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Sergio Mattarella, l'inquietante silenzio al Colle: ora è il caso che si esprima
Sergio Mattarella non ha ancora nulla da dire sulla crisi di governo? Il silenzio del Quirinale vale doppio, si sa, perché si presta a infiniti retropensieri tendenziosi e ad altrettante versioni di parte offerte dai ventriloqui quirinalisti annidati un po' dappertutto. Sicché sarebbe consigliabile rompere la cortina delle interpretazioni divinatorie e produrre un fatto: il presidente della Repubblica farebbe bene a esternare alla nazione, disvelando ciò che frulla nella sua testa per diradare ogni nebbia.
In Onda, Alessandro Sallusti e la sentenza tombale: "Salvini deve prima stringere un accordo con Berlusconi"
Alessandro Sallusti non ha dubbi sulle mosse di Matteo Salvini dopo l'annuncio sulla crisi di governo con i Cinque Stelle: "Se Salvini non stringerà un accordo prima con Berlusconi è possibile che la storia si ripeta. Ma è difficilissimo fregare Berlusconi, soprattutto due volte". Per il direttore del Giornale il leader della Lega ha la possibilità, forse irripetibile, di mettersi a capo di una grande coalizione con al suo interno sì diverse sensibilità, ma omogenea - a differenza dell'attuale maggioranza - sui principi e sui valori di base. Occasione che non dovrebbe assolutamente perdere.
Matteo Salvini, Pietro Senaldi: sospetti sull'asse contro il leghista. Chi ha paura di andare al voto
La chiamano democrazia, anche se poi deciderà uno solo, e neppure eletto dai cittadini, ovverosia Mattarella, il capo dello Stato. Ieri sono iniziate le procedure per mandare a casa il governo Conte. La Lega ha presentato la mozione di sfiducia in Senato, propedeutica alle elezioni anticipate, che il ministro dell' Interno, con la Meloni, è il solo a volere davvero, poiché tutti gli altri ci vengono trascinati a forza. Matteo le ha programmate per il 13 ottobre ma è già in campo un variegato esercito che sta combattendo per spostarle il più in là possibile. Meglio se mai. Confidano tutti in Mattarella, che secondo Costituzione, prima di indire le elezioni è costretto a verificare se in Parlamento si può costituire una maggioranza alternativa a quella sfiduciata.
Matteo Salvini conquista anche il Sud: piazza gremita di gente in Calabria. "Non mollare" gridano i fan
Matteo Salvini riesce ad accalappiare i consensi anche al Sud: "Matteo non mollare" urlano i sostenitori. In Calabria i fan del leader leghista sono in estasi al suo arrivo. Il ministro dell'Interno, ora impegnato con il suo tour nelle città italiane, infatti è immerso da una folla oceanica che non aspetta altro che vederlo. Non è il primo comizio gremito di gente. Per il vicepremier gli italiani fanno carte false pur di assistere alle sue comparse (ormai abituali) in mezzo al popolo. E chi lo critica per questo, non sa proprio quanto si sta sbagliando: così facendo la Lega ha raggiunto oltre il 38 per cento di consensi. Niente male insomma.
Sergio Romano: «Putin ha ragione, la Nato non ha più senso»
Botti d’inizio anno. A dare fuoco alle polveri per primo è stato il presidente russo Vladimir Putin, che poche ore dopo la mezzanotte del primo gennaio ha dichiarato, aggiornando la lista delle principali minacce alla Russia, che «la Nato è il nemico». Poche giorni prima era stato il turno del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che in un’intervista alla Bild am Sontag aveva detto che «Il nostro scopo finale dovrebbe essere un esercito dell’Unione Europea», poiché «le risorse che spendiamo per i nostri ventotto eserciti nazionali potrebbero essere usate molto meglio, se le spendessimo assieme».
Al Bano: "Putin ha ragione. Quella parte di Ucraina è russa, come Istria è italiana"
Una presa di posizione forte quella di Al Bano Carrisi riguardo il conflitto russo-ucraino: "Penso che Putin abbia ragione - ha detto in un'intervista al Corriere della Sera - Quella parte d'Ucraina era Russia ed è Russia. I separatisti lottano per rimanere russi. E' come con l'Istria - ha proseguito - tutti sappiamo che è italiana, anche se abbiamo accettato i diktat delle superpotenze". La conoscenza tra il cantante pugliese e Putin dura da tempo. Il primo incontro a Leningrado nel 1987: "C'era ancora l'Urss - ha raccontato Al Bano - Io e Romina fummo accolti dalla nomenklatura. A un certo punto mi presentarono anche questo signor Putin. Era nato lì, dirigeva il Kgb nella Ddr.
