La prescrizione che ostacola la lotta alla corruzione, i conflitti d’interesse, i collegamenti con le associazioni criminali, la mancanza di giudici e gli appalti pubblici definiti come “un settore a rischio“. È severo il giudizio della Commissione europea sugli “squilibri” italiani. Eppure per il Tesoro sono soltanto due i problemi segnalati da Bruxelles: stando al comunicato pubblicato sul sito “la Commissione segnala il livello ancora alto di crediti bancari in sofferenza e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddetta economia collaborativa”. La prescrizione che ostacola la lotta alla corruzione, i conflitti d’interesse, i collegamenti con le associazioni criminali, la mancanza di giudici e gli appalti pubblici definiti come “un settore a rischio“. È severo il giudizio della Commissione deuropea sugli “squilibri” italiani. Eppure per il Tesoro sono soltanto due i problemi segnalati da Bruxelles: stando al comunicato pubblicato sul sito “la Commissione segnala il livello ancora alto di crediti bancari in sofferenza e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddetta economia collaborativa”.
È una questione aperta dalla fine degli anni Ottanta e ancora oggi è irrisolta: il problema della sistemazione dei rifiuti radioattivi in un unico deposito nazionale. Le scorie da decenni si trovano in luoghi provvisori, distribuiti in diverse località dell’Italia, tra cui le province di Vercelli, Alessandria, Latina, Rimini, Milano e Palermo. Sono stoccati in condizioni che non corrispondono assolutamente agli standard di sicurezza. Un argomento del quale la politica continua a disinteressarsi.
Per tutto il 2015 - come sottolinea Il Giorno - si era discusso della creazione di un solo deposito, e grazie a una martellante campagna di comunicazione lo scorso anno si erano compiuti piccoli passi in avanti verso la soluzione del problema: il governo si era ripromesso di far diventare la Cnapi - acronimo della carta in cui sono state messe nero su bianco le possibili aree destinate al deposito nazionale - il punto di arrivo di una valutazione strategica ambientale, tanto che i vertici della Sogin erano stati rinnovati. L'idea era quella di lavorare al deposito. Idea che è rimasta tale.
Un sondaggio realizzato da Harvard-Harris e pubblicato dal sito The Hill evidenzia che per i cittadini americani è necessaria una stretta sugli immigrati irregolari. Semaforo verde, dunque, per la mossa decisa dall'amministrazione Trump. Il consenso è minore, invece, per quanto riguarda la costruzione del muro sul confine con il Messico. Il 53% degli intervistati si dice contrario alla costruzione (o meglio prosecuzione, perché il muro in parte esiste già) della barriera. Stessa percentuale che invece appoggia il "travel ban" (bloccato dalla giustizia Usa) che sospendeva temporaneamente il programma per i rifugiati e l'ingresso nel Paese di cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana.
«Ora ci sono priorità che il governo deve portare avanti». Avviato l’iter congressuale con la Direzione di ieri, incassata con sollievo la decisione di Emiliano di restare nel Pd, Matteo Orfini, presidente del partito e da domenica, con le dimissioni di Renzi, anche reggente, guarda avanti e fissa un’agenda di governo per i prossimi mesi: stop alle privatizzazioni, legge per «correggere» i voucher e ius soli, da approvare anche con la fiducia. E poi, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle banche.
E' uscito stamani un nuovo articolo sul sito di Etiquo Film, un progetto destinato agli autori con un'età massima di 35 anni compiuti. Si parla di giovani e denaro, del disagio economico che l'ultima generazione si porta sulle spalle, una generazione che vive nell'attesa di trovare una possibilità che renda la propria vita dignitosa.
Articoli come questo vengono pubblicati da chi sta dietro il progetto per aiutare i giovani scrittori non solo ad avvicinarsi a una tematica di non facile lettura, ma anche per cercare di instaurare un dibattito su questioni che forse non vengono mai affrontate veramente nella nostra società. Ad esempio è stato approfondito, in un altro scritto di Marzo Vitale, l'educazione finanziaria che influisce sul benessere individuale e sociale, in una forma di equilibrio possibile e compatibilmente sostenibile. Concetti relativi che cambiano a seconda della cultura e della società dove si è cresciuti. Una differenza che forse può essere il punto di partenza per una serie di storie nuove. Tutto questo non può essere fatto senza prendere in considerazione l'etica e l'equità che attraversano molte delle componenti in cui ci troviamo inseriti come la filosofia, la giurisprudenza, l’ecosistema, la demografia. Due elementi che sono racchiusi all'interno della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma che spesso vengono dimenticati per lasciar spazio a crimini finanziari e a un mala distribuzione delle ricchezze globali.
Che sorpresa: la legge elettorale non arriverà in Aula alla Camera lunedì prossimo come invece era stato deciso. Non ci voleva la palla di vetro, vedendo l’atteggiamento dei partiti in Parlamento, ma ora c’è anche l’ufficialità. Lo ha messo nero su bianco il presidente della commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti Di Celso, che ha scritto alla presidente dell’assemblea di Montecitorio Laura Boldrini per comunicarle che la commissione non è in grado di concludere il lavoro entro quella data. La scusa, prevedibilmente, sarà la settimana di passione del Pd che ha portato alla fuoriuscita dei bersaniani.
Fino a pochi giorni fa, nessuno sapeva cosa fosse l'Unar, l'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali travolto dal caso delle orge gay finanziate dalla presidenza del Consiglio. Un caso su cui hanno alzato il velo Le Iene. E così, spulciando nella storia di questo organismo, si scoprono diverse magagne: i fondi gestiti in modo poco trasparente; l'evasione fiscale delle realtà ad esso collegate; il fatto che con il contrasto alle discriminazioni, checché ne dica Monica Cirinnà, ha ben poco a che spartire; la mancata trasparenza nella gestione dei fondi. L'Unar, di fatto, è il frutto di una frenetica attività di lobbyingistituzionale. Venne fondato nel 2003 presso la presidenza del Consiglio, ha dunque 14 anni, ma la "svolta gay" arriva grazie ad Elsa Fornero: quando era ministro del Lavoro con delega alla Pari opportunità, con un atto amministrativo, allargò le competenze dell'Unar al mondo Lgbt (lesbo, gay, bisex, trans). Da anni, Carlo Giovanardi si batte affinché si faccia chiarezza su quest'organismo, sulle sue consulenze e sui suoi meccanismi: nel giro di poco tempo, da che la Fornero ci mise le mani, l'Unar è diventato l'ente governativo in assoluto più vicino e rappresentativo del mondo omosex.
Orfini annuncia la fiducia sulla cittadinanza agli immigrati. Gasparri: "Gentiloni smentisca". Salvini promette barricate. Il Pd di Renzi comincia a guardare a sinistra. La scissione dei vari Speranza e Bersani preoccupa un po' il Giglio Magico renziano e non tanto per l'addio in sé, che limitando i litigi renderà più serena l'atmosfera piddina, ma per i voti che potrebbe portarsi via. I sondaggi parlano di una forchetta che va dal 4% al 12% per la "Cosa Rossa" che potrebbe nascere e che rischia di drenare voti dal paniere del Partito Democratico. Facendolo arrivare dietro ai grillini alle prossime elezioni.
È per questo che il presidente del Pd, Matteo Orfini, nel pieno dell'organizzazione del congresso, ha deciso di rispolverare un vecchio cavallo di battaglia della sinistra. Un tema caro alle anime radicali del partito, un argomento che se messo in cima alla lista dei desideri e magari imposto nell'agenda di governo, potrebbe convincere qualche indecisa anima del Pd a rimanere nelle fila, lasciando col cerino in mano gli scissionisti. Parliamo dello Ius Soli, ovvero la cittadinanza agli immigrati che nascono nel Belpaese anche da famiglie clandestine.
Immobilismo - Nessuno dei 12 interventi di secondo livello richiesti dalle leggi approvate da dicembre è stato approvato: lo dice Boschi. Zero. Questo è il numero che riassume l’azione, o meglio l’inazione del governo di Paolo Gentiloni, in carica da un paio di mesi e una decina di giorni. Zero è il numero dei decreti attuativi – relativi al mandato dell’ex ministro degli Esteri – approvati dall’esecutivo costruito per rimediare al fallimento del referendum.
