Ignazio La Russa interviene al Senato sul discorso programmatico di Mario Draghi e rivendica il ruolo di Fratelli d’Italia: “lei ha invocato unità ma senza di noi, ci sarebbe stato il rischio di unanimismo, rischio che nel tempo si presenterà perché lei – ha detto la Russa – ha avuto motivi di plauso da esponenti di formazioni politiche completamente divise su tutto il panorama della politica e dell’economia”.
Quindi ha sottolineato che il M5S non ha applaudito quando Draghi ha fatto riferimento all’atlantismo, mentre la destra dello schieramento che sostiene Draghi non ha applaudito quando ha parlato di Europa.
La Russa: la regola vuole che vi sia una maggioranza e una opposizione
“Da questo lei deve trarre un auspicio e un insegnamento. L’auspicio è che il suo percorso possa mettere insieme ciò che per noi è difficilmente sommabile. L’insegnamento è che la politica ha delle regole e esse prevedono che vi sia una maggioranza e una opposizione. L’unità nel Parlamento non è un bene. Noi tuttavia guardiamo senza alcuna preclusione non al suo governo ma alla sua opera personale di convincimento e di indirizzo di questo governo”.
Mario Draghi non perde tempo: tecnici al lavoro per cambiare il Recovery Plan
L'ultima volta che Mario Draghi parlò ricoprendo un ruolo istituzionale in Italia fu il 31 maggio 2011, con le sue ultime considerazioni finali da Governatore della Banca di Italia. Le chiuse con una domanda: “Perché la politica, che sola ha il potere di tradurre le analisi i leggi, non fa propria la frase di Cavour: '...le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l'autorità, la rafforzano'?”. Ieri mattina esordendo da premier con il discorso sulla fiducia in Senato, Draghi è ripartito proprio da lì: “Il Governo”, ha detto, “farà le riforme, ma affronterà anche l'emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell'insegnamento di Cavour: '..le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l'autorità, la rafforzano'”. Se dieci anni dopo Draghi ha scelto di ripartire proprio da lì, da Cavour, è perché il suo giudizio sul decennio e sulla efficacia delle riforme fatte o annunciate dai vari governi che si sono succeduti è lampante: non è accaduto nulla, e l'autorità della politica da questo nulla è uscita indebolita, non rafforzata. Per intenditori quel gioco sulla citazione di Cavour, ma fa capire come oggi gran parte della politica paralizzata dalla sua inefficacia e dal fiume di parole da cui si avvolgeva, è finita prigioniera nella rete di Draghi. Il premier sa di non essere la scelta naturale in una democrazia che avrebbe dovuto avere ben altre frecce al suo arco. Lo sa, ma non perde tempo a ragionarci su. E' qui per la ricostruzione sulle macerie della pandemia, ma anche su quel nulla che è stata la politica italiana anche davanti a questa emergenza.
Draghi ha parlato in Senato, e riparlato a sera replicando con minuzia a molti interventi. Ha cercato anche da politico non così in erba di accarezzare la pancia di chi avrebbe dovuto poi dargli la fiducia. Lo ha fatto sui temi forti delle forze politiche più incerte: l'immigrazione per la Lega, la transizione ecologica per il M5s. Ma ha messo anche dei paletti altrettanto chiari diretti non solo a quei due: dal passaggio sulla irreversibilità dell'euro (Lega), a quello sulla fedeltà indiscussa al patto Atlantico (M5s e tentazione Cina), fino alla promessa che d'ora in avanti regole e restrizioni arriveranno se necessarie con preavviso congruo e non all'ultimo minuto come è avvenuto sempre con il governo di Giuseppe Conte e anche nelle prime 48 ore di vita del Draghi Uno.
Il Cts cambia pelle: sarà più snello. Stop alle risse tra virologi in tv e ai messaggi contrastanti
Basta con ordini e contrordini del Cts. Con le risse in tv tra virologi. Anche il Cts e il ruolo deegli esperti dovrà cambiare e aggiornarsi all’arrivo di Draghi. Dopo i fasti di Conte, il comitato di consulenti tecnici declina modalità e scelte al nuovo esecutivo, che prevede un numero ridotto di componenti e una linea di comunicazione unitaria. Modifiche dettate dalla necessità di evitare smentite e contrapposizioni che hanno funestato la gestione del virus durante il Conte bis e il caos dell’emergenza sanitaria che ha segnato il passo del governo giallorosso.
Il Cts cambia pelle: il commento di Giorgia Meloni
Dunque, il raggio d’azione resta lo stesso: ma al suo interno interverrà un organismo più snello e, ci si augura, più conforme alla situazione che richiede risposte precise ed efficaci su contagi. Chiusure e riaperture delle attività. Un cambio di passo richiesto, ancora ieri, dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni. La quale, ospite di Mario Giordano a Fuori dal coro, ancora ieri sera è tornata a chiedere «trasparenza sugli atti del Cts». Augurandosi che, «con l’era Draghi le cose cambino». Specie considerato che, «con Conte la pericolosità del virus era a fasi alterne. Gli italiani venivano rincorsi con i droni, gli immigrati scappavano dai centri di accoglienza da positivi e nessuno li cercava»…
Vaccino AstraZeneca: i tedeschi non si fidano, in Italia lo danno anche ai 65enni
In Germania i medici non si fidano, in Italia lo daranno anche ai 65enni. Continuano le decisioni contraddittorie sul vaccino AstraZeneca nel mondo. Nel giorno in cui emergono i dubbi di medici e sanitari tedeschi arriva il via libera dalla Commissione tecnico-scientifica dell`Agenzia italiana del farmaco (Aifa): secondo quanto si apprende, è stata infatti approvata la possibilità di somministrare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni di età in buone condizioni di salute.
Alle persone più anziane o fragili andranno invece somministrati i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna. La circolare del ministero che recepisce le nuove indicazioni dovrebbe uscire venerdi prossimo.
L’Unione europea si è assicurata altre 300 milioni di dosi del vaccino Moderna e 200 milioni in più di quello sviluppato da Pfizer e BioNTech, mentre Bruxelles ha messo a punto un piano strategico per far fronte alla diffusione delle varianti del Covid-19 considerate più contagiose. A dare l’annuncio è stata la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Una buona notizia è arrivata sul fronte AstraZeneca, il commissario Ue Thierry Breton ha detto che l’azienda anglo-svedese, che aveva rinviato le consegne del farmaco all’Ue, «sta recuperando il ritardo accumulato» nella produzione delle dosi. Sul vaccino russo Sputnik V, invece, la presidente von der Leyen ha frenato, precisando che non è stata ancora chiesta la sua autorizzazione all’Ema e che, se questo accadesse, il farmaco verrebbe sottoposto alla procedura di controllo e di esame di routine, ma «dovrebbero esserci anche delle ispezione nei luoghi di produzione» visto che non viene prodotto in Europa. «Ci stiamo ancora chiedendo per quale motivo la Russia stia offrendo milioni di dosi del vaccino Sputnik V quando non sta vaccinando sufficientemente la propria popolazione», si è chiesta la presidente, sottolineando che questa è una «domanda a cui bisognerà dare una risposta».
Draghi come Obama cita il fascista Gini per denunciare le diseguaglianze sociali
Mario Draghi ha infarcito il suo discorso di poche citazioni. Cavour, il padre dell’unità nazionale, forse evocato non a caso visto che per il premier l’unità sarebbe oggi un “dovere”. E ancora papa Francesco, sui guasti prodotti dall’uomo all’ambiente, alla natura, al Creato. Quindi Bruno Visentini e Cesare Cosciani, gli artefici della riforma fiscale del 1974.
Draghi e il coefficiente Gini
E infine c’è stato quel passaggio sulle diseguaglianze sociali in cui Draghi ha citato il “coefficiente Gini”. Il premier stava parlando degli effetti della pandemia sulle diseguaglianze: “In assenza di interventi pubblici il coefficiente di Gini, una misura della diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sarebbe aumentato, nel primo semestre del 2020 (secondo una recente stima), di 4 punti percentuali, rispetto al 34.8% del 2019. Questo aumento sarebbe stato maggiore di quello cumulato durante le due recenti recessioni”.
Meloni a ‘Fuori dal coro’: «Arcuri va rimosso. I 400 milioni per le ‘primule’ gridano vendetta»
“Non si può salvare il paese andando al governo con la sinistra. Io penso che per salvare l’Italia bisogna liberarla dalla sinistra”. Parola di Giorgia Meloni, ospite questa sera a Fuori dal coro su Rete 4. Alla vigilia del voto di fiducia al Senato la leader di Fratelli d’Italia ribadisce la scelta di campo. No al governo, non proprio di ‘alto profilo’ come annunciato, di Mario Draghi. Una insalata di partiti troppo distanti tra loro per offrire risposte serie e coraggiose.
Meloni: no a Draghi. Se litigano, decide la sinistra
Meloni sottolinea che, numeri alla mano, la coalizione che sostiene il premier, per quanto allargata, è a trazione Pd. “I numeri non tradiscono. In questa legislatura – dice la leader di Fratelli d’Italia ospite di Mario Giordano – i numeri ce li ha la sinistra. Quando ci saranno divergenze in questo governo, decidono a sinistra. Pd-M5S.Iv e Leu. Fratelli d’Italia di fuori o dentro nel governo non cambia nulla. Avremo un ruolo più centrale facendo l’opposizione”.
Un ragionamento fatto in molte occasioni in questi ultimi giorni di dibattito, anche acceso, sul ruolo di Fratelli d’Italia nel nuovo scenario post-Conte. La coerenza, ‘non andremo mai al governo con la sinistra’, la necessità di modificare gli equilibri parlamentari tramite elezioni anticipate sono a monte della scelta di non sostenere l’esecutivo. Sarà un no convinto. L’ipotesi astensione, avanzata dalla Meloni in un primo tempo per compattare il centrodestra, all’indomani dell’ufficializzazione dei ministri è stata abbandonata.
Covid, "certi medici, per stare sotto i riflettori...". Tweet contro Massimo Galli, clamoroso imbarazzo a sinistra
"Pur di avere il favore dei riflettori certi medici si inventerebbero le varianti del virus in laboratorio". A scriverlo non è un no vax dichiarato, ma Alessandro Barbera, giornalista della Stampa. E nel quotidiano torinese si apre un caso clamoroso, con il direttore Massimo Giannini che si trova costretto a ordinare alla sua redazione di "contenersi" sui social, limitando commenti e opinioni personali (soprattutto, immaginiamo, se "scomode" come quelle di Barbera).
La battuta del giornalista su Twitter (non lo cita mai, ma sembra un clamoroso siluro contro Massimo Galli, che nelle ultime ore ha anticipato con ansia l'avvento della terza ondata di Covid per effetto della nuova e super-contagiosa "variante inglese") è stata stigmatizzata da molti sui social. "Ciao La Stampa. Ma non avverti vergogna se un tuo giornalista scrive queste cose? Ma poi Massimo Giannini ci lamentiamo dei no vax?", chiede Luca Di Bartolomei. È Michele Arnese, direttore di Start, a rendere nota la lettera spedita dall'ex firma di Repubblica ai giornalisti della Stampa, per richiamarli all'ordine. Eccola qui di seguito, in versione integrale.
Voltafaccia 5Stelle: l’ex sottosegretario Sibilia sbianchetta i tweet su Draghi. “Andrebbe arrestato”
Il movimento 5Stelle ci ha ormai abituato ai voltafaccia più clamorosi. Un caso emblematico, di cui parla Il Foglio, è quello del grillino Carlo Sibilia, sottosegretario uscente all’Interno, che ha rimosso dai propri profili i post in cui accusava l’allora presidente della Bce di essere un criminale (“bankster”) che “andrebbe arrestato”. Sibilia, ora in corsa per una poltrona da vice in qualche ministero, ha pensato bene di “ripulire” la sua immagine.
Quando Grillo definiva Draghi una Mary Poppins un po’ suonata
Del resto l’iniziativa di Sibilia è in linea con la clamorosa giravolta che ha portato Beppe Grillo a farsi paladino del governo Draghi in nome di un ministero-fantasma che avrebbe dovuto portare in Italia la rivoluzione green. Sei anni fa sul suo blog così definiva Draghi, all’epoca governatore della Bce. “La Bce ha tagliato i tassi allo 0,05%, un nuovo minimo storico. Questo è il settimo taglio consecutivo. Qualcuno si è accorto degli altri sei? Hanno cambiato in meglio la nostra vita? Mario Draghi è una Mary Poppins un po’ suonata che tira fuori dalla sua borsetta sempre le stesse ricette.” Ma dopotutto, concludeva il post, non è colpa sua: la Bce non può osare e “non gli resta che perseverare nell’errore,” perché i trattati europei non permettono diversamente.
Draghi e la grana immigrazione
Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo chiesto alla deputata del Pd, Laura Boldrini, e al capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo di confrontarsi sul tema dell'immigrazione
Il governo Draghi impone al Pd e alla Lega una coabitazione inedita e probabilmente complicata, viste le notevoli divergenze programmatiche. A tal proposito abbiamo chiesto alla deputata del Pd, Laura Bordini, e al capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo di affrontare il tema immigrazione.
Cosa ne pensa della nascita del governo Draghi?
Boldrini: "Si tratta di un Governo che nasce dall’appello rivolto dal presidente della Repubblica Mattarella in un momento di emergenza sanitaria ed economica, a cui i partiti, responsabilmente, hanno risposto. Non si tratta della formazione di una maggioranza politica ma di affrontare questioni come la crisi sanitaria, la campagna vaccinale, l’investimento delle risorse europee del Recovery Plan, la scadenza della cassa integrazione a marzo. Non c’era tempo da perdere, e non ce n'è neanche ora".
Romeo: “Penso che la politica abbia l'occasione di mettere da parte tutte le divisioni, i litigi e le varie tifoserie e unire le forze per portar il Paese fuori da una situazione drammatica sia dal punto di vista sanitario sia economico. È un'occasione a lui la Lega, con responsabilità, ha detto sì perché è ciò che in questo momento i cittadini ci chiedono”.
Sciare fa bene! Lo dimostra uno studio scientifico

L'urlo della montagna si fa sentire. "Per noi la montagna è vita"
In questo video sono racchiusi i pensieri, le emozioni e le preoccupazioni del popolo di montagna, un popolo che chiede solo di poter lavorare. Un progetto che ha coinvolto tanti campioni, ma anche maestri, albergatori...
Da Federica Brignone a Daniela Ceccarelli, da Barbara Merlin al duo formato da Paolo De Chiesa e Maria Rosa Quario.
“Per noi la montagna è vita” è un progetto ideato da Mariarosa Magro e Genny Perron, capace di coinvolgere in un video di un paio di minuti tanti protagonisti del mondo della montagna che tanto sta soffrendo per le restrizioni governative. Voci come quelle di maestri di sci, noleggiatori, commercianti, albergatori. Per riflettere.
Sci alpino, quanti vantaggi: glutei, coordinazione, un ottimo umore (e non solo…)
Sciare fa davvero bene
"Nello sci dovete usare il cervello, che è la parte più importante della vostra attrezzatura". (Kevin Andrews e Warren Miller).
Le montagne torinesi non erano così innevate da moltissimi anni. E la stagione invernale, che è già iniziata in anticipo in alcune località con le prime aperture, entrerà ne vivo con il Ponte dell’Immacolata. Per gli appassionati degli sport invernali, questo è il momento più bello dell'anno. Quello in cui divertirsi sulle piste da sci, respirando l'aria fresca dell'inverno.
E sciare fa veramente bene. Vediamo insieme 8 benefici che la pratica dello sci alpino ha sul benessere del nostro organismo:
1) Migliora equilibrio e coordinazione
Per sciare sempre meglio dobbiamo acquisire una consapevolezza crescente dei movimenti e delle posizioni del nostro corpo. La difficoltà da superare è anche quella di percepire le diverse posizioni del corpo e di comprendere lo sforzo necessario per spostarle, in un continuo gioco di equilibrio e coordinazione.
Genova, protesta dei ristoratori contro Cts e Speranza: sopraelevata bloccata, esplode la rabbia
Ecco la protesta dei ristoratori a Genova, che si organizzano, marciano e bloccano il traffico sulla sopraelevata. Esplode la rabbia dopo che alla vigilia di San Valentino è stata decisa la zona arancione per tutta la Liguaria e, dunque, la chiusura di tutti i locali, bar e ristoranti. Tutto ciò nonostante il boom di prenotazioni per la ricorrenza del 14 febbraio. Insomma, dopo un anno drammatico, da parte del governo, di Roberto Speranza e del Cts una sorta di colpo di grazia, un ultimo "sfregio" ai ristoratori. Scontata, insomma, l'esplosione di rabbia che vi raccontiamo in questo servizio.
Elezioni, c'è la data. Nessuno lo dirà mai, ma ecco quando voteremo
Draghi al Quirinale e voto nel 2022. Patto segreto Lega-Pd-Conte-M5S-Forza Italia
Giuseppe Conte insiste con gli appelli sulla tenuta della coalizione Pd-M5S-LeU, in Parlamento e nel Paese. Nicola Zingaretti ribadisce che va bene la collaborazione in questa fase delicata, ma con la Lega i Dem restano alternativi. Matteo Salvini assicura che dopo questa fase eccezionale in cui viene deposta l'ascia di guerra tornerà la contrapposizione politica. Gli indizi sono tanti, anche se non ci sono prove e soprattutto nessun politico lo dirà mai ufficialmente, ma molti deputati e senatori di tutte le forze politiche della nuova maggioranza eterogenea assicurano che ci sia una sorta di patto informale e segreto Lega-Pd-M5S-Forza Italia per eleggere Mario Draghi al Quirinale all'inizio del prossimo anno e andare a elezioni politiche anticipate in primavera del 2022.
Ovviamente dipenderà dalla situazione sanitaria ed economica, ma la speranza è che tra dodici mesi sia ormai stato raggiunto l'obiettivo dell'immunità di grazie con i vaccini e che la ripresa sia una realtà. Politicamente l'ex premier Conte non può permettersi di restare fino al 2023 in panchina e il prossimo anno è l'orizzonte giusto per costruire e rinsaldare la coalizione del suo ultimo esecutivo per presentarsi davanti agli italiani. Anche il Centrodestra, Silvio Berlusconi compreso, non vuole lasciare a Giorgia Meloni e a Fratelli d'Italia due anni di autostrada elettorale come unica opposizione. E anche il Pd forse può digerire qualche mese con Salvini ma non due anni.
Paola Taverna a caccia di quattrini denuncia il collega Andrea Ruggieri che la pizzicò
Nostalgia dei duelli. Li vedevamo uno di fronte all’altro, pistola in mano, ciascuno a far prevalere la propria ragione con l’arma in pugno. Erano signori, indubbiamente, come potrebbero esserlo i parlamentari di oggi. Solo che adesso si sfidano in tribunale. E manco quello penale, bensì in sede civile per spillare soldi all’avversario.
In questo caso la parte “attrice” - e non potrebbe essere altrimenti - si chiama Paola Taverna, popolare e popolana vicepresidente del Senato. Il malcapitato “convenuto” è il deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, che certo non le manda a dire a chi lo importuna. E succede che la Taverna, povera nobildonna infastidita dai toni altrui, lei così elegante quando ululava “merde” e “mafiosi” a quelli del Pd, chiami l’avvocato e non la presidente del Senato, per avere soddisfazione.
La Taverna si offende e già farebbe ridere così. Ma querela Ruggieri al tribunale civile - non per via penale dove potrebbe servire la prova... - perché lui ha osato azzannarla in televisione. E chiama in causa anche il povero Nicola Porro, incolpevole conduttore della trasmissione dove si è svolta la prima parte del duello, quello senz’armi che non fossero le parole.
Porro - che certo non può imbavagliare un ospite in tv durante la diretta - aveva chiesto conto a Ruggieri delle sue spese telefoniche e questi aveva risposto 7 euro mensili. E a fronte degli oltre 3000 annui denunciati dalla Taverna come rimborso certificato ai Cinque stelle - le famose “restituzioni” - il parlamentare di Fi era esploso. Con “gravi frasi denigratorie”, scrive la difesa della senatrice attrice. La Taverna appunto: “O te li rubi o sei scema...” “...o te li fotti o sei scema...”, per dipingerla “come una persona dedita allo spreco di “denaro pubblico” per fini non giustificati”. Il “fottere” denaro proveniente dalla contribuzione pubblica o essere considerata “scema” implica, in entrambe le situazioni - dice l’avvocato - una inaffidabilità del soggetto a perseverare interessi altruistici, valori per le quali i cittadini - si indigna il legale della Taverna - hanno espresso la preferenza in favore della Senatrice”. Preferenza è parola grossa, avvocato... Di più’: “La risonanza mediatica provocata dalla trasmissione è andata ben oltre, interessando, in particolar modo, i social network come Facebook”. Oddio, povera senatrice. I social commentano e le chiedono conto. Ma come si permettono?
Governo, Draghi interviene sul Cts. Troppi 27 membri, servono decisioni rapide
Il presidente del Consiglio vuole sfoltire il gruppo di esperti. Sarà una delle sue prime mosse da premier
Governo, Draghi interviene sul Cts. Troppi 27 membri, servono decisioni rapide
L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia e preoccupano le varianti, destinate a far aumentare i casi e ancora più letali. Per questo tra le prime mosse del nuovo governo ci sarà un intervento mirato sul Cts. Draghi vuole decisioni più rapide, troppo lunghi i tempi adottati finora. L'idea del premier - si legge su Repubblica - è quella di sfoltire il gruppo di esperti, attualmente sono 27. In questi giorni sono stati convocati alcuni dei nomi più pesanti di quel gruppo per discutere della loro attività e progettare i cambiamenti. In generale, con i ministri alla Salute e agli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, si è detto che va trovato un unico portavoce e che i tecnici devono prima riferire le loro decisioni al governo, che poi le comunica alle Regioni.
Gelo tra Gianni Letta e Berlusconi. E Silvio 'si vendica' con le nomine...
La ministra Gelmini capodelegazione di Forza Italia al governo (e non solo). Inside
Un 1-2 più che sospetto. In due giorni Silvio Berlusconi ha piazzato Antonio Tajani, già vicepresidente degli azzurri, nel ruolo di coordinatore nazionale controllando quindi il partito sul territorio. Ha promosso Anna Maria Bernini vice-coordinatrice nazionale, che si occuperà in particolare dei rapporti con l'Unione europea e il Ppe. Ha scelto Licia Ronzulli come referente delle relazioni con gli alleati di Centrodestra, Lega e Fratelli d'Italia, ruolo chiave in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.
E, proprio oggi, l'ex Cavaliere ha nominato la neo-ministra Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie) capodelegazione di Forza Italia all'interno del governo Draghi. La doppia mossa di Berlusconi, spiegano fonti qualificate, viene letta come una sorta di 'vendetta politica' nei confronti di Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante i governi guidati proprio dal leader di FI. Il gelo tra Berlusconi e l'eminenza grigia degli azzurri era calato con la scelta del premier di nominare due ministri su tre di Forza Italia, Renato Brunetta e Mara Carfagna, senza scegliere tra i berlusconiani doc.
Anzi, scegliendo proprio due ultra-moderati e vicini all'uscita dal partito, stando almeno ai rumor circolati per settimane. E ad Arcore, spiegano i ben informati, avrebbero visto in questa decisione di Draghi proprio lo zampino di Gianni Letta. Da qui l'ira di Berlusconi, che avrebbe voluto, oltre alla Gelmini, in squadra la Bernini e Tajani. Ed ecco la 'vendetta politica': proprio Bernini e Tajani, insieme all'ultra berlusconiana nei ruoli chiave del partito, e la Gelmini (non la Carfagna e nemmeno Brunetta) capodelegazione al governo.
Governo Draghi, Molinari (Lega) spiega la mossa di Fratelli d'Italia: "All'opposizione aumenta i suoi consensi"
“La tattica di Fratelli d'Italia è chiarissima, è molto semplice, quando hai numeri parlamentari così esegui e non sei determinante è anche semplice stare all’opposizione". Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, è intervenuto su Radio Cusano Campus spiegando la mossa di Giorgia Meloni: "Con il ruolo di unica opposizione, vogliono cercare di lucrare politicamente sugli errori che inevitabilmente il governo farà, fregandosene dell’appello del Presidente della Repubblica. Essendo un partito grande nei sondaggi, ma piccolo nei numeri parlamentari, può permettersi di farlo. La Lega invece è il primo partito, ha ambizione di governare questo Paese, di fronte ad una chiamata di responsabilità non poteva chiamarsi fuori. Stare fuori e dire che fa tutto schifo è più facile, ma anche meno utile. E’ come se dopo la seconda Guerra mondiale i partiti non si fossero messi tutti insieme per ricostruire l’Italia, oggi non siamo alla fine della seconda Guerra mondiale, ma è comunque una situazione in cui è necessario dare delle risposte e l’unico modo per farlo era mettere da parte le polemiche e cercare di lavorare insieme”.
Il neoministro Cingolani in conflitto di interessi. Di Battista: fondi al laboratorio della moglie
Alessandro Di Battista, l’ex M5S in rotta con la svolta pro-Draghi, e Il Fatto quotidiano all’attacco del neoministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. Alla vigilia del discorso che il premier Mario Draghi terrà alle Camere per ottenere la fiducia arriva la picconata di Dibba. Che chiede a Cingolani di chiarire un possibile caso di conflitto d’interessi quando era a capo dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
Cingolani, la vicenda portata alla luce dal Fatto quotidiano
Sulla vicenda ha scritto il Fatto Quotidiano, denunciando che Cingolani, quando gestiva l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha elargito 3 milioni e mezzo di euro al laboratorio di nanotecnologie di Lecce diretto dalla sua ex-moglie.
“Nel 2006 – scrive Il Fatto – Roberto Cingolani trasferì 3,5 milioni di euro dai fondi dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), di cui era direttore dal 2004, al Laboratorio nazionale di nanotecnologie di Lecce. Diretto dalla moglie Rosaria Rinaldi (oggi ex moglie) e da lui stesso fino al 2004”.
Forza Italia terremotata da Mario Draghi, tre deputati lasciano Silvio Berlusconi: chi molla (e chi potrebbe farlo)
Dopo la scelta di Mario Draghi di chiamare al governo tre esponenti di Forza Italia anti-sovranisti, il partito di Silvio Berlusconi è entrato in subbuglio. Il Cav è corso ai ripari e ha subito nominato Antonio Tajani coordinatore unico e gli viene anche affidato il compito di "gestire l'attività e il contributo di Forza Italia al neonato governo Draghi". Annamaria Bernini sua vice e Licia Ronzulli, responsabile per i rapporti con gli alleati. Ma il caos è scoppiato lo stesso: tre deputati, Osvaldo Napoli, Daniela Ruffino e Guido Della Frera hanno lasciato il gruppo alla Camera per il Misto. Se ne vanno con Giovanni Toti in "Cambiamo!", mentre Stefania Prestigiacomo minaccia di voler lasciare la politica.
A questi ultimi non piacciono le ultime scelte del Cav: secondo Repubblica, "è la rivincita di quelli che i filo-draghiani forzisti definiscono i salviniani del partito. Infatti proprio Tajani e la Bernini erano i ministri indicati da Berlusconi a Draghi, ma che il premier non ha voluto perché ritenuti troppo vicini alle posizioni leghiste. Tajani è stato "fatto fuori" con la scusa che era stato equiparato agli altri big dei partiti che sostengono l'attuale maggioranza e se fosse entrato come ministro, sarebbero dovuti entrare anche Nicola Zingaretti e Matteo Salvini.
A questo punto Berlusconi è dovuto correre ai ripari: avendo al governo tre neo ministri che da deputati, appena pochi giorni prima, stavano per lasciare il partito, se solo Fi non avesse sposato la linea delle larghe intese, ha dovuto controbilanciare internamente gli equilibri di Forza Italia, spostandola più a destra. Ed ecco la rivolta del "corpaccione" del partito che da mesi lavora sottotraccia per avvicinare gli azzurri alle forze più europeiste. Una manovra guidata dal vecchio e fidato amico di Berlusconi, Gianni Letta. Ora però il rischio è che il partito si sfaldi ancora e perda anche appeal nei vari sondaggi che, nonostante Forza Italia sia crollata sotto il 10%, stavano riniziando a salire.
I misteri di Walter Ricciardi. Speranza tiri fuori la verità sul consulente
Chissà, magari si dimette direttamente. Walter Ricciardi raccoglierebbe applausi a scena aperta se annunciasse il grande gesto. Perché ormai sono mesi che semina ansia dai teleschermi. E se anche dicesse le cose più giuste, il gradimento è comunque a livello rasoterra.
Non si può sollecitare a ritmo quotidiano o settimanale il lockdown per uscire dalla pandemia. Ci portiamo appresso il virus da un anno ormai, abbiamo subito anche le reclusione domiciliare ed è insensato continuare a farci del male. La colpa non ce l’hanno i cittadini, ma chi doveva provvedere e non dagli schermi televisivi.
Da uno scienziato ci aspettiamo qualcosa di più che fosche previsioni per via catodica. Se fa il consulente del ministro, ne parla a chi lo ha nominato e non alla pubblica opinione. Perché non se ne può più.
Un cronista del Gazzettino, in terra veneta, ha raccolto gli annunci di misure restrittive sfornati da Ricciardi. Il giornalista, Mattia Pertoldi, ne ha contate un’infinità solamente da ottobre ad oggi. Ogni giorno il lockdown: ma se non viene ritenuta praticabile una soluzione del genere, che credibilità può avere come consulente che ne parla quotidianamente?
Andando a ritroso se ne trovano almeno una a settimana. L’ultima è di domenica scorsa: «Serve un lockdown totale, lo chiederò a Speranza». La prima (da ottobre) è del giorno 25: «Coprifuoco inutile, meglio il lockdown». Poi, implacabile come una goccia sulla testa, il terrore ogni volta che apre bocca.
Coronavirus, scoperta una nuova variante inglese: potrebbe sfuggire ai vaccini
Come se non ne avessimo già abbastanza, sarebbe stata scoperta adesso una nuova variante inglese del Covid-19. Denominata B.1.525, è stata trovata in 33 persone anche se il dato potrebbe essere sottostimato. A preoccupare è il fatto che questa mutazione potrebbe sfuggire ai vaccini. A dare la notizia è il Daily Mail. Stando al quotidiano, le autorità sanitarie ufficializzeranno oggi la scoperta.
La nuova variante sarebbe caratterizzata non solo dalla mutazione E484K, presente pure sulle varianti brasiliana e sudafricana, ma anche da un’altra mutazione, detta Q677H. Entrambe interessano sempre la proteina Spike, quella che il coronavirus usa per attaccare le cellule bersaglio. Proprio queste due mutazioni preoccupano gli esperti, che non sanno quali potranno essere gli effetti sull’efficacia dei vaccini.
La nuova variante, tra l’altro, è simile per diversi aspetti al mutante Kent, quello ormai prevalente nel Regno Unito, ritenuto molto più contagioso e più letale del 20-30%. La B.1.525 è stata rilevata per la prima volta in Gran Bretagna a metà dicembre, ma si sarebbe già diffusa in 11 Paesi tra cui Stati Uniti, Canada e Danimarca. Pare, inoltre, che a monte ci sia un viaggio in Nigeria, dove 12 dei 51 campioni di virus analizzati presentavano il nuovo mutante.
Le Iene, il giudice che accusa Salvini si fa aprire il ristorante in zona arancione: imbarazzo in magistratura
È la classica storia all’italiana, dove i divieti valgono solo per i cittadini “normali” e non per i “privilegiati”, questa volta però il protagonista è un giudice, Nunzio Sarpietro, il gup del processo per la nave Gregoretti che vede l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini indagato per sequestro di persona. Come riportato in un servizio de Le Iene che andrà in onda oggi, martedì 16 febbraio, su Italia 1, il 28 gennaio scorso quando Roma e tutto il Lazio erano in zona arancione, ergo bar e ristoranti chiusi tutto il giorno se non per l’asporto, il giudice si gode un bel pranzo a base di pesce seduto in un noto ristorante. Ecco quindi nel servizio Sarpietro che prima va a raccogliere le dichiarazioni dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, poi tiene una veloce conferenza stampa con i giornaliste e subito dopo si reca appunto nel locale.
A documentare il tutto è l’inviato de Le Iene Filippo Roma che entra nel ristorante e sorprende il giudice seduto a tavola con la figlia e un giovane, presumibilmente il suo fidanzato. Preso in castagna Sarpietro prova a difendersi: “Guardi, io sono qua con mia figlia, l’unico posto in cui potevo stare con lei in un momento tranquillo. E non è minimamente, non c’è niente guardi…”. Sì, ok, sottolinea Roma, ma “non è grave che un uomo di legge sia il primo a non rispettarla?”. Il giudice si arrampica sui vetri: “No, non è un rispetto della legge, se c’è una contravvenzione la pago”. E ancora, il mea culpa: “Ho sbagliato, lo ammetto, lo confesso”.
Enrico Mentana, "sci? Un insulto alla ragione": massacrato il ministro Speranza, "prima grana per Draghi"
“È stato veramente un insulto alla ragione disporre la riapertura e poi decidere soltanto poche ore prima che dovesse essere posticipata”. Anche Enrico Mentana ha criticato duramente il governo di Mario Draghi, o meglio i soliti vecchi protagonisti che sono responsabili della strage operata ai danni delle attività sciistiche e quindi delle comunità montane. “I protagonisti li abbiamo già conosciuti, sono Roberto Speranza e i governatori delle Regioni”, ha dichiarato il direttore del Tg di La7, che poi ha aggiunto: “Quanto successo nelle ultime 24 ha suscitato davvero tante polemiche, è la prima vera grana per il nuovo premier”.
“Si poteva decidere di rinviare l’apertura degli impianti - ha sottolineato Mentana - che tra l’altro era già stata rinviata più volte in questa stagione sciistica, che è ormai finita, ma comunicarlo soltanto poche ore prima che tutto riaprisse provoca evidenti danni a chi ha dovuto predisporre tutto, cancellando le prenotazioni e anche licenziando il personale che era stato assunto appositamente”.
Matteo Bassetti: il lockdown è una misura barbara
Continua la guerra tra virologi e infettivologi. Stavolta entra a gamba tesa nella polemica del giorno, sul lockdown si o no, il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Chiedere un lockdown generale è una misura barbara, senza razionale scientifico. Le soluzioni sono lockdown mirati, provinciali, localizzati, chirurgici e rapidi".
Per l'infettivologo Bassetti "la comunicazione centrale da parte del ministero della salute e dei numerosi organismi collegati pare non funzionare. Io sono sconcertato. Si sentono quattro voci diverse: Cts, consulenti, Istituto superiore della sanità e ministero. Io ne vorrei sentire una sola: autorevole e univoca".
Reddito di cittadinanza, scandalo infinito: assegno anche a parcheggiatori abusivi, detenuti e usurai
I carabinieri di Napoli hanno denunciato 9 persone e ne hanno arrestata una nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Nella zona ospedaliera hanno sorpreso quattro persone che chiedevano senza alcun titolo denaro agli automobilisti in cerca di sosta. E hanno abbinato anche una comunicazione all’Inps. Infatti, hanno scoperto che quei parcheggiatori abusivi beneficiavano del reddito di cittadinanza, nonostante percepissero sostentamento economico anche se da attività illecite.
Reddito di cittadinanza anche ai detenuti
La Guardia di Finanza di Bologna ha scoperto e denunciato dieci persone. Nonostante fossero condannati in carcere o colpiti da altre misure cautelari, percepivano il reddito di cittadinanza. Per tutti l’accusa è indebita percezione di questo beneficio, reato che può essere punito con la reclusione da 2 a 6 anni. Le somme incassate senza averne diritto ammontano a circa 90mila euro.
Antonio Funiciello, “è il governo di Draghi o del Pd?”: chi è e da dove arriva il nuovo capo di gabinetto
Si sta delineando sempre più la squadra che affiancherà Mario Draghi a Palazzo Chigi. Il nuovo presidente del Consiglio la sta scegliendo con estrema cura, essendo consapevole del fatto che è necessario uno staff di livello per governare bene, o almeno meglio di quanto fatto da Giuseppe Conte e dai giallorossi nell’ultimo anno e mezzo. Una delle nomine ha però fatto storcere il naso a una certa parte politica: è quella di Antonio Funiciello, 45enne casertano che è il nuovo capo di gabinetto di Draghi.
Tra l’altro aveva già ricoperto tale ruolo dal 2016 al 2018 per Paolo Gentiloni: laureato in filosofia, è scrittore e giornalista nonché professionista “d’area”, dato che ha a lungo collaborato con il Pd, ottenendo nel 2013 la delega per la Cultura e la Comunicazione del partito. Insomma, la sua nomina è in quota “rossa”, ma evidentemente per Draghi si tratta di un uomo di sicuro affidamento, avendo già ricoperto incarichi politici ed istituzionali.
Mario Draghi, "adesso caccia il Cts": la richiesta dopo il "lockdown totale" minacciato dal consigliere di Speranza
Meno male che Mario Draghi si è raccomandato con i suoi ministri di comunicare solo quando c’è qualcosa da dire. Non sono passate neanche 24 ore dal suo insediamento, eppure il nuovo premier ha già una bella grana con cui fare i conti: a causargliela è stato Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza. Quest’ultimo è stato riconfermato non senza polemiche per una logica di continuità, dato che siamo ancora nel bel mezzo dell’epidemia. Ora il suo consigliere se n’è uscito in pubblico affermando la necessità di un “lockdown totale e immediato” a causa della variante inglese che si sta diffondendo sempre più in Italia.
“Sarebbe assurdo un nuovo lockdown totale: significherebbe che siamo governati dalla paura”, ha dichiarato Vittorio Sgarbi, da sempre particolarmente critico sulla gestione dell’emergenza sanitaria: “Per dare il segno della discontinuità Draghi deve rinnovare il Comitato tecnico scientifico (che ora non vuole più riaprire gli impianti sciistici, dopo aver dato il suo assenso, ndr) e cacciare, con Speranza, anche Ricciardi”.
Paolo Di Canio e quel che non si è visto del gesto di fair play più famoso di sempre
Una favola a Natale è un grande classico, sia nella letteratura che nel cinema, ma anche il calcio ha avuto, qualche anno fa, la sua favola natalizia. Era il 16 dicembre del 2000 quando in una partita tra l'Everton e il West Ham Paolo Di Canio si rese autore di un gesto meraviglioso, che gli valse il Premio Fair Play della FIFA. Anche se quel gesto di sportività dell'ex calciatore di Juventus e Milan non venne apprezzato né dal suo allenatore né da alcuni compagni di squadra degli Hammers.
La spinta all'arbitro e le 11 giornate di squalifica
Giocatore di grande talento Di Canio dopo aver giocato con Lazio, Juventus, Milan e Napoli nell'estate del 1996 decide di vivere un'esperienza all'estero, sbalordisce al Celtic, vince il premio di miglior giocatore della squadra che per fare cassa lo cede. Passa allo Sheffield United, che grazie ai suoi gol riesce clamorosamente a salvarsi. La sua seconda stagione in Premier però è disastrosa. Riceve 11 giornate di squalifica per aver spinto l'arbitro Paul Alcock. La sanzione è durissima. Lo United decide di cederlo, lo prende il West Ham. Pure degli Hammers diventa una bandiera, gioca per quasi sei stagioni, segna 52 gol e diventa esattamente una leggenda della squadra nel dicembre del 2000 quando rinuncia a un gol perché il portiere della squadra avversaria è a terra infortunato.
Bufera su Ricciardi. Il lockdown Covid spacca i virologi
«Chiedono le mie dimissioni? Queste sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia: altrimenti mi faccio da parte». Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministero della Salute, risponde così alle domande sulle polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni recenti: «Serve un lockdown», ha detto e ripetuto.
«C’è una situazione epidemiologica oggi grave, ingravescente e incompatibile con gli assembramenti - spiega a RaiNews24 - È di fatto pericolosa per l’arrivo di queste varianti che sono molto insidiose sia dal punto di vista della contagiosità che anche purtroppo della letalità. E sono pericolose anche per la capacità di sfuggire eventualmente al vaccino, come nel caso della variante sudafricana per AstraZeneca. Quindi dobbiamo in questo momento serrare un po' le fila e scegliere una strategia di aggressione nei confronti del virus non di inseguimento».
Quanto allo stop alla riapertura degli impianti sciistici, con un provvedimento arrivato a poche ore dal semaforo verde programmato, «probabilmente non ha giovato questo passaggio di consegne - dice riferendosi alla staffetta tra vecchio e nuovo Governo - ma di fatto la situazione epidemiologica prevedeva questo tipo di fenomeno già da ottobre-novembre. Infatti quei Paesi che non hanno chiuso gli impianti sciistici sono quelli, come la Svizzera, che hanno fatto penetrare la variante inglese e che in questo momento sono in condizioni peggiori».
Basta allarmismi all'ultimo minuto. Salvini manda a casa il Cts
«Spero che con il nuovo governo finisca anche la stagione degli allarmismi su giornali e Tg. Noi proponiamo che la comunità scientifica si metta intorno a un tavolo, decisa, numeri alla mano e poi, in base ai numeri e alle decisioni, comunichi. Non è possibile che ci sia qualcuno che si alza la mattina, gettando nel panico milioni di italiani, parlando di morti e chiusure senza che ne abbia discusso con altri. Questo era il metodo del passato governo, su questo ci sarà un cambio di marcia abbiamo totale fiducia nella voglia di ritorno alla vita del presidente Draghi». Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, in una dichiarazione a tv, radio e giornalisti. «Se qualcuno 10 giorni fa ha detto a migliaia di imprenditori "organizzatevi per ripartire" e poi poco prima della ripartenza ci ripensa, allora ha sbagliato, prima o dopo - prosegue il leader della Lega - Ma, insomma, questi sono gli strascichi del Conte II, vediamo di dare un cambio di passo. I ministri nominati da Draghi hanno la nostra fiducia, l’importante in alcuni casi sarà cambiare la squadra dei tecnici, perché di allarmi e di sciagure dalla sera alla mattina, gli italiani ne hanno sentiti fin troppi».
Grande Fratello Vip, "ma quello è un topo": in che condizioni è la casa, spunta un video scandaloso
Il Grande Fratello Vip - reality in onda su Canale 5 e condotto da Alfonso Signorini - riesce a far discutere il mondo del web anche quando apparentemente non succede nulla tra i concorrenti. Nelle ultime ore è infatti diventato virale sui social un video in cui sembra vedersi un topo in una delle camere da letto. Le immagini non sono chiarissime, però si scorge un movimento che lascia pensare che si possa realmente trattare di un roditore.
Tra l’altro non sarebbe il primo avvistato all’interno della casa di Cinecittà, dato che la contessa Patrizia De Blanck affermò di averne visti due nella camera che le era stata affidata dalla produzione per consentirle di riposare lontana da occhi indiscreti, avendo una certa età. Inoltre già un mese fa Tommaso Zorzi e Pierpaolo Pretelli avevano parlato di un presunto animaletto che si aggirava per la camera blu.
Più di qualcuno sui social ha maliziosamente commentato il video adducendo a una pulizia molto scarsa della casa che favorirebbe la presenza dei roditori. Sarà davvero così e quello avvistato nel video era davvero un topo? Forse sì, forse no, ma il bello del GF Vip è che si può discutere anche di argomenti senza alcuna rilevanza.
Forza Italia in pressing su Mario Draghi: "La soluzione? Guido Bertolaso", cresce la fronda contro Arcuri
Le primule di Domenico Arcuri saranno accantonate? Mario Draghi, dopo l'ennesimo flop nella gestione dell'emergenza coronavirus, avrebbe deciso di chiamare la Protezione Civile. Sarà questa a dover affiancare il commissario nella gestione della pandemia. L'idea - stando a quanto riportato dal Giorno - è già nell'aria da giorni. Ma a breve potrebbe vedere la luce. D'altronde il mandato di Arcuri si appresa a finire (la scadenza è prevista per marzo). Tra i nomi di chi lo affiancherà spunta quello di Agostino Miozzo, 68 anni, medico di rinomata fama internazionale, e Angelo Borrelli, già capo della Protezione Civile con un titolo professionale da dottore commercialista.
Ma ci sarebbe un'altra candidatura che più di tutte vede Forza Italia in prima linea. Si tratta di Guido Bertolaso, per la cui nomina spinge in particolare Antonio Tajani. "La conferma di Arcuri come super commissario sarebbe un errore. Soluzione? Guido Bertolaso", scrive su Twitter il vicepresidente azzurro. A tifare per un cambio di passo lo stesso presidente del Consiglio. E, allora, primo tra tutti i passaggi necessari, quello di smantellare i capannoni a forma di fiore dalla piazze. Genialata, era l'idea iniziale, per accelerare i tempi di vaccinazione.
L'idea del nuovo premier è quella di affidare la gestione dell'emergenza alla Protezione Civile e alla Difesa. Chi guida la Protezione civile - ricorda il quotidiano - coordina 800mila volontari, Croce Rossa, ma anche forze armate (dirette dal comando operativo di vertice interforze) e forze di polizia. All'interno ci sono anche i servizi essenziali: dalle autostrade, ai treni fino alle stazioni. Tutti con un ruolo strategico. Il centrodestra sul tema è più unito che mai. La Lega con Matteo Salvini chiede cambiamenti, perché così si metta in ginocchio il Paese. Dello stesso parere anche Daniela Santanchè. La senatrice di Fratelli d'Italia rincara la dose: "Chi pagherà i danni arrecati? Come è possibile partire col piede sbagliato? La verità è che l’autorevolezza di Draghi è già minata dalla incapacità di chi c’era prima".
Militanti FdI aggrediti a Torino: "Botte, pugni, calci, colpi di catena in testa..."
Enrico Forzese, responsabile dei giovani di Fratelli d'Italia a Torino, ci ha raccontato nei dettagli l'aggressione choc ai militanti
Fratelli d'Italia nel mirino. Per le delegazioni locali del partito guidato da Giorgia Meloni non è un periodo semplice a casa delle continue aggressioni subite in diverse città del Paese.
L'ultimo episodio, uno dei più gravi degli ultimi mesi, si è verificato a Torino ieri mattina, durante un banchetto pacifico organizzato dalla sezione giovani di Fratelli d'Italia guidata da Enrico Forzese. Ogni settimana, i militanti organizzano i banchetti nei mercati del capoluogo piemontese per concretizzare il lavoro e mostrare la vicinanza alla cittadinanza ma sono continuamente oggetto di attacchi e minacce, che sabato si sono trasformati in una vera aggressione fisica ai danni dei militanti che presenziavano al banchetto del mercato di Barriera Milano, nella periferia nord di Torino.
La verità sugli applausi a Conte. Ecco quello che nessuno vi dice
Il lungo applauso per Giuseppe Conte non è stato un unicum nel cerimoniale di Palazzo Chigi: tanti i precedenti di una tradizione consolidata
Consegnata la campanella a Mario Draghi, Giuseppe Conte ha definitivamente salutato Palazzo Chigi. Ha completato l'ultima parte del cerimoniale di insediamento che spetta al presidente del Consiglio uscente e ha chiuso la sua esperienza di governo mano nella mano con la sua Olivia, reticente a prendere parte a quel momento.
Dalle finestre, i commessi e gli impiegati di Palazzo Chigi hanno tributato il loro saluto all'inquilino che se ne stava andando, un po' come accade in ogni condominio quando qualcuno trasloca. In quel caso ci si vede per un caffè e ci si dà, o meglio dava, una pacca sulla spalla o una stretta di mano. A Palazzo Chigi si usa applaudire dalle finestre. D'altronde, paese che vai e usanze che trovi. Sì, perché nonostante quello sia stato fatto passare come un tributo a Giuseppe Conte e alle sue prodi gesta durante i due anni di governo, in realtà è pura, semplice e ben nota prassi, ormai facente anch'essa parte del cerimoniale, anche se in via ufficiosa.
L'esperienza a Palazzo Chigi di Giuseppi si è chiusa con l'ennesima favola di Rocco Casalino, regista e narratore nemmeno troppo discreto, che fino alla fine ha voluto mettere la sua firma sul governo Conte. "L’applauso che il Palazzo gli ha tributato è stato sentito, lungo, credo senza precedenti", ha detto Rocco all'Adnkronos. E sono stati tanti i cronisti e i commentatori che, sicuramente in buona fede ma probabilmente dotati di memoria corta, ieri hanno sottolineato "l'affetto" da parte dei commessi di Palazzo Chigi. I più maliziosi hanno insinuato il dubbio che probabilmente dietro gli applausi potrebbe esserci l'aumento degli stipendi dei dipendenti di cui si parlava un anno fa prima dell'avvento dell'epidemia, che avrebbe accresciuto di 270 euro le loro buste paga, una lettura che sembra richiamare il fantozziano "com'è umano lei". Per qualcuno, forse, quello è stato uno stimolo in più ma la verità è che qualunque presidente del Consiglio uscente riceve l'omaggio da parte di Palazzo Chigi. Qualunque da almeno 10 anni.
Rocco Casalino si ricorda evidentemente male, perché di precedenti ce ne sono tanti, tutti documentabili anche se, certo, con evidenti differenze. Il video di Giuseppe Conte è più curato, ci sono varie angolazioni di ripresa e Giuseppi si ferma più dei suoi predecessori a raccogliere l'applauso, come una consumata star che abbandona il palco dopo il concerto della vita. Il ricordo più fresco che rispolveriamo a Rocco Casalino è quello del saluto di Paolo Gentiloni nel 2018, che senza troppi fronzoli accoglie il rumoroso applauso e ringrazia con discrezione prima salire in auto con sua moglie e uscire da Palazzo Chigi. Ci sono poi i precedenti con Enrico Letta e Renzi, tutti presenti su Youtube e facilmente rintracciabili con una semplice ricerca.
Maria Elena Boschi, "in che ministero se la ritrovano i 5 Stelle": caduto il veto con Mario Draghi
Il governo formato da Mario Draghi è più politico di quello che si poteva immaginare, ma pare che su questo aspetto sia stata forte l’influenza di Sergio Mattarella: dal Quirinale avrebbero suggerito al nuovo premier di realizzare una squadra di ministri che rispecchiasse i numeri della larga maggioranza che lo sostiene, in modo da provare ad accontentare un po’ tutti, fermo restando che nei dicasteri chiave sono stati messi dei tecnici di sicuro affidamento. Alla fine dei conti la squadra di governo ha scontentato soltanto il M5s, che si aspettava di pesare di più, ma adesso c’è la partita dei sottosegretari da giocare.
I gruppi grillini di Camera e Senato si sono riuniti (come tutti quelli degli altri partiti) per trovare un’intesa sulla rosa dei nomi da consegnare a Draghi, dai quali però potrebbero uscire ulteriori brutte sorprese per il M5s: l’odiatissima Maria Elena Boschi, sulla quale era stato posto il veto in sede di trattativa per la formazione del Conte ter, potrebbe ottenere la casella degli Esteri, mentre altri due renziani potrebbero finire alla Giustizia (Gennaro Migliore) e all’Interno (Ettore Rosato).
Per quanto riguarda la rosa dei nomi grillini, i tre punti fermi sono Vito Crimi (Interno), Laura Castelli (Economia) e Stefano Buffagni (Sviluppo economico). Dubbi sulla riconferma di Giancarlo Cancellieri, viceministro alle Infrastrutture che è spinto dal gruppo siciliano. In bilico anche Carlo Sibilia e Manlio Di Stefano.
I due partiti già sconfitti da Draghi - Corrado Ocone
Nella partita del governo Draghi perdono un po’ tutti, e quindi forse nessuno. O meglio, si spera che vinca l’Italia. Ci conforta però che due sicuri e netti perdenti ci siano già: uno forse ancora da verificare, e cioè in prospettiva, ed è il cosiddetto “partito dei giudici”, i giustizialisti alla Travaglio-Bonafede per intenderci; l’altro, già sicuro ed evidente, è il partito degli intellettuali di sinistra, quelli che fanno tendenza e piacciono alla gente che piace. Diciamo che in genere, sulla lunga distanza (magra consolazione!), non ne hanno mai azzeccato o vinta una.
Questa volta però il ko sembra definitivo. E il silenzio assordante dei Saviano, Murgia, Urbinati, Di Cesare (ma parleranno presto statene certi!), è a dir poco significativo. L’intellettuale tipo, come è noto, non può vivere senza un nemico da additare al pubblico ludibrio e rispetto al quale ergersi a “moralmente superiore”. Con esso non vuole confrontarsi sulle idee, o con gli interessi concreti che maturano nella storia e nella lotta politica, ma vuole semplicemente eliminarlo dall’agone pubblico, non dargli nemmeno le credenziali per accedervi. Egli chiama questo nemico “fascista”, dimenticando che quel fenomeno storico è bello e sepolto da più di settanta anni e che quella dell’“emergenza democratica” in Italia è stata una favola bella e buona su cui loro hanno campato per tanti anni. A forza di gridare contro i “pieni poteri”, o l’”uomo solo al comando”, a forza di esaltare acriticamente la “Costituzione più bella del mondo”, questi intellettuali, tranne poche eccezioni (penso a Giorgio Agamben), si sono non solo trovati impreparati e silenti ma hanno addirittura avallato quei poteri e quella insensibilità per le forme democratiche quando si sono appalesate davvero e dalle loro parti.
Barack Obama: il bilancio fallimentare di due mandati da presidente
Di qui a un mese, all’alba del nove novembre, gli Americani, e il resto del mondo, conosceranno il nome del successore di Barack Obama. Sulla lotta fra Hillary Clinton e Donald Trump il mondo si spreca in endorsement (a favore della prima) e critiche, che rasentano quasi sempre l’insulto (a danno del secondo). Ai sostenitori dell’ex first lady varrebbe la pena di ricordare l’esperienza italiana, quando Berlusconi è stato a lungo svillaneggiato dall’establishment intellettuale (se così si può dire, visto che include personaggi del calibro di Crozza, Benigni, e di qualche attore di fiction in cerca di visibilità) ma alla fine è rimasto in sella per quasi vent’anni. Ma in fondo sono affari loro. Forse. Quello che però latita, da quanto si può leggere, è un bilancio schietto della presidenza Obama. Otto anni in cui il primo presidente nero degli Stati Uniti ha brillato per sovraesposizione mediatica e inconsistenza politica. Ottimo comunicatore – sarebbe sciocco non riconoscergli questa dote – passerà alla Storia per un premio Nobel assegnato sulla fiducia e per la contestatissima riforma sanitaria, che ha bene o male garantito una qualche forma di tutela assicurativa a una fascia di popolazione che prima non ne godeva. Se il Nobel può essere serenamente catalogato come buffonata, di cui però Obama non ha alcuna responsabilità, la riforma, con tutti i suoi limiti, è stata comunque una scelta politica, e gli va dato atto.
Tolto questo, l’economia è andata benino, ma gli ultimi rallentamenti (le previsioni di crescita per il 2016 e il 2017 sono state recentemente ritoccate al ribasso), l’aumento della povertà, che secondo un recente rapporto del Fmi colpisce un cittadino americano su sette, e la sempre più grande disparità nella distribuzione del reddito, in un Paese che in queste classifiche è storicamente lontano anni luce dagli standard occidentali, gettano più di un’ombra sull’operato di un presidente che era stato presentato come il paladino dei ceti più poveri della popolazione. Cioè di una fetta rilevante del suo elettorato. Se il bilancio della politica economica di Obama è dunque in chiaroscuro, tende drammaticamente al rosso in altri campi, che sarebbero dovuti essere il cavallo di battaglia del presidente uscente. L’acuirsi degli scontri razziali, per quanto sia opportuno fare la tara fra la realtà e l’immagine che ci viene data dai media tradizionali, secondo i quali pare in atto un tirassegno dei poliziotti sugli americani di colore, è un sintomo grave della difficoltà di integrare i neri nel sistema sociale americano, nonostante questi siano cittadini a tutti gli effetti da un secolo e mezzo. E questo è un messaggio che alcuni ingenui immigrazionisti di casa nostra, convinti che la buona volontà sia sufficiente a sconfiggere ogni discriminazione, dovrebbero in qualche modo tenere in considerazione.
Apertura impianti sciistici a rischio: “Chiudere il giorno prima creerebbe danni enormi”
L'Assessore Massimo Sertori: "La politica intervenga".
Massimo Sertori, assessore alla Montagna di Regione Lombardia, interviene sulle parole di Walter Ricciardi, in merito agli impianti sciistici. Il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza ha affermato che tale attività non è compatibile col contrasto della pandemia da Covid-19 e che quindi gli impianti “Non andrebbero riaperti”.
Approvate le linee guida degli impianti sciistici
“Ricciardi – ha spiegato Sertori – dice che non ci sono più le condizioni per l’apertura degli impianti di risalita. Ricordo che solo una settimana fa il Cts aveva approvato le linee guida proposte dalle Regioni per l’apertura in sicurezza. Rammento pure che tale documento contiene già forti limitazioni. E i gestori degli impianti si sono organizzati di conseguenza per l’apertura a partire dal 15 febbraio, così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm)”.
Mario Draghi e la cena insieme alla soubrette – la foto
L’economista Mario Draghi è impegnato in queste ore nella formazione di un nuovo governo. Ma chi è la soubrette con cui è stato a cena?
Mario Draghi è un esperto di economia, banchiere e dirigente pubblico italiano. Si è laureato all’Università di Roma “La Sapienza” ed in seguito ha completato la specializzazione nel “Massachussets Institute of Technology”.
Negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del tesoro. Successivamente, dopo aver lavorato per un breve periodo nella “Goldman Sachs”, viene nominato Governatore della Banca d’Italia, al posto dell’uscente Antonio Fazio.
Gli incarichi di prestigio ricevuti da Draghi nel corso della sua carriera sono innumerevoli. È stato presidente del “Financial Stability Forum” e del “Financial Stability Board”, oltre ad essere incaricato come direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale.
Il ruolo più importante tuttavia, lo ottiene nel 2011, quando ha ricoperto la carica di “Presidente della Banca Centrale Europea”, fino al 2019. In questo periodo ha dovuto affrontare la crisi economica relativa al debito delle Nazioni del vecchio continente.
Le 12 spiagge più belle del Brasile
Quali sono le spiagge più belle del Brasile? Che siate amanti della natura o della movida più sfrenata, appassionati di surf o alla ricerca di un po’ di relax, nella lista che segue troverete senz’altro la spiaggia che fa per voi!
Ecco la nostra personalissima classifica:
n.12 – Praia do Bonete, Ilha Bela
Per raggiungere una delle più belle spiagge di Ilha Bela è possibile optare per una gita in barca, che dura circa 30 minuti o, per i più avventurosi, un trekking di quattro ore nella foresta. Le difficoltà che incontrerete per raggiungere Bonete Beach verranno ricompensate dalla bellezza di questa spiaggia…
Gli Obama hanno aumentato di 30 volte il loro patrimonio da quando sono entrati alla Casa Bianca. Ecco come lo spendono
Il patrimonio netto di Barak Obama è stimato in 40 milioni di dollari.
- A parte la pensione a sei cifre che riceve come ex presidente, Obama ha guadagnato milioni dagli impegni come oratore e dai suoi libri più venduti.
- Sebbene Obama spenda i suoi soldi in molti modi, ama donare per beneficenza e fare vacanze con sua moglie, Michelle.
L’ex presidente Barack Obama è un uomo impegnato.
Dagli interventi a eventi in tutto il mondo alla stesura di un libro di memorie e, più recentemente, alla firma di un consistente accordo di produzione con Netflix, la vita di Obama dopo la Casa Bianca è stata piena e molto lucrativa.
Questi impegni – insieme alla pensione a sei cifre ricevuta da tutti gli ex presidenti – hanno contribuito in modo significativo al patrimonio netto stimato di Obama di $ 40 milioni.
Ecco come votano in Catalogna. Urne aperte, Sanchez sfida gli Indipendentisti
Ebbene sì, in Catalogna si vota. Sono aperte le urne nella ricca e divisa regione iberica anche se il timore di un forte astensionismo dovuto all’emergenza pandemica è concreto, malgrado il rigido protocollo sanitario. Per evitare gli assembramenti i seggi elettorali si sono moltiplicati e molti elettori hanno scelto il voto per posta.
I seggi elettorali per le elezioni parlamentari in Catalogna saranno tutti agibili. Lo ha assicurato oggi il consigliere per le relazioni esterne della Catalogna, Bernat Solé. “Con i dati che ci hanno fornito i consigli comunali, la costituzione dei seggi elettorali in tutta la Catalogna non è in pericolo. Il 99,9 per cento dei tavoli ha un numero di membri sufficiente per essere costituito senza problemi, il restante 0,1 per cento appartiene a comuni che non ci hanno fornito i dati ma con i sostituti non ci saranno problemi ad allestire i tavoli interessati”, ha detto Solé nel corso di una conferenza stampa. “Siamo preparati agli incidenti ma oggi sappiamo che tutti i seggi possono essere allestiti con la possibilità che i sostituti possano essere trasferiti ad altri tavoli che non sono i loro”, ha aggiunto Solé, sottolineando che 284.706 elettori hanno chiesto di votare per posta, ovvero il 350 per cento in più rispetto alle ultime elezioni del 2017.
Il voto nella regione lacerata tra campo secessionista e unionista e teatro della grave crisi indipendentista che ha scosso la Spagna nel 2017 registra una novità di rilievo, con l’ingresso sulla scena di Salvador Illa, che ha lasciato il suo incarico di ministro della Salute per candidarsi e presentarsi come promotore di una ’terza via' di dialogo. Illa spera di convincere un elettorato stanco della contrapposizione politica, che guarda soprattutto all’uscita dalla pandemia e alla ripresa economica.
Nella lista dei ministri c’è Brunetta con Di Maio: il governo Draghi è un’insalata mista immangiabile
Il commento di Massimiliano Cencelli, padre del famoso Manuale della lottizzazione della prima Repubblica, fotografa i ministri del governo Draghi in una frase icastica. “Nasce il governo del Vorrei ma non posso…”. In effetti, Super Mario, come uno chef stellato è stato costretto a cucinare col cibo in dispensa. Ma sono pietanze avanzate, che agli italiani già sono risultate indigeste.
Tanto per capire il menu, restano al loro posto Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Dario Franceschini, Roberto Speranza. E questo potrebbe bastare per capire che i superpoteri di Draghi hanno potuto poco contro l’avidità di Pd e M5s.
La lista dei ministri del governo Draghi
Alla fine, il presidente del Consiglio incaricato ha consegnato a Mattarella una lista dei ministri che è una insalata mista bizzarra. Cibo di qualità, come i tecnici di primo piano che ha inserito. In tutto sono 23 i ministri della squadra Draghi: 15 politici e 8 tecnici.
La delegazione più numerosa è quella dei 5 Stelle, partito che ha i gruppi parlamentari più consistenti a Camera e Senato. Nella squadra Draghi entrano infatti 4 ministri pentastellati e sono tutte riconferme (anche se in alcuni casi in ruoli diversi) del Conte 2: Federico D’Incà torna ai Rapporti con il Parlamento e Di Maio viene appunto confermato alla Farnesina. Mentre Stefano Patuanelli migra dal Mise all’Agricoltura e Fabiana Dadone dalla pubblica amministrazione alle Politiche giovanili.
La ricetta di Salvini: abbassare le tasse e alzare la guardia su clandestini e droga
«Abbassare le tasse esistenti a partire dall’Irpef, e non aggiungerne altre come patrimoniali o aumento dell’Imu. Questo già mi basta. Vorrei anche aumentare a 100mila euro il tetto della flat tax, sarebbe un bel successo». Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a "In Mezz’ora in più" su Rai3.
Le dimissioni di Arcuri e Lamorgese? «No», ha risposto secco Matteo Salvini. «Ora stiamo insieme per sconfiggere l’emergenza, poi ci divideremo», ha spiegato il leader della Lega aggiungendo «In questa fase nessuno avrà vita facile, Biden, Macron, per questo bisogna mettersi insieme e scegliere poche cose, non la riforma della Giustizia o della Costituzione, ma salute, lavoro, ritorno alla normalità dovrebbero unire tutti». Al ministro dell’Interno Lamorgese «chiedo un cambio di passo nella lotta alla droga, alla mafia e nella gestione dell’immigrazione clandestina. Credo che su questo con Draghi abbiamo una perfetta sintonia - ha detto ancora Salvini - Non chiedo politiche sovraniste, chiedo che in Italia si applichino le leggi come in Spagna e in Francia. Gli sbarchi nonostante il Covid in Italia sono triplicati. Gli immigrati regolari sono miei fratelli, hanno rispettato le regole. L’immigrazione controllata e qualificata è un fattore positivo, in tutto il mondo. L’immigrazione clandestina no».
«Se chiederò le dimissioni di Speranza? Il governo è appena partito....Comunque no, io ho voglia di costruire» ha aggiunto il leader della Lega.
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"Arcuri mi ha promesso che autorizza l'acquisto delle mascherine, ti faccio diventare ricco"
"Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto (...) Tu lasciami la... -
Berlusconi si conferma “Paperone della politica” al Parlamento italiano e a Bruxelles: ecco il tesoretto
Berlusconi si conferma il “Paperone della politica”. Sia al Parlamento italiano, che a quello di Bru... -
Disavventura a Sanremo per Orietta Berti: "Alle 22.05 mi hanno inseguita tre macchine della polizia"
Per la strada oltre l'orario consentito dal coprifuoco, Orietta Berti a Sanremo è stata inseguita e... -
Sarkozy come Berlusconi, giustizia politica. Non potrà candidarsi conto Macron
L'ex presidente francese Sarkozy stangato. Giustizia politica come in Italia: Berlusconi forse ride,... -
Boom di export di armi all’Arabia Saudita durante il governo Renzi
Il caso Arabia Saudita-Renzi continua a tenere banco nel dibattito politico italiano. Come ribadito... -
Sanremo 2021, Fiorello massacra Zingaretti (e non solo) in eurovisione: "Vuota come il leader Pd senza..."
L'Ariston vuoto ha sconvolto i piani di Fiorello, il conduttore - insieme ad Amadeus - della 71esima...
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Spigolature dai Social
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Classifica dei personaggi che piacciono di più su Instagram di Redazione Italia .
La lista e’ composta dai protagonisti della vita pubblica ,Politica ,Imprenditoriale,Cultura e dello spettacolo nazionale ed internazionale : Al primo... -
Contro Coronavirus e paura l’arma migliore è l’ironia
Se, come sosteneva Victor Hugo, «la libertà comincia dall’ironia», Milano è stata spesso una città libera, e a sottolinearlo rimangono le parole dei s... -
Indagati e condannati del PD (da maggio al 27 dicembre 2016) da Facebook
ELENCO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO (seguiteci su : https://www.facebook.com/ArrestatoPD/) ANNO 2016 3 maggio: Verdini rinviato a giudizio a Firenze 3 ma...
Cultura
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Il mare dentro di Stefania Sandrelli
Nascere sul mare e, dovunque andrai, porterai sempre con te un impercettibile grumo di sale sulla punta delle labbra. Il 5 giugno 1946 Otello Sandrell... -
Quando il confine fu venduto: il massacro nascosto di italiani
La storia di due fratelli, al termine della Seconda guerra mondiale, e il confine orientale ceduto ai titini Nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni le... -
Quel fascista di Gramsci (o forse no)
La storia di Mario, il fratello dimenticato del fondatore del Partito comunista italiano. E il giallo sulla sua fine: morì davvero mussoliano? Esiste... -
L’Odissea è “razzista”, un’altra follia della sinistra: un liceo cancella Omero. Meloni: «Ridicoli»
Non bastavano le critiche ai grandi classici della cultura, della letteratura e della filmografia Grease, Via col Vento e Shakespeare. Il politically... -
Che fine ha fatto il corpo di Adolf Hitler?
Il 30 aprile del 1945 Hitler si uccise nel suo bunker a Berlino. Ma che fine ha fatto il suo corpo? Lo rivelano alcuni documenti desecretati del Kgb B... -
MimìBeni Culturali Antonio Ligabue, l’urlo dalle pareti di un museo Superando la barriera dei pregiu...
Nei grandi musei italiani Antonio Ligabue non è mai entrato. Eppure il riconoscimento del suo valore è stato unanime. Ma le convenzioni sono state più... -
Rileggere la storia Comunismo e fascismo, due facce della stessa medaglia totalitaria. Ma il Pci fu...
Secondo lo storico Alberto De Bernardi, bisogna condannarli allo stesso modo, perché costituiscono i due lati della tara che ha insanguinato l’Europa... -
Apologia di comunismo; paesi dove il comunismo è illegale.
Sono oramai tristemente note le vicende legate alla legge Fiano, una proposta del partito democratico che consiste in nuovo articolo nel codice penale... -
“Banzai” di Alessio Di Mauro. Quando la satira di destra fa centro, più pungente che mai
C’è una bella satira di destra elegante, pungente, intelligente, che non ha nulla da invidiare ai soliti noti. Uno degli autori più brillanti è Alessi... -
Il Novecento e il confronto sulla modernità: da Longanesi a Marinetti, dal Futurismo a Pasolini
Sorpresa: una famosa scrittrice di libri scolastici, autrice di una delle diverse vignette di un libro scolastico per le elementari col testo “politic...
Scienza & Tecnologia
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Una virologa cinese afferma che il coronavirus è artificiale. Ma mancano le prove
La virologa cinese Li-Meng Yan ha riferito durante un'intervista che il governo cinese ha creato e diffuso il nuovo coronavirus intenzionalmente. Ma l... -
Coronavirus, scoperta una nuova variante inglese: potrebbe sfuggire ai vaccini
Come se non ne avessimo già abbastanza, sarebbe stata scoperta adesso una nuova variante inglese del Covid-19. Denominata B.1.525, è stata trovata in... -
Coronavirus, "morti ridotti del 60%": ecco che cosa "ammazza" il Covid, una scoperta che può fare la storia
Da uno studio, una speranza contro il coronavirus. Una speranza che risponde al nome di vitamina D, che ridurrebbe le morti per Covid-19 del 60 per ce... -
Ivermictina, "di coronavirus non si muore quasi più": l'antiparassitario sconvolge la scienza, cifre pazzesche
Un antiparassitario riuscirebbe a ridurre la mortalità nei pazienti Covid-19 con malattia moderata o grave. Si tratta dell'ivermictina, un medicinale... -
Vaccino anti-Covid, "febbre, allergie gravi e paresi facciale". Il bugiardino con gli effetti indesiderati di Pfizer Biontech
Gli effetti e le controindicazioni del vaccino anti-Covid della Pfizer, svelati dal rapporto ufficiale dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco. Il Tem... -
Coronavirus, così l'acqua ossigenata lo combatte: lo studio italiano, ma il ministero frena
Una scoperta tutta italiana: per prevenire e combattere il contagio da Covid nei soggetti paucisintomatici (con sintomi inferiori o di inferiore inten... -
Coronavirus, il farmaco che ferma il Covid: iniziati i test in Inghilterra, un'alternativa al vaccino
Dopo il vaccino si lavora per un farmaco in grado di sconfiggere il Covid. Gli scienziati britannici stanno lavorando all'ipotesi che una persona espo... -
Coronavirus creato in laboratorio a Wuhan, la denuncia in diretta tv della dottoressa Li-Meng Yan: "Il governo sapeva e ha nascosto tutto"
"Il coronavirus è stato creato in laboratorio a Wuhan". La dottoressa Li-Meng Yan ha lavorato alla Hong Kong School of Public Health prima di denuncia... -
Coronavirus, lo studio che stravolge tutto: "Mortalità ridotta del 30 per cento", è la cura definitiva?
Secondo uno studio italiano, l'idrossiclorochina, il vecchio antimalarico tornato alla ribalta in questi mesi per il suo uso (contestato) nella cura d... -
I grandi esperti 2 / Ancora Ricciardi (Oms): le mascherine ai sani non servono a niente, inutile vadano a ruba
Quante ne sa l’Oms! Una più del covid. Ecco un significativo documento video datato 25 febbraio 2020 in cui l’autorevole consigliere del governo profe...
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La profezia
"Attenzione al pericolo giallo. Nei prossimi decenni ci dovremo guardare dall'espansionismo cinese.... -
Adolf Hitler, 70 anni dopo spunta il video privatissimo: la sua intimità con Eva Braun
Spunta un nuovo, clamoroso, filmato che ha come protagonista Adolf Hitler. Come sottolinea Dagospia,... -
Bologna 1919. Costituzione del primo Fascio di combattimento
Un centinaio di ex combattenti, in prevalenza repubblicani, anarco-sindacalisti e nazionalisti, si r... -
«Mussolini ha salvato circa tremila ebrei durante la seconda guerra mondiale»
Un’affermazione quella fatta da Israel Corrado Debenedetti domenica nel corso del convegno sugli ebr...
Made in Italy
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Teresa Bellanova favorevole agli Ogm e al Ceta. La rabbia di Salvini: "Alla faccia del made in Italy"
"Sugli Ogm voglio aprire un confronto rapidamente anche con le parti imprenditoriali, è un tema deli... -
Nuovi strumenti per ridurre l’impronta ambientale delle filiere
Oltre 200 imprese di sei Paesi europei coinvolte in iniziative per ridurre l’impronta ambientale di... -
Adesso la Francia "ci ruba" il Parmigiano Reggiano
La multinazionale francese Lactalis punta dritto verso il Parmigiano, dopo essersi già comprata Parm... -
Tuteliamo i marchi storici e il Made in Italy
La volete sapere l’ultima? La Lega si sta opponendo all’inserimento della cosiddetta “norma Pernigot... -
Pacchetto crescita: allo studio contrassegno dello Stato a tutela del made in Italy
Il rispetto della proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione diventano due temi strategi...