Ecco perché Putin ha ragione sulla fine del liberalismo
Oggi, il Financial Times ha pubblicato una lunga ed esauriente intervista con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Come riporta NBC News, “Putin ha detto in un’intervista con il Financial Times che l’idea liberale è diventata obsoleta, e si è riferito alla decisione della Germania di far entrare più di un milione di rifugiati – principalmente in fuga dalla guerra in Siria – come un gravissimo errore”. È soltanto nell’ultima parte di questa lunghissima intervista che Putin parla della “obsolescenza” dell’ “idea liberale”, ma è la parte che più interessa ai media. La maggior parte dell’intervista riguarda altre questione. I media non riescono a capire come l’idea della “obsolescenza” dell’idea liberale sia perfettamente incastrata all’interno della visione del mondo di Putin, e di come si rifletta in molte delle sue risposte.
Perché la sinistra odia così tanto le forze dell’ordine?
Ma esattamente quale problema ha la sinistra? Possibile che ogni proposta da esca dalle loro fila trasudi plasticamente odio nei confronti di tutto ciò che rappresenta la nostra nazione e il nostro Stato? L’ultima perla è la proposta di legge di Fratoianni (LeU) che mira a mettere sotto processo preventivo le forze dell’ordine.
Omicidio Mattei, depistaggi e bugie su un delitto di Stato raccontati dal magistrato che ha scoperto la verità
“Manomissione dell’altimetro” o “bomba a bordo”. Sono le due ipotesi formulate a caldo in una perizia dell’officina riparazioni motori dell’aeronautica di Novara condotta sui resti dei reattori dell’aereo precipitato il 27 ottobre 1962 a Bascapè, nei pressi di Milano-Linate. Tenuta nascosta per decenni e scoperta nella seconda metà degli anni Novanta da Vincenzo Calia, il sostituto procuratore di Pavia che riaprì le indagini sulla morte di Enrico Mattei, la perizia dell’aeronautica è una delle prove più lampanti dell’occultamento dei fatti e del depistaggio avvenuti intorno all’assassinio del fondatore dell’Eni. Perché di assassinio si tratta, con buona pace dei negazionisti di ieri e di oggi. Come ha accertato la Procura di Pavia nel 2003, al termine delle indagini, il Morane Saulnier 760 precipitato a Bascapè era stato sabotato la sera precedente con una piccola carica di esplosivo, mentre era parcheggiato nell’aeroporto di Fontanarossa, a Catania. Mattei era stato convinto a recarsi in Sicilia dove pernottò la notte tra il 26 e 27 ottobre 1962 e dove scattò la trappola della sua eliminazione.
Il presidente Eni Enrico Mattei fu ucciso in un attentato 50 anni fa ma la sua lezione resta attuale
50 anni fa moriva in un attentato il presidente dell’Eni Enrico Mattei ma la sua lezione è più viva che mai per il coraggio politico e la modernità imprenditoriale – L’originalità dell’alleanza con i Paesi produttori per rompere il monopolio internazionale dell’oil – Ma è una leggenda infondata che Mattei avesse come principali avversari le imprese americane. L’eccezionale rilevanza internazionale della figura di Mattei ci obbliga a inquadrare il suo ricordo nell’agone mondiale. La globalizzazione, oggi, cambia di passo.
Carabiniere ucciso: scattò foto bendato, indagato
Ha un nome il carabiniere autore della foto, che ha fatto il giro del mondo, in cui compare uno dei due ragazzi californiani arrestati per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega mentre si trova in una stanza della caserma dei carabinieri di via In Selci seduto con il capo chino, una benda sugli occhi e le mani immobilizzate dietro la schiena. C'è quindi un secondo indagato nel filone di indagine della Procura di Roma relativo allo scatto in cui è stato immortalato Christian Gabriel Natale Hjort poco prima di essere interrogato nella caserma dei carabinieri. Al militare che ha scattato la foto i magistrati di piazzale Clodio contestano il reato di rivelazione del segreto d'ufficio.
Langone-Socci contro il Papa/ Migranti “per Dio nessuno è straniero? Per lo Stato sì”
«Problema dei migranti? Per Dio nessuno è straniero. Gesù chiede di amare tutti, a partire dagli ultimi»; le parole dette da Papa Francesco ieri durante la Santa Messa per i migranti in Cattedrale San Pietro hanno scatenato una forte reazione di stima e condivisione dagli ambienti politicamente “distanti” e “avversi” alla Lega di Salvini (simbolo della lotta all’immigrazione e alle Ong), mentre ha destato non poche perplessità in diverse personalità da tempo critiche nei confronti del Santo Padre proprio sul tema dell’immigrazione. In una commistione tra politico e religioso vanno letti i due articoli che il giorno dopo le parole del Papa attaccano la Santa Sede: si tratta di Camillo Lagnone su Il Foglio e Antonio Socci su Libero Quotidiano.
Papa Francesco, la durissima accusa di Antonio Socci: cosa ha "scordato" nella settimana di Pasqua
Ma almeno nella Settimana Santa potrebbero parlarci di Gesù Cristo? O chiediamo troppo al Vaticano e a Bergoglio? Non so se oltretevere ci siano ancora cattolici (a parte Benedetto XVI e pochi altri), ma in fin dei conti la ragion d' essere della Chiesa è solo questa e la gente comune ha un desiderio infinito di ascoltare uomini di Dio che parlano di Gesù, del senso della vita e dell'eternità. Per discettare di clima e ambiente c'è già Greta Thunberg con i suoi seguaci, non c' è bisogno di Bergoglio che, se ci credesse, metterebbe in guardia dalle fiamme dell' Inferno più che dal riscaldamento globale. Possibile che nella Chiesa sia stata completamente spazzata via la Passione di Cristo che si consegna al massacro per amore nostro, che "si svenerà per voi" come recita un antico canto polifonico, e che risorge, sconfiggendo il male e la morte, aprendo così agli uomini la vita eterna?
Le ragioni dietro la protesta "contro" papa Francesco
Cattolici manifestano a Roma in prossimità del summit sugli abusi, ma la contestazione riguarda soprattutto la linea del papa. La linea di papa Francesco è l'obiettivo non dichiarato, almeno per ora, dei cattolici che hanno organizzato un presidio oggi a Roma per ribadire la necessità che l'imminente summit sugli abusi non sollevi solo il velo sui casi di pedofilia, ma tenga conto pure - se non soprattutto - del "tema della corruzione morale, che comprende ogni violazione della legge divina e naturale, a cominciare dall'omosessualità".
Papa Francesco contro i sovranisti: "Portano alle guerre, salviamo l'Europa"
Bergoglio attacca populisti e sovranisti: "Mi spaventano". E sentenzia: "I migranti vanno accolti". Papa Francesco scende in campo contro i partiti sovranisti. "Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento", attacca in una lunga intervista alla Stampa nella quale si dice "preoccupato" per certi discorsi che, a suo dire, "assomigliano a quelli di Hitler nel 1934". Non nomina mai la Lega, ma dice chiaramente che lo slogan "Prima noi" è un pensiero che fa paura. "Il sovranismo è chiusura", tuona Bergoglio nell'intervista alla Stampa spiegando che "un paese deve essere sovrano, ma non chiuso".
Svolta allo Ior, un revisore esterno controllerà le attività della banca vaticana
Papa Francesco rinnova gli Statuti. Tornielli: "Un passo importante nel processo di adeguamento ai migliori standard internazionali ma anche e soprattutto di rinnovata fedeltà alla missione originaria dell’Istituto per le Opere di Religione". Svolta allo Ior. Francesco rinnova gli Statuti della banca vaticana nei quali viene per la prima volta inserita la figura di un revisore esterno, può essere una persona fisica o una società, e avrà il compito di controllare le attività interne. È l’ultima tappa di un lungo percorso di ristrutturazione e di ritorno ai principi cattolici che fondano la missione dello stesso istituto bancario.
L'ombra della P2 sul delitto Pasolini
Sono gli anni Settanta, precisamente il 1975, e la politica italiana è sempre più spesso sinonimo di violenza, quella delle stragi, del terrorismo, o anche di quella violenza diffusa che insanguina le strade di numerose città. Soltanto in quell’anno le vittime di “Politica” sono otto. Alcuni esempi: Sergio Ramelli, a cui alcuni militanti di estrema sinistra spaccano la testa con una chiave inglese; Alberto Brasili, accoltellato da giovani di destra perché attraversa una zona nera vestito «da comunista»; Gianni Zibecchi, investito da un camion dei carabinieri durante una manifestazione. E la lista continua. È in questo clima che avviene un delitto come quello di Pier Paolo Pasolini. Ed è forse questo odio che ha ucciso Pasolini, frocio e comunista?