Matteo Salvini ci va giù pesante e prende di mira magistrati e magistratura. «Leggere oggi di condanne politiche è disgustoso. In qualsiasi Paese al mondo se uscisse un audio in cui si dice che un ex Presidente del Consiglio è stato condannato per scelta politica ci sarebbe una rivoluzione nei tribunali. In Italia solo cinque righe..». Così il leader della Lega Matteo Salvini ospite a Coffee Break su La7 è tornato a parlare del caso Berlusconi e dell'audio del magistrato Amedeo Franco sul processo Mediaset.
Poi un riferimento anche alla riforma della magistratura. "Separazione delle carriere e diversa formazione dei magistrati - ha proseguito Salvini - Ma la riforma della magistratura deve essere fatta con i magistrati e non contro i magistrati. Ma il ministro Bonafede non ha le idee molto chiare".
Giorgia Meloni prende di mira i grillini. E questa volta lo fa persino sulla geometria. Sulla pagina ufficiale del M5s ci si riferisce alla leader di Fratelli d'Italia a proposito del calcolo sul distanziamento sociale. La Meloni risponde per le rime...
"Nuovo giro nuova figura barbina dei grilloidi. Sulla pagina ufficiale del M5S è apparso un post dove i nostri esperti di scie chimiche, sirene, e microchip sotto pelle si lanciano in innovative teorie di geometria. In sostanza ci spiegano che sono un “somaro” perché non so che nei 14.000 mq di Piazza del Popolo, volendo mantenere una distanza interpersonale di 1,5 m, entrano solo 2000 persone. Secondo gli scienziati grillini per mantenere una distanza tra le persone di 1,5 metri, è necessario collocare ogni persona all’interno di un teorico cerchio di 1,5 m di raggio e pertanto di 7 mq di area. Abbiamo dovuto fare un disegnino per spiegare ai grillini che così facendo i metri di distanza tra 2 soggetti sono 3, e non 1,5 come previsto dalle norme anti Covid. P.S. soluzione al problema per il grillino medio: si deve prendere un cerchio con raggio 1,5 m / 2 quindi di 0,75 m e area di 1,76 mq.
Basta demansionamento. Basta alle continue aggressioni sul lavoro. E’ arrivato il momento di dare la giusta valorizzazione alla professione. Con il flashmob il sindacato NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha preso vita nella piazza antistante la Regione Lazio (P.zza Oderico da Pordenone) chiedono a gran voce alla Regione Lazio risposte concrete e tempestive su tematiche ritenute fondamentali riguardanti il personale infermieristico del Sistema Sanitario Regionale.
Per la lotta al “nuovo” precariato Per la stabilizzazione e lo scorrimento delle graduatorie in essere. Per lo sviluppo di un vero modello assistenziale con il coinvolgimento dell’infermiere di famiglia Il Flash-mob si è aperto in ricordo dei colleghi deceduti per il Covid-19 alla presenza dell’attrice Maria Grazia Cucinotta. Al termine della commemorazione ha avuto luogo la seconda parte del flash-mob interamente dedicato alle rivendicazioni sindacali. “E’ arrivato il momento di dire basta alle parole. Vogliamo i fatti. Non siamo eroi ma professionisti che vogliono avere la giusta valorizzazione di una professione in cui ogni giorno siamo – fieri di esserlo- in prima linea.” così il segretario Provinciale NurSind Roma Stefano Barone.
Un piccolo, piccolissimo miglioramento. Il pappagallo Fly di Enzo Salvi sta leggermente meglio. Dopo il trauma cranico dell'altro giorno quando un ventenne del Mali lo ha preso a sassate su un palo. Adesso l'attore si lascia andare a uno sfogo affidato ai social.
"Amici Miei voglio condividere con voi una piccola gioia - scrive Salvi su facebook - Fly, da quando siamo rientrati dalla clinica, lunedì sera, è sempre rimasto sul fondo della gabbia. Questa mattina alle prime luci dell’alba, Fly e’ salito sul posatoio ! Io anche questa notte ho dormito affianco a lui e quando l’ho visto sul posatoio e’ stata una forte emozione, non credevo ai miei occhi ! Vi giuro sto tremando mentre scrivo....Chiaramente ha ancora difficoltà a rimanere in equilibrio per il trauma della pietra ricevuta e sopratutto della caduta da più di di 6 m...La sua voglia di vivere e’ immensa...Fly e’ un piccolo Guerriero. Le vostre preghiere sono state ascoltate...Speriamo sia l’inizio di una ripresa.....Vi giuro non riesco più a dormire !!
