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Pesciolini strabici sulla cultura del "Vaffa"
Saranno pure diverse da quelli che li hanno preceduti, ma le sardine, sotto i riflettori in queste ore, sembrano riproporre asimmetrie già viste infinite volte.Non si tratta solo di riproporre i vecchi riti e le solite scenografie: le vestali dell'antifascismo militante e i sacri paramenti dei sommi sacerdoti dell' Anpi, i Flores d'Arcais e gli Erri De Luca pronti a marcare il territorio e tutto il resto. Non è solo la coreografia e nemmeno la colonna sonora che profuma di vintage. C'è qualcosa di più profondo che stride e mette a disagio: lo strabismo di chi guarda sempre e solo dalla stessa parte. Si dice e ripete che le sardine vogliono lanciare un messaggio alla politica tutta intera, perché i toni urlati e gli slogan affilati come lame hanno fatto il loro tempo. Perché è arrivato i momento di diradare il frastuono di fondo e girare la manopola dei decibel. Perché infine la politica intinta nell'inchiostro nero dell'odio, delle divisioni, delle polarizzazioni manichee ha slabbrato il tessuto sociale, ha travolto gli argini della società, mette a rischio la convivenza civile.
Gianluigi Paragone a Tagadà contro Luigi Di Maio: "Vorrebbe darmi ragione ma non può, non sarebbe più capo"
I probiviri del Movimento 5 Stelle hanno avviato l'istruttoria disciplinare contro il senatore 'ribelle' Gianluigi Paragone, colpevole di non aver votato la fiducia alla manovra. A questo punto il giornalista rischia l'espulsione dal M5s, ma intanto non perde occasione per mettere in imbarazzo Luigi Di Maio. "Vorrebbe darmi ragione ma non può - ha dichiarato ospite a Tagadà - gli hanno messo attorno un team di facilitatori, cosa che a me va benissimo però oggettivamente il suo peso politico è diminuito".Ieri, martedì 17 dicembre, Beppe Grillo nella sua missione romana ha ribadito che Gigino resta il capo del Movimento, ma per Paragone non ha più "valore e significato" perché è circondato "dalle divisioni". "Se ammettesse di essere sulle mie stesse posizioni - ha chiosato il giornalista - non potrebbe più fare il capo. Ma stia tranquillo che non lo cacciamo". Di Maio no, ma Paragone traballa più che mai all'interno dei 5 Stelle.
Sardine, altra provocazione in vista: dove stanno programmando la prossima manifestazione
Smaltita la sbornia di euforia per le centomila persone in piazza San Giovanni, le Sardine sono già alla ricerca di quelli che il Messaggero definisce "simboli da aggredire". Infatti il nuovo movimento politico sta programmando una manifestazione a Predappio e poi una a Torino, davanti allo stabilimento della ThyssenKrupp. Lo scorso 28 ottobre in tremila si erano presentati a Predappio per visitare la cripta di Benito Mussolini in occasione del 97esimo anniversario della marcia su Roma. Prossimamente il comune romagnolo sarà invece invaso dalle Sardine, pronte a ballare sulla tomba del Duce pur di attirare ulteriormente l'attenzione.Scendere in piazza e manifestare contro tutto e tutti è semplice, mentre non lo è affatto dare un'identità politica a questo fenomeno. Il quale nasce come movimento che guarda a sinistra ma che decide di non esporsi sulle imminenti elezioni regionali in Emilia Romagna: una mossa poco lungimirante, considerando che le Sardine nascono a Bologna e quindi corrono il rischio concreto di vedere Matteo Salvini trionfare anche a casa loro. Tra l'altro le Sardine hanno già iniziato ad avvertire la paura di dividersi sui grandi temi.