ANCORA una volta, la Nasa ci tiene con il fiato sospeso. Ma in questo caso non è la partenza di una nuova missione spaziale o l’arrivo di una sonda su un altro pianeta. Le grandi novità questa volta potrebbero arrivare da molto lontano, ben al di là dei confini del Sistema Solare. C’è infatti grande attesa per la conferenza stampa indetta per questo pomeriggio a Washington, al quartier generale dell’agenzia spaziale americana. L’evento, che inizierà alle 19 italiane, è stato reso noto lunedì scorso con un messaggio molto misterioso. Si parla infatti di una scoperta "oltre il nostro Sistema Solare", e si precisa che i risultati riguarderanno i pianeti extrasolari. Risultati che al momento della conferenza stampa saranno anche pubblicati online su Nature. Un tono volutamente sibillino, che ha catturato immediatamente l’interesse dei media e degli appassionati di tutto il mondo. E in attesa dell’annuncio ufficiale, in Rete si fa a gara per indovinare quali novità stanno per arrivare dai pianeti intorno ad altre stelle.
Si è battuta il petto e ha recitato il mea culpa. Così la giudice della Corte d'Appello di Torino Paola Dezani ha chiesto scusa al popolo italiano - in nome del quale la giustizia è amministrata - e a una ragazza di 27 anni che quella giustizia non se la è vista riconoscere. La storia, assurda, arriva da Alessandria, dove nel 1997 un uomo venne arrestato con l'accusa di aver ripetutamente violentato la figlia della convivente, all'epoca dei fatti di appena sette anni. Condannato in primo grado a dodici anni di carcere, l'uomo è stato prosciolto per sopraggiunta prescrizione. Dal momento delle violenze sono trascorsi vent'anni.
E le quote rosa? Che fine hanno fatto? Dopo averci fatto una testa tanta con la necessità di dar spazio alle donne in politica e aver sbandierato, in lungo e in largo, l'alternanza di genere nei governi a guida Pd, ecco che Matteo Renzi e soci hanno fatto sparire le compagne dal dibattito politico. Certo Debora Serracchiani era lì a presiedere (come da statuto) l'Assemblea in cui si è consumata la scissione con la minoranza. Ma non ha preso parola. Come non lo hanno fatto tutte quelle piddine che, presto o tardi, torneranno a pretendere termini come ministra, sindaca e assessora e a sproloquiare sul valore della donna in politica. Non pervenuta nemmeno la regina del Giglio magico, Maria Elena Boschi. Che in settimana ha fatto più volte la spola da Palazzo Chigi al Nazareno per fare il punto sulla crisi del Pd, ma domenica è rimasta nascosta. Renzi l'ha voluta vedere, insieme ai ministri Luca Lotti e Dario Franceschini, per capire come gestire lo strappo della minoranza dem.
Marine Le Pen chiude la sua visita in Libano fra le polemiche. La candidata alla presidenza del Front National si è rifiutata si indossare il velo al previsto incontro con il Muftì Abdellatif Deriane e il vertice è saltato. Lo sceicco Deriane è la massima autorità musulmana sunnita del Paese, dove la popolazione è divisa in parti quasi eguali fra sunniti, sciiti e cristiani. Le Pen ha incontrato ieri il presidente Michel Aoun, primo capo di Stato a riceverla ufficialmente, e il premier Saad Hariri. «Avevo informato in anticipo che non avrei indossato il velo - ha spiegato - e poiché la visita non è stata annullata, ho creduto avessero accettato la cosa». Al suo arrivo a Dar al-Fatwa, la leader del Front National, si è vista invece porgere un velo e ha cancellato il colloquio. Le Pen ha anche ricordato che nessuna l’aveva obbligata a velarsi quando nel 2015 era stata ricevuta dalla massima autorità sunnita mondiale, l’imam di Al-Azhar al Cairo.
