Promette battaglia, una battaglia per la libertà, la poliziotta Nunzia Alessandra Schilirò che, durante l’ultima manifestazione contro il Green Pass svoltasi a Roma in concomitanza con altri raduni in altre città italiane, da “semplice cittadina” è salita sul palco a piazza San Giovanni per dire ciò che pensa, in nome dell’articolo 21 della Costituzione, su una misura, quella tessera verde che, invece, la libertà la limita in maniera grave discriminando le persone e impedendo loro di vivere il proprio quotidiano come tutti i cittadini italiani.
Si dice delusa dall’amministrazione dello Stato che lei ha splendidamente servito finora in divisa e che l’ha apprezzata fino ad oggi per il modo con cui ha svolto il suo lavoro al punto di mandarla spesso in televisione a rappresentare la polizia.
”Impugnerò qualsiasi provvedimento nei miei confronti e non mi fermerò – avverte Nunzia Alessandra Schilirò in un’intervista a Repubblica dicendo chiaro e tondo che non si farà tritare dal sistema e, tantomeno, si farà intimidire dal ministro Lamorgese e dagli ululati di chi, come la forzista Licia Ronzulli, ne chiede la testa. – Non potevo dire quello che penso? Lo vedremo. Sapevo che sarebbe finita così ma c’è la Costituzione a tutelarmi”.
Il generale Mori: “Borsellino voleva occuparsi del dossier mafia appalti. Fu ucciso anche per questo”
«Rifarei tutto, la soddisfazione e la gioia di avere incontrato personaggi unici come Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, Cossiga, non ha eguali». Così il generale Mario Mori, intervistato da Quarta Repubblica, assolto nel processo Stato-Mafia, dopo un calvario giudiziario durato 14 anni.
Intervistato da Nicola Porro, il generale Mori si è detto convinto che la morte di Borsellino ha avuto una origine precisa. «Io ritengo che il dossier mafia e appalti fu una concausa dell’uccisione di Paolo Borsellino». «Ma non è finita qu»”, aggiunge Mori. «Quella era l’inizio dell’indagine – aggiunge – c’era un gruppo di potere fatto da imprenditori, politici e mafiosi che decidevano gli appalti e si spartivano i proventi».
Elezioni Roma, la Meloni snobba Giorgetti: «Con Michetti c’è Salvini. E m’importa solo questo»
«Non mi pare che Giorgetti conosca così bene Roma, per me conta che Matteo Salvini sia stato estremamente presente a Roma. Così come per me conta che Berlusconi si stia impegnando in prima persona e lo abbiamo visto anche oggi con la lunga lettera su Michetti. Il centrodestra è compatto su Michetti e non prende in considerazione ipotesi di sostenere candidati di sinistra». A parlare è Giorgia Meloni. Ci pensa lei a raddrizzare la barca sulle elezioni per il Campidoglio, dopo le incaute dichiarazioni rese alla Stampa dal ministro dello Sviluppo economico. La leader di FdI ha parlato da Grosseto, dove si trovava per un incontro elettorale a sostegno del candidato a sindaco del centrodestra Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
La Meloni ha parlato a Grosseto
«Siamo in partita – ha aggiunto – e il nervosismo della sinistra dimostra che Michetti sia un candidato assolutamente competitivo». Un intervento, quella della Meloni, necessario a ristabilire ruoli e responsabilità. E gli effetti sono stati immediati. «Ma figuriamoci», si è difeso Giorgetti risponde al sito Affaritaliani.it quando gli viene chiesto se davvero a Roma sostenga il candidato Carlo Calenda e non Enrico Michetti. Sarà stato pure in buonafede, ma le sue parole hanno scatenato polemiche a destra e ironie a sinistra. «Qualunque cosa dico ormai vengo sempre strumentalizzato», si lamenta lui.
Ultraottantenni: più ricoverati e morti di Covid fra i vaccinati completi che fra i non vaccinati
L'aveva previsto Il Tempo un paio di settimane fa: andando avanti con il piano vaccinazioni, ci sarà il sorpasso in contagi, ospedalizzazioni, terapie intensive e purtroppo anche decessi fra vaccinati con doppia dose e non vaccinati. E' accaduto per la fascia di età degli ultraottantenni per la prima volta con i dati mensili del bollettino di sorveglianza dell'Istituto superiore di Sanità pubblicato sabato 25 settembre.