Giorgia Meloni, l'ipotesi di Peter Gomez: "Presto un nuovo governo, resta fuori solo la leader FdI"
L'ipotesi è di quelle clamorose, esplosive, tanto da essere definita dal sito de L'aria che tira - la trasmissione di Myrta Merlino dove l'ipotesi è stata esposta - "fantascientifica". A parlare è Peter Gomez de Il Fatto Quotidiano, si parla di scenari futuribili. Di governi che cadono, ovvero di Pd e M5s che potrebbero presto essere costretti alla resa: "In caso di elezioni anticipate - azzarda Gomez - il governo non sarà con Giorgia Meloni, che rimane coerente rispetto a quello che ha sempre detto. Ma Matteo Salvini potrebbe governar con Forza Italia e Italia Viva". Dunque, il giornalista aggiunge: "Non è un'ipotesi troppo fantascientifica perché rimane centrale nella discussione politica una persona come Denis Verdini". Parole che però vengono immediatamente rispedite al mittente da parte del leghista Massimiliano Romeo, presente in studio: "Immaginare che la coerenza della Lega possa essere accostata a Renzi... non penso davvero che la Lega possa giocarsi una partita simile". Insomma, Romeo chiude ma lasciando qualche spiraglio.
Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, il lodo leghista: "Giuseppe Conte? Finirà come con Berlusconi e D'Alema"
Tutto è ben ponderato all'interno della Lega, anche le mosse del suo leader. Non a caso negli ultimi giorni Matteo Salvini sembra aver "aperto" a un tavolo tra opposizione e maggioranza per fronteggiare le emergenze del Paese. Emergenze che non sono poi così poche: dall'Ilva al Mes fino al fallimento della Banca Popolare di Bari. Tutte questioni che mettono a repentaglio il Paese. E così Giancarlo Giorgetti, il numero due della Lega, ha ben pensato di raggiungere un accordo. O meglio, un aut aut: "Matteo deve decidere - ha spiegato - se è più efficace la mia strategia o quella della spallata che non arriva mai". Dai vertici infatti si vocifera di un fallimento leghista, "dopo il Meccanismo Europeo di Stabilità - spiega Augusto Minzolini sul Giornale - ci sono state solo tre uscite dal Movimento 5 Stelle a beneficio del Carroccio".
Gianluigi Paragone, Andrea Scanzi a Tagadà: "Perché ce l'ha con Giuseppe Conte da mesi"
Andrea Scanzi, ospite di Tiziana Panella a Tagadà, su La7, commenta le dichiarazioni di Gianluigi Paragone che ad Agorà ha detto: "Perché dovete parlare di Luigi Di Maio come se fosse il capo politico del Movimento 5 stelle? Ce l'ha scritto solo sul biglietto da visita. Non ha più il potere del capo politico". Secondo il giornalista de Il Fatto quotidiano, "Beppe Grillo ha confermato Di Maio perché non ha nulla di meglio nel suo mazzo". E Paragone "da settimane e da mesi ce l'ha con Giuseppe Conte e soprattutto con Grillo perché non avrebbe mai fatto questo governo e sarebbe andato subito a votare come voleva anche Alessandro Di Battista e lo stesso Di Maio". Per Paragone, conclude Scanzi, "Di Maio non è più leader perché non gli stanno più dietro né alla Camera né al Senato e i tre che se ne sono andati sono solo la punta dell'iceberg".
Fratelli d'Italia abbandona la riunione dei capigruppo alla Camera: "Manovra, cosa nascondono Pd-M5s?"
"Abbiamo abbandonato la riunione a Montecitorio perché è venuto a mancare il rispetto basilare delle regole del sistema bicamerale. Con loro abbiamo poco da dirci, ci faremo sentire in ogni sede e in ogni piazza". Sono le parole di Francesco Lollobrigida, rappresentante di Fratelli d'Italia alla Camera, dopo aver lasciato i lavori della conferenza dei capigruppo per protesta nei confronti dell'alleanza giallorossa."Questa maggioranza - ha aggiunto Lollobrigida - impedisce la convocazione delle commissioni Banche e Forteto, impedisce l'elezione da parte del Parlamento delle Authority che garantiscono il sistema democratico e impedisce di discutere le leggi più importanti dello Stato, a partire da quella di Bilancio. C’è grande amarezza e ci chiediamo perché Pd e M5s continuano a rinviare, cosa hanno da nascondere?".
Giovanni Toti contro Marco Travaglio: "Vi pare normale una roba del genere?"
Giovanni Toti non ci sta. E si sfoga contro Marco Travaglio che sul Fatto Quotidiano l'ha chiamato Yoghi. "Vi sembra normale (e serio) che una testata giornalistica mi chiami Yoghi in prima pagina?", domanda il governatore della Liguria. "Al netto della simpatia per il cartone animato", scrive Toti su Instagram, "finché lo fa un comico satirico ok e mi fa anche sorridere, ma che un quotidiano che si reputa (beato lui) serio e indipendente, che ogni giorno fa lezioni al mondo sul galateo della politica, chiami così un rappresentante delle istituzioni e dei cittadini liguri mi sembra un tantino fuori luogo". Conclude l'ex Forza Italia: "D'altronde dopo aver visto un Presidente del Consiglio fare una foto con un libro in cui si insulta un avversario politico, possiamo davvero aspettarci di tutto".
Sardine, Bruno Vespa attacca: "Bella Ciao in San Luigi? Hanno perso la brocca"
Bruno Vespa non resiste e in un post pubblicato sul suo profilo Twitter dà una bella lezione alle Sardine. Scrive il direttore di Porta a Porta: "Mi telefona Caravaggio. 'Senti, io sono uno sconsacrato. Ma sentire le Sardine cantare Bella Ciao qui a San Luigi significa che hanno proprio perso la brocca'". San Luigi dei Francesi è uno dei luoghi più importanti della cristianità, un simbolo nel cuore di Roma, una chiesa che peraltro custodisce i capolavori del Caravaggio. Ora questa chiesa è diventata una sorta di palco per le Sardine, qui il coro parrocchiale canta la canzone dei partigiani. I pesci che stanno invadendo piazze e città usano un luogo sacro per fare politica, per protestare contro il sovranismo e contro Matteo Salvini, sopra tutti. E' lo stesso leader della Lega a commentare: "Roba da matti. Cantare Bella ciao in chiesa una domenica sera a Roma, ma vi pare normale?". Secondo Vespa no. Qualcuno ha "proprio perso la brocca".
Matteo Renzi, il presidente Pd della Toscana Enrico Rossi: "Lui e Italia Viva? Dementi, elettrochoc"
Un messaggio di whatsapp diventato di dominio pubblico inguaia Enrico Rossi, governatore uscente della Toscana. Nel suo mirino finisce il partito di Matteo Renzi, che tra l'altro fa parte della maggioranza regionale: "Se non l'avessimo proibito, ci sarebbe bisogno per Italia Viva di un elettrochoc contro il livello di demenza avanzata che sta esprimendo".Subito sono arrivate le risposte sdegnate da parte dei rappresentanti di IV, che parlano di violenza verbale gratuita e insensibilità nei confronti di chi soffre davvero di demenza. Rossi ha poi rilasciato una precisazione che appare più che altro un ulteriore affondo: "La mia battuta è stata strumentalizzata. Sia Renzi verso il governo Conte sia gli esponenti di Italia Viva verso il governo regionale stanno esprimendo al massimo grado quella che i manuali di storia definiscono bassa politica". E pensare che, appena qualche mese fa, proprio Rossi prendeva le parti di Renzi: essendo uscito e rientrato nel Pd nel giro di un paio d'anni, il governatore della Toscana aveva manifestato comprensione e solidarietà per l'abbandono di Renzi.
Vauro, ignobile vignetta su Bibbiano. Meloni lo distrugge con un post: «Una cosa ripugnante»
Vauro riesce anche a sporcare il Natale. Non ci stupisce. Ma almeno poteva risparmiare le piccole vittime della follia ideologica di Bibbiano. Nell’ultima vignetta pubblicata su Left è rappresentato uno strano presepe. San Giuseppe con il volto che assomiglia a Matteo Salvini. La Madonna con il volto che assomiglia a Giorgia Meloni. E in mezzo Gesù Bambino che dice: «Mi sa che quest’anno chiedo asilo politico a Bibbiano». Vauro ha pensato di prendere evidentemente tre piccioni con una fava. Attaccare la Meloni. Attaccare Salvini. E attaccare tutti coloro che hanno scoperchiato la botola degli orrori piddini di Bibbiano. Un vero pacco natalizio per i suoi beceri ammiratori. Ma un “pacco” tout court per tutti. Ammiratori e detrattori. Perché certi argomenti sarebbe meglio lasciarli perdere. Sarebbe meglio lasciare fuori l’infanzia che soffre dalla satira più scomposta.
Rimosso il manifesto blasfemo su Gesù. Molti preti “sardina” se ne accorgono solo ora
E va bene porgere l’altra guancia, proprio come ha insegnato Lui. Ma Lui, Gesù, non dimentichiamolo, è lo stesso che fece un macello tra le bancarelle dei mercanti che affollavano il sagrato del tempio di Gerusalemme. Scacciandoli. È vero che la fede, come la storia, non si fabbrica con i “se”. Ma nessuno ci può togliere dalla testa che se qualche filisteo, anziché di apostasia, lo avesse accusato di pedofilia per via del celebre «lasciate che i fanciulli vengano a me», Lui non l’avrebbe presa bene. E, forse, al suddetto, ipotetico, filisteo l’orecchio glielo avrebbe staccato piuttosto che riattaccarglielo come fece con Malco, il servo di Caifa mutilato da Pietro.
Sondaggio Swg, FdI vola: il partito della Meloni cresce al 10,7%. Lega sempre prima. Crolla il Pd
Il Sondaggio Swg parla chiaro. Anzi chiarissimo. Specialmente per quanto concerne il boom di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, indatti, continua a crescere ancora, Fino a volare al 10,7%, forte di un ulteriore crescita di quasi un punto percentuale (guadagna esattamente lo 0,9). La Lega resta saldamente in testa, pur perdendo qualche inezia. Mentre il Pd continua a calare: il crollo di mezzo punto percentuale, questa settimana attesta Zingaretti e i suoi al 17,5%. Il M5S torna a rosicchiare qualcosina, ma davvero poco, fermandosi comunque al 15,7% e registrando dunque l’esiguo aumento di uno 0,2%.
Matteo Salvini: "Denunciato per sequestro di persona per la nave Gregoretti, rischio 15 anni di carcere"
"Rischio 15 anni di carcere". Matteo Salvini, ospite di Mario Giordano a Fuori dal coro su Rete 4, annuncia di essere stato nuovamente denunciato per sequestro di persona aggravato. Il caso è quello della nave della Guardia costiera Gregoretti dello scorso luglio, bloccata al largo del porto di Augusta con 131 migranti a bordo. "Ora la Ue risponda, perché la questione migratoria riguarda tutto il Continente", fu l'appello dell'allora ministro dei Trasporti grillino Danilo Toninelli. Nel silenzio generale delle autorità internazionali, e in mezzo alle accuse delle Ong contro il leader leghista all'epoca ancora ministro degli Interni, il governo decide infine di far sbarcare i migranti sul suolo italiano dopo giorni di braccio di ferro.
Vittorio Feltri e il futuro di Mattia Santori e Sardine: "Non meritano antipatia, ma la loro morte..."
Le Sardine non meritano antipatia e mi dispiace per la brutta fine che faranno. La loro morte è segnata. La frequentazione decennale degli antri della politica mi autorizza a fare la Cassandra della loro caduta in padella. Le friggeranno povere Sardine. Se le spartiranno, magari con una fetta di limone e le patate lesse. Le si vede in queste ultime ore, corteggiate e adulate, in visita ad esempio da Lucia Annunziata e Lilli Gruber. Credendo di visitare le loro rispettabili nonne partigiane e post-comuniste, ci pare di sentirle dire: «Ma che bocca grande che hai». Gnam.
Nei loro esordi le Sardine hanno avuto la leggerezza delle favole. Dotati di squame e di pinne come la celebre Sirenetta di Andersen e di Walt Disney, ma anche di belle facce e bei capelli, i loro capi si sono esibiti guizzanti, e hanno incantato le anime belle, cui sono apparsi come pesciolini un po' volanti sulle nuvole del sogno. Sardine Peter Pan. Avannotti nati nelle vasche del nulla, senza padri né madri, tutti le volevano adottare. Così parevano avere un destino di maturità durevole: diversa dai girotondini, dai movimenti dei viola e degli arancioni. Nessuna grevità di tratto, all' inizio facce pulite e ignote. Ragazzi antisalviniani sì, ma moderatamente, e solo perché Matteo fa troppi tweet: si calmasse, e magari ci si sarebbe potuti accompagnare anche con lui (Figuriamoci). Sì, sardine un po' di sinistra, ma si sa come sono i ragazzi, e però senza la zavorra della falce e del martello a tirarli giù nel fondo limaccioso della vecchia politica. Con queste loro costumanze vezzose, i cartelli pitturati da bambini delle elementari, a colori pastello, hanno sedotto persino qualcuno a destra, speranzoso che la nascente popolarità di un movimento strappasse le penne e tagliasse le unghie alla Lega, mettendola fuori moda.