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"Con tutto il rispetto per quello che sta accadendo nel Pd, e anche in Sinistra Italiana, vorrei che si superasse questo momento perché ricordo che abbiamo molti provvedimenti in odg e che sono al Senato, già approvati alla Camera, che rappresentano un patrimonio. C'è il pacchetto diritti e manca, probabilmente, la volontà politica di portarli a casa". Laura Boldrini, parla all'indomani dell'assemblea Pd e le sue dichiarazioni suonano come una minaccia, o come una auto-sponsorizzazione, visto che ormai siamo praticamente in campagna elettorale . Temi come il diritto di cittadinanza, la prescrizione, l'omofobia e la delega sulla povertà, tutti "questi temi" cari alla "presidenta" della Camera, sono molto "importanti" e quello sulla povertà "è il più atteso, da milioni di persone, anche se la lista è lunga. Io mi auguro che questo pacchetto prima della fine della legislatura venga approvato".
Circa sessanta immigrati hanno devastato le cabine e i locali della nave su cui erano saliti per il rimpatrio. Un vero e proprio inferno per i passeggeri del traghetto, rimasti sotto assedio tutta la notte e molestati dai migranti inferociti. È quello che è successo sul traghetto della Tirrenia che da Cagliari va a Napoli ed era partito ieri pomeriggio. Gli immigrati erano saliti a bordo tenendo in mano il foglio di via del questore che li invitava a lasciare la Sardegna. Hanno fatto finta di seguire le indicazioni delle autorità, ma una volta a bordo hanno distrutto tutto quello che gli capitava sotto tiro. Sale e cabine messe a ferro e fuoco, passeggeri molestati. Le cuccette prese d'assalto dagli immigrati che hanno cercato di irrompere nelle stanze. Alcune delle cuccette rimaste aperte, così i migranti, dopo aver rubato tutto ciò che c'era da rubare, le hanno devastate. Una vera e propria barbarie.
In mattinata scontri e tensione davanti alla sede del Pd con alcuni ambulanti che volevano entrare nella sede in via del Nazareno. Ora un presidio di centinaia di tassisti e tensione alle stelle davanti alla sede del Ministero dei Trasporti. E' qui che è cominciato il tavolo di confronto tra il ministro Delrio e i rappresentanti dei tassisti.
La polizia, verso le 13, ha caricato i manifestanti per liberare la sede del partito, un uomo è rimasto ferito alla testa, si tratterebbe di un ambulante. Il gruppo di manifestanti era partito poco prima ad palazzo Chigi senza alcuna scorta di polizia. Caos e tensione anche a largo Chigi. Via del Corso e via del Titone bloccate dalla manifestazione non autorizzata di centinaia di tassisti arrivati da tutta Italia, cui si sono aggiunti gli ambulanti in piazza contro la direttiva Bolkestein.
Nessuno sconto sulla manovra motivato dalla cresciuta del Pil superiore alle aspettative. Il miracolo statistico di fine anno, che ha fatto salire il Pil del 2016 all'1%, non farà calare automaticamente la manovra da 3,4 miliardi che ci chiede l'Europa. Torna in campo l'idea di mettere le accise su carburanti e tabacco. Ma qualche spiraglio di trattativa c'è e ha ragioni molto politiche. La principale è che la Commissione europea vuole continuare a trattare con questo governo.
Un servizio andato in onda nella trasmissione di Italia 1 accusa l'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali di aver concesso un bando da 55mila euro a un'associazione a cui fanno capo circoli e centri massaggi, teatro di orge gay e prostituzione, e di cui, secondo le accuse di un anonimo, il direttore Spano sarebbe socio. Nel pomeriggio Boschi lo aveva convocato a Palazzo Chigi, poi le dimissioni e la sospensione del bando. Il direttore dell’Unar, Francesco Spano, si è dimesso dopo aver incontrato nel pomeriggio a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. È la prima conseguenza del servizio andato in onda domenica sera su Italia 1 a Le Iene, in cui l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del Dipartimento Pari opportunità è finito sotto accusa per aver assegnato un bando da 55mila euro a un’associazione cui fanno capo alcuni circoli, saune e centri massaggi dedicati al mondo omosessuale.
