Colpi di pistola alla frontiera. Poi manganelli e gas lacrimogeno. Et voilà. Signore e signori, o meglio mesdames et messieurs ma soprattutto amici e "compagni" di sinistra, ecco servita l'accoglienza francese ai migranti, il trattamento Macron, l'idolo dei progressisti dei porti spalancati che però, quando va bene, i clandestini li respinge a calci nel sedere. Da quando il nuovo Re Sole siede all'Eliseo, cioè da maggio 2017, oltralpe è successo di tutto. La regola ormai è la violenza.
L'ultima è andata in scena nel fine settimana, anche se come prevedibile i "grandi" giornali l'hanno fatta passare in cavalleria. E però avrebbero titolato in prima pagina se fosse stata la polizia di un governo di destra, anziché la gendarmerie, a sparare per spaventare una famiglia afghana di rifugiati trovata all'altezza di Monginevro e trascinata in Italia. Tra loro c'era una ragazzina di 11 anni poi finita sotto shock all'ospedale Regina Margherita di Torino. La poveretta ha riferito terrorizzata ai soccorritori del 118 di aver sentito dei colpi d'arma da fuoco, episodio che le ha ricordato quanto avvenuto quattro anni fa quando nel suo Paese è rimasta ferita da una bomba. Figuriamoci, dicevamo, cosa avrebbero scatenato i "compagni" se un tale fatto fosse successo da noi con al ministero dell'Interno Salvini. «Eravamo sul sentiero», ha detto la mamma della ragazzina ai medici, «e sono arrivati i poliziotti francesi. Ci hanno accerchiato e urlato di fermarci. Ho sentito gli spari». La polizia francese, ovviamente, smentisce.
Cacciari durissimo con Letta: “Le donne capigruppo? Solo un’operazione di immagine”
Non lo convince la conversione femminile del Pd e non ha peli sulla lingua, come al solito. Per il filosofo Massimo Cacciari, da sempre attento alle vicende politiche del Partito democratico, “la scelta di due donne come capigruppo parlamentari del Pd, voluta dal segretario Enrico Letta, di per sé è niente altro che immagine; bisogna vedere a cosa si accompagna dal punto di vista politico”, afferma all’AdnKronos.
Cacciari non lesina critiche a Letta
“Se questa scelta si accompagnerà poi a progetti e strategie politiche coerenti, che davvero affrontino il problema della diseguaglianza di genere, a partire dal modo in cui si sta gestendo questa crisi, allora avrà un senso“, spiega Cacciari. “Altrimenti, sarà solo una questione di immagine e nient’altro. Bisognerà vedere se seguirà qualcosa di concreto, che faccia uscire il Pd dalla nullità in cui versa da un paio d’anni: ma le variabili sono infinite e solo in piccola percentuale sono sotto il controllo di Letta”, conclude Cacciari.
Nei giorni scorsi, Cacciari si era espresso in modo molto ruvido sulla nuova leadership del Pd. “A parte che non vedo stratosferiche altezze da parte di Letta rispetto a Zingaretti. Ma al di là di questo particolare, la verità è che Zingaretti ha posto una drammatica questione: e cioè che secondo lui, segretario del Pd, il partito è assolutamente inadeguato ad affrontare la situazione ben oltre la pandemia e le ultime vicende. Il giudizio di Zingaretti riguarda in qualche modo l’intera storia del Partito Democratico”. In un articolo pubblicato sulla Stampa, l’ex sindaco di Venezia ieri aveva attaccato anche l’esecutivo guidato da Mario Draghi spiegando che, forse a causa della sua scarsa “sensibilità”, non è riuscito ancora a notare “un cambiamento di passo nell’affrontare la situazione”.
I CRIMINI DI GUERRA DEGLI "ALLEATI"
“ Soldati !
Liberazione con un mln di stupri
Ieri, Berlino ha avuto un giorno di ferie in più, per celebrare la fine della guerra. «La conquista di Berlino da parte dell'Armata Rossa fu una liberazione non una sconfitta», disse nel 1985 il presidente della Repubblica Richard von Weizsäcker. Ma furono giorni tragici. Un milione di donne tedesche vennero violentate subito dopo la sconfitta del III Reich. Dai russi, e anche da soldati alleati, francesi, inglesi, americani. Gli effetti negativi passano da una generazione all'altra, dalle madri ai figli, ai nipoti, fino a oggi 75 anni dopo, ha scritto la Neue Zürcher Zeizung.
I bambini crebbero accanto alle madri traumatizzate, migliaia erano i «figli dello stupro», nati con un Erbschuld, una sorta di peccato originale, dice la storica Miriam Gebhardt. Molti venivano rifiutati dalle madri, finivano negli orfanatrofi. Denunciare le violenze era un tabù, in Germania Est. Non si voleva mettere sotto accusa gli amici sovietici, e la Ddr era sempre occupata da mezzo milione di soldati dell'Armata Rossa.
Solo nel 2003, è uscito Anonyma-Eine Frau in Berlinni Anonyma, pubblicato postumo. La giornalista Marta Hillers, scomparsa nel 2001, raccolse negli Anni Cinquanta le confessioni di diverse vittime, ma i tempi non erano ancora adatti. Fu accusata di voler infangare il suo paese. La Germania, all'inizio del boom, voleva dimenticare il passato. Anche Marta Hillers, nata nel 1911, era stata una vittima. Nel 2008 ne fu tratto un film di successo.
Meghan Markle e la droga, il caso clamoroso del "pacchettino": indiscrezioni-choc sulla moglie di Harry. E ora?
Come riferito anche dalla giornalista e scrittrice Lavinia Orefici dietro le quinte di Royal Saga, su La 5, le bomboniere del primo matrimonio di Meghan Markle con Trevor Engelsson pare fossero pacchettini che contenevano spinelli. Vero? Falso? Di certo non ha portato bene al matrimonio con Trevor? Appena avuta la parte in un serial tv lei lo mollò e gli spedì fede e anello infilata in una busta e spedita per posta in California. Neanche una telefonata. La classe non è acqua. O la classe non è qua?
Giorgio Dell’Arti ha raccolto sul Fatto Quotidiano una serie di aneddoti su Meghan Markle e il principe Harry, tratti dal libro “La guerra dei Windsor” scritto da Vittorio Sabadin. Ovviamente i più curiosi riguardano l’ex attrice: “Harry, dopo aver conosciuto Meghan, rimase colpito dal fatto che Meghan non aveva paura di andare a fare pipì nei boschi”. Sarà questa una delle qualità che ha rapito il principe, che pare che a suo tempo abbia rifiutato le avance di Cameron Diaz.
Sì, proprio lei, l’attrice di Serie A biondissima e bellissima: “Chiese al principe Harry il numero di telefono. Lui non glielo diede”. E a proposito di telefono, pare che quello di Meghan non squillasse mai prima della serie Suits che le ha regalato grande notorietà: “Fece l’hostess in un ristorante, poi andò a confezionare pacchi in un negozio, infine, grazie alla bella calligrafia, venne assunta per vergare cartoncini di invito ai matrimoni e alle feste di Hollywood. Ingaggiata in Suits soprattutto perché non abbastanza bella da rubare la scena alle protagoniste”.
Meghan Markle e Harry, "matrimonio mai celebrato". L'arcivescovo di Canterbury contro i Duchi: ipotesi disastrosa
Un "reato grave". Justin Welby, arcivescovo di Canterbury dal 2013, commenta la fuga di notizie sul presunto matrimonio reale "anticipato" tra Harry e Meghan Markle, che il 65enne capo de facto della Chiesa d'Inghilterra (in pratica, il numero 2 dopo la Regina Elisabetta) avrebbe celebrato pochi giorni prima quello ufficiale del 19 maggio 2018. Un fatto insolito e irrituale, che sta alimentando il gossip selvaggio sulla Corona inglese, già travolta dallo scandalo dell'intervista alla giornalista americana Oprah Winfrey con cui i duchi di Sussex hanno gettato discredito sulla famiglia e sulla stessa istituzione monarchica inglese.
Sono stati gli stessi Meghan e Harry a rivelare l'avvenuta cerimonia segreta, lontano dai riflettori e dal codazzo degli invitati nobili ed eccellenti, quasi a confermare la loro natura "altra" rispetto alle regole e alla rigidissima etichetta di Buckingham Palace. Come se i due, ormai da mesi "fuori" dalla cerchia della Regina con gran dolore della nonna coronata, volessero affermare la loro estraneità a quel mondo (come ribadito, peraltro, dalle loro scelte successive e dal clamoroso strappo con la fuga Oltreoceano). Facilissimo immaginare come l'indiscrezione secondo cui il braccio destro religioso della Regina si fosse piegato al "capriccio" dei due giovani reali abbia messo in grave difficoltà l'arcivescovo e la Chiesa anglicana tutta.
Byoblu bannato da You Tube, Messora (fondatore): “Ora un canale sul digitale"
Bannato il canale Byoblu con oltre 500mila iscritti e 200 milioni di video caricati. Il senatore Gianluigi Paragone: "Chiusura inammissibile"
BYBLU BANNATO DA YOU TUBE. IL FONDATORE MESSORA LANCIA LA SFIDA: "AIUTATECI A COMPRARE UN CANALE SUL DIGITALE TERRESTRE
“Ve lo avevo detto che sarebbe successo. Era chiaro che l’intenzione fosse quella. Oggi è accaduto. Youtube ha chiuso Byoblu”, comincia così un lungo comunicato inviato dall’ufficio stampa del canale di Claudio Messora. Una pagina con mezzo milione di iscritti e 200 mln di video caricati.
“Ha rimosso in un solo istante 14 anni di contenuti – continua - tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati… Una fotografia cangiante delle trasformazioni che si sono avvicendate nella società da 14 anni a questa parte, viste con gli occhi dei cittadini e non con quelli dei media”.
Hanno chiuso Byoblu "ed io oggi, francamente, non so neanche cosa dirvi", prosegue il comunicato. "Quasi non ho voglia neppure di scrivere, tanta è l’amarezza. Ho sempre combattuto senza risparmiarmi, ma quel canale rappresentava in un certo senso tutta la mia vita. Ancora ricordo la festa per i primi cento iscritti, e ancora custodisco gelosamente la targhetta per i primi centomila".
Calcioscommesse, Signori assolto: "Nessuno mi restituirà questi 10 anni"
CALCIOSCOMMESSE: SIGNORI ASSOLTO DA TRIBUNALE DI MODENA, 'IL FATTO NON SUSSISTE'
Beppe Signori è stato assolto dal Tribunale di Modena in primo grado dall'accusa di aver partecipato alla presunta combine di due partite del 2011, Modena-Sassuolo e Modena-Siena, "perché il fatto non sussiste". Un mese fa era stato di nuovo assolto anche dal Tribunale di Piacenza dove era imputato per la partita Piacenza-Padova.
CALCIOSCOMMESSE: SIGNORI, 'NESSUNO MI RESTITUIRA' QUESTI 10 ANNI'
'Non mi reputo un presuntuoso ma una persona che voleva la verità sono trascorsi dieci anni lunghi, che non mi restituirà nessuno, ma sono un combattente". Queste le parole a caldo dell'ex attaccante di Lazio e Bologna, Beppe Signori, dopo l'assoluzione del tribunale di Modena dall'accusa di combine di due partite del 2011: Modena-Sassuolo e Modena-Siena. "Ho rinunciato alla prescrizione per arrivare fino in fondo, perché avrebbe comunque lasciato un'ombra di dubbio e questa assoluzione è la cosa più importante", aggiunge Signori all'uscita del tribunale.
CALCIOSCOMMESSE: LA FIGLIA DI SIGNORI, 'SIAMO CONTENTI, SONO STATI ANNI DIFFICILI PER LUI E NOI'
''Ho avuto la sua chiamata all'uscita dal Tribunale poco fa e mi ha detto 'finalmente stasera brindiamo'. Non ce la faceva più, siamo davvero contenti. Non sono stati anni facili per lui e per noi tre, mia sorella, mio fratello ed io. In questa situazione c'eravamo soltanto noi". Così all'Adnkronos, Denise, la figlia dell'ex calciatore Giuseppe SIGNORI assolto oggi dal tribunale di Modena dall'accusa di coinvolgimento al calcioscommesse. L'ex bomber laziale era stato accusato di combine nelle partite del 2011 Modena-Sassuolo e Modena-Siena.
FdI a Draghi: «C’è posta per te». Flash mob a Palazzo Chigi sulle cartelle esattoriali
Blitz dei parlamentari di FdI davanti al portone di Palazzo Chigi per chiedere “una pace fiscale reale”. «Non possono chiedere alle aziende che stanno chiudendo i battenti per le misure decise dal governo di saldare le cartelle esattoriali», spiega la leader Giorgia Meloni, arrivata a Palazzo Chigi accompagnata da una busta da lettera enorme con su scritto: “Avviso importante per il governo”.
Blitz di FdI: «Se mi chiudi non mi chiedi»
Con lei, i parlamentari di FdI con dei cartelli con su scritto “Se mi chiudi non mi chiedi”. «C’è posta per Draghi – dice Meloni – è una busta simbolica, rappresenta le cartelle esattoriali che non possono essere chieste ad aziende costrette a chiudere per l’emergenza. Come si fa a chiedere agli italiani di pagarle mentre migliaia di aziende chiudono i battenti? Se mi chiudi non mi chiedi, appunto…».
Maxi cartello: “Chi pagherà per tutto questo?”
Un altro maxi cartello ricalca il tipico atto di notifica dell’Agenzia delle Entrate: “Chi pagherà per tutto questo?”, recita, riportando in rosso i “conti” economici della pandemia. Ovvero «440mila occupati in meno nel 2020 di cui 209mila autonomi. -8,9% di Pil pari a 140 miliardi di prodotto interno lordo perso. 320 miliardi di fatturato perso da imprese e partite Iva. Oltre 300mila imprese perse nel 2020 nel solo settore del commercio e dei servizi».
Arrivano Russia, Cina e Brasile: ecco i paesi più avanti nella corsa al vaccino. L’Oms: «No a nazionalismi»
La Cina conferma la sua ottima posizione in una corsa al vaccino anti Covid il cui ritmo accelera costamentemente e che vede al primo posto gli Stati Uniti con 13 candidati vaccini in via di sperimentazione sull’uomo. Staccata la Russia. Il monito dell’Organizzazione mondiale della sanità
Dopo lo Sputnik V della Russia, prodotto dall'Istituto Gamaleya, anche la Cina ha registrato in un tempo record il suo primo vaccino contro la pandemia di Covid-19. Messo a punto dalla CanSino Biologics con l'Istituto di Biotecnologie di Pechino, il vaccino si chiama Ad5-nCoV e si basa sul materiale genetico del Sars-Cov-2 trasportato da un altro virus reso inoffensivo. Entrambi i candidati vaccini fanno parte della lista stilata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che ne comprende complessivamente 167, di cui 29 in fase di sperimentazione sull'uomo.
Dall’altra parte del mondo il governo brasiliano ha autorizzato la sperimentazione di fase 3 del candidato vaccino anti Covid-19 sviluppato dal laboratorio statunitense Johnson & Johnson. I test sono previsti su 7mila volontari. L'esecutivo del presidente Jair Bolsonaro finora ha stanziato circa 400 milioni di dollari per sviluppare il vaccino dell'Università di Oxford prodotto da AstraZeneca. L'Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria (Anvisa) ha dato il via libera anche ai test del candidato vaccino della cinese SinoVac e di quello prodotto congiuntamente dall'americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech.
FdI a Draghi: «C’è posta per te». Flash mob a Palazzo Chigi sulle cartelle esattoriali (video)
Blitz dei parlamentari di FdI davanti al portone di Palazzo Chigi per chiedere “una pace fiscale reale”. «Non possono chiedere alle aziende che stanno chiudendo i battenti per le misure decise dal governo di saldare le cartelle esattoriali», spiega la leader Giorgia Meloni, arrivata a Palazzo Chigi accompagnata da una busta da lettera enorme con su scritto: “Avviso importante per il governo”.
Blitz di FdI: «Se mi chiudi non mi chiedi»
Con lei, i parlamentari di FdI con dei cartelli con su scritto “Se mi chiudi non mi chiedi”. «C’è posta per Draghi – dice Meloni – è una busta simbolica, rappresenta le cartelle esattoriali che non possono essere chieste ad aziende costrette a chiudere per l’emergenza. Come si fa a chiedere agli italiani di pagarle mentre migliaia di aziende chiudono i battenti? Se mi chiudi non mi chiedi, appunto…».
Maxi cartello: “Chi pagherà per tutto questo?”
Un altro maxi cartello ricalca il tipico atto di notifica dell’Agenzia delle Entrate: “Chi pagherà per tutto questo?”, recita, riportando in rosso i “conti” economici della pandemia. Ovvero «440mila occupati in meno nel 2020 di cui 209mila autonomi. -8,9% di Pil pari a 140 miliardi di prodotto interno lordo perso. 320 miliardi di fatturato perso da imprese e partite Iva. Oltre 300mila imprese perse nel 2020 nel solo settore del commercio e dei servizi».
Vaccino, Fabrizio Curcio: "Spreco di dosi, ne parlerò col generale Figliuolo". La svolta dopo il caso-Scanzi
Tiene banco il tema-vaccino: a chi spettano le dosi non somministrate a fine giornata, una di quelle dosi, giusto per intendersi, sulle quali ha messo le mani Andrea Scanzi, poi travolto dalle polemiche e dalle disdette dei contratti. Il generale Paolo Figliuolo, nuovo commissario all'emergenza coronavirus, aveva detto chiaro e tondo che bisogna fare in modo di somministrare ognuna di quelle dosi. Certo, restano dei buchi normativi, se alla fin della fiera uno come Scanzi riesce a metterci le mani sopra aggiungendo poi che "gli italiani dovrebbero ringraziarmi".
Ma tralasciando i deliri della firma del Fatto Quotidiano, ecco che sul punto arrivano le parole di Fabrizio Curcio, il capo della protezione civile, che sul tema ha premesso: "Ne parlerò al commissario Figliuolo". Nel corso di un'audizione parlamentare, Curcio ha infatti affrontato il tema degli sprechi di dosi di vaccino, e ha puntualizzato: "Al di là di indicazioni generali, serve, secondo me, un accordo con le Regioni per indirizzare le dosi che restano non al ventenne, ma alla stessa categoria a cui erano destinate. Sennò si creano situazioni che stridono, persone che si mettono fuori e aspettano, meccanismi che fanno perdere la fiducia del cittadino. Se la perdiamo, la campagna non va avanti", ha rimarcato. Nessun riferimento al caso-Scanzi, ma i riferimenti, in verità, appaiono lampanti.
Dunque, Curcio ha sottolineato come l'Italia avrà alla fine del primo trimestre più di un milione di dosi in meno rispetto a quanto era stato garantito dalle case farmaceutiche nell'ultimo piano presentato al ministero della Salute. Curcio ha infatti spiegato: "Erano previste 15,6 milioni dosi per primo trimestre questo valore oggi è chiuso a circa 14 milioni e 170mila dosi, oltre un milione di dosi in meno". Un ammanco che fa la differenza.
Luigi Marattin, irrompono i carabinieri in terrazza: assembramento illegale, il renziano multato
Domenica delle palme in pieno relax per i vertici di Italia Viva. Con gli italiani agli arresti domiciliari, Matteo Renzi si è goduto live il Gran premio di Formula 1 in Bahrein. Eppure non ha commesso nessuna infrazione: le regole anti-Covid impediscono infatti di spostarsi di comune in comune, ma consentono viaggi in capo al mondo. Resta soltanto da capire chi finanzia queste gite fuori porta di Renzi: "I miei viaggi sono legittimi" ha affermato il leader di Italia Viva, impegnato probabilmente nella ricerca di nuovi Rinascimenti nel Golfo Persico. Nel frattempo, anche un altro esponente di Iv è finito al centro delle polemiche. Si tratta di Luigi Marattin, accusato di aver ospitato nella sua abitazione 5 amici a cena.
A differenza del leader di Iv, Marattin riconosce le sue colpe, e si scusa tramite un post su facebook che intitola L'importanza di essere umani, e quindi imperfetti: "Ieri pomeriggio nella mia abitazione a Roma si è registrata una violazione della normativa anti-Covid, nella forma di un pranzo non consentito... Le forze dell’ordine - che erano alla ricerca di una violazione ben più grave in un appartamento della zona, ma che si sono per caso imbattute nella nostra - sono intervenute e hanno irrogato le sanzioni conseguenti. Ringrazio le forze dell’ordine per il loro lavoro e chiedo scusa. Un parlamentare ha l’obbligo di dare il buon esempio e certamente così non è stato in questo caso".
Coronavirus, non solo vaccino: ecco la cura che batte il Covid. Addio lockdown, come si vince la battaglia
Si è sbagliato nella gestione del virus (come tra l'altro riconosciuto di recente anche dalla rivista inglese Nature che fa a pezzi il Comitato Tecnico Scientifico italiano) ed ora si sta sbagliando proponendo nuovi inutili lockdown di fronte ad una campagna vaccinale sinora del tutto fallimentare. Basti dire che essa è iniziata da alcune categorie sociali di privilegiati, mentre gli anziani - i veri colpiti da questa malattia- nell'attesa del vaccino continuano a morire, o che si è sospeso l'uso di un vaccino per pochi giorni solo per fare un piacere a Angela Merkel. Ma cerchiamo di chiarire, da un punto di vista scientifico, una volta per tutte alcuni punti.
La Covid-19 non è una banale influenza, ma nemmeno la peste: è una pandemia virale di tipo influenzale che colpisce soprattutto gli anziani. L'analisi del genoma del virus dimostra chiaramente che appartiene ad un ramo filogenetico distinto da quello del Sars, anche se entrambi sono derivati dal coronavirus tipo Sars isolato nel pipistrello. Come il nuovo virus sia mutato e si sia adattato all'uomo in breve tempo deve ancora essere spiegato, sembrerebbe un ricombinante di un numero di diversi coronavirus conosciuti. È la terza volta che succede in 17 anni e non possiamo sapere se quello attuale sia l'ospite finale. Almeno 50 coronavirus sono stati isolati nei pipistrelli (per lo più dall'intestino) che rappresentano il principale serbatoio di questa famiglia virale. Il virus da pandemico è ormai diventato endemico ed abbiamo il 90-95% asintomatici positivi, che non sono contagiosi. Sappiamo curare questa malattia e con i vaccini siamo in grado di prevenirla.
Quarta Repubblica, per Laura Boldrini 2mila euro sono noccioline: "Colf imbrogliata per quella cifra? Ma per favore..."
Siamo a Quarta Repubblica, il programma di Nicola Porro in onda su Rete 4. La puntata è quella di lunedì 29 marzo. E tra i temi affrontati, oltre a Covid, vaccino e dintorni, c'è tempo e modo per parlare di Laura Boldrini, la fu presidenta della Camera travolta dalle testimonianze della sua ex colf e della sua ex assistente parlamentare. La prima, Lilia, è in attesa della liquidazione da parecchio tempo, tanto da essersi rivolta a un patronato: aveva lasciato il lavoro dopo che la Boldrini le aveva chiesto di lavorare anche il sabato, lei rispose che almeno nel weekend aveva una famiglia di cui occuparsi. La collaboratrice parlamentare, invece, ha denunciato come lady Boldrinova la costringesse a mansioni umilianti: prenotare il parrucchiere, ritirare vestiti e comprarne di nuovi soltanto per citarne due.
Insomma, un clamoroso imbarazzo per la Boldrini, la paladina di immigrati e donne: in un sol boccone, ha di fatto raso al suolo anno di battaglie, smentendo se stessa. E a Quarta Repubblica viene mostrato un breve filmato in cui la esponente del Pd si difende delle accuse, nel merito quelle che vengono mosse contro di lei dalla colf. E parlando dei ritardi sulla liquidazione, spiega: "Ma perché deve essere sempre un modo per imbrogliare? Perché dovrei imbrogliare Lilia? Era sempre stata regolare... per 2mila euro? Ma per favore... ma siamo seri".
Perquisizione in casa di un egiziano a Bari: la polizia trova un’italiana rapita e stuprata da mesi, è incinta
Sequestro di persona, violenza sessuale e porto abusivo di armi. Con queste accuse la Squadra Mobile di Bari ha arrestato sabato pomeriggio un 31enne, pregiudicato egiziano, che ha anche messo incinta la vittima. Una giovane italiana che l’immigrato segregava in casa come una schiava sessuale.
L’egiziano di Bari è regolare sul territorio italiano
Tutto è partitoda un controllo in piazza Umberto, a Bari. L’uomo non indossava correttamente la mascherina. Gli agenti hanno accertato che aveva precedenti penali e lo hanno perquisito trovandolo in possesso di un coltello a serramanico. Durante le fasi del controllo, è apparso molto nervoso ed ha cercato in tutti i modi di evitare di fornire indicazioni sull’indirizzo della sua abitazione.
Un atteggiamento che ha destato il sospetto dei poliziotti. Questi ultimi, dopo essere riusciti a risalire al suo domicilio, hanno deciso di effettuare una perquisizione nella sua abitazione, situata nella zona centrale della città insieme al 31enne. Qui gli agenti hanno rilevato che la porta d’ingresso, nonostante fosse munita di serratura, era assicurata anche con un lucchetto che poteva essere aperto solo dall’esterno.
Rai, fallisce l’assalto della sinistra al Tg2 di Sangiuliano. Il Tar annulla la delibera Agcom
Fallisce miseramente l’assalto della sinistra contro il Tg2 della Rai diretto da Gennaro Sangiuliano.
Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta della Rai. Ed ha annullato la delibera del febbraio 2020 con cui l’Agcom multava l’azienda di Viale Mazzini per 1,5 milioni di euro “sulla base della relazione sugli esiti dell’attività di monitoraggio svolta dagli uffici competenti, con specifico riferimento al rispetto del pluralismo e del contraddittorio, nonché dei princìpi di correttezza e completezza dell’informazione“.
Un umiliante schiaffo in piena faccia, quello del Tar del Lazio, alla sinistra che aveva cercato di sferrare un vile attacco contro il direttore del Tg2.
La vicenda ruota principalmente attorno a due servizi che una delle più preparate inviate del Tg2 , Manuela Moreno, aveva realizzato in Svezia, all’indomani dell’accoltellamento di una donna ebrea moglie del presidente di una delle comunità ebraiche svedesi.
L’inviata della Rai aveva intervistato, nell’occasione, Imam, professori esperti di Islam e di terrorismo, il capo della Comunità ebraica, analisti geopolitici, rappresentanti di ogni parte politica, colleghi e gente comune per ricostruire al meglio la situazione in Svezia in relazione all’emergenza immigrazione e alla crescente difficoltà di integrazione che il Paese nordeuropeo sta registrando.
Coronavirus, Boris Johnson e la lezione sovranista dal Regno Unito: "Grazie a tutti, ora riapriamo"
"E'solo grazie a mesi di sforzi e sacrificio che oggi possiamo fare questo piccolo passo verso la libertà ma dobbiamo procedere con cautela". Così Boris Johnson annuncia le riaperture nel Regno Unito, dove ieri, lunedì 29 marzo, a Londra sono state registrate zero vittime per coronavirus. Insomma il Regno Unito, libero dai vincoli dell'Unione Europea, disastrosa nella guerra alla pandemia, è avanti anni luce. Tanto da poter riaprire: una lezione "sovranista" ai burocrati di Bruxelles, che al contrario stanno condannando l'Italia e gli altri Stati membri a chiusure forzate, per le quali ancora non si vede il termine.
Vacanze in Russia con vaccino: un’agenzia di viaggi propone 6 pacchetti. “Pronti da aprile”
Viaggi di 23 giorni in Russia per ottenere il vaccino, con prima e seconda dose. A proporli è un tour operator di Bologna, l’Eurasian Travel, che assicura: è legale. Il Covid, che ha chiuso i confini per i viaggi di svago, dunque, apre una nuova frontiera del “turismo sanitario”. Con numerosi dubbi. “La possibilità di fare viaggi per potersi vaccinare all’estero è un argomento estremamente delicato“, ha avvertito Assoviaggi, sottolineando che “tutto ciò che va al di fuori” dei motivi canonici di svago “deve essere esplorato e soprattutto normato”.
I viaggi in Russia per il vaccino: 6 diversi pacchetti
L’Eurasian Travel, tradizionalmente operante nel settore dei viaggi in Russia e Cina, assicura di avere tutto pronto per partire e di essere solo in attesa dei riscontri dalle autorità consolari italiane e russe per mettere i primi turisti dei vaccini in viaggio “tra la metà e la fine di aprile”, come spiegato dal direttore del tour operator di Bologna, Pietro Di Febo, all’Adnkronos. L’agenzia, ha chiarito Di Febo, non si è “mai occupata di turismo medicale”, ma spera in questo modo di risollevarsi dall’immobilità forzata di questo periodo. La proposta prevede sei tipologie di pacchetto. Vanno dall’offerta base in cui l’agenzia affianca il cliente solo nei giorni della prima dose e del richiamo, per lasciarlo libero nelle tre settimane che le dividono, a una proposta più articolata, che prevede un vero e proprio tour turistico organizzato per tutti e 23 i giorni di permanenza in Russia.
Vaccino, soldi e compagni di viaggio: tutti gli interrogativi dietro il viaggio saudita di Renzi
Ormai lo hanno ribattezzato “Matteo d’Arabia”. I viaggi di Matteo Renzi all’estero, prima a Riyad, poi a Dubai e nel fine settimana in Bahrein sono diventati una questione politica. In Parlamento sono state presentate sei interrogazioni parlamentari sull’intensa attività oltre confine dell’ex premier.
Viaggi che, al tempo della pandemia, non passano inosservati. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, ieri su Radio 1, gli ha mandato a dire che non può tornare già oggi a Palazzo Madama. «Perché in Senato abbiamo regole precise». Il Fatto quotidiano e il M5S sospettano che Renzi abbia già fatto il vaccino.
«I viaggi sono legittimi, Renzi poteva già vaccinarsi e non l’ha fatto»
«I viaggi sono legittimi, la mia dichiarazione dei redditi è pubblica, i miei numerosi incarichi internazionali sono tutti rispettosi delle regole del nostro Paese». Dall’ufficio stampa del suo partito smentiscono che, per partecipare al Gran Premio, fosse necessario essere vaccinati con doppia dose. Oppure guariti dal Covid e quindi immunizzati, come pure c’era scritto sul sito ufficiale dell’evento. Ma valeva solo per gli spettatori ordinari. «Gli invitati degli organizzatori, come pure tutti gli addetti ai lavori presenti nella struttura, dovevano presentare semplicemente il tampone negativo», spiega una nota di Italia Viva, allegando anche il referto del test fatto da Renzi in Bahrein.
D’altra parte, l’ex premier avrebbe la possibilità di farlo. In qualità di docente a contratto con il distaccamento italiano dell’Università di Stanford, ne avrebbe avuto facoltà, dicono dallo staff renziano. La sede fiorentina dell’ateