propaganda: da tre giorni sono l'Unione europea, gli Stati servi, i risparmiatori in pericolo".Si tratta di un regalo per il Pd? "Il dono si è fatto anche molto generoso - replica subito -. Infatti il Pd guarda con estremo interesse ma non ha i mezzi per collegarsi, connettere questo popolo così estraneo alla vita politica tradizionale.
Su Monsignor Gustavo Zanchetta, accusato di aver abusato sessualmente di due seminaristi, c'è poca chiarezza. Ciò che si sa è che ai danni del vescovo argentino, fedelissimo di Papa Francesco, è stato spiccato un mandato di arresto internazionale. Zanchetta - dicono dall'Argentina- fu il confessore di Bergoglio durante il periodo in Argentina, dove nel 2013 fu nominato dallo stesso Bergoglio vescovo di Oran. Ma la promozione più importante avvenne nel 2017, quando Papa Francesco lo chiamò in Vaticano "da perfetto sconosciuto", per nominarlo assessore dell'Apsa (l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica) e dandogli un suo studio. Scelta che secondo il Messaggero destò più di un malumore nella Curia romana.Tale nomina ha fatto storcere il naso ai cardinali del Vaticano, i quali accusano Bergoglio di trattamento di favore nei confronti del suo connazionale.
Silvio Berlusconi è caduto durante il vertice del Ppe a Zagabria. Nulla di grave però per il leader di Forza Italia che - tramite una nota - ha fatto sapere di essere rientrato a Milano tranquillamente alla fine del congresso. Per lui una banalissima contusione che lo ha comunque costretto a sottoporsi a tutti i controlli del caso presso l'ospedale San Raffaele di Milano.Il Cav era in Croazia per il congresso del Partito Popolare Europeo e per ribadire la centralità "del centrodestra, che a breve tornerà a governare un Paese oggi in mano alla peggiore sinistra". L'obiettivo di Berlusconi era anche quello di aprire una porta a Matteo Salvini, ormai suo alleato in tutto e per tutto. Terminato il congresso, il Cav ha aspettato la proclamazione di Antonio Tajani a vicepresidente e poi, uscendo dall'arena, si è concesso ai selfie e nella ressa ha sbattuto.
A nulla sono servite le rassicurazioni di Giuseppe Conte durante la cena riparatoria, il verdetto di Rousseau è piombato sul governo generando non pochi danni. Il sì alle liste autonome M5s per le regionali ha messo in difficoltà il Pd che ora vede sempre più lontana la vittoria in Emilia-Romagna. E c'è già - secondo Il Corriere - chi paventa la fine: "Se tra i 5 Stelle scoppia la guerra intestina sarà il caos e il governo non reggerà", prevede un dem.Nel ristorante dove la maggioranza si incontra post-voto la tensione si taglia con il coltello. Gli scongiuri a tavola non mancano: "Al 26 gennaio ci arriviamo, dopo chissà", è la formula utilizzata da più di un ministro, mentre al Nazareno si ragiona già sull'addio ai Cinque Stelle non appena chiusa la legge di Bilancio.
I Cinque Stelle correranno con le proprie liste in Emilia-e in Calabria. A decretare il "no" alla "pausa elettorale" è il 70,6 per cento degli iscritti alla piattaforma Rousseau. Precisamente i "sì" sono stati 8.025, ossia il 29,4 per cento dei votanti, mentre i "No" 19.248, per l'appunto, il 70,6 per cento. "Dobbiamo essere tutti felici del risultato della votazione di oggi - ha subito commentato Luigi Di Maio - Era necessario fare questo voto perché in tanti, anche persone che hanno fatto la storia del Movimento, mi hanno espresso i loro dubbi sulla partecipazione al voto in questo momento storico e c'erano tanti strani retroscena sui giornali. Per questo abbiamo deciso, anche con Beppe, di lasciare questa decisione a tutti gli iscritti, che ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni regionali con tutte le nostre forze.