Davanti ai miei occhi ho sempre quella scena di violenza e crudeltà inspiegabile e “INGIUSTIFICATA” da parte di quel SOGGETTO che lo prendeva a sassate .....e che adesso gira libero....mentre Fly lotta per vivere. Purtroppo il reato per il maltrattamento di animali ha pene ridicole: qualche mese di carcere che non sarà mai scontata o una multa che non sarà mai pagata. In uno stato civile non può un tale soggetto essere lasciato a piede libero e magari continuare a maltrattare altri animali o persone. Mentre il mio Fly sta soffrendo, lui va girovagando senza aver visto per un solo minuto il carcere. Servono pene più aspre e un maggiore controllo del territorio. Grazie a tutti dal profondo del Mio ️per la vostra Solidarietà".
La conduttrice avrebbe sporto denuncia per diffamazione contro la figlia di Ornella Muti. Che replica «Ho citato solo voci di corridoio, il gossip non può essere consentito solo nel suo salotto. È la regina del trash, non mi faccio pubblicità con lei»
Scontro aperto tra Barbara D’Urso e Naike Rivelli. Nonostante la nota conduttrice non abbia proferito parola sulla vicenda, a raccontare tutto – dal suo punto di vista – ci ha pensato la figlia di Ornella Muti: «Ho ricevuto una lettera dai Carabinieri, lei ha sporto denuncia contro di me: pare che io abbia cercato di sfruttare il suo nome, diffamandola. In realtà ho citato semplicemente delle voci di corridoio».
Naike spiega che nel contenuto incriminato parlava di un «presunto amante di Barbara D’Urso»: «Io non ho detto che è vero, ho solo riportato un’indiscrezione. Forse non si è più liberi di esprimersi, il gossip è consentito solo nel suo salotto e non a casa propria. Oppure ha la coda di paglia?».
L’attacco sui social continua, con il coinvolgimento anche di mamma Ornella, che si rivolge direttamente a Barbara: «Dici di essere mia amica e poi fai una denuncia penale contro mia figlia. Io non ci posso credere», dice la celebre attrice in un video davanti alla caserma dei Carabinieri. «I figli non si toccano». Poi è proprio Naike a tirare in causa la mamma: «Potrei sfruttare il suo nome per farmi pubblicità».
Incredibile ma vero, c’è qualcuno che difende l’immigrato che ha arrostito, per mangiarlo, un gatto per strada, vicenda emersa grazie a un video pubblicato dalla candidata del centrodestra alla Regione Toscana sulla propria pagina Fb.
Il povero gatto arrostito dall’immigrato
Quel “qualcuno” è una giovane ragazza di Pontedera di origine marocchina, Meryem Ghannam, coordinatrice della locale sezione delle Sardine. “Sono vegetariana da 16 anni e non condivido il gesto però lo capisco. Non mi scandalizzerei più di tanto. Questa emergenza ha gravato sulle entrate di molte famiglie. Non mi meraviglio se una persona presa dalla fame e all’esasperazione cucinasse il primo animale che si trova davanti. Si chiama istinto di sopravvivenza. Se avesse avuto scelta, sicuramente sarebbe andato in un supermercato e avrebbe comprato del cibo salutare come ogni altra persona anziché rischiare di essere infetto da chissà quali malattie l’animale si porta addosso”.
“Giustizia è fatta”, hanno commentato i genitori di Stefano Leo, oggi in aula per assistere alla condanna, da parte del tribunale di Torino, a 30 anni di carcere Said Mechaquat. Il giovane di origine marocchina era accusato di aver ucciso il 23 febbraio del 2019 con una coltellata alla gola ai Murazzi del Po Stefano Leo, il giovane 33enne di origine biellese che stava recandosi al lavoro.
Giudicato con rito abbreviato, per lui la procura aveva chiesto 30 anni mentre l’avvocato difensore aveva invocato il vizio parziale di mente e le attenuanti generiche. In aula, alla lettura della sentenza, c’era la mamma della vittima ma era presente anche l’imputato, che nei giorni dell’arresto si era lasciato andare a manifestazioni provocatorie nei confronti degli inquirenti e delle forze dell’ordine (foto in alto, e nel riquadro, Stefano Leo).
La confessione del killer di Stefano Leo
“La questione è molto semplice, volevo prendere a Torino un ragazzo, giovane quanto me, toglierli tutte le promesse di figli che avrebbe voluto fare, toglierli generazione che avrebbe pensato di fare togliere l’amore ai suoi genitori. Così è stato. Quello era il mio intento. Volevo colpire uno a caso“. Questa era stata l’agghiacciante confessione resa da Said nei mesi che hanno preceduto il processo.
Ricostruendo i fatti davanti agli inquirenti, il marocchino raccontò così la dinamica: “Piglio il coltello con la mano sinistra, mi alzo tranquillo (dalla panchina, ndr) lo raggiungo, gli passo davanti leggermente, gli do il colpo al collo, guardo se glielo dato bene poi l’ho superato. Lui già faceva fatica respirare, si è accasciato a terra”.
A distanza di due giorni dalla burrascosa visita di Matteo Salvini a Mondragone (video), si passa dal contagio zero al contagio rosso: sono 28 i casi di coronavirus emersi – guarda caso – dalla seconda attività di screening, con esecuzione di circa 3mila tamponi, attivata dopo la scoperta del focolaio di Covid-19 nella comunità bulgara residente a Mondragone (Caserta).
La sensazione è che il boom di contagi sia scattato ad “orologeria”, con uno slittamento orchestrato dal governatore De Luca per evitare che Salvini, nel giorno del comizio, potesse attaccarlo sul focolaio ancora in atto. Un modo abituale, quello del presidente-sceriffo, di utilizzare anche il coronavirus per la sua personale campagna elettorale, fin dall’inizio della pandemia.
Mondragone, i dati altalenanti di De Luca
Dal primo screening (circa 750 tamponi) erano risultate positive 43 persone, quasi tutte di nazionalità bulgara e residenti nei cosiddetti Palazzi Cirio. Il nuovo dato è contenuto nell’ordinanza firmata ieri sera dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con la quale sono state prorogate fino al 7 luglio le misure di contenimento per i cittadini residenti o domiciliati nei cosiddetti Palazzi Cirio.
L’arcivescovo di Bologna, cardinale Zuppi andrà alla Festa dell’Unità che si svolgerà a Bologna dal 27 agosto al 21 settembre. Come riporta Italia Oggi sarà l’ospite più atteso, assieme a Nicola Zingaretti. E non c’è da meravigliarsi. Si è schierato contro i sovranisti affermando che non fanno benne all’Italia. (Intervenendo durante la scuola di formazione promossa da Mcl, cioè dal Movimento Cristiano Lavoratori disse: «I sovranisti sono degli indipendentisti che di certo non fanno bene al Paese»). Il cardinale è molto apprezzato negli ambienti progressisti. Quando Papa Francesco ha scelto l’arcivescovo di Bologna come cardinale, la senatrice Monica Cirinnà ha esultato. E non è stata l’unica. Il presidente Pd della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini si è mostrato entusiasta. «Egli è un prezioso punto di riferimento per tutti. Una figura, la sua, che si caratterizza, nell’ambito della propria missione pastorale, per l’apertura al dialogo, all’accoglienza, sempre pronto a prestare aiuto a chi più ha bisogno». Perfino Pierluigi Bersani si è compiaciuto: «Ancora una volta, nominandolo cardinale, Papa Bergoglio ha indicato la strada. Non solo per la Chiesa».
«Lei parla molto bene signor Severgnini ma razzola male…». Si chiude così un lungo video con cui Rita Pavone, sui suoi profili social, replica al giornalista Beppe Severgnini che le aveva dedicato, in occasione del ritorno della cantante al Festival di Sanremo 2020, una puntata della sua “Fotosintesi”, la rubrica video che cura per Corriere Tv. Mentre sul video apparivano le foto della cantante Severgnini sottolineò che tanti artisti trasferiscono la residenza fiscale all’estero.«Caro signor Severgnini – esordisce Rita Pavone – con la sua “Fotosintesi” del 4 febbraio, guarda caso proprio il giorno in cui tornavo a Sanremo dopo 48 anni, lei ha espresso affermazioni infelici nei miei confronti. Senza aver mai verificato la fondatezza di ciò che diceva…»
Rita Pavone: «Vivo all’estero da 51 anni»
«Non ho mai avuto la residenza fiscale all’estero, io vivo all’estero da 51 anni, vivo in Svizzera dal 1969», replica la cantante. Che lamenta di aver subito in seguito alla rubrica del giornalista «un’ondata di aggressività» sui social network. «Da parte di soggetti che si ritenevano legittimati ad insultarmi e offendermi. Facendo leva proprio sulle sue affermazioni».
l comico Enzo Salvi, su Instagram, condivide assieme ai suoi fan l’emozione di vedere che il suo pappagallo Fly, preso a sassate da un extracomunitario, riprendere le forze. Seppure con difficoltà. Ma auspica, al contempo, l’inasprimento delle pene per chi maltrattata animali. E lamenta che l’aggressore del suo pappagallo è ancora a piede libero.
”Amici miei voglio condividere con voi una piccola gioia – scrive Enzo Salvi su Instagram postando la foto del suo pappagallo. – Fly, da quando siamo rientrati dalla clinica, lunedì sera, è sempre rimasto sul fondo della gabbia. Questa mattina alle prime luci dell’alba, Fly è salito sul posatoio! Io anche questa notte ho dormito a fianco a lui e quando l’ho visto sul posatoio è stata una forte emozione, non credevo ai miei occhi!”.
Fly è stato preso a sassate dall’extracomunitario, poi fuggito, proprio di fronte agli occhi di Enzo Salvi. Un’aggressione che ha causato al povero animale una frattura cranica.
”Vi giuro sto tremando mentre scrivo – prosegue Enzo Salvi. – Chiaramente ha ancora difficoltà a rimanere in equilibrio per il trauma della pietra ricevuta e soprattutto della caduta da più di di 6 m…La sua voglia di vivere è immensa .. Fly è un piccolo Guerriero”.
Un altro scandalo si abbatte sulla magistratura. Sui loro processi pilotati e su come abbiano contribuito al cambiamento della Storia. Dopo il trojan nel telefono di Palamara, spuntano altre intercettazioni. Risalgono a 7 anni fa e coinvolgono soggetti differenti: Silvio Berlusconi, il magistrato Antonio Esposito e il relatore-magistrato Amedeo Franco.
Scoppia un altro scandalo nella magistratura. Forza Italia, indignata, insorge. Ora si vuole la verità sulla condanna a Silvio Berlusconi
Le intercettazioni ambientali riguardano un commento alla sentenza che condannò al carcere Silvio Berlusconi nel 2013. Amedeo Franco - durante una conversazione telefonica con il Cav - ammette che è stato condannato ingiustamente e che tutto "è stato pilotato dall'alto". La sentenza definitiva riguardava una presunta appropriazione inedebita di diritti tv. Ma così - e ora lo dimostrano pure i documenti e gli audio - non è stato.
Le carte oggi pubblicate in esclusiva da Il Riformista e gli audio choc mandati in onda a Quarta Repubblica fanno rabbividire. Il magistrato - a modo suo - chiede scusa a Silvio Berlusconi per quel processo così fazioso. "A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia - dice Amedeo Franco -. Tutti i miei colleghi e anche i suoi che pure non la supportano sono convinti che questa cosa sia stata guidata dall'alto. Lei doveva essere condannato a priori perché è un mascalzone".
La ministra lancia proposte sempre più confuse. "Il plexiglas? Una bufala"
Prima bisognava inseguirla e adesso bisogna invece trattenerla. Nei mesi più difficili per la scuola ha fatto «scena muta» mentre ora non fa che lanciare idee. In poche ore, il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha infatti rilasciato due interviste, una più frizzante dell'altra perché autentici flussi di incoscienza dopo mesi di inspiegabile silenzio. Come gli studenti che annusano la libertà, alla Azzolina è accaduto qualcosa di simile e ha cominciato a parlare e rivelare che sarebbe vittima di un complotto orchestrato dal comitato tecnico scientifico, dai funzionari di Trastevere, dai giornalisti, una Spectre che manipolerebbe i suoi pensieri per altro molto indecifrabili: «Plexiglas a scuola? È sempre stata una bufala».
La denuncia è stravagante anche perché di lei si ricordano solo la «task force per la scuola», le tante «proposte sul tavolo» di cui il plexiglas era appunto la più accreditata insieme a cabine di stile coreano, caschi da saldatore e poi ancora didattica online di cui la ministra è una sostenitrice a giorni alterni. La verità? Nessun ministro al governo è stato più spaesato di lei. Le sue conversazioni con i giornali, in un anno, sono state cosi poche e vuote di notizie che l'unica di densità risultava essere quella a Repubblica dal titolo gozzaniano: «No al sei politico». È stata dunque una sorpresa vedere questa preside (il suo concorso è ormai un classico per i linguisti) dichiarare a Radio 24 che «il plexiglas era solo una delle mille ipotesi nata in una riunione privata con il Cts. Per i giornali quella ipotesi era diventata la notizia bambini nelle gabbie di plexiglas. Ci vorrebbe maggiore correttezza. Qualcuno vuole creare confusione».
Dopo Susanna Ceccardi, anche Matteo Salvini si indigna per la impressionante scena di Livorno, con un immigrato africano ripreso mentre è intento a cucinarsi in strada un gatto appena ucciso, nella più totale serenità.
Il video, rilanciato dalla candidata governatrice della Lega in Toscana, è diventato virale e il commento del leader del Carroccio è sferzante: "Una scena sconvolgente, crudele e mostruosa questa mattina presto in Toscana, vicino Livorno. Mi dicono che il delinquente sarebbe stato arrestato, spero venga confermato. Si merita galera e, se immigrato irregolare, espulsione, non lo vogliamo rivedere in giro!"
È “l’ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica”. Giorgia Meloni commenta così l’intercettazione nella quale il giudice Amedeo Franco, relatore della sentenza di condanna a Silvio Berlusconi per frode fiscale, parla di condanna fu pilotata.
Su Berlusconi un audio che “fa rabbrividire”
“Quello che è stato documentato ieri sera da Quarta Repubblica sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi è l’ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini”, ha scritto Meloni sulla sua pagina Facebook, postando anche l’audio dell’intercettazione. Nella registrazione, del 2013, si sente il giudice Franco dire che il Cav “a mio parere ha subito una grave ingiustizia”. Il suo destino, spiega ancora il magistrato, era essere “condannato a priori”.
Il video della giornalista Chiara Giannini che protesta contro i parcheggiatori abusivi, per lo più migranti di colore, che costringono la gente a pagare per poter lasciare la macchina nel parcheggio di un ospedale toscano, è stato ripreso dai profili social della Lega per ampliare la denuncia. La Giannini se la prende con "70 anni di dittatura della sinistra che non ha cambiato nulla qui in Toscana". E racconta di aver subito minacce di trovarsi con la macchina rigata se non avesse pagato per parcheggiare la macchina in un posto che sarebbe gratis. Nessun controllo della polizia municipale e nessun sollecito da parte dell'amministrazione di sinistra a voler risolvere la situazione.
"Dire che non c'erano contagi è una menzogna". Va giù duro Stefano Caldoro, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. Secondo l'azzurro, Vincenzo De Luca, attuale governatore "ha nascosto i dati", perché, ha spiegato questa mattina in una conferenza stampa, "un focolaio può capitare ma che non c'erano contagi era una menzogna. Ieri, anche per merito del presidente della Provincia di Caserta, abbiamo scoperto che ci sono 23 nuovi contagi. Perché sono stati nascosti? Perché si doveva dire che non c'erano nuovi contagi prima che venisse Salvini? Bisogna affrontare i problemi, non utilizzarli politicamente, e a Mondragone dobbiamo dire la verità altrimenti generiamo panico".
Caldoro ha ricordato di essersi recato due giorni fa a Mondragone "e ho incontrato le forze dell'ordine per dare un segnale chiaro che la colpa non è della Polizia o dei Carabinieri, il tema è che qualcuno oggi non ha fatto i controlli che doveva fare".
I lampedusani ne hanno le tasche piene e dicono basta a centri di accoglienza e sbarchi di migranti. Sull'isola si è concluso il referendum indetto due settimane fa sulla presenza dei migranti e sulla necessità di una struttura sanitaria locale. L'esito della consultazione popolare è stata la schiacciante richiesta della chiusura dell'hotspot a Lampedusa votato da 988 cittadini contro solo 4 lampedusani favorevoli al centro per migranti.
«In queste settimane», scrive in una il Comitato spontaneo cittadino, «abbiamo portato avanti due rivendicazioni fondamentali per le isole Pelagie: la realizzazione di un ospedale sull'isola e il rispetto immediato dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) a Lampedusa e Linosa e la chiusura dell'hotspot e la fine dell'utilizzo di Lampedusa come piattaforma militarizzata per la gestione delle migrazioni», dicono i lampedusani che denunciano di non essere mai stati ascoltati dalle istituzioni democratiche. «Da trent' anni, a fronte della continua violazione dei diritti più essenziali per la popolazione e per i migranti, Lampedusa viene utilizzata come piattaforma militare, di gestione per le migrazioni da parte dei vari governi nazionali, europei e della Nato. Tutto questo con la complicità delle amministrazioni locali e attraverso una strategia ricattatoria morale ed economica, ai danni della popolazione locale», conclude la nota del Comitato che rivendica il diritto ad avere voce in capitolo sulla gestione dell'emergenza immigrazione. Intanto gli sbarchi non si fermano: domenica, proprio davanti a Lampedusa, è stato soccorso un altro barcone con 40 persone a bordo.