Sopra gli 80 anni i contagi fra vaccinati a ciclo completo sono il 72,8% del totale, quelli fra i non vaccinati il 25%. Le ospedalizzazioni sono state 1.207 (61,3%) nei vaccinati completi contro le 714 (36,2%) dei non vaccinati. I ricoveri in terapia intensiva sono stati 57 (55,3%) di vaccinati completi e 44 (42,7%) di non vaccinati. E per la prima volta la prevalenza si è censita anche nei decessi: 364 (50,6%) fra i vaccinati completi e 338 (47%) fra i non vaccinati.
Ora sta iniziando ad accadere la stessa cosa nella fascia di età 60-79 anni. Già qui i contagi sono in superiori fra i vaccinati (55,8%) che fra i non vaccinati (39,6%). Sono dati che inevitabilmente fanno rumore nelle fila di chi non si fida del vaccino, ma sono semplicemente la conseguenza matematica (lo chiamano il “paradosso”) di alte percentuali di vaccinazioni.
Elezioni Roma 2021, liste e candidati sindaco: tutti i nomi per il Campidoglio
Il 3 e il 4 ottobre del 2021 si terranno le elezioni per scegliere il nuovo sindaco di Roma. A presentare la documentazione sono stati ben 22 candidati sindaco, sostenuti complessivamente da 39 liste: ogni lista presenta 48 nomi per la composizione dell’Assemblea capitolina, 24 per ciascuno dei 15 consigli municipali della Capitale. In totale sono quindi oltre 1800 gli aspiranti ad un posto in Campidoglio. Nell’elezioni sarà possibile esprimere la doppia preferenze di genere, ovvero si potrà indicare sulla scheda i cognomi di una donna e di un uomo. In caso di mancata elezione del sindaco al primo turno elettorale il ballottaggio è previsto per il 17 e il 18 ottobre 2021. I candidati “forti” sono quattro: Enrico Michetti, avvocato e candidato della coalizione di centrodestra, Roberto Gualtieri, ex ministro dell’economia e candidato della coalizione di centrosinistra, Carlo Calenda, ex ministro dello sviluppo economico e leader di Azione, e infine Virginia Raggi, sindaco uscente e candidata per il Movimento 5 Stelle.
Questo l’elenco completo dei candidati per le elezioni di Roma 2021 e le liste a loro supporto (per visualizzare tutti i nomi dei candidati di ogni lista è sufficiente cliccare sul link sul nome del partito):
Eroi dimenticati: Ferdinando Camuncoli, figlio d’Italia
“Carissimo babbo, parto volontario… sono certo che apprezzerai la mia iniziativa. Se fosse il contrario, saresti un cattivo padre e un cattivo italiano. Ma questo non lo sei mai stato, poiché in tutte e due le funzioni ti sei dimostrato il primo fra tutti, per me… ti bacio affettuosamente, mentre insieme gridiamo: Viva l’Italia!” recitano i passi più significativi della lettera che Ferdinando Camuncoli scrive al padre Ezio quando, spinto dal vigore giovanile e dal patriottismo, decide – con la speranza di arruolarsi nei paracadutisti – di combattere l’esercito invasore. Una seconda sarà indirizzata alla madre, la terza a due compagni di studio (“la parte migliore di noi è nella scia incandescente del riscatto”).
Ferdinando Camuncoli nella Folgore per difendere Roma
Affascinato dai racconti di El Alamein, nel gennaio del ‘44 entra in servizio. Addestrato prima a Perugia e poi Spoleto, stringe un rapporto particolare con il coetaneo Marco Fiocchi, erede di una nota famiglia produttrice di munizioni. Entrambi condivideranno gli ultimi istanti di vita.
Il reggimento di cui fa parte si schiera in difesa di Roma con tre battaglioni – Folgore, Nembo, Azzurro – per la maggior parte composti da giovani e giovanissimi, dislocati tra Ardea e Albano. Nella magnanima illusione – per dirla con il pittore riminese Luigi Pasquini – di fermare l’America, l’impresa appare sin da subito disperata. Esagerata la sproporzione nelle forze e nei mezzi, troppi gli oltre 3mila carri alleati, protetti dalla marina e coperti dall’aviazione.
“Scendete dal salotto, radical chic e vergognatevi”, una notte con Bernardo
Video reportage fra i senza tetto di Milano con il candidato del centrodestra Luca Bernardo
La soluzione? Trovare un lavoro ai clochard. “Io non sono un politico, Il mio mondo è l’ospedale.Il mondo della cura". “Non è una vergogna prendere soldi dai partiti”. “Ma chi sono gli amici degli amici che danno soldi ai sindaci? E cosa chiederanno un giorno in cambio?”. “Feltri è un monumento,e ha detto il giusto. Io vengo da un altro mondo”. ”Guardiamoci intorno… non spendiamo cifre esorbitanti per la campagna elettorale.. qui c’è gente che non ha da mangiare, non ha vita“.
”Io sono un sindaco non del Palazzo, ma sono il sindaco della porta accanto”. Bernardo a tutto campo, di notte, nel centro di Milano, tra le tende degli invisibili.
Morena, Fernando, Marco e Luigi, ecco i “quattro del pasto caldo”, come li hanno soprannominati i senza dimora che aspettano la cena all’angolo di via san Pietro all’Orto. I quattro scendono dal pulmino della Protetto ogni lunedì sera . Non è mezzanotte, e non è un western di Sergio Leone. I quattro camminano lentamente sotto i portici dove i marchi più prestigiosi della moda meneghina splendono tra i marmi.
Ecco cosa sta accadendo veramente tra le strade dell’Afghanistan
Sabato da Herat sono spuntati alcuni video macabri, capaci di mandare indietro gli orologi di due decadi. Un uomo, in particolare, è stato ritratto senza vita e impiccato a una gru nella piazza principale della città. Tutto attorno una folla di curiosi che scattavano foto con i propri cellulari. Per i talebani il corpo era di un criminale che, assieme ad altri tre complici, avrebbe tentato di rapire due uomini. La polizia talebana sarebbe quindi intervenuta, nel conflitto a fuoco che ne è nato i quattro membri della banda sarebbero stati uccisi. Uno di loro, per l’appunto, è stato portato in piazza. Un modo per gli studenti coranici di intimorire gli abitanti e scoraggiare altri presunti criminali. Un po’ come quando durante gli anni del loro primo emirato, dal 1996 al 2001, lapidavano donne adultere negli stadi o tagliavano le mani ai ladri davanti la folla. Al momento non si è arrivati alle mutilazioni in pubblico, ma l’impressione è che da qui in avanti la situazione può andare solo a peggiorare.
“I talebani sempre più pericolosi”
A confermare questa impressione è una fonte che collaborava con gli occidentali presente ad Herat. Raggiunto da InsideOver, l’uomo, che per ovvi motivi ha voluto mantenere l’anonimato, ha raccontato cosa sta vedendo in queste ultime settimane. L’episodio di sabato non è stato il primo del genere: “Qualche giorno prima ho visto con i miei occhi una donna presa a frustate da alcuni miliziani talebani soltanto perché era vestita all’occidentale. Dopo le hanno pure sparato a una gamba e l’hanno portata via sulla loro jeep”. Gli studenti coranici si sono premurati anche in quel caso di mostrare il loro comportamento alla folla. Il fatto è avvenuto in una via molto trafficata, la scena è stata vista da decine di cittadini: “Purtroppo non potevo filmare – ha proseguito l’uomo – sarebbe stato troppo pericoloso. Ma avremmo avuto un’altra prova di come si stanno comportando i talebani”.
Sono in tanti coloro che vorrebbero immortalare questi episodi, ma uscire dalla tasca un telefonino potrebbe costare caro. E così è il passaparola l’elemento che hanno i cittadini di Herat per riportare cosa sta accadendo in città: “Venerdì sera – ha raccontato la nostra fonte – molti hanno visto una donna picchiata soltanto perché girava da sola. Lei era appena uscita da un hotel dove si festeggiava un matrimonio e non era accompagnata. E questo per i talebani è contro la legge”. Il nostro testimone nei toni usati durante la conversazione è perentorio: “Noi non abbiamo più alcuna libertà. É diventato tutto pericoloso soprattutto per le donne, ma anche per tutti coloro che non appoggiano i talebani”. Di recente gli islamisti hanno nominato il mullah Nooruddin Turabi quale direttore del sistema carcerario. C’è la sua firma dietro le esecuzioni in pubblico praticate tra il 1996 e il 2001. Intervistato su diversi network internazionali, Turabi ha rassicurato circa l’intenzione di non praticare più le uccisioni davanti le folle, ma da Herat stanno emergendo segnali poco incoraggianti.
Stato-Mafia, calunnie e sofferenza: fate Mario Mori senatore a vita. L'appello di Matteo Salvini
La corte d'assise d'Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, negli scorsi giorni ha assolto gli ufficiali dei Carabinieri coinvolti nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Tra questi anche il generale Mario Mori, dopo che l'accusa, rappresentata dai sostituti procuratori generali Sergio Barbiera e Giuseppe Fici, alla fine della requisitoria aveva chiesto il rigetto dei ricorsi e la conferma delle condanne di primo grado.
È quindi la fine di un incubo per Mori, con Matteo Salvini, leader della Lega, che sposa una proposta per ridare ancor di più giustizia ad una delle figure chiave dei vertici militari che hanno combattuto la mafia: “Il generale Mario Mori senatore a vita. Appoggio di cuore la proposta avanzata dal quotidiano Il Riformista. Anni e anni di accuse infondate, di calunnie e di sofferenza non potranno essere cancellati, ma l’onore e la riconoscenza al generale ed all’Arma tutta, da sempre in prima fila nella lotta (vera) alle mafie, devono essere tributati”.
Bagno di folla a Tor Bella Monaca per Salvini: Michetti primo al ballottaggio e Lega la sorpresa delle elezioni
Matteo Salvini ha scelto Tor Bella Monaca, una delle periferie di Roma, per chiudere la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative che il prossimo 3 e 4 ottobre sceglieranno il sindaco della Capitale. Il leader della Lega è convinto della bontà della scelta di Enrico Michetti: “Non solo è il candidato giusto, ma la cosa importante è che sarà il sindaco giusto per Roma. In bocca al lupo perché con Simonetta Matone ti aspettano 5 anni di duro lavoro. Non c'è nessuna separazione, nella Lega, le separazioni sono altrove. C'è una sola Lega che è al governo e ottiene risultati. Noi siamo qui per gridare che Tor Bella Monaca, come Corviale, Primavalle, San Basilio, non sono delinquenti e spacciatori ma un sacco di persone perbene, famiglie, mamme, bambini. Abbiamo deciso di non stare nei salotti buoni frequentati da Calenda, Gualtieri, Raggi e qualche cinghiale”.
La casta si fa pagare anche i tamponi obbligatori: l'ultima vergogna della politica
Se ne è parlato. Se ne riparlerà ancora. Roberto Fico, dallo scranno più alto di Montecitorio, dice solenne: «Oggi, come è sempre stato, quello che accade fuori, accadrà dentro il Parlamento. Quindi le regole che varranno per fuori varranno per la Camera dei Deputati». Cioè per entrare a Montecitorio dal 15 ottobre green pass obbligatorio. Per i deputati non vaccinati sarà necessario un tampone negativo ogni 48 ore. Quindi gli onorevoli dovranno spendere come i comuni mortali, circa 180 euro al mese (15 euro a tampone)? Seeee, ciao core! I tamponi saranno a carico del fondo previdenziale interno di Montecitorio. Che è finanziato dalle indennità dei parlamentari. Ma vi risulta forse che l’Inps paghi di tasca propria il tampone a tutti i lavoratori non vaccinati? Ovviamente no!
La Camera dei deputati si è perciò mossa come il Palazzo della Casta. La stessa da cui nel 2018 il neoeletto presidente Roberto Fico voleva marcare una distanza muovendosi a piedi o in autobus. Ma dopo un po’ è salito il controllore e ha scoperto che chi voleva aprire le Istituzioni repubblicane come una scatoletta di tonno è diventato lui medesimo il pregiato pesce. Allora il Fico presidente è sceso dall’autobus ed è salito su un’auto blu. Ma dopo un po’ è stato tamponato. Si attende modello di constatazione amichevole di sinistro stradale con la conducente dell’altro veicolo: una certa Casta... Erano quelli che in piazza «uno vale vale uno». Ma loro valgono ora, qualcosina di più.
Donald Trump, "il grande complotto". Fonti qualificate: così hanno usato il Covid per far fuori il presidente
Per gentile concessione dell'editore ChiareLettere pubblichiamo un estratto del libro L'origine del Virus in vendita da domani.
Vi raccontiamo una storia che per la sua drammaticità prende alla gola. Non solo è ormai alla luce del sole che il SARS-CoV-2 non può essere un virus nato in natura e spontaneamente saltato sulla razza umana; non solo chiediamo qui un ripensamento internazionale sul tipo di esperimenti in cui si manipolano virus pericolosi per scopi di assai dubbia utilità scientifica e che costituiscono una delle possibili fonti artificiali proprio dell'attuale contagio: le prove da noi presentate impongono altresì di dire con chiarezza che una sostanziale parte delle innumerevoli vite mietute in tutto il mondo dal Covid-19 si poteva evitare, ma così non fu, a causa dei silenzi, degli insabbiamenti e dei giganteschi interessi politici che hanno visto la Cina e una parte dell'Occidente protagoniste durante tutta la pandemia. Ci si chieda: perché queste verità così drammatiche non sono apparse sui media e nei dibattiti scientifici del mainstream, se non in minima parte e comunque tragicamente troppo tardi?