Travolgente come tanti, angosciante come pochi: “Robinù”, il documentario di Michele Santoro ha dell'incredibile, eppure quella che vediamo e sentiamo è una storia di tutti i giorni, un racconto che accomuna molte persone a Napoli e nel mondo.
Santoro, che possa piacere o no, ha toccato un nervo scoperto della nostra società. Napoli non è una città, sembra quasi uno Stato a sè, come San Marino o il Vaticano, dove le leggi e il modo di vivere apparentemente sembrano ben lontani da quelli italiani, ma ci si sbaglia, perché ciò che spinge a compiere questi gesti per la maggiore è uno status che trova le sue radici nel più comune degli esseri umani. Errori, stupidaggini, follie, si agisce per disperazione, per denaro, per potere, per divertimento e prima o poi qualcuno paga, a caro prezzo, e tornare indietro non è più possibile.
Inizia la settimana più difficile per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Oggi arriverà a Bruxelles per la riunione dell'Ecofin e mercoledì si conoscerà il giudizio della Commissione europea sul debito pubblico italiano. Poi di nuovo in Italia a mettere insieme la manovra correttiva, cercando di mettere d'accordo le esigenze politiche, in primo luogo quelle che emergeranno dal Pd in subbuglio,con l'esigenza di trovare 3,4 miliardi di euro.

«Quando ero segretario della Fondazione Nuova Italia,
Gianni Alemanno e Marco Visconti mi dissero che Salvatore Buzzi voleva versare un contributo di 400 mila euro per le rispettive campagne elettorali». È quanto ha affermato oggi in aula, nel processo a
Mafia Capitale, l'ex ad di Ama, Franco
Panzironi, accusato di
associazione a delinquere di stampo mafioso e corruzione.
«Parte del denaro - ha aggiunto - veniva consegnata in una cartellina rossa rigida all'interno della quale c'erano le buste con i contanti». L'ex ad ha ribadito quanto già emerso durante l'inchiesta e ciò che avrebbe garantito finanziamenti per la campagna elettorale di Gianni Alemanno, in parte tramite il pagamento di cene e in parte tramite il finanziamento della fondazione Nuova Italia, e per le regionali di Marco Visconti, ex assessore della giunta Alemanno. Nel corso della sua deposizione, Panzironi ha detto che «i soldi venivano consegnati presso la sede della fondazione Nuova Italia».
Roma ha svariate cose uniche al mondo. Tra queste l’Atac, l’azienda pubblica del trasporto urbano, insomma i bus e la metro. Nulla al mondo può rivaleggiare con l’Atac: ha i migliori e più costanti deficit, i più grassi debiti, la più grossa lentezza nelle corse, il più rotondo tasso di assenteismo, il più pingue numero di dipendenti, i dirigenti meglio pagati in rapporto ai risultati, il più vivace tasso di gusti ai convogli e, dulcis in fundo, il più alto numero di utenti che viaggiano gratis evitando di pagare il biglietto. E poi all’Atac accadono cose meravigliose, autentici prodigi. In tre anni ad esempio, tra il 2013 e il 2015 i bus Atac bucano 6.036 gomme. Ma nei registri e bilanci e soprattutto nei soldi sborsati risultano 15.371 gomme “cambiate d’urgenza”. E le gomme si cambiano d’urgenza quando si bucano. Novemila e passa gomme la differenza, dove sono finite insieme agli otto milioni che è il loro costo?
Tale proprietario, tale cane. I quattro zampe percepiscono lo stato d’animo del padrone, se ne lasciano influenzare e si comportano di conseguenza. A confermarlo ancora una volta sono i risultati di un team di ricercatori austriaci che ha realizzato una serie di test (132 per l’esattezza, condotti su cani e padroni). Risultato: «I cani possono rispecchiare alcune emozioni dei loro proprietari, in particolare ansia e negatività. A loro volta i quattro zampe se rilassati e amichevoli possono “trasferire” questo stato agli umani, aiutandoli ad affrontare situazioni di stress». Così se il padrone è stressato, idem il cane. Se gioioso, idem il cane. Gli studiosi dell’Università di Vienna (la ricerca è stato pubblicata su Plos One) hanno prelevato, in particolare, campioni di saliva per analizzare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
Silvio Berlusconi ha osservato con interesse l'assemblea Pd, lo psicodramma di una sinistra con la vocazione al suicidio che, come nella sua miglior tradizione, si spacca, si demolisce. "La sinistra è andata in frantumi - ha commentato il Cavaliere con i suoi, parole riportate da Repubblica -. Questo è il nostro momento, abbiamo la vittoria a portata di mano". Il leader di Forza Italia, insomma, fiuta la possibilità di tornare al governo approfittando dell'harakiri del Pd. Già, perché comunque Matteo Renzi uscirà indebolito dalla probabile scissione, e al voto rischia di diventare terza potenza, superato dai grillini e da un centrodestra compatto.
La crepa si è aperta. La diga, eretta dai pontieri renziani Dario Franceschini e Piero Fassino, rischia di non contenere la fuoriuscita dell'ala bersaniana. L'ex segretario del Pd - intervistato da Lucia Annunziata parla già da fuoriuscito: «Non possiamo affrontare a cuor leggero un tema come la divisione. In ogni caso non è vero che abbiamo scelto, chi ha forzato la mano non siamo noi». Per Bersani il dado sembra tratto: la scissione sarebbe l'unica risposta politica alla corsa di Renzi verso un congresso lampo. Ora la partita si sposta in Parlamento dove entra in gioco il destino del governo guidato da Paolo Gentiloni. Un rischio contenuto anche nelle parole del ministro Franceschini che all'assemblea del Pd dice: «Dovremmo essere qui a rivendicare i risultati della legislatura. Non si può segare la gamba su cui si tiene il governo». Concetto ribadito anche dal ministro Graziano Delrio convinto che la scissione provocherà contraccolpi negativi sulla tenuta dell'esecutivo.
Il day-after dell'assemblea Pd è acceso. Matteo Renzi in un'intervista a LaStampa mette nel mirino la minoranza dem e commenta così le mosse di Emiliano&Co.: "È bastato stare fermi e vedere il bluff". Così il segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi, in un colloquio con La Stampa, riferendosi alla minoranza dem dopo l'assemblea di ieri. "Resteranno, sostiene Renzi, "sul territorio non li seguirebbe nessuno". E ancora: "Bene. È stata prima di tutto una bellissima discussione. Ottimi Veltroni e Fassino, bravissima la Bellanova. Ma tutti veramente apprezzabili: siamo l’unico partito a discutere ancora cosi". Poi racconta un aneddoto: "A fine Assemblea mi ha fatto i complimenti Minniti: Uno come me - mi ha detto - uno che viene dalla mia storia, avrebbe riunito i big, fatto un caminetto e trattato una tregua: tu hai tenuto il punto ed hai visto il bluff. Che dire: sei stato bravo...".
Tensione nel Pd. Rossi: "È tempo per una nuova forza". Bersani lascia l'Assemblea. Ma Emiliano: "Fiducia in Renzi". "La parola scissione è tra le più brutte, peggio c'è solo ricatto. Non è accettabile bloccare un partito per i diktat della minoranza". All'Assemblea del Pd Matteo Renzi tira dritto: non accetta l'ultimatum lasciato ieri dalla minoranza al Teatro Vittoria, si dimenette da segretario del partito e dà appuntamento a tutti al congresso. Un muro insormontabile contro cui vanno a schiantarsi quei ribelli dem che chiedevano all'ex premier un passo indietro. "La relazione di Renzi non solo ha chiuso a ogni nostra richiesta - commentano dalla minoranza - ma persino oggi abbiamo dovuto sentire toni da stadio". E sentenziano: "Ricostruiremo il progetto da un'altra parte". Ma non tutti. Michele Emiliano non solo resta, ma prova a mediare.
“Peggio della scissione c’è soltanto il ricatto. Fermiamoci, fuori ci prendono per matti. E stiamo facendo un bel regalo a Beppe” (Grillo). E’ un attacco frontale alla minoranza dem quello che apre l’intervento di Matteo Renzi all’Assemblea del Partito democratico al Parco dei Principi di Roma (qui la diretta). È il giorno della resa dei conti, dopo le minacce di scissione che si sono già consumate nelle parole di Enrico Rossi, Roberto Speranza e Michele Emiliano. L’ex presidente del Consiglio spiega che il Pd è diviso “come tutti gli altri partiti“, a destra come a sinistra. E quello che sta succedendo è una “lotta di potere”. Ma il potere nel Pd, continua Renzi, “appartiene ai cittadini che votano alle primarie, non ai caminetti e alle correnti romane”. Imprescindibile il congresso, perché se non si fa non siamo l’alternativa “a Casaleggio e ad Arcore“. Chiarisce che nessuno ha “il copyright della parola sinistra” anche se “non canto bandiera rossa e non sventolo la bandiera socialista”.
Unar sta per «Ufficio anti-discriminazioni razziali». All’interno del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del consiglio, si occupa di promuovere la «parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni» razziali, etniche e sessuali con campagne di comunicazione e adottando progetti «in collaborazione con le associazioni no profit». Nel mirino della iena Filippo Roma è finito un finanziamento di 55mila euro ad un’associazione di «promozione sociale» dietro cui, secondo la trasmissione televisiva, si nasconderebbe il business del sesso gay a pagamento. Ecco il testo del servizio che andrà in onda stasera su Italia 1.
Con che criteri l’Unar sceglie le associazioni da accreditare e finanziare con migliaia di euro? Il suddetto ufficio del governo ha come compito quello di contrastare le discriminazioni su razza o sesso e a tal fine gestisce anche denaro proveniente dai contribuenti.
«Tra il partito dei caminetti tra correnti e il partito delle primarie non ho dubbi: scelgo il partito delle primarie». Sta in questo concetto, che stamattina esprimerà davanti alla platea Pd, lo spirito con cui Matteo Renzi affronta le minacce di scissione della sua minoranza. Nessuna trattativa ad oltranza, nessun compromesso a tutti i costi: alla vigilia della fatidica Assemblea nazionale che potrebbe sancire la spaccatura del partito di maggioranza, il leader del Pd si mostra tutt'altro che atterrito dalle minacce degli aspiranti scissionisti. Certo, ha telefonato a Michele Emiliano e pure a Roberto Speranza (a Pier Luigi Bersani no, fino a ieri sera), ma senza concedere nulla sulla tabella di marcia stabilita, «che del resto - ricorda - era quella che chiedevano loro fino a poco fa, quando minacciavano carte bollate per reclamare il congresso subito». Come dice Lorenzo Guerini, «gli ultimatum sono inaccettabili». Quindi: congresso nei tempi previsti, e primarie entro il 7 maggio per evitare sovrapposizioni con la campagna per le amministrative. Matteo Orfini mette sul tavolo anche la proposta di una conferenza programmatica prima del congresso. Insomma, si cerca di togliere ai rivoltosi ogni pretesto che non sia il «morte a Renzi» per giustificare la rottura.
E l'ora della verità per il Pd. Nell'hotel Parco dei Principi di Roma si sciolgono i nodi che tengono ancora legate maggioranza e minoranza e si capirà se l'avventura politica nata nel 2007 sul solco dell'Ulivo è destinata a perdere un pezzo importante delle sue radici. Tutto è legato alla relazione del segretario uscente Matteo Renzi e al voto dei mille riuniti nell'assemblea nazionale a decretare il futuro del Partito democratico. "Soffro a parlare di scissione, come tutti noi. Ci siamo impelagati a dire 'congresso sì, congresso no'. Io ho cercato tutti i giorni di accogliere le propose degli altri. Ho accettato la proposta di Piero Fassino, ho comunicato formalmente le dimissioni. Il congresso ha dei tempi statutari. La parola scissione è una delle parole più brutte. Peggio c'è solo la parola ricatto. E la scissione è stata usata come un ricatto", ha detto Renzi.
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28-03-2023 17:33
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