Rischio flop nelle urne Le Sardine pescano poco e tolgono voti alla sinistra
Il movimento frammenta l'area giallorossa, ma non intacca il consenso del centrodestra.Da diversi decenni, gli elettori italiani vanno perpetuamente in cerca di novità. Le forze politiche che si presentano come innovative e «diverse» (se non «opposte») ai partiti tradizionali hanno avuto sempre almeno inizialmente un certo successo.È accaduto così a suo tempo per la Lega di Bossi e poi, in dimensioni molto maggiori, per Forza Italia di Berlusconi. E, più di recente, è anche al connotato di «novità» e di «diversità» che va attribuita, in una prima fase, la performance del Movimento Cinque Stelle.
Auto, giochi, plastica, bibite: la stangata tassa per tassa
Rincari in vista per le bevande zuccherate e i pedaggi autostradali. Posti di lavoro a rischio nelle lotterie. Difficile fare deficit e nuove tasse in una sola manovra. La legge di Bilancio 2020 sarà ricordata anche per questo. Il disegno di legge esce dal Senato in versione definitiva e lascerà un conto di tasse dichiarate, ma anche un'eredità di costi nascosti.
Lo schema è lo stesso: si introduce una imposta su un settore, magari con una giustificazione etica, e si omettono gli effetti sulle famiglie.
La plastic tax durante l'iter della legge di Bilancio è stata ridotta prima da un euro a 50 centesimi, poi a 45 centesimi al chilo ma includendo il tetra pack. Gli effetti si faranno sentire sia sulle aziende sia sui consumatori finali, con rincari sul prodotto finito. Rincari in vista anche a causa della sugar tax. Partirà da ottobre (10 centesimi per ogni litro di bevanda zuccherata) e colpirà soprattutto dal 2021. Più che disincentivare il consumo di alimenti zuccherati rischia di fare fuggire dall'Italia le imprese del settore e di fare aumentare i costi per i consumatori.
PIAZZA FONTANA OLTRE LA RICORRENZA-1. Qualcuno ci dica la verità indicibile
Comincia oggi una serie di articoli sulla strategia della tensione. Abbiamo preferito affrontare il doloroso argomento, non in coincidenza, ma subito dopo la ricorrenza del cinquantenario della strage di piazza Fontana. In questo caso preferiamo il silenzio alla polifonia mediatica. Certi temi non dovrebbero essere affrontati solo nelle ricorrenze Il cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana è stata un’occasione mancata. Mancata per una discussione serena su cosa realmente, quella tragedia, ha rappresentato per l’Italia. Su come ha cambiato la vita del nostro Paese. Su quali sentieri oscuri ha dirottato la nostra storia. Su che cosa fosse la strategia della tensione. Da quali tenebre scaturisse. Quali interessi serviva. Che cosa ci fosse prima di piazza Fontana. Che cosa ci sarebbe stato dopo. In quale nocivo crocevia, interno e internazionale, si trovasse l’Italia in quella fatale fine degli Anni Sessanta. E poi la domanda che brucia di più: perché 36 anni di indagini e di processi sono finiti senza condanne e senza colpevoli? C’è una indicibile verità politica (soprattutto geopolitica) che blocca la verità giudiziaria?
Il delirio di Prodi che difende le sue “creature”: «Lasciatele in pace le Sardine, lasciatele nuotare»
La lontananza gioca brutti scherzi. In amore – cantava Domenico Modugno – «ti fa dimenticare chi non s’ama». In politica, invece, ha lo stesso effetto di uno specchio deformante. Chiedere, per conferma, a Romano Prodi. Lui era in Cina quando gli è arrivata la notizia delle Sardine uscite dal mare per affollare le piazze orfane della sinistra. «La mia reazione – racconta il Professore dai microfoni di Circo Massimo – è stata: per favore, lasciatele in pace, lasciatele nuotare». Fin qui tutto normale. L’effetto deformante arriva dopo, quando Prodi, esaurito il racconto, si avventura nelle analisi e nei paragoni scomodando i recenti disordini in Cile, la sommossa di Hong Kong, i gilet gialli di Parigi, le manifestazioni in Libano e le proteste in Iran.
Vittorio Feltri sui figli: "Ne ho avuti quattro, dopo che sono nati sono iniziati i problemi"
Vittorio Feltri parla di famiglia e figli su Twitter. Lo spunto glielo dà un libro fresco di stampe. "Massimo Gramellini, ottimo narratore", scrive Feltri, "ha scritto un libro intitolato Prima che tu venga al mondo. Io ho avuto quattro figli ma i problemi li ho avuti tutto dopo che erano nati, prima neanche uno".Gramellini, 58 anni, ha da poco avuto il suo primo figlio con la compagna, la scrittrice Simona Spartaco, 40. Una lieta novella che aspettava da tanti anni, che è stata d'ispirazione per il suo ultimo libro, edito da Solferino. Ecco come Gramellini ha annunciato la nascita del primogenito: “Oggi non abbiamo preso il solito caffè insieme perché ieri a me e Simona è successa la cosa più bella che possiate immaginare. È nato Tommaso, nostro figlio”.
Alessia Morani a L'aria che tira conferma: "Addio a Matteo Renzi e Italia Viva per il Pd? Qualcuno ci pensa"
La voce corre in Parlamento e sui giornali, sul Corriere della Sera in particolare. Voce secondo la quale in molti, tra le fila di Italia Viva, vorrebbero tornare a tempo record col Pd: abbandonare subito Matteo Renzi e la nave che affonda a tempo record, tra i sondaggi che danno IV al 3% e i magistrati che picchiano durissimo sull'ex premier, il quale non sembra avere futuro politico. Della vicenda ne ha dato conto il quotidiano di via Solferino nell'edizione di lunedì 16 dicembre in un retroscena a firma di Fabrizio Roncone.E di questo presunto caso, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, ne parla Alessia Morani, rimasta nel Pd nei giorni caldissimi della recente scissione anche se da sempre molto vicina all'ex premier.
Antonio Maria Rinaldi a Coffee Break: "Perché Nicola Zingaretti farà la fine di Mario Monti"
Antonio Maria Rinaldi, in collegamento da Strasburgo a Coffee Break, non perde l'occasione per criticare la manovra economica presentata da Pd e Cinque Stelle. "Nicola Zingaretti ha parlato di 'Salva Italia', non porta molto bene visto che Monti ha chiamato così quello che poi è stato un 'Distruggi Italia'". Il leghista torna al 2011, quando Mario Monti, all'epoca presidente del Consiglio, aveva dato il via al decreto salva-Italia. Una batosta sul Paese che aveva colpito pensioni e patrimoni con una stretta più che austera. Una misura che ad oggi - secondo l'economista del Carroccio - vuole essere replicata con tanto di tasse a non finire. Non manca la frecciatina all'Ue: "Il precedente governo quando ha fatto una manovra al 2,4 è successo il pandemonio. Lo sapete quanto è il deficit previsto per questa manovra? Del 2,5, eppure nessuno si straccia le vesti. Il prossimo governo si ritroverà a dover disinnescare le clausole IVA su un importo molto più grande".
Peperoncino, rischio infarto ridotto del 40% e di ictus del 60%: quante volte assumerlo a settimana
Usare il peperoncino riduce il rischio di morte per infarto del 40% e di ictus del 60 per cento. E ancora, riduce del 23% il rischio di decesso per qualunque causa rispetto a chi non ne fa uso abitualmente. Sono questi i clamorosi risultati di uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e coordinato dagli epidemiologi dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia). Importantissime le dosi: il peperoncino per ottenere simili risultati va usato circa 4 volte a settimana.La ricerca - effettuata in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università dell'Insubria a Varese e il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli - è basato sull'analisi delle abitudini alimentari di 22.811 molisani il cui stato di salute è stato monitorato per un tempo medio di otto anni. Gli esperti hanno visto che usare il peperoncino 4 o più volte a settimana si associa a una riduzione del rischio complessivo di morte del 23%, una riduzione del rischio di morte per infarto del 40%, e una riduzione di oltre la metàdel rischio di ictus.