Onore ai medici ed infermieri in prima linea.Grazie da Redazione Italia
Piano Recovery Fund, la figuraccia di Conte coi dati del Pil
Nel documento si parla dell'obiettivo di raddoppiare la crescita economica: da un +0,8% di media registrato nell'ultimo decennio fino al + 1,6% della media europea: peccato che il dato nazionale sia quattro volte inferiore
Anche se si è trattato di un errore in buona fede, o meglio "un mero errore materiale", come definito successivamente da non specificate fonti vicine al governo (pure se un errore così marchiano con tutto lo staff dietro a sudare, reperire e correggere i numeri necessari per permettergli di andare davanti alle telecamere senza essere totalmente sprovveduto, quantomeno in apparenza), Giuseppe Conte questa volta l'ha sparata davvero grossa.
A cogliere in fallo l'esecutivo, quando sono stati esplicati dinanzi alle Camere i punti sui quali dovrebbe articolarsi il cosiddetto Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), che segue le linee guida del Recovery fund tracciate da Giuseppe Conte, è Mario Giordano in un articolo pubblicato sul quotidiano "La Verità".
"Se le Camere lo riterranno opportuno, il governo è disponibile a riferire sulle linee essenziali del documento, sia nelle sedi decentrate delle commissioni sia nella sede plenaria dell'assemblea", aveva comunicato il premier in una lettera, come riportato da Repubblica. "In ciascuno dei passaggi, nello spirito di massima collaborazione e sinergia tra governo e Parlamento, sarà assicurato il pieno coinvolgimento delle Camere al fine di recepire indirizzi, valutazioni e proposte concrete di intervento. L'attuale fase programmatoria rappresenta uno snodo strategico, una occasione storica irrinunciabile per il successo della azione economica e per le prospettive di crescita e di modernizzazione dell'Italia", aveva aggiunto ancora. "Certamente la sfida che ci attende è estremamente complessa e necessita del dispiegamento delle migliori energie e competenze del Paese nonché del costante dialogo e collaborazione tra le Istituzioni".
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Sbaglia tutto sul Forlanini. La Lega spiana Zingaretti
Zingaretti sbaglia tutto sul Forlanini. L'affondo viene da Laura Corrotti, consigliere regionale della Lega. Sul sito 7Colli la Corrotti spiga come "la proposta del presidente Zingaretti di ospitare al Forlanini la sede dell’Agenzia europea per la Ricerca Biomedica e per la gestione delle crisi sanitarie è l’ennesimo colpo di teatro per non parlare della riapertura dell’Ospedale".
Il recupero del Forlanini, infatti, passa attraverso la sua riapertura ai cittadini del Lazio. Evitando proposte parziali che non affrontano seriamente la questione Forlanini. "Insomma, nel Lazio grazie a Zingaretti si continua a non pensare a ricostruire la sanità pubblica, come se la lezione del Covid-19 non fosse bastata - scrive Laura Corrotti - Ospitare a Roma Agenzie come quella per la Ricerca Biomedica e per la gestione delle crisi sanitarie è sicuramente un passo in avanti nel percorso di crescita della Capitale. Ma sarebbe opportuno inserirla in una delle tante strutture sparse per la città anziché togliere, una volta per tutte, il futuro all’Ospedale Forlanini".
Caos Procure, ricorso bocciato: Luca Palamara espulso dall'Anm
Cacciato via dall'Anm. Diventa definitiva l'espulsione per gravi violazioni del codice etico di Luca Palamara dall'Associazione nazionale magistrati, di cui è stato presidente negli anni dello scontro più duro con il governo Berlusconi.L`assemblea generale degli iscritti al sindacato delle toghe, riunita a ranghi ridottissimi (un centinaio i presenti a fronte di 7mila soci) ha confermato il provvedimento del 20 giugno scorso del Comitato direttivo centrale dell'Anm, bocciando il ricorso del pm romano sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e imputato a Perugia per corruzione. Solo 1 voto a favore del ricorso.
L'Azzolina vuole ispezionare la minigonna. Non è ora di mandare a lei l'ispezione?
Alla rocambolesca riapertura della scuola mancava solo il caso “minigonna” scoppiato ieri in un liceo di Roma, il Socrate. L'ha innescato la vicepreside che avrebbe raccomandato alle ragazze di non venire a scuola in abiti succinti e gambe scoperte perché altrimenti ai professori “cade l'occhio” e così non riescono a fare lezione.
Frase infelice, che ha provocato la reazione delle studentesse e dei loro compagni che in risposta d'ora in avanti adotteranno la minigonna come divisa: i maschietti sono alla disperata ricerca di kilt scozzesi. L'ondata puritana ha travolto i social dove la vicepreside è stata linciata, e più di lei il presunto occhio malandrino dei professori. Ma c'è anche chi se l'è presa con le minigonne sostenendo che a scuola si deve andare vestiti in modo “appropriato”.
Il dibattito ha infiammato anche la politica nell'ultimo giorno di campagna elettorale e ha dato una sponda fantastica alla ministra Lucia Azzolina che - non avendo altro a cui pensare - si è vestita da giustiziera inviando una ispezione in quel liceo. È soprattutto questo l'errore compiuto dalla vicepreside: avere dato una straordinaria arma di distrazione di massa per non fare cascare l'occhio - questo sì - sulle condizioni in cui è stato costretto a riaprire anche il liceo Socrate, come troppe scuole italiane. Non sono arrivati i banchi dell'ineffabile Domenico Arcuri, e gli studenti ascoltano le lezioni sulla sedia. Mancano professori e bidelli e in queste condizioni a scuola si apprende meno di quel che avveniva a distanza durante il lockdown. Si è riaperto in aule dove ci saranno almeno 40 gradi all'ombra e con l'obbligo di mascherina, ed è già tanto che così gli alunni non vengano in costume come sarebbe naturale.
Rocco Casalino, fuori tutte le cifre: il suo stipendio più alto di quello di Giuseppe Conte
Rocca Casalino, visto il suo ingente stipendio, può essere considerato l'uomo più invidiato d'Italia. L'ex gieffino oggi portavoce di Giuseppe Conte vanta infatti una busta paga più pesante di quella del premier. Secondo Termometro politico, in base ai compensi dei collaboratori resi noti da Palazzo Chigi, Casalino guadagna 169.556,86 euro all’anno. Nel dettaglio allo stipendio base del capo comunicazione, che dovrebbe essere di 91.696,86 euro, vanno aggiunti 59.500 euro di accessori e 18.360 euro di indennità. Insomma, Casalino - a conti fatti e divulgati dal sito di Dagospia - risulterebbe essere più pagato di un parlamentare e di un presidente del Consiglio.
Rai contro Andrea Romoli, giornalista del Tg2: "Clandestino violento" l'assassino di Don Roberto Malgesini, vogliono punirlo
È necessario, in questa Italia folle, chiarire un concetto: non è che uccidere un santo rende santo l'assassino. Le due parti in tragedia non coincidono. Invece siamo arrivati a questo: parlar male del tunisino Ridha Mahmoudi, che ha piantato il coltello nella gola di don Roberto Malgesini, è considerato oggi dall'opinione pubblica della sinistra, che domina una Rai al servizio dei giallorossi, un reato imperdonabile, sicuramente più grave del martirizzare il prete che gli porgeva la mano per amore. Vietato esporre le circostanze fattuali, che di per sé hanno il torto di sembrare un'opinione, ma si limitano solo a raccontare la realtà. Trattasi di un immigrato, clandestino, pregiudicato per estorsione, allontanato dalla famiglia perché maltrattava la moglie. Folle? La nomea si è diffusa subito, per il comodo di una narrazione dove colpevole è chi non lo ha accolto e lo ha vessato. Per il gip che lo ha interrogato attentamente era però perfettamente in grado di intendere e di volere, al punto da avere premeditato lo sgozzamento. Il fatto che avesse immaginato un complotto ordito da prefetto, medico e prete per sbatterlo fuori dall'Italia, non è indice di incapacità di intendere e di volere. Abbiamo deputati e sottosegretari che giurano sull'esistenza delle sirene e sostengono la congiura delle scie chimiche.
E ci governano. Ridha è pure così furbo che per sembrare matto ha prima confessato il delitto, poi ha negato di essere lui ad aver pugnalato il suo benefattore. Guai a dirlo. Bisogna avvolgere l'assassino in un'aura di inconsapevolezza, perché come è noto i clandestini sono buoni per definizione e se uccidono è perché sono stati innervositi dall'ingiustizia fino a perdere la trebisonda.
Torino, immigrato picchia un 46enne e “sfida” la polizia: «Sono un campione di arti marziali»
Ecco la lista dei 13 impresentabili. Spuntano i candidati che imbarazzano Emiliano e inguaiano De Luca
18 set 2020 di Luisa Perri
Sono tredici i nomi “sanzionati’ dalla Commissione Antimafia, che ha reso nota la lista dei cosiddetti impresentabili’ per le regioni e i comuni che andranno al voto il 20 e 21 settembre. «Non ci sono esponenti di Fratelli d’Italia e ne sono contenta. Siamo uno dei pochi partiti che non hanno impresentabili». Così Giorgia Meloni, commentando la notizia a Stasera Italia su Rete 4.
Candidati alle prossime elezioni finiti nelle maglie della “disciplina recata dal decreto legislativo numero 235 del 2012, la cosiddetta Legge Severino e del codice di autoregolamentazione cui la stessa Severino rimanda.
Gli impresentabili sono nove in Campania nelle liste per le Regionali, tre in Puglia e uno in Valle d’Aosta. Cinque candidati sono scesi in campo con il governatore Vincenzo De Luca, due sono candidati con Michele Emiliano e uno è l’ex presidente della Val D’Aosta Rollandin, già condannato per corruzione.
Regione Lazio, debito monstre. Storace: supera i 22 miliardi
In Regione Lazio si scialacqua alla grande. Le cifre tirate fuori parlano da sole: l'attuale debito è pari a oltre 22,5 miliardi di euro – che diventa di 28 miliardi nel conto del patrimonio – e non finisce qui. Perché bisogna aggiungere l’elevato valore del contenzioso giurisdizionale pendente che si aggira intorno ai 3 miliardi. Chi deve rispondernne? L’attuale governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
"Altro che la fanfaronata dei dieci miliardi del centrodestra. Il debito della Regione Lazio è monstre. Chi deve risponderne è proprio l’attuale governatore, che pure ha ricevuto tanti quattrini in più per il governo dell’ente" scrive sul sito 7Colli.it il vicedirettore de Il Tempo Francesco Storace che sottolinea: "Ovviamente non lo leggerete sui quotidiani che tanto coccolano il segretario del Pd, ma le sue gesta alla guida della regione sono impressionanti. Basta leggere non quanto dice un esponente di quei faziosoni del centrodestra; ma la requisitoria di una brava consigliera regionale di un partito alleato a livello nazionale, Valentina Corrado dei Cinquestelle (nella foto col presidente). Che ha messo in colonna le cifre e ha smontato il bilancio della regione".
“Preoccupa l’elevata consistenza del debito regionale” ha denunciato la Corrado. La consigliera pentastellata
Quel fiume di soldi alla Chiesa tedesca che Ratzinger voleva eliminare
La Chiesa tedesca gode di uno status particolare: è la tassa ecclesiastica versata dai cattolici a garantire ricchezza. Ma i cattolici non ci stanno più
La "tassa ecclesiastica" della Chiesa tedesca distingue il contesto cattolico teutonico da tutti gli altri. È anche per questo che l'episcopato tedesco ha più potere degli altri, ammettono i conservatori. Quelli che sono da sempre favorevoli ad una revisione della regola.
In qualche modo, Joseph Ratzinger ci aveva provato. Ma l'abolizione della "decima" prevista per i cattolici che risiedono in Germania è rimasta un tabù. Dopo il pontificato del tedesco, a parte le affermazioni del "fronte tradizionale", non se n'è più parlato.
ll procedimento per questa tassazione è praticamente automatico. Per essere sottoposti al regime di prelievo della Chiesa cattolca tedesca basta il solo battesimo. Poi scatta un obbligo di versamento, che corrisponde all'8-9% del proprio reddito lordo. Ne sa qualcosa il campione del mondo Luca Toni cui, ad un certo punto, venne chiesta di punto in bianco una cifra pari a circa un milione e settecentomila euro in quanto cattolico.
Serie A, solo le regioni di sinistra possono riaprire gli stadi: governo a senso unico, club in rivolta
Aiutateci a capire. La questione della riapertura degli impianti sportivi, in particolar modo degli stadi di calcio, sta sempre più infilandosi in un polverone che è lo stesso governo a contribuire a mantenere vorticoso, permettendo e producendo eccezioni e trattamenti diversificati che disorientano: sia le società che dagli impianti dovrebbero trarre ricavi con i quali sostenersi; sia la gente comune, ossia i frequentatori di quelle strutture oramai divenute dei non-luoghi. Ieri il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha rilasciato come suo costume una dichiarazione via Facebook che ha generato fermento e, invece di chiarire, ha prodotto altri punti interrogativi.
«Finalmente già a partire dalle semifinali e dalle finali degli Internazionali di tennis potranno assistere mille spettatori a tutte le competizioni sportive che si terranno all'aperto e che rispetteranno scrupolosamente le regole previste in merito al distanziamento, mascherine e prenotazione dei posti a sedere». Quindi da domani cancelli aperti ai fortunati che avevano già avuto il biglietto per il torneo di tennis e riusciranno a farne richiesta via mail. Una decisione logica, quella di riaprire, che tuttavia arriva dopo giorni di pressioni e attacchi pesanti, su tutti quello del presidente della Federtennis Binaghi che aveva giudicato «un'idiozia» tener chiuse le porte del Foro Italico. Si parla di soldi, è vero, però senza false ipocrisie è inevitabile che, oltre al lato sportivo, in una manifestazione come gli Internazionali quello economico giochi un ruolo pesantissimo, soprattutto in questo 2020. L'apertura del ministro non può non coinvolgere anche il calcio, che nei mesi scorsi ha fatto pressing per cercare di far tornare il pubblico negli stadi proprio alla vigilia della partenza dei campionati, con un piano dettagliato proposto da Lega serie A e Figc fin qui rimasto nel limbo.
Il centrodestra sbanca Firenze: piazza piena per i leader e la Ceccardi: «Tira un’aria nuova»
Anziano massacrato a calci e pugni da un immigrato a Vicenza. Meloni: «Gli italiani sono stanchi»
16 set 2020 di Carlo Marini
«Anziano coraggioso interviene a Vicenza, per aiutare una donna maltrattata e viene pestato da uno spacciatore. Per lui anche la frattura del femore. Come è ridotta l’Italia?». Lo scrive su Facebook Giorgia Meloni.
«Gli italiani – prosegue il presidente di Fratelli d’Italia – sono stanchi di vivere in una giungla, pretendiamo sicurezza, legalità, controllo del territorio e certezza della pena. Delinquenti in galera, persone oneste libere di vivere senza paura di essere aggredite».
L’episodio, verificatosi nel pomeriggio di ieri nella zona del mercato ortofrutticolo di Vicenza, è stato filmato da alcuni residenti, che hanno indirizzato gli investigatori al responsabile. L’anziano di 73 anni, era intervenuto per difendere una ragazza che stava subendo l’aggressione dello spacciatore, uno straniero residente da tempo in Italia. Il pusher di origine ungherese stava malmenando quella che si è rivelata la sua compagna.
Il video dell’aggressione all’anziano
Dal filmato emerge che l’anziano si avvicina allo spacciatore immigrato e lo invita a fermare la sua furia contro la donna. A quel punto, il criminale gli sferra dapprima un pugno e poi lo scalcia alla testa, allontanandosi in bicicletta con la donna. L’anziano si trov attualmente ricoverato all’ospedale San Bortolo con una frattura al femore, e sospette lesioni al capo.
Salvini convinto: quei commercialisti? Persone oneste, sono tranquillo
Parole da incorniciare. “Ho pieno rispetto per il lavoro di giudici e avvocati. L’inchiesta finirà nel nulla come sono finite nel nulla tutte le inchieste sulla Lega che vanno avanti da anni”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini parlando a Dritto e Rovescio su Rete4 dell’inchiesta sui fondi del Carroccio che ha portato all’arresto di tre commercialisti. “Sono tranquillo, conosco due di quei commercialisti e sono persone oneste, corrette e per bene. La Lega prende i soldi dagli italiani che volontariamente li destinano al partito con il 2 per mille, dagli eletti che danno parte dello stipendio e dagli imprenditori che vogliono darci una mano. Non prendo soldi dai russi, dai cinesi o dai capannoni”, ha aggiunto.
Mussolini visto da Fausto Leali e da Scurati: il marchio del fascismo sempre utile per fare audience
Il Duce ha fatto cose buone? Immancabile il parere dell’Anpi che arriva puntuale anche per il caso Fausto Leali. Sembrerà buffo ma l’organizzazione che si arroga il dovere di dire cosa si può dire e cosa no sul fascismo interviene anche sul Grande Fratello vip. E’ lì che si fa la storiografia, ormai, nella casa messa su per compiacere il guardonismo tricolore.
Fausto Leali ha votato per il centrosinistra
Ebbene lì Fausto Leali (che alle ultime elezioni ha pure votato per il centrosinistra) ha parlato di Mussolini e del fascismo. Chiacchiere da bar, non certo una lectio magistralis. Eppure quell’accenno al fatto che qualcosina di buono il Duce l’avrebbe pure fatta, anche se si ricordano solo le cose negative, è bastato per scatenare il popolo social. Che popolo sarebbe poi? Gente che sta incollata allo smartphone e vi sfoga le proprie frustrazioni. Ma un popolo virtuale non fa un popolo vero. Eppure viene spacciato per tale.
SCUOLA, SIAMO CHIUSI
Ma con una agibilità igienico sanitaria delle scuole del Sud al 15% contro il 67% del Nord, che cosa vi aspettavate? Lo sapete o no che la certificazione dell’agibilità/abitabilità nelle scuole delle regioni del Mezzogiorno è sempre inchiodata al 15% mentre nelle regioni del Nord supera abbondantemente il 60%? Vogliamo aprire il capitolo dell’edilizia scolastica per capire quante risorse ha avuto una regione e quante un’altra? Fermiamoci qui perché l’imbarazzo e la vergogna della diseguaglianza costruita a tavolino fanno venire la pelle d’oca. Ma vi rendete conto a quale abisso civile e sociale conducono i giochetti della Spesa Storica e quel tratto di penna che abolisce i diritti di cittadinanza scolastica sin dalla culla delle bambine e dei bambini del Mezzogiorno? Ma la vogliamo smettere di prenderci in giro raccontando le solite favole e cominciare magari per una volta a dire come stanno realmente le cose?
Questa fake news nazionale per cui si afferma ostinatamente che le scuole riaprono può almeno puntualizzare che, tranne pochissimi casi isolati, le scuole del Sud sono chiuse? Aspettano ancora i banchi monoposto e i professori, ma qualcuno dovrebbe anche ricordarsi che sono anni che molte di quelle scuole, da molto prima del Covid, attendono ancora sapone e carta igienica. Di fronte alla scienza tecnica di Fabrizio Galimberti che attinge a piene mani dai Conti Pubblici Territoriali (vedi pag. 2 e 3) e alla analisi lucida di un uomo del Nord che capisce come pochi di scuola e industria, Patrizio Bianchi, non posso che alzare le mani e concordare in tutto e per tutto con loro.
Flavio Briatore, il membro del Cts Richeldi gli dà ragione: "Giusto il suo messaggio sul Covid"
“Nelle parole di Flavio Briatore c’è un messaggio giusto: questa non è una malattia da considerare mortale o gravissima, soprattutto oggi che abbiamo le conoscenze su come trattarla”. Così Luca Richeldi ha commentato a Sky Tg24 la prima uscita pubblica dell’imprenditore del Billionaire, che è tornato a Montecarlo dopo aver superato la positività al coronavirus. Il direttore dell’unità di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma è anche un componente del comitato tecnico scientifico che si occupa dell’emergenza coronavirus, quindi il suo parere è da considerare autorevole: “Il fatto che la polmonite da Covid non sia la peggiore lo sappiamo, ma che sia meglio evitarla è lapalissiano. Ciò non toglie che chi si ammala oggi è più fortunato rispetto a chi si è contagiato mesi fa. C’è più tempo per le cure”.
L’altro giorno Briatore si era espresso così sulla sua esperienza diretta col Covid: “Non voglio minimizzare la malattia, ma lo scorso anno sono stato molto male, ho avuto una polmonite per la quale sono stato ricoverato anche in quel caso al San Raffaele e sono stato malissimo, niente di paragonabile a come sono stato in questi 24 giorni. Non voglio banalizzare ma la mia esperienza è stata questa. Ho capito che il Covid può essere sconfitto e non bisogna alimentare fobie e isteria collettiva che porterebbe ad una distruzione sociale. Sono stato male due giorni, per il resto molto meno di una polmonite”.
Salvini, minacce e aggressioni stanno superando il limite. Ho il diritto o no di fare campagna elettorale?
La tensione della campagna elettorale, con minacce e aggressioni, si rivolge in particolar modo contro il leader della Lega Matteo Salvini. Il quale scrive una lettera al direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, chiedendo che siano garantiti i diritti dell’opposizione.
Salvini e la lettera a Fanpage
“Ho deciso di scriverle una lettera aperta prima che la tensione di questi giorni diventi qualcosa di più e di peggio”, esordisce Salvini. Ma chiarisce subito dopo di non essere preoccupato per la sua persona, essendo abituato a insulti e minacce.
In Campania e Toscana militanti della Lega presi di mira
“Per questo sono sicuro che mi capirà – continua – quando le dico che la mia preoccupazione è per il consigliere comunale della Lega di Torre del Greco aggredito ieri, è per le decine di segnalazioni di continue aggressioni, lanci di sedie, tagli di fili per sabotare comizi, vandalismi e assalti ai nostri banchetti, proclami violenti sui social, che ricevo ogni giorno dai nostri militanti in Campania e non solo. In Toscana per ben due volte a essere presi di mira sono stati perfino dei semplici ristoratori, a Pontassieve e Bagno a Ripoli, colpevoli soltanto di aver accettato di ospitare un tavolo a nome Lega Salvini”.
Trump, 10 anni di carcere a chi abbatte statue
Torna sui temi dell’identità made in Usa il presidente Trump. “Gangster di sinistra hanno buttato giù statue dei nostri padri fondatori” e per chi abbatte monumenti senza autorizzazione sono previsti 10 anni di carcere. Così il capo della Casa Bianca durante il suo intervento agli Archivi Nazionali, a Washington, sulla storia americana. Rilanciando il suo attacco contro la “cancel culture” il tycoon ha assicurato che gli eroi americani “non saranno dimenticati” e che agli studenti sara’ insegnato “sd amare l’America con tutto il cuore”.
O’ Ministro voleva un bagno di folla, accontentato con un gavettone
IL GAVETTONE: non era certamente questo il “bagno di folla” al quale aveva pensato il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, andando in piazza a San Giorgio a Cremano, nella natia Campania per la natia campagna a favore del sì per il prossimo referendum e per la pretendente grillina al trono di Napoli, città che conobbe altri troni e altri monarchi, prima che da lassù arrivassero i piemontesi.
E per la verità Giggino, come è affettuosamente spesso e talvolta denigratoriamente chiamato, il ministro (‘O ministro), aveva potuto tuffarsi, mascherinato perché lui non è un Matteo qualunque, in una folla di questuanti di selfie, qualcuno ma solo qualcuno a viso scoperto e tutti armati di cellulare dì ordinanza a registrare la visita dell’autorità al gazebo. Tutto andava per il meglio per il ministro e i suoi sostenitori, quando da mezza altezza fra la bella terra di Campania e le stelle (più di cinque) su nel cielo, invisibili in quel momento, è piovuta, da una terrazza, l’acqua gelata del gavettone. Una specie di involontario sequel del celebre “ice bucket challenge”, sfida che un lustro fa ha entusiasmato celebrities e followers, un secchio d’acqua gelata e una donazione per combattere la Sla, iniziativa alla quale aderirono tra i tantissimi Bill Gates e campioni dello sport, come Federica Pellegrini, sempre pronti a partecipare non solo alle competizioni ma anche alle buone cause ed a quelle civili.
Giggino non ha fatto una piega: del resto un vero diplomatico non si scompone di fronte a niente ed il ministro degli Esteri è il numero uno della diplomazia, quell’arte politica che fu magistralmente svelata dal poeta romano e romanesco Trilussa che concludeva un suo sonetto su quest’arte con le seguenti terzine: “Presempio, s’io te dico chiaramente/ ch’ho incontrato tù moje con un tale/ sarà sincero sì, ma so imprudente./ S’invece dico – Abbada co chi pratica -/ tu resti cò le corna tale e quale/ ma te l’ho detto in forma dipromatica”.
Azzolina inciampa sulla tesi: la Lega presenta la mozione di sfiducia contro la ministra
La Lega ha depositato in Senato la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Nel «j’accuse» leghista si censura l’inadeguatezza del titolare del ministero della Pubblica istruzione e «la disastrosa gestione della scuola che sta tenendo in tensione famiglie, studenti e personale». Si imputa al Ministro la responsabilità di non aver fornito «certezza sul proprio destino a 8 milioni di studenti». Oltre a ciò, nell’atto di sfiducia presentato a Palazzo Madama si afferma: «Il Governo non ha alibi e l’incapacità di chi lo rappresenta pesa ormai irrimediabilmente sulla vita e sulla formazione dei nostri ragazzi. Servono risposte immediate, non c’è più tempo e senza ripartenza in sicurezza della scuola non riparte l’intero Paese».
Nel mirino della Lega anche la tesi di laurea e la carriera del ministro Azzolina avvolte dalla nebbia del sospetto: «C’è il dubbio - si legge nella mozione - che la Ministra Azzolina abbia commesso reato di plagio e di violazione del diritto d’autore, copiando da opere altrui interi brani sia nella sua tesi per la Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, discussa all’Università di Pisa nel 2010, sia nelle due tesi di primo e di secondo livello, discusse all’Università di Catania, mettendo per giunta in vendita i tre elaborati su un sito specializzato». In Germania il ministro dell’Istruzione Annette Schavan, accusata di analogo reato, si dimise, così come era stato costretto a congedarsi dal governo, per la stessa accusa, anche il ministro della difesa Karl-Theodor zu Guttenberg.
Immigrazione, il sociologo Asher Colombo: "Un quarto degli omicidi sono commessi da stranieri"
Asher Colombo è sociologo delle migrazioni internazionali all'università di Bologna, presidente dell'Istituto Cattaneo. Esprime subito il suo pensiero su don Roberto Malgesini, il prete ammazzato a Como. "Il grande tema che emerge è il contributo degli stranieri irregolari alla criminalità e reati gravi come l'omicidio. Il loro ruolo nei reati gravi si può evincere dai dati. Nonostante questo caso drammatico il totale degli omicidi compiuti anche dagli italiani è in forte calo (331 nel 2018 rispetto ai 627 del 2007). Dagli ultimi dati in possesso: tra 100 autori di omicidio identificati gli stranieri sono un quarto. Però la quota degli stranieri in Italia sulla popolazione è inferiore al 10%. Questo significa che la percentuale di stranieri che si sono macchiati di omicidio è superiore rispetto alla presenza totale in confronto alla popolazione. E più della metà degli omicidi perpetrati da stranieri sono compiuti da irregolari".
Colombo poi spiega, in una intervista al Giornale, che gli irregolari sono soprattutto coinvolti nei reati minori come furto e spaccio. "Degli stranieri coinvolti nella microcriminalità, il 70-80% sono irregolari. Questo significa che l'argine più importante per i reati minori è l'integrazione. Negli ultimi anni sul totale degli irregolari rintracciati vengono rimpatriati fra il 20 e 25%. Espulsioni difficili? Le difficoltà sono di natura burocratica legate all'identificazione. E per identificarli è necessaria la collaborazione dei paesi di origine. Talvolta è difficile individuare il paese da dove arrivano realmente. Non hanno documenti e usano degli alias. E poi i rimpatri sono costosi. Per espellere una persona ci vogliono migliaia di euro. La Fondazione Moressa ha fatto un calcolo probabilmente sottostimato attorno ai 4-5mila euro", conclude Colombo.
«In Italia ci vorrebbe Mussolini e la marcia su Roma»: la nonna di Fedez spiazza il nipote
«In Italia ci vorrebbe Mussolini e una marcia su Roma»: la nonna di Fedez sconvolge il nipote rivelandosi una mussoliniana convinta. Alla faccia del politcally correct alla Ferragnez. E così, dopo il botta e risposta Fedez/Giorgia Meloni, ecco la nonna di Fedez contro il nipote. Il motivo del contendere è il punto di vista sul fascismo. O meglio, riuscire a restituire a ideologia e termine che la esprime, il giusto valore, la sua legittima interpretazione. Specie in tempi come i nostri, intestati a declinazioni e attribuzioni improprie e strumentali. Così, proprio la campagna demagogica di Fedez e di sua moglie Chiara Ferragni contro il fascismo, che imperversa sul web, fa tornare virale sui social un video girato recentemente. Immagini e parole che hanno tenuto banco a lungo nei mesi scorsi. E che anche oggi rischiano persino di far passare in secondo piano il clamore suscitato ad arte dalla Ferragni e dal marito.
«In Italia ci vorrebbe Mussolini»: l’arzilla nonna di Fedez sconvolge il nipote
Tutto si svolge nel giro di pochi istanti, durante la realizzazione di un podcast, «Muschio Selvaggio», a cui partecipano lo youtuber Luis Sal, il trapper Bello Figo e, per l’appunto Fedez e sua nonna: Luciana. La vivace signora, che nessuno ancora sospettava fosse una mussolininana convinta, è ospite del nipote. Nonostante i suoi 80 anni la donna sembra declinarsi bene alla situazione. Adeguarsi al dialogo giovanilistico. Divertirsi persino con quei giovani così diversi da lei e magari anche lontani dal suo modo di pensare e vedere le cose. E infatti, di lì a poco, succede il patatrac: l’arzilla nonna Luciana sconvolge il nipote Fedez e mette a tacere in un sol colpo rapper e trapper, amici e conviviali del nipote vip. Come? Semplicemente dichiarandosi a favore di Benito Mussolini.
Willy Monteiro, reddito di cittadinanza a fratelli Bianchi e complici: in tutti hanno incassato 30mila euro
Gli ultimi dettagli emersi su Marco e Gabriele Bianchi sono a dir poco inquietanti. I fratelli accusati di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte non solo erano tipi loschi e senza alcun tipo di etica e di morale, ma percepivano pure il reddito di cittadinanza. Proprio quello che il M5s si appunta al petto come una medaglia, ma che in realtà è sempre più un disonore per la feccia che ha favorito. Non solo i fratelli Bianchi (e il padre), anche gli altri due arrestati (Mario Pincarelli e Francesco Belleggia) percepivano il famoso sussidio grillino.
Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, l’indagine patrimoniale sulla famiglia Bianchi è stata disposta dalla procura dopo che nei giorni scorsi erano emersi dubbi sul reddito dei ragazzi arrestati: ostentavano suv, orologi e abiti firmati pur non avendo un vero lavoro, per non parlare dalla bella vita immortalata sui loro social tra hotel facoltosi su vista mare e vacanze di un certo livello. Insomma, i sospetti erano più che leciti e infatti sono stati confermati: complessivamente i tre nuclei familiari avrebbero percepito circa 30mila euro, soldi che potrebbero essere chiamati a restituire allo Stato. A fare domanda di reddito di cittadinanza sono stati i rispettivi capifamiglia, che dunque potrebbero essere indagati in caso di dichiarazioni mendaci.
Vicenza, l'anziano preso a calci in faccia: "Salvarla era un obbligo". Ma la vittima: "Il mio Alberto non ha fatto niente"
Ora parla Vittorio Cingano, il 73enne preso a pugni e calci in faccia dallo spacciatore di origine ungherese a Vicenza. Si parla del video che ha sconvolto l'Italia: il pensionato che interviene per difendere la fidanzata che il bruto stava tenendo per il collo e questo che aggredisce il signore con una violenza selvaggia, orribile, terrificante. Vittorio ha rischiato grossissimo. "Lo so. Ma non c’era scelta: era mio dovere intervenire", spiega in un'intervista al Corriere del Veneto.
L'aggressore, un 25enne, per inciso è stato arrestato con l'accusa di lesioni aggravate dai futili motivi, dalla crudeltà e dalla minorata difesa. Le immagini del video parlano da sole. Eppure per Carolina, la fidanzata del balordo, di 31 anni, "Alberto non ha fatto niente". Alberto, ovviamente, è la bestia che ha pestato Cingano. Assurdo, se si considera che l'anziano era intervenuto per difenderla. "Passavo di lì, ho visto quel tizio che stava aggredendo una ragazza. La prendeva a schiaffi, le stringeva la mano al collo, inveiva contro di lei...", racconta dall'ospedale dove è ricoverato, con una prognosi di 45 giorni.
Governo, così fanno la guerra ai supermercati. Il ministro Bellanova vuole decidere i prezzi: stop agli sconti
Stop agli sconti nella grande distribuzione. L’ultima crociata del governo vede protagonista Teresa Bellanova, ministra renziana delle politiche agricole. La quale, durante un incontro con le associazioni del settore a Torre del Lago, in Toscana, si è scagliata contro i supermercati, colpevoli, secondo lei, di «deprezzare» i prodotti made in Italy mettendoli sullo stesso piano di quelli che arrivano dall’estero. Insomma per la Bellanova bisogna dire addio alla politica delle grandi catene commerciali che in questo periodo di crisi per il coronavirus hanno praticato prezzi più bassi per venire incontro ai bisogni delle famiglie.
Qual è il ragionamento della ministra? «Alla grande distribuzione faccio un appello - spiega - non voglio più vedere campagne di sconto ripetute, perché quello sconto qualcuno lo sta pagando. O l’imprenditore e i suoi dipendenti o il consumatore perché magari sta acquistando un prodotto che in quel momento paga di meno ma che poi paga la collettività in termini di costi sanitari».
La ministra sa ovviamente di non poter intervenire direttamente sulle catene commerciali per stabilire i prezzi. Perciò fa un appello alla buona volontà. «Io non posso fare un decreto sul prezzo di vendita dei prodotti - ammette - posso però richiamare al senso di responsabilità. La grande distribuzione ha il compito di saper valorizzare meglio i prodotti made in Italy. Che si tratti di un frutto, di una pianta o di un fiore, noi dobbiamo rendere trasparente al consumatore che cosa stiamo vendendo».
ELEZIONI E REFERENDUM: NESSUNO CREDE ALLO SCOSSONE SUL GOVERNO
Due condizioni per la crisi: dare al voto un significato anti-Conte e il ritiro (improbabile) di uno tra Pd e M5s
Il centrodestra aspetta la conta nelle urne e intanto modera i toni. Niente dichiarazioni roboanti su una prossima caduta del governo, niente bollettini anticipati di vittorie eclatanti: l’esperienza ha pur insegnato qualcosa. In fondo sono tutti convinti di quel che ha detto candidamente Berlusconi: quelli del governo sono incollati alle sedie, non hanno intenzione di lasciarle.
DOPPIA IPOTESI
Del resto il calcolo realistico è presto fatto. Per avere una crisi di governo sarebbe necessario si avverasse almeno una di due condizioni. La prima è che il premier Conte interpretasse il voto di referendum e regionali come un avviso di sfiducia del paese nei suoi confronti e di conseguenza rassegnasse le dimissioni. Si può escluderlo, non solo perché il premier non ha alcuna intenzione di lasciare il suo posto, ma anche perché il suo essere formalmente al di fuori dei partiti e il poter esibire ancora sondaggi che gli danno un buon consenso personale gli consente di dire che se bocciatura elettorale ci sarà, sarà verso i partiti che lo sostengono non verso di lui. Del resto Conte si è ben guardato dal fare campagna elettorale sia per il referendum sia per l’esito delle regionali.
Reddito di cittadinanza e mance invece di infrastrutture: così stanno rubando il futuro del Sud
Progetti per strade, ferrovie, aeroporti: tutto bloccato dai governi che dal 2015 hanno gettato al vento fondi Ue, negando così l’avvio di opere per oltre 30 miliardi di euro
Marzo, aprile, maggio e giugno sono i quattro mesi in cui si è bloccato l’intero Paese e questo blocco ha causato il crollo della nostra economia. In modo particolare, l’indicatore più grave è quello relativo al crollo dell’occupazione. I dati, in realtà, fanno paura e penso siano da soli sufficienti a misurare quanto sia diventata grave oggi la “emergenza Mezzogiorno”.
Varie testate giornalistiche riportano quanto prodotto, con apposita relazione, dall’Istat: in particolare la conclusione a cui è giunto l’Istituto è che la pandemia ha acuito il preesistente divario tra il Nord e il Sud nella partecipazione al mercato del lavoro.
Al Sud pesa in questa fase il maggior peso dei dipendenti a termine (13,9% rispetto al 9,7% registrato nelle regioni del Centro e del Nord) e la minore presenza dell’industria, comparto che ha mostrato una maggiore tenuta occupazionale.
In conclusione la flessione dell’occupazione nel secondo trimestre è stata più accentuata nel Mezzogiorno (-5,3%), mentre il calo è stato decisamente più contenuto al Nord (- 3%) e nel Centro (-2,9%).
Scuola, le immagini della vergogna: al liceo come alle elementari, ancora studenti a terra
Inferno scuola: il web inondato da altre immagini della vergogna. E la ministra Azzolina? Non pervenuta. Quelle denunciano la totale assenza di banchi e immortalano studenti di ogni ordine e grado seduti a terra. Dopo la foto dei bambini dell’istituto genovese inginocchiati davanti alle sedie usate come banchi improvvisati, divulgata anche dal governatore Toti, arriva una ennesima conferma del caos e della disorganizzazione della scuola che ha appena riaperto i battenti nel delirio. E non solo a Genova… Mancano i banchi ovunque. Le aule sono state ri-allestite alla meno peggio. Non sempre sono sufficienti. A malapena riescono a garantire il distanziamento anti-Covid. Mancano all’appello docenti e insegnanti di sostegno. E, nel Belpaese, ci si arrangia come si può.
Vergogna scuola, studenti seduti a terra: Azzolina non pervenuta
L’ultima dimostrazione del caos totale che dilaga nelle nostre scuole post-lockdown arriva da due video postati su Twitter. Dove a un primo contenuto in cui si sente una studentessa delle superiori ironizzare sul fatto che, arrivata con un’amica in classe presto per prendere i posti, entrata in aula non può che prendere atto della novità: l’aula non ha i banchi. A questa prima beffarda denuncia, segue un secondo video. quello che registra la grande dignità di una ragazzina italiana che, come tantissimi altri studenti di casa nostra, segue la lezione seduta per terra. Usando la sedia per poggiare il quaderno per gli appunti, l’astuccio e libro di testo.
Grillo: "Le dittature funzionano meglio delle democrazie"
Ennesima uscita fuori-luogo di Beppe Grillo in conferenza stampa al Senato. Il padre del movimento cinque stelle afferma che “Le dittature funzionano meglio delle democrazie. Paradossale”.
Un’uscita sicuramente non felice da parte dell’ex comico, soprattutto se a poche ore dal voto referendario che decreterà la fine o la continuazione del movimento. Abbiamo ribadito molte volte che più delle elezioni regionali, il vecchio movimento anti-casta, gioca la propria sopravvivenza ideologica su questo referendum confermativo.
Sicuramente sostenere un taglio dei parlamentari accostato a una dichiarazione di questo tipo, ai più sensibili, conferma il tentativo di riuscita di un disegno politico anti-parlamentare, opposto alla pluralità di visione. Il buon vecchio Beppe è sotto pressione, non si riconosce più in nulla ed è consapevole che la sua creazione, con il passare dei giorni, è sempre più ai margini dello scenario politico.
Una forza politica, svuotata dalla sua portata ideologica è destinata al tramonto, i battaglieri 5 stelle sembrano ormai lontano ricordo ma vedremo se quel popolo, sognatore della rivoluzione nel palazzo, legittimerá ancora una volta l’azione pentastellata.
Difende una ragazza da botte, pestato a sangue da pregiudicato straniero
L'uomo ha ricevuto al momento una prognosi di 35 giorni, si trova ricoverato in ospedale con fratture ed ecchimosi. Fermato il responsabile, pluripregiudicato di origini ungheresi
Ha osato intromettersi durante un'aggressione perpetrata da un giovane ai danni della compagna, picchiata e afferrata per il collo, e per aver tentato di proteggere la donna è stato preso a pugni ed a calci anche una volta rovinato a terra: per questo motivo un 73enne si trova ora ricoverato con 35 giorni di prognosi in un ospedale di Vicenza.
Il gravissimo episodio si è verificato durante il pomeriggio dello scorso lunedì 14 settembre nel piazzale del mercato ortofrutticolo, in una zona, quella del Mercato Nuovo, da tempo nelle mani di spacciatori e balordi di ogni genere. Sono all'incirca le ore 17:30, quando la vittima, notando la scena di violenza dinanzi ai suoi occhi, decide di intervenire per difendere la ragazza. Il compagno di quest'ultima, un senza fissa dimora di 25 anni da tempo noto alle forze dell'ordine, va su tutte le furie per quell'intromissione nei suoi affari e, senza pensarci due volte, sferra un forte pugno il pieno volto al 73enne, che rovina a terra. Neppure questo, tuttavia, ferma la furia dell'aggressore, che continua ad infierire con dei calci, prima di inforcare una bicicletta ed allontanarsi dal piazzale in tutta tranquillità.
Alcuni cittadini accorrono in aiuto della vittima, chiamando tempestivamente i soccorsi e le forze dell'ordine. Sul posto un'ambulanza del Suem, che porta l'uomo in ospedale, dove si trova tuttora ricoverato con una prognosi, in attesa di ulteriori esami e valutazioni mediche, di 35 giorni. Il 73enne presenta infatti una frattura al femore e delle ecchimosi, ma gli esami proseguono per scongiurare eventuali traumi al cranio.
Il Papa adesso è in "trappola": ecco cosa ha fermato Bergoglio
I progressisti spingono per le riforme, mentre i conservatori tifano Trump e sovranisti: papa Francesco alla prova delle pressioni delle correnti interne
Il dibattito è aperto sin dai tempi del lockdown, ma già da prima ci si chiedeva quale fosse il futuro della "Chiesa in uscita", la Chiesa cattolica promossa da papa Francesco.
I progressisti non hanno smesso di sperare che il futuro sia quello che si sono sempre augurati. Un avvenire riformistico, dove modificare la dottrina non rappresenti un tabù. Perché il mondo che cambia necessita di adattamenti. La convinzione dei conservatori - come noto - è quella opposta. Le cronache dei retroscenisti raccontano di come Jorge Mario Bergoglio fosse stato eletto con questo presupposto: dare il la alla riforma. Quella a cui Ratzinger, in fin dei conti, non era stato disposto. Ma sono mesi ormai che alcuni media si soffermano su come si sia arrestata quella che la Civiltà Cattolica ha chiamato "spinta propulsiva". La rivista diretta da padre Antonio Spadaro - quella no - non pensa affatto che il papato sia oggetto di un "tramonto", come ha invece titolato IlFoglio.
Giorgia Meloni e Fedez, altra rissa: "Dimmi un po', perché tu e la Ferragni non parlate della cocaina?"
Frecciatine al veleno quelle che nei giorni scorsi si sono scambiati la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e la coppia Chiara Ferragni-Fedez. La polemica, che ruota attorno al tema droga, è nata da un post della fashion blogger a proposito dell’omicidio di Willy Monteiro, che accusava che "dietro fatti del genere ci sta una cultura fascista".
A quel punto la Meloni, come riportato dal Tempo, ha affermato che il rapper e la moglie “sono distanti anni luce da qualunque cultura. Escludo che abbiano mai letto un libro. Semmai sono figli di chi ha propagandato il modello Gomorra per farci milioni. Di chi ci ha spiegato che in Italia il problema della droga non esiste” e ha aggiunto “mi chiedo solo come mai la Ferragni e Fedez non facciano una bella campagna contro la diffusione della cocaina tra i giovani”.
Ed ecco quindi la risposta del cantante, che ammette di aver fatto uso di droghe in passato, ma al tempo stesso dice che adesso non fuma "neanche le canne", non regge bene l'alcol e fa una vita da pensionato. Poi l'affondo: "Mi metto a disposizione di tutte le procure possibili e immaginabili per fare tutti i test anti-droga se anche i senatori e i parlamentari della Repubblica fanno lo stesso". Ma non è finita qui. Sempre attraverso storie Instagram Fedez ha ricordato un episodio con un assessore comunale di Fratelli d’Italia che finì coinvolto in un caso legato alla cocaina, con un commento sarcastico a corredo: “È tutto bellissimo”.
Concita De Gregorio ha scambiato per vero un account falso di Borgonzoni? La polemica con Salvini
La giornalista rilancia il testo di un tweet di 'Lucia Borgonzoni fan'. E il leader della Lega e la candidata alle regionali in Emilia Romagna la criticano
Polemica tra la Lega e Concita De Gregorio a proposito di tweet dall'eco razzista scritto da un account intestato a 'Lucia Borgonzoni fan', che la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Emilia-romagna dice di non essere collegato a lei.
Tutto ha inizio quando la giornalista rilancia il testo del tweet firmato dalla 'falsa' Borgonzoni: "Ragazzi, che paura, mentre facevo la mia passeggiata mattutina scorgevo in mezzo agli alberi due sagome nere che mi assalivano. Per fortuna non erano africani ma solo due cinghiali in calore. Me la sono scampata bella". Commento dell'ex direttrice dell'Unita', che rilancia il tweet: "È questo, il tempo in cui viviamo". Borgonzoni però si accorge dell'errore e ne da' rilievo sui suoi profili ufficiali.
"La nota giornalista radical-chic, di quelle ossessionate dalle 'fake news' e dalla Lega e dal centrodestra che 'spargono odio', con il consueto stile da maestrina dalla penna rossa punta il dito su un post... Falso, di un profilo che mi fa la parodia. Si saranno appannate le lenti degli occhialini da professoressa democratica? Buon Anno anche a lei, Concita - commenta -, può capitare, ma consiglio un po' più di attenzione prima di riversare risentimento verso i candidati che non le piacciono, la spocchia di chi pensa di avere la verità in tasca e di dovere, dalla cattedra, esercitare la propria presunta superiorità morale e culturale a volte gioca brutti scherzi". Anche Salvini riprende il passo falso di De Gregorio. "Il giornalismo, quello bello - ironizza -. Che figura. A sinistra stanno impazzendo. Forza Lucia".
Il governo dei No Tav chiede soldi per la Tav
Poco più di un anno fa si consumò uno degli scontri più duri dell’alleanza M5S-Lega. L’oggetto del contendere era la Tav. Di lì a poco il primo governo Conte sarebbe caduto. Poi, con l’avvento della nuova alleanza tra 5 Stelle e Pd, dell’Alta velocità Torino-Lione non si è più parlato. È completamente scomparsa dal dibattito politico. I partiti della maggioranza, per non scannarsi, hanno deciso di non occuparsi più di un’opera che fino al giorno prima monopolizzava l’agenda. Fino ad oggi. Tra i progetti che l’esecutivo intende finanziare con il Recovery Fund, infatti, c’è anche la Tav. Importo richiesto alla Ue: 1 miliardo di euro. Per l’esattezza, la cifra è 1 miliardo e 79 milioni.
Il progetto presentato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si chiama «Torino-Lione e opere connesse». Durata: 6 anni. Motivazione della richiesta di finanziamento: «Creare un collegamento ferroviario merci e passeggeri efficiente tra l’Italia e la Francia lungo il corridoio Mediterraneo delle rete TEN-T». Questo è solo uno dei 557 progetti da realizzare con i soldi della Ue inseriti nella bozza all’esame del governo. Una volta che la lista sarà scremata e aggiornata prenderà la via di Bruxelles. Il ministro delle Politiche europee, Vincenzo Amendola, assicura che molti di questi progetti sono superati, senza però specificare quali sono da ritenere obsoleti.
Papa Bergoglio dove sei ?Immigrato irregolare con precedenti. Andava rimpatriato. Ecco chi è il tunisino che ha ucciso don Roberto
Lo chiamavano il prete degli ultimi. A uccidere a coltellate Don Roberto Malgesini, 51 anni, una vita al fianco dei più bisognosi, è stato un tunisino irregolare. Con precedenti per rapina e furto. Non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto il clandestino, reo confesso, ad aggredire il parroco di Como fino ad ammazzarlo. E poi abbandonarlo esanime.
Chi è il tunisino che ha ucciso don Roberto
L’uomo, 53 anni, si è poi costituito davanti ai carabinieri. Il suo non è un curriculum senza macchia. Irregolare in Italia con gravi precedenti penali dal 2007. Tra cui maltrattamenti in famiglia, resistenza a pubblico ufficiale, furto e rapina. Gli era stato revocato il permesso di soggiorno e aveva pendenti due decreti di espulsione. Al primo, nel 2018, non aveva ottemperato l’ordine di espulsione. Per quanto riguarda il secondo, datato 8 aprile, non è stato eseguito per la sospensione dei voli a causa del covid, spiegano fonti della questura all’Agi. Una ricostruzione che contrasta con le dichiarazioni del direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi. Che si è affrettato a dichiarare che il clandestino aveva “problemi psichici”.
Tunisino irregolare, doveva essere espulso
Per la questura di Como, che esclude la pista terroristica, invece il killer non aveva problemi mentali. “Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche con i servizi sociali”, dicono. Il sospettato, rimasto ferito durante l’accoltellamento, è stato portato in ospedale. Dove è stato interrogato e ha ricostruito la dinamica dell’accoltellamento e le modalità dell’omicidio.
Covid, la virologa Gismondo “scuote” il Cts: «Sulla quarantena mostrate un po’ di coraggio»
«Accorciare di 4 giorni il periodo di quarantena potrebbe essere un grande respiro, sia psicologico sia per l’economia. Quindi io credo che il Cts avrebbe potuto mostrare un po’ più di coraggio». Lo dichiara all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, dell’ospedale Sacco di Milano, dopo che il Comitato tecnico-scientifico ha optato per “una linea di prudenza”. E ha deciso di effettuare ulteriori valutazioni prima di esprimersi sulla possibilità anche per l’Italia di una «quarantena breve».
Gismondo: più coraggio sulla quarantena
«In questo momento in cui stiamo osservando il fenomeno Covid in leggero movimento, una certa cautela è assolutamente comprensibile», premette la microbiologa. «C’è da dire però che ormai abbiamo tanti lavori scientifici» in materia. C’è anche la posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità che ci farebbe stare tranquilli su una quarantena di 10 giorni” invece che di 14». Per questo Gismondo ritiene che il Cts avrebbe potuto già oggi mostrare «più coraggio. Se non altro non sarebbe stata una propria presa di posizione univoca. È quello che ci ha indicato l’Oms», evidenzia.
L’ex Br Balzerani sforna un altro libro. I familiari delle vittime: ormai nessuno se la fila più
Barbara Balzerani, nel gruppo dirigente delle Brigate Rosse fino all’arresto del 1985, una condanna a sei ergastoli, di nuovo libera dal 2011, sforna un altro libro. E raccoglie le sue riflessioni in ‘Lettera a mio padre‘, di cui oggi ‘Il Riformista‘ pubblica un estratto. I precedenti titoli della Balzerani: Compagna luna; Perché io, perché non tu; Cronaca di un’attesa; Lascia che il mare entri.
Sempre il solito linguaggio ideologico e astruso
Prosa pretenziosa, ideologia vecchia, come quando le Br pensavano di combattere il Sim, lo Stato imperialista delle multinazionali. “Il nuovo ordine mondiale – scrive Balzerani – può vivere solo sull’esclusione del conflitto degli sfruttati, braccia intercambiabili a diverse gradazione. Ma da un sud ancora più vasto possono arrivare la maestria delle grandi idee e il rimedio di un attrezzo in dotazione di quell’immensa officina sotterranea che sorregge la moderna tecnologia a forza di braccia e mezzi in disuso. Magnifici strumenti per l’opera di sabotaggio dell’attuale meccanismo riproduttivo di morte”. Non si capisce molto, ma ai suoi lettori (pochi) probabilmente piace questo vago alludere ai proletari che resistono allo sfruttamento. Sempre la solita solfa marxisteggiante rimaneggiata magari stavolta ad uso dei nuovi ultimi, cioè i migranti.
Prete massacrato dall'immigrato, l'ira di Paolo Brosio: "Ha ucciso un Santo, il clandestino andava espulso prima"
“E’ accaduta una cosa vergognosa, un fatto gravissimo. La misericordia, la carità e l’amore per il prossimo non significano abbassare la guardia sulla sicurezza dei cittadini. E’ morto un prete santo, che era il benefattore del suo assassino, gli dava da mangiare, lo aiutava, mentre se andiamo a vedere, questo signore doveva essere rimpatriato fin dal 2015 e i provvedimenti non erano stati eseguiti. Dov’è lo Stato di diritto che doveva proteggere don Malgesini?”. E’ un Paolo Brosio arrabbiato e addolorato quello che, conversando con l’Adnkronos, commenta l’omicidio a Como di don Malgesini, ucciso a coltellate da un cittadino straniero con problemi psichici.Il giornalista, famoso anche per la sua fede e la sua conversione, attacca duramente il governo.
Il prete ucciso da un immigrato che andava espulso
“Ma stiamo scherzando? -attacca Brosio- Questo assassino doveva essere oggetto di provvedimenti, mentre qui è morto un santo sacerdote perché non è stata applicata la legge. Questo morto non doveva esserci. Nessuno dice che non devi accogliere gli immigrati, ma mandare a casa quelli che delinquono sì. Non si può tenere una persona che accoltella il suo benefattore”.
Brosio argomenta poi nel merito: “Alcuni extracomunitari sono persone perbene, altri hanno precedenti penali già nel loro paese, solo che
nessuno va a verificarli! Noi stiamo in uno stato di diritto o no? La legge deve essere uguale per tutti, italiani ed extracomunitari. Chi
vigila sui confini del nostro paese? E dell’Europa? L’europa deve dotare l’Italia di forze di intervento europee che valutino chi deve
entrare. Chi ha precedenti penali, omicidi, reati contro il patrimonio, se ne stia a casa sua, non possiamo essere la prigione
dell’Europa”.
“Ti sfregio se metti la gonna”. Arrestato senegalese per minacce e violenze alla ex fidanzata torinese
Doveva vivere a Torino come in un villaggio tribale. È la condizione in cui era costretta a vivere una giovane italiana, fidanzata con un cittadino senegalese.
La ragazza viveva nel terrore, tra abusi, minacce di morte e violenze indicibili. Provvidenzialmente, un vicino di casa non si è fatto i fatti suoi. Ha chiamato la Polizia, dopo l’ennesima aggressione subita e lo stalker è finito in manette.
Il senegalese fermato dalla Polizia
Il senegalese era tornato nell’appartamento dove aveva appena aggredito la ex per recuperare il proprio smartphone, dimenticato nel trambusto in camera da letto ma è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante di Torino intervenuti a seguito della segnalazione del vicino di casa.
Coronavirus, Matteo Bassetti a L'aria che tira: "Non è mica ebola, così non si va da nessuna parte"
Sono stati troppi i messaggi negativi sulla situazione coronavirus in Italia. A dirlo è l'infettivologo Matteo Bassetti a L'Aria che Tira, che innanzitutto parla della guarigione dell'ex premier Silvio Berlusconi, dimesso dall'ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato per aver contratto il virus. "Ha dimostrato all'Italia che anche a 84 anni e con tante malattie sottostanti si può guarire dal Covid-19. Questo è un messaggio positivo".
Sull'evoluzione del coronavirus, invece, Bassetti pensa non ci debbano essere schieramenti. Come ha fatto notare la conduttrice Myrta Merlino, infatti, da una parte c'è chi, come Alberto Zangrillo, ritiene che la malattia sia cambiata; dall'altra c'è chi, come Massimo Galli, pensa che abbiamo imparato a curare meglio il male, ma siamo ancora di fronte a un grandissimo pericolo.
"Molte persone pensano che prendere il Covid voglia dire prendere l'ebola, prendere una malattia per cui si muore in 1 caso su 2. - ha spiegato Bassetti - In realtà oggi siamo più bravi a gestire questa infezione, intercettiamo prima i soggetti positivi, c'è stata una riduzione della carica virale. Dobbiamo dirlo forte e chiaro, e questo concetto non deve essere di una parte o dell'altra, ma deve essere di tutti. Questo atteggiamento di ottimisti contro pessimisti non porta da nessuna parte".
L'infettivologo ha poi ricordato che in tutta Italia si è lavorato bene, anche in Lombardia, tanto criticata per la gestione dell'emergenza: "Ha avuto momenti di difficoltà all'inizio, però poi è quella che ha fatto il maggior numero di posti in terapia intensiva nel Paese".
Boom del reddito di cittadinanza con il lockdown. E crescono le truffe: a Foggia lo prendevano trenta detenuti
La crisi economica da Coronavirus ha provocato un vero e proprio boom del Reddito di cittadinanza. Stando ai nuovi dati Inps, infatti, nel mese di agosto le famiglie beneficiarie del sussidio sono salite a 1,3 milioni: +23% rispetto a gennaio. Le singole persone coinvolte sono aumentate del 20% passando da 2,562 milioni di gennaio a 3,081 milioni ad agosto. Di questi, oltre 2 milioni sono residenti a Sud e nelle isole, circa 633mila al Nord e 422mila al Centro.
Per il solo reddito, l’incremento dei nuclei che lo ricevono è stato del 25% rispetto a gennaio, con il totale salito a 1,16 milioni, e le singole persone coinvolte sono cresciute del 21%, a 2,9 milioni. Tra i beneficiari, 2,6 milioni sono cittadini italiani, 133mila cittadini europei e 267mila cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno.
Purtroppo la riforma si conferma "permeabile" alle truffe. L'ultima notizia arriva da Foggia. dove la Guardia di Finanza di San Severo (Foggia), ha verificato la posizione di 169 detenuti ed è emerso che: 30 di loro avevano percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. In particolare,tra questi 30, tre avevano presentato direttamente la domanda per ottenere il beneficio mentre erano in stato di detenzione carceraria; 12 non avevano comunicato l'intervenuta carcerazione. Inoltre, sei familiari di detenuti, non avendo dichiarato, nella domanda, la condizione detentiva del congiunto hanno mantenuto il beneficio senza le riduzioni previste dalla normativa.
Lucia Azzolina, la foto agghiacciante di Toti: "Bambini senza banchi, scrivono in ginocchio"
“Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese, che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso”. Così Giovanni Toti ha commentato l’agghiacciante immagine che arriva da una scuola in cui i bambini non solo non hanno i banchi a rotelle, ma neanche quelli normali, al punto da doverli sostituire con le sedie. “E non sarebbero gli unici purtroppo - ha aggiunto il governatore della Liguria - i nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento, soprattutto dopo i sacrifici fatti in questi mesi in cui era anche un dovere morale lavorare per evitare tutto questo”. E invece la ripartenza della scuola non è filata liscia, anzi sono diverse le criticità emerse tra banchi e mascherine: “Io lo trovo inaccettabile - ha dichiarato Toti - e sto già scrivendo una lettera alla direzione scolastica per intervenire immediatamente. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia”. Impossibile dargli torto.
Scuola, gli alunni disabili restano a casa: non c’è il sostegno. La vergogna più grande di Azzolina & Co
Alunni disabili lasciati a casa o mandati a scuola senza sostegno. Nel gran caos del primo giorno di scuola dell’era Covid c’è una vergogna che indigna e preoccupa più delle altre, perché più delle altre avrebbe dovuto – e potuto -essere evitata. Anche perché anche su questo tema, come su molti altri, il governo era stato allertato, messo in guardia, richiamato a una maggiore attenzione. E, invece, niente. Tranne la propaganda, ovviamente.
La faccia tosta di Azzolina
Ancora ieri, da Barbara D’Urso, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, proclamava che “sono stata un insegnante di sostegno, ho la massima attenzione nei confronti dei bimbi con disabilità. Li abbiamo messi in cima alle nostre priorità e alle nostre linee guida”. Poche ore e la narrazione è franata miseramente sotto il peso delle cartelle rimaste a casa insieme ai bambini. O di quelle portate in classe, senza che vi fosse un insegnante di sostegno ad aiutare questi alunni.
Luca lasciato a casa perché manca il sostegno
La cronaca di questa mattina racconta, per esempio, il caso di un bimbo di Pisa di 6 anni con sindrome di down che è dovuto rimanere a casa, perché – come riferito dalla mamma – la scuola ha “solo 2 maestre per 14 disabili”. “Mio figlio da una settimana faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, felice e impaziente di andare per la prima volta a scuola”, è stato lo sfogo della donna. Nei colloqui con la scuola, ha riferito ancora, “mi hanno risposto che nessuno mi impedisce di portare Luca a scuola, ma che nessuno lo seguirà in maniera dedicata“. Quindi la soluzione suggerita è stata quella di tenere il bimbo a casa, almeno per i primi giorni.
La furbata di Di Maio: con i soldi dell'Europa vuole rifarsi gli infissi
Un progetto da 46 milioni di euro per il Recovery Fund destinato all'edificio della Farnesina
Va bene che è tutto provvisorio e, come ha specificato il ministro Vincenzo Amendola, che ha il coordinamento delle operazioni, le schede filtrate sulle proposte di Recovery Plan sono in gran parte già state superate. Però c'è un dettaglio che mostra come lo spread tra i grandi obiettivi e la loro declinazione pratica rischi di essere assai ampio.
Così, ecco che tra le schede spunta progetto numero 770, titolo «Sostituzione infissi ed efficientamento impianto di riscaldamento e di raffreddamento del Palazzo della Farnesina». Alla modica cifra di 46 milioni di euro. La descrizione del progetto riporta: «L'obiettivo del progetto è la sostituzione integrale degli infissi del palazzo della Farnesina e la realizzazione di un nuovo impianto di riscaldamento e raffreddamento mediante macchine VRV, eliminando i numerosi sistemi di climatizzazione autonomi disseminati all'interno dell'edificio e realizzando un sistema centralizzato».
Ma non è finita, perché interessante è anche il progetto numero 772, sempre su iniziativa del ministero degli Affari Esteri. Per il costo di 14 milioni di euro si propone il «Rifacimento piazzale esterno del palazzo della Farnesina con elementi di produzione di energia elettrica». Ecco l'avveniristica descrizione del tutto: «L'obiettivo è il rifacimento della pavimentazione in marmo del piazzale esterno del palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri e del Commercio Elettrico, incorporando nella pavimentazione dei generatori piezoelettrici, in grado di trasformare l'energia cinetica dovuta al passaggio di persone e veicoli in energia elettrica». Insomma, rifare gli infissi, condizionatori e riscaldamenti del Quartier Generale del Di Maio di governo, e trasformare il piazzale in un avveniristico generatore di energia elettrica. Realizzazione della favola grillina tutta green e sostenibilità.
I banchi nuovi non ci sono, il capo dei presidi: "Consegnato solo l'8% , tanti studenti solo con le sedie"
"La scuola è cominciata con tutte le criticità che conosciamo: ritardi nella consegna dei nuovi banchi, organico non nominato, spazi carenti". Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli però giudica positivamente il primo giorno di scuola. "Il clima è stato sereno, non ci sono stati particolari problemi a seguire le regole stabilite", dice all'Agi. Ma è proprio sui banchi che Giannelli pone l’accento.: "Finora è arrivato a destinazione solamente l’8% dei banchi, cioè 200mila unità. Restano due milioni e 200mila banchi che devono ancora essere recapitati agli istituti". Le scuole che, per ora, sono rimaste senza "stanno ricorrendo a degli stratagemmi", spiega il presidente dell’Anp. "Fanno a meno dei banchi e tengono solo le sedie. Gli studenti siedono sulle sedie e prendono appunti sul quaderno". Un pò scomodo? "Sempre meglio che sedere sul banco doppio, a meno di un metro di distanza. In questo caso si deve indossare la mascherina obbligatoriamente, e questa situazione non può durare più di due settimane, lo ha stabilito il Cts". Molte scuole riapriranno il 24 settembre e per quelle data - conclude il capo dei presidi "speriamo che la situazione dei banchi sia migliorata".
Immigrazione, Marco Minniti: "Va gestita in Libia, non qui. Se cade la Tunisia, il caos"
La pandemia ha sconvolto il mondo ancora più dell'11 settembre, che abbiamo ricordato pochi giorni fa. Ha chiuso in casa centinaia di milioni di persone, fermato processi geopolitici, sconvolto l'economia mondiale, rimesso in discussione i limiti dell'uomo moderno. La sola cosa che pare immune al Covid è il tedio quotidiano della politica nostrana, un'altalena di polemiche di bassa lega e nobili velleitarismi che si infrange immancabilmente sugli scogli della realtà. Le elezioni regionali di lunedì prossimo sono l'ennesimo pretesto per tenere la situazione sottovuoto, pur essendo chiaro a tutti che, sia che si concludano con un 7-0 per il centrodestra sia che finiscano con uno 0-7 in favore della maggioranza, all'indomani non muterà nulla. Fatti salvi eventi eccezionali esterni imprevedibili o un crollo di nervi collettivo dei parlamentari grillini. L'unica cosa che può cambiare, in caso di disfatta dei dem, è la sorte del segretario, Zingaretti, ma siamo al punto che questo ormai non scalda troppo neppure i parlamentari del partito. Marco Minniti osserva la realtà dal suo ufficio. Nei mesi scorsi i commissari europei lo hanno proposto come inviato speciale della Ue per la Libia. Il nostro governo ha lasciato colpevolmente cadere l'offerta. È un numero uno eppure in Italia molti fanno finta di non averlo capito. Lui non è tipo da farsi il sangue amaro per questo.
«Quarant' anni fa, dietro la mia scrivania di funzionario del Partito Comunista, campeggiava la scritta "Qui si lavora, non si fa politica". Tradotto: non si fa inutile chiacchiera politicista. E quella era una politica seria, basata su valori e partiti popolari. Oggi non ho cambiato idea. Alzo lo sguardo e vedo la situazione più inedita che la realtà ci potesse consegnare. Il Covid sarà uno spartiacque nella storia del mondo che avrà effetti più duraturi e profondi perfino dell'attacco alle Torri Gemelle, perché la pandemia cambia le regole delle relazioni tra gli uomini». L'Occidente però fatica a capirlo, e a dare una risposta. In Italia la sinistra continua ad attorcigliarsi intorno al proprio ombelico mentre i sovranisti le hanno sfilato la rappresentanza popolare. Quanto all'Europa, non riesce a uscire dal dualismo tra Germania regina dell'economia e Francia guida diplomatica e a dare una risposta unitaria. «Il Mediterraneo si chiamava Mare Nostrum, ora sono acque contese anche tra russi e turchi. Solo pochissimi anni fa sarebbe stato impensabile. La sinistra ha fatto degli errori, ma la destra non fa il suo lavoro, non porta avanti i propri valori, non alza il dibattito, si perde in polemiche di secondo piano», chiosa Minniti. Come influirà il virus negli equilibri mondiali? «I futuri rapporti di forza nel mondo dipendono da come i diversi Paesi usciranno dalla pandemia. Prima del Covid si prevedeva che in dieci anni, tra le prime cinque economie del mondo quattro sarebbero state asiatiche. Oggi India e Cina sono in ginocchio. Chi trova il vaccino fa come Cristoforo Colombo, scopre l'America; da qui tutta la freddezza dell'Occidente verso l'annuncio di Putin, che dichiara di averlo. Una piccola guerra fredda sanitaria».
Alberto Zangrillo, il coronavirus e i tecnici: "Io escluso dal Cts? Quando ci si allontana da Roma è difficile"
Nel giro di pochi giorni i due pazienti illustri di Alberto Zangrillo hanno vinto la loro personale battaglia con il coronavirus. Flavio Briatore si è negativizzato ed è tornato a Montecarlo dopo aver lasciato casa di Daniela Santanché, dove l’imprenditore ha trascorso la quarantena. Oggi Silvio Berlusconi è stato dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano dopo undici giorni di ricovero: “Anche stavolta l’ho scampata bella - ha commentato l’ex premier - grazie per essere qui, è stata la prova più pericolosa della mia vita. La condivisione che ho sentito attorno a me mi ha consentito di superare i momenti più difficili”.
A L’aria che tira su La7 è intervenuto Zangrillo, che ha assicurato che attualmente al coronavirus non si salvano solo pazienti illustri come Briatore e Berlusconi: “Alla platea di genitori dico che questo virus è più aggredibile, a questo dovrebbero credere tutti. Bisogna prendere in carico tutti i possibili malati del futuro”. Il medico del Cav ha anche parlato della possibilità di accorciare i quattordici giorni di quarantena: “Nessuno ha idee chiare, nemmeno i francesi. Se riuscissimo a diminuire il periodo di quarantena sarebbe utile a tutti, esistono dati di persone che non si sono negativizzate a distanza di mesi”. E sulla sua assenza nel Comitato tecnico scientifico: “Ho un ottimo rapporto con Sileri e con molti membri del Cts ma quando ci si allontana da Roma, ed è un’obiettività scientifica, è difficile farne parte. Però è importante che il Cts ci ascolti”.
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