Tanti i memoriali e musei che ricordano il sacrificio di cento milioni di persone
I 100 milioni di morti del comunismo sono ricordati in tutta Europa e nel mondo fino in Cambogia martoriata dal genocidio ordito dai khmer rossi.
Non occorre andare lontano per visitare i luoghi della memoria delle atrocità comuniste. Sull'altopiano carsico, che domina Trieste, sorge la foiba di Basovizza diventata monumento nazionale nel 1992. Un ex pozzo minerario, luogo simbolo della pulizia etnica dei partigiani di Tito, che a guerra finita hanno gettato migliaia di italiani nelle cavità carsiche.
A Budapest si può visitare la «Terror Haza», la casa del terrore ricavata nell'edificio che fu sede della polizia segreta del regime comunista ungherese. E ancora prima dei nazisti e dei loro alleati locali. In Croazia, nella Dalmazia settentrionale, rimane com'era il lager di Goli Otok, l'isola Calva. Un altro terribile luogo della memoria dove venivano internati, torturati e speso uccisi i comunisti fedeli a Mosca, non in linea col maresciallo Tito. A Tirana gli albanesi hanno voluto ricordare lo spietato regime di Enver Hoxha con il «museo della sorveglianza segreta» ricavato in un edificio che era stato sede della Gestapo e poi della sicurezza dello Stato comunista. Non poteva mancare a Berlino il museo della Stasi, in una delle sedi originarie della polizia segreta della Germania Est, con tanto di celle e sistemi di ascolto e intercettazione. Varsavia non dimentica il massacro di massa degli ufficiali polacchi nelle fosse di Katyn. Fino all'arrivo di Gorbaciov studiavamo sui testi di storia al liceo, che la strage era nazista e non ordinata da Stalin.
Ponza un’isola da sogno
Ponza è la meta che tutti dovremmo visitare almeno una volta
Ponza è l’isola delle prelibatezze culinarie, dei vini straordinari, del mare limpido e dei patrimoni storici di incredibile valore. Molto spesso tendiamo a cercare mete esotiche lontane per andare alla ricerca di ambienti naturali e umani meravigliosi, dimenticando che alcuni dei più suggestivi tesori li abbiamo a pochi passi da casa nostra. Questo vale per l’isola di Ponza che oggi vi presentiamo in tutto il suo indiscutibile splendore. Ponza si trova nel pieno del mar Tirreno, in provincia di Latina. È un’isola ricca di coste frastagliate e calette, facilmente raggiungibile da Anzio. Qui trovi un elenco dei traghetti per Ponza da Anzio con info prezzi. L’isola è visitabile per lo più in barca ma anche l’entroterra nasconde posti meravigliosi che vi lasceranno un ricordo unico ed inimitabile. Ogni anno i suoi fondali trasparenti e i borghetti abitati attirano migliaia di turisti che arrivano per ammirare i resti appartenenti ai Greci e ai Romani che abitarono il posto nell’antichità. Difatti Ponza conserva ville, piscine e peschiere antiche che si alternano alle costruzioni dell’impero borbonico. Ponza un’isola da sogno.
Operazione Petrolmafie, i soldi riciclati da Ana Bettz usati per pagare in nero lo spot a Gabriel Garko
"Il cash prima del contratto". Ammoniva così Gabriel Garko la cantante ereditiera Anna Bettozzi (in arte Ana Bettz), che aveva promesso all'attore un compenso da 250 mila euro per girare uno spot pubblicitario per la sua società petrolifera: Made Petrol srl. Spot nel quale Garko interpretava il ruolo di 007 e la Bettz di Bond girl. La Bettozzi è finita oggi in carcere con l'accusa di essere a capo di un'associazione a delinquere che commerciava prodotto energetico a prezzi estremamente concorrenziali con denaro proveniente da organizzazioni criminali anche di stampo camorristico (come il clan Moccia), grazie a meccanismi di evasione dell'iva e dell'accisa. Così facendo la vecchia Maxpetroli (ora Made Petrol) che la Bettozzi aveva ereditato dal defunto marito Sergio Di Cesare, è riuscita a far lievitare il proprio fatturato da 9 milioni die uro nel 2016, a 370 milioni nel 2018: in tre anni si è moltiplicato di 45 volte. Guadagni che poi sono stati reinvestiti in vari settori. Come, per esempio, per lo spot pubblicitario che aveva come testimonial Gabriel Garko (non indagato nell'inchiesta).
Lo testimonia un'intercettazione del 28 febbraio 2019 captata dai militari del nucleo di Polizia economica-finanziaria di Roma. L'attore si lamenta della difformità tra gli importi concordati come fatturabili in chiaro e il quantum da corrispondere in nero. Garko: "Si era parlato del contratto in un certo modo... poi a me è arrivato un contratto fatto in un altro... il contratto era da 200mila". Bettozzi: "E da quanto doveva essere, 250 mila?". Garko: "Il contratto doveva essere da 100". Bettozzi: "Abbiamo detto che poi strappiamo tutto, quel contratto lo strappo (...) Scusa noi abbiamo stabilito 250: 50 te li ho già dati e rimangono 200. Cento in nero e cento fatturato. Sul contratto va messo solo il fatturato (...) Adesso, la settimana prossima firmiamo il contratto e ti do una parte, alla fine dei lavori e basta". Garko: "Il cash prima del contratto".
Trento: immigrato prende a pugni la commessa di una profumeria per rapina. Lei lo “intrappola”
Una commessa presa a pugni da un immigrato. Momenti di grande paura a Trento. I carabinieri hanno arrestato un 49enne marocchino, già noto alle forze dell’ordine, per rapina. L’episodio si è verificato nel tardo pomeriggio, quando i negozi si accingevano ad abbassare le saracinesche. L’uomo, fingendosi interessato a effettuare acquisti, ha fatto il suo ingresso in una profumeria. Pensando di farla franca, ha agguantato da uno scaffale una confezione di profumo. Poi l’ha poi nascosta sotto la giacca.
Trento, l’immigrato sorpreso mentre rubava
Purtroppo per lui il colpo è andato storto. Infatti la commessa, insospettita dal suo comportamento, ha pensato bene di tenerlo sott’occhio. L’ha colto con le “mani nel sacco”. Vistosi scoperto, l’immigrato – anziché mollare la presa e chiedere scusa – ha sferrato un pugno alla spalla della donna. Poi ha preso la via della fuga uscendo indisturbato, senza fermarsi alla cassa per pagare.
La commessa l’ha inseguito
La donna, per nulla intimorita, ha deciso di seguirlo a distanza per le strade di Trento. E contemporaneamente ha contattato il Numero Unico di Emergenza 112 richiedendo l’intervento delle Forze dell’ordine. Ha fornito, inoltre, una meticolosa descrizione dell’abbigliamento, delle fattezze fisiche e della direzione di fuga del ladro.
L’arresto del malfattore
La pattuglia della Sezione Radiomobile, sulla scorta degli elementi forniti dalla vittima, ha rintracciato l’immigrato. Il malfattore ha tentato invano di fuggire. Nel corso della fuga è però riuscito a disfarsi della refurtiva. I carabinieri l’hanno bloccato e condotto in caserma.
Trento, lite tra uomini: due in ospedale
Pochi giorni fa, sempre a Trento, un altro episodio di cronaca. Per una lite fra tre uomini, due persone sono finite in pronto soccorso. Secondo le prime notizie, un 46enne e un 29enne si sarebbero avvicinati al luogo in cui vive un 47enne. E cioè, uun rifugio di fortuna, delimitato con telo di plastica. Non è chiaro da chi sia stato acceso lo scontro. I tre sono arrivati alle mani e ad avere la peggio sarebbe stato il 46enne per un pugno in bocca.
Esami del sangue: ecco i controlli da fare regolarmente per tenere d’occhio la tua salute
Quando siamo giovani e ci sentiamo sempre bene e nel pieno delle forze, tendiamo a non darci troppo peso. Sentendoci in forma smagliante, ci capita di sottovalutare l’importanza di tenere monitorata la nostra salute, in particolare in un’ottica di prevenzione. Ma non dobbiamo dimenticarci che, con l’avanzare dell’età, diventa sempre più importante assicurarsi che tutto sia a posto, soprattutto se pratichiamo sport con regolarità o stiamo affrontando cambiamenti fisici o alimentari particolari. Per questo motivo ci sono alcuni controlli che, in particolare a partire dai 40 anni, si consiglia fortemente di eseguire con cadenza regolare.
Controlli da tenere in considerazione
Soprattutto una volta superata una certa soglia d’età, sono diversi gli esami consigliati da fare con cadenza regolare per tenere monitorato il proprio stato di salute. Dal controllo della pressione, al pap test per le donne, alla mammografia, e ancora alle visite cardiologiche. In più, ovviamente, ci sono gli esami da fare una in casi specifici di attività sportiva intensa, di accesso alle cure termali, di ingresso in momenti della vita che portano con sé inevitabili squilibri fisici, come la gravidanza o la menopausa. Di seguito, vediamo insieme quali sono gli esami del sangue che è consigliato svolgere con cadenza regolare per un monitoraggio costante della salute, in base anche al genere, allo stile di vita e alle abitudini alimentari.
Eritemi e co.: cosa sono e come curarli?
Gli eritemi sono eruzioni cutanee che si presentano sotto forma di macchioline rosse o blu. Queste si differenziano per colore in quanto di natura diversa: le prime hanno origine dai vasi arteriosi, le seconde interessano i capillari. La loro caratteristica comune prevede che la pressione sulla zona interessata faccia sparire il rossore per un attimo, per poi vederlo tornare subito dopo. A volte tali rash cutanei possono essere accompagnati da bolle e pustole.
Tra gli eritemi più comuni ci sono quelli provocati dalla eccessiva e prolungata esposizione ai raggi UV del sole senza adeguate protezioni e filtri. Le irritazioni, infine, possono interessare qualsiasi zona del corpo.
Eritemi? Potrebbe essere colpa della tiroide
Il Che, un pasticcione romantico e sanguinario
Ammettiamolo, le ricorrenze sono una pesante rotture di scatole. Come i compleanni e gli appuntamenti dal dentista. Del resto, Santa Romana Chiesa da due millenni ci ossessiona con gli onomastici e il calendario dei Santi. Ogni giorno ha il suo patrono, il suo defunto, il suo Santo protettore. Amen.
Di peggio vi sono solo le commemorazioni politiche del morto di turno. È una malattia trasversale che puntualmente colpisce sinistra, centro e destra. Una tassa. Puntualmente vi sono i necrofori che ricordano il de cuius designato. Poi vi sono i decennali, i ventennali, i trentennali e avanti così. Il calendario della sfiga. Ovviamente, i laudatores se ne fregano delle volontà del defunto e delle sensibilità dei familiari e, per sentirsi vivi, celebrano e si autocelebrano.
Quest’anno tocca al dottor Guevara, morto 50 anni fa a La Higuera, un paesino di merda della Bolivia. L’ultimo posto in cui ogni persona sana di mente vorrebbe vivere e crepare. Ma andiamo con ordine. Il medico argentino era finito in quel buco puzzolente inseguito dalle sue illusioni e, soprattutto, dai tanti rancori che lo attanagliavano. Un suicidio annunciato.
La vita del “Che” assomiglia ad una stramba giostra: nei Cinquanta, questo figlio della buona borghesia di Rosario risalì in sella alla sua moto, la “Poderosa”, l’intera America Latina scoprendo le miserie e le tragedie di un continente sfruttato, umiliato, stremato. Poi il Guatemala, il Messico e l’incontro con Raoul e Fidel e l’avventura a Cuba.
Meghan Markle, incidente diplomatico definitivo. "Ti ha dato alla testa", Harry rifiuta di rivedere William
Tesissimo confronto a distanza tra Harry e William, con il fantasma di Meghan Markle ad aleggiare tra i due fratelli, figli del principe Carlo d'Inghilterra. Secondo il magazine americano Us Weekly, il primogenito avrebbe chiesto al fratello di vedersi in privato entro luglio, quando verrà inaugurata una statua in onore di loro madre Lady Diana, morta nell'agosto 1997, in occasione dei 60 anni dalla nascita. Un faccia a faccia "fisico" necessario per provare a evitare spiacevoli imbarazzi in occasione dell'evento pubblico, che metterà nuovamente la Corona britannica al centro dell'attenzione di mezzo mondo, ma soprattutto per chiarire una volta per tutte i loro rapporti dopo la "spiacevole" intervista che Harry e Meghan hanno rilasciato a Oprah Winfrey qualche settimana fa.
Harry però, secondo il giornale americano, avrebbe rifiutato. l'invito di William perché, si legge, non avrebbe intenzione di "farsi comandare". Si rischia dunque l'incidente diplomatico definitivo: l'erede al trono, deluso, avrebbe giurato al fratello che nel caso non si comportasse in maniera adeguata o addirittura evitasse di partecipare all'evento, allora non lo perdonerebbe mai più.
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San Patrignano, i figli di Muccioli querelano Netflix per la serie sul padre
I figli del fondatore della Comunità di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, Andrea e Giacomo, hanno deciso di querelare Netflix per diffamazione aggravata in relazione alla docuserie ‘SanPa. Luci e tenebre a San Patrignano‘.
La ricostruzione operata dagli autori, sostengono i figli del fondatore di San Patrignano, assistiti dall’avvocato Alessandro Catrani, avrebbe offeso la memoria di Vincenzo Muccioli offrendo una prospettiva distorta della storia del patron e della Comunità.
La serie, scritta da Carlo Gabardini, Gianluca Neri e Paolo Bernardelli, con la regia di Cosima Spender, è disponibile dal 30 dicembre scorso sulla piattaforma ed è stata realizzata con 180 ore di interviste e con le immagini tratte da 51 differenti archivi.
”Credo che le iniziative di natura giudiziaria siano nel pieno diritto dei familiari di Vincenzo Muccioli – dice il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. – Il documentario di Netflix tende a denigrare un’Istituzione, come la Comunità di San Patrignano, che ha salvato migliaia e migliaia di vite. Evidenzia alcune vicende controverse e ben conosciute dalla pubblica opinione e minimizza i tanti aspetti positivi che caratterizzano la storia di San Patrignano”.
”Mi sono chiesto a quali obiettivi risponda quel documentario perché non può essere spuntato all’improvviso senza qualche ragione – osserva Gasparri. – La ripresa di campagne per la legalizzazione delle droghe mi fa capire che ci potrebbe essere un’inquietante sintonia”.
Ascolti tv, Floris flop: ultimo nel derby dei talk show. Berlinguer vola
Ascolti tv: Fuori dal Coro al 5,3%, DiMartedì al 4,6%. La Gruber si avvicina all'8%. Adriana Volpe e il nuovo format di Ogni Mattina allo 0,8%. I dati Auditel
Ascolti tv, Floris flop: DiMartedì ultimo. Vola Bianca Berlinguer su Rai3
DiMartedì al 4,6%, fatica Giovanni Floris su La7, in una serata che vede il boom di Bianca Berlinguer (Cartabianca vola a 1.175.000 di spettatori). Bene Mario Giordano con Fuori dal Coro (al 5,3%). Vediamo i numeri degli ascolti tv per quanto riguarda i talk show (e non solo) di martedì 7 aprile
Ascolti tv, Bianca Berlinguer vola con Cartabianca
Gli ascolti tv di martedì 6 aprile 2021 vedono la vittoria di Leonardo (la fiction con Matilda De Angelis piega anche il Real Madrid di Zinedine Zidane), mentre nella guerra dei talk show, si impenna Cartabianca. Il programma di Bianca Berlinguer (ospite Flavio Briatore) vola a 1.175.000 spettatori pari ad uno share del 5.3% crescendo tantissimo rispetto alla scorsa settimana, quando Rai3 aveva raccolto 945.000 spettatori con il 4.2%.
“Mussolini? E’ l’uomo a cui la sinistra italiana deve quasi tutto”
Nel 1919, cento anni orsono, nascevano il Partito popolare di Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi e i Fasci italiani di combattimento, per opera di Benito Mussolini. Ancora oggi la sua figura desta grandi dibattiti, ammirazione ed odio.
Francesco Agnoli, docente di storia, ha ripubblicato per l’occasione “Dio non esiste” (in libreria dal 7 novembre: https://www.fedecultura.com/Dio-non-esiste-p155591061 ), un opuscolo del futuro duce, scritto nel 1904, con una sua ampia postfazione.
Lo staff di Franceschini si fa ricco: "Un aumento di 700mila euro"
Incrementata la dotazione finanziaria con un decreto legge. Ira di Fratelli d'Italia: "Uno sperpero di denaro pubblico, così si rafforza la casta". Lezzi (M5S): "Il Pd è maestro nella gestione del potere"
"La dotazione finanziaria destinata alle esigenze di cui all'articolo 5, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 dicembre 2019, n.
169, è incrementata complessivamente di euro 692.000 annui a decorrere dall'anno 2021". Questo il testo del comma numero 4 dell'articolo 6 relativo al decreto legge sul riordino delle attribuzioni dei ministeri (clicca qui per leggere il documento). Il provvedimento è entrato in vigore il 2 marzo 2021 e prevede un aumento di quasi 700mila euro all'anno per gli uffici di diretta collaborazione del ministero guidato da Dario Franceschini. Il loro compito è quello di esercitare "le competenze di supporto all'organo di direzione politica e di raccordo tra questo e l'amministrazione". Ne fanno parte l'ufficio di Gabinetto, la segreteria tecnica del ministro, il segretario particolare del ministro, la segreteria del ministro, l'ufficio legislativo, l'ufficio del consigliere diplomatico, l'ufficio stampa, il servizio di controllo interno ed i relativi uffici di supporto e le segreterie dei sottosegretari di Stato. Abbiamo provato a contattare il ministero per chiarire la propria posizione, ma l'ufficio stampa del dicastero non ci ha fornito alcuna risposta.
Astrazeneca, Giorgio Palù avverte: "Ecco i soggetti che dovrebbero evitare il vaccino"
Dopo il caso Astrazeneca gli italiani sono "più titubanti" nei confronti del vaccino. Il caso Astrazeneca ha imposto un parziale pit-stop ma nessuno nel governo pensa che Ema possa non ribadire il via libera al vaccino. Per questo un piano B a oggi non viene nemmeno preso in considerazione. Il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù, ospite nella puntata di Porta a Porta condotto da Bruno Vespa ha spiegato che "il rapporto rischi-benefici per il vaccino di Astrazeneca è nettamente a favore dei benefici" ma anche chiarito che si aspetta dall'Agenzia europea Ema una nota di avvertenza: "Perché se ci sono soggetti femminili che hanno avuto trombosi, bisognerà studiarli. Soprattutto le donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico o che hanno difetti della coagulazione. Una maggiore attenzione, cioè, per questi soggetti. Aspettiamo però che ci sia questa valutazione".
Palù in fatto di rischi, gli stessi che hanno portato allo stop di AstraZeneca anche in Italia, non ha dubbi: "Gli eventi trombotici hanno un'incidenza bassa". Per ora "gli studi validativi" ci "tranquillizzano, ma ancor di più gli studi sul campo, con oltre 12 milioni di vaccinati nel Regno Unito e oltre 5 milioni in Europa che danno dati assolutamente rassicuranti". I timori non mancano però. D'altronde "sappiamo che non solo AstraZeneca - ha poi aggiunto - ma anche quelli Rna possono dare infiammazioni, un'insorgenza del fenomeno di aggregazione nel sangue, ma è un evento molto raro. Il nesso al momento è solo temporale e non causale. Attendiamo l'esito definitivo ora sugli studi". Sul blocco del lotto incriminato il presidente dell'Agenzia italiana ammette che "essere cautelativi è sempre prudente".
Meghan Markle, accusa horror alla Duchessa: "Mi ha fatto licenziare con una telefonata". Chi vuota il sacco, un terremoto
No, Meghan Markle - eccezion fatta per la cospicua cifra incassata - con l'intervista ad Oprah Winfrey con cui ha terremotato la famiglia reale inglese non avrebbe fatto un buon affare. I sondaggi parlano chiaro: solo il 22% dei britannici sta con lei e con il principe Harry. Ma tant'è, non soltanto i sondaggi. Già, perché contro la contessa piovono anche le accuse del commentatore televisivo e polemista Piers Morgan, che qualche giorno fa ha lasciato il seguitissimo programma Good Morning Britain, su Itv, dopo le proteste di 40mila persone per il modo in cui ha sminuito le accuse della Markle, in particolare le parole circa il suicidio, a cui avrebbe pensato.
Ora, infatti, Morgan si è vendicato. Dopo aver perso il lavoro, infatti, si è sfogato in modo durissimo in un talk-show statunitense. Piers Morgan ha continuamente accusato il Duca e la Duchessa di Sussex di aver mentito durante la loro chiacchierata con Oprah dello scorso 7 marzo. "Quando ho visto quella cosa con crescente disagio all’inizio e incredulità alla fine, ho provato un vero senso di rabbia - ha sparato ad alzo zero - perché quello a cui stavo assistendo era il lavoro più straordinariamente falso sulla famiglia reale, sulla regina, sulla monarchia e, francamente, sulla Gran Bretagna, il mio paese", ha sottolineato Morgan.
Covid, Enrico Letta spara a zero su Matteo Salvini: "Seguendo lui situazione molto peggiore"
Enrico Letta e Matteo Salvini continuano a punzecchiarsi a distanza. Dopo il botta e risposta degli scorsi giorni adesso è il segretario del Partito Democratico a ritornare a parlare del Leader della Lega nella puntata del 6 aprile di “Dimartedì” programma di La7 condotto da Giovanni Floris. “La soluzione di Salvini qual è? Avessimo seguito le sue soluzioni, oggi saremmo in una situazione molto peggiore e non voglio dire di più… Salvini dice alla gente quello che loro vogliono sentirsi dire. Anche io sono solidale con i ristoratori, ma credo che noi dobbiamo fare un decreto imprese, questa è una risposta seria, aiutarli non in modo generico, sui costi fissi. Gli attacchi a Speranza di Salvini e Meloni? C’è qualcuno che in questo momento fa un discorso semplicistico, ‘aperture contro chiusure’, come se ci fosse qualcuno che cerca di far star male gli italiani, tenendoli chiusi. È un anno - prosegue Letta - che stiamo dentro questa cosa, che si affronta con serietà, tutta la mia solidarietà a Roberto Speranza, per fortuna che abbiamo un ministro come lui”.
Altro argomento dell’intervista è l’incontro con Matteo Renzi a distanza di anni dalla manovra del numero 1 di Italia Vivo che “costò” la presidenza del Consiglio a Letta: “È andato bene, alla grande. Incontro franco, cordiale, utile, ma tra due persone diverse, su alcune cose d’accordo, su altre no. Di nuovo al governo con Renzi? Io metto da parte le considerazione di tipo personale”.
Privilegi da Draghi: mutuo ventennale da un milione e mezzo al 73enne premier e alla moglie
La maggior parte delle banche italiane concedono un mutuo ventennale solo a clienti sotto i 55 anni. In modo che sia tutto estinto entro il 75mo anno. Se il cliente è invece Mario Draghi, si ottengono condizioni impossibili ai comuni mortali.
Una villa da un milione e mezzo sul Brenta
Lo ha scoperto Franco Bechis, che sul Tempo ha svelato un super mutuo ottenuto recentemente dal nostro presidente del Consiglio. Così risulta, infatti, nell’atto registrato dal notaio Alessandra Temperini a Roma il 22 luglio 2020. All’epoca, Draghi non era ancora premier. Tuttavia era l’ex presidente della Banca centrale europea. Impossibile dirgi no.
«Quando l’estate scorsa – scrive il direttore del quotidiano romano – Mario Draghi e sua moglie, Maria Serenella Cappello, hanno bussato alla porta di Banca Passadore in cerca di un finanziamento ipotecario su una bella villa (13,5 vani) sulla riviera del Brenta, nessuno ha aggrottato nemmeno le ciglia».
James Pallotta vuota il sacco: ecco perché sono scappato dalla Roma
Nuovo stadio, investimenti, la Lega calcio, Totti, De Rossi... l'ex presidente allo scoperto
Più che un’intervista, è un instant book. Nove anni di As Roma riassunti in una ventina di fogli A4, James Pallotta lascia il suo testamento giallorosso a The Athletic, la rivista online sportiva americana, che raccoglie le confessioni dell’ex presidente.
Nove anni di gestione, una valanga di milioni investiti come mai nessuna proprietà ha fatto nella storia del club, 80 dei quali destinati al progetto di uno stadio che non vedrà mai la luce. Tanti campioni acquistati, ma quasi sempre rivenduti perché se si decideva di rispettare le regole del fallimentare Fair Play Finanziario della Uefa era impossibile fare altrimenti, non avendo nel frattempo l’opportunità di generare ricavi con un impianto di proprietà. A forza di comprare e cedere, la Roma è diventata forte, ma mai abbastanza per battere la Juventus. E allora, quello zero nella casella dei titoli vinti, è diventato una condanna per Pallotta. Il presidente più innovativo e per certi versi geniale della storia, ma tra i più odiati di sempre da gran parte dei tifosi. Soprattutto dall’anima tradizionalista, che non si è mai sforzata di capirlo. Come lui non ha mai fatto abbastanza per spiegarsi meglio.
Adesso Pallotta si guarda indietro e racconta, in primis a se stesso, perché è dovuto scappare da quella sorta di inferno che era diventata per lui la Roma. «Sono arrivato a un punto - spiega parlando dei suoi ultimi giorni da presidente prima della cessione al gruppo Friedkin - in cui pensavo: "perché sto spendendo il mio tempo per andare laggiù e stare pochi giorni? Quando rifletto sugli anni che ho passato come presidente prima di vendere il club, mi rendo conto che quasi il 15% della mia vita è associato alla Roma. Adesso, mentre ripenso al mio tempo trascorso alla guida del club e interagisco con i tifosi su Twitter, la mia unica frustrazione è che alcune persone non si rendono conto di quanto amassi la Roma, di quanto ho lavorato duramente per portarla al successo e quanto tempo ho dedicato a cercare di farla funzionare».
Concorsopoli, si è dimesso il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini
Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini (Pd) ha comunicato le sue dimissioni ai capigruppo alla Pisana. La decisione sarebbe stata presa ieri al termine di un incontro con alcuni esponenti del Pd Lazio per fare il punto sulla vicenda "Concorsopoli", le assunzioni a tempo indeterminato al Consiglio Regionale del Lazio di 16 persone attinte da un bando del comune di Allumiere.
Nonostante la liceità del provvedimento ribadita dalla Pisana - sostengono in maggioranza - è stata sollevata dai consiglieri regionali di opposizione una questione di opportunità. Proprio per fugare ogni dubbio sulla legalità del procedimento lo stesso presidente Buschini ha proposto, nella scorsa seduta d'aula, l'istituzione per legge di una commissione regionale permanente Trasparenza.
Buschini si è dimesso e, da consigliere regionale, proporrà il disegno di legge come primo firmatario. "Non vivo questa scelta come una resa né come un'azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni - ha scritto Buschini ai consiglieri regionali - ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le Istituzioni".
Perché le grandi potenze osservano le elezioni in Groenlandia
Negli ultimi anni l’importanza geopolitica della Groenlandia è cresciuta notevolmente per almeno due ragioni: da un lato, la possibilità di nuove rotte commerciali con la “complicità” dello scioglimento dei ghiacci; dall’altro, la grande disponibilità di giacimenti di rame, zinco, piombo, minerale di ferro, nichel, titanio, cobalto, oro, pietre preziose, metalli del gruppo del platino, molti dei quali fondamentali per la quarta rivoluzione industriale.
Una Eldorado di ghiaccio che diventa nuovo teatro di scontro tra Stati Uniti e Cina: se Pechino ha, infatti, messo già le mani su numerosi giacimenti, Washington guarda con sempre maggiore interesse all’isola più grande del mondo, tanto da indurre l’ex presidente Trump a dichiarare l’interesse americano ad acquistare la Groenlandia dalla Danimarca, di cui è territorio d’oltremare. Nel 2008, tra l’altro, lo US Geological Survey (USGS) stimò, inoltre, che i tre principali bacini al largo della Groenlandia potrebbero produrre fino a 52 miliardi di barili di petrolio. E ancora, uno studio del 2015 rilevò che la Groenlandia potrebbe produrre energia idroelettrica sufficiente per soddisfare le proprie esigenze ed esportare il surplus.
Ma sono soprattutto i cosiddetti minerali di “terre rare” a far puntare i riflettori sull’antica “terra verde”. L’Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) li identifica in un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, precisamente scandio, ittrio e i lantanoidi. Scandio e ittrio sono considerati “terre rare” poiché generalmente si trovano negli stessi depositi minerari dei lantanoidi e possiedono proprietà chimiche simili. Le terre rare sono più difficili da estrarre rispetto alle equivalenti fonti dei metalli di transizione, rendendole relativamente costose, anche per via di un lungo e inquinate processo di lavorazione. Fibra ottica, veicoli ibridi, superconduttori, laser, warfare, satelliti, sono solo alcune delle tecnologie che, oggi, rendono le terre rare fondamentali per l’industria moderna, soprattutto quella legata alla Difesa, energie rinnovabili e hi-tech.
Copasir, Fico e Casellati se ne lavano le mani. FdI: “Scandaloso, spetta a noi: intervenga Mattarella”
Con una lunga lettera da azzecca-garbugli, più che da seconda e terza carica dello Stato, i presidenti di Camera e Senato si chiamano fuori dalla vicenda della presidenza del Copasir, ritenendo non di propria competenza la necessità di assegnare all’opposizione, e dunque a Fratelli d’Italia, la massima carica dell’autorità di vigilanza sui servizi segreti. Niente Copasir a FdI, che ne avrebbe diritto, questa la sintesi.
“Riteniamo che le considerazioni richiamate e le relative conclusioni non possano che trovare coerente applicazione, con riferimento alla composizione del Comitato, anche nella attuale situazione”, scrivono la presidente del Senato, Elisabetta Casellati e il presidente della Camera, Roberto Fico in un passaggio della lettera indirizzata al presidente del Copasir, il leghista Raffaele Volpi. Fico e Casellati richiamano quanto fatto “dai presidenti dei due rami del Parlamento” all’epoca del caso D’Alema, Schifani e Fini, che “nella lettera a firma congiunta inviata in data 23 dicembre 2011 al Presidente pro tempore del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, valutarono non praticabile la possibilità di un loro intervento sulla composizione del Comitato”. Teorie pilatesche, secondo Fratelli d’Italia, che si rivolge direttamente al Colle. La soluzione era a portata di mano: sciogliere il Copasir e ricomporlo, con la presidenza all’unica forza di opposizione al governo Draghi.
L'Italia tradita e affamata esplode di rabbia
Il mercoledì in cui si ha il primo assaggio di cosa può accadere se salta la coesione sociale. Del momento in cui il solco tra garantiti e non si fa dolore tangibile in piazza. E il malcontento fende tutta la Penisola. Con epicentro Roma, Piazza Montecitorio. Qui si ha il punto più rumoroso, con i tafferugli che divampano tra alcuni manifestanti e le forze dell’ordine. Si vivono momenti difficili, con lanci di bottiglie e fumogeni ed un poliziotto ferito. Disordini innescati da infiltrati di realtà estremiste, faranno trapelare fonti investigative. Ma la protesta c’è, dopo mesi di serrate e di ristori scarsi e fuori tempo.
Nella Capitale scendono in piazza gli esercenti delle categorie ancora penalizzate. Ci sono quindi ristoratori, come quelli di #Ioapro, il network di locali che all’inizio dell’anno avevano organizzato delle serate ricevendo clienti in disobbedienza alle chiusure. E ancora ambulanti, gestori di palestre, operatori del turismo. Ma non finisce qui. Perché la protesta, appunto, è generale. Così a Milano si materializzano due diverse manifestazioni. In una si attivano gli imprenditori dei bus turistici, che si radunano nei pressi del palazzo della Regione. In un’altra, invece, nei pressi della Stazione Centrale si ritrovano gli ambulanti. Categoria che si raduna anche a Imperia, davanti alla prefettura. E poi c’è la Campania, dove a guidare la protesta ci sono anche in questo caso i «mercatali», ma partecipano ristoratori e imprenditori di varie categorie. Che bloccano l’A1 all’altezza di Casera, in entrambe le direzioni e nel traffico rimane imbottigliato anche il Presidente della Regione Vincenzo De Luca. Un sit in degli ambulanti, poi, viene svolto anche a Bari.
Il filo conduttore delle iniziative di piazza è, sostanzialmente, unico: l’esiguità della risposta economica dopo un anno di chiusure, l’impossibilità di lavorare e le imprese che muoiono. Le rappresentanze giustamente criticano la degenerazione del malcontento negli scontri ma rivendicano la legittimità dell’anima profonda della protesta. Il presidente del Mio, Movimento Imprese Ospitalità, Paolo Bianchini esprime condanna verso «gesti estremi che possono portare a disordini sociali». Tuttavia, «la politica non può girare il capo fingendo di non vedere» che in Piazza Montecitorio c’erano «centinaia di persone disperate, di tutta Italia: imprenditori che hanno perso tutto a causa delle chiusure. E non hanno più nulla da perdere. Non si doveva arrivare a questo punto». La Fipe Confcommercio, che rappresenta i pubblici esercizi, mette in chiaro: «Una cosa sono i bisogni, i problemi e le aspettative del settore, che conosciamo come nessun altro, un'altra il modo di rappresentarle, dove la legalità e il rispetto istituzionale sono pre-requisiti inderogabili». E però, continua la sigla, «sono mesi che poniamo il tema dei rischi sociali correlati ai danni di natura economica che stanno devastando i Pubblici Esercizi italiani».
Tafferurgli in piazza Montecitorio tra ristoratori e polizia. Cori contro Speranza e Salvini
Prima i cori ‘buffoni’ e ‘libertà’ poi il lancio di un fumogeno e di alcuni oggetti. Infine il tentativo di sfondare il cordone delle polizia davanti alla Camera. Momenti di tensione a piazza Montecitorio durante la manifestazione di ristoratori e di diverse categorie di commercianti i cui negozi sono chiusi per via delle norme anti Covid. Le forze dell’ordine hanno respinto i manifestanti che stavano rovesciando le transenne che circondano la piazza. Alcune persone sono state fermate.
Come riporta La 7, la piazza ha pronunciato insulti e cori contro il ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche toni critici nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini.
Enrico Montesano cerca di ristabilire la calma
Alcuni manifestanti, a Montecitorio, tra cui ristoratori, ambulanti e esercenti di attività chiuse per le norme anti-covid, sono stati fermati. Poi la situazione è tornata tranquilla. A contenere la piazza anche Enrico Montesano che ha portato la sua solidarietà ma ha incitato a evitare azioni di impulso.
I manifestanti, si legge nel comunicato di Io Apro puntano “alla riapertura di tutte le attività che sono state gravemente colpite dagli effetti economici della pandemia. Dunque non solo ristoratori e bar a Montecitorio, ma gestori di palestre e piscine, estetisti, parrucchieri e tutti quegli esercenti che da mesi non riescono più a lavorare a causa delle varie restrizioni dettate di Dpcm per contenere la diffusione del contagio. Per questo ‘Io apro’, Mio Italia, La rete delle partite Iva, Apit Italia e Pin hanno deciso di unirsi e scendere in piazza contro le chiusure”.
ILCORTO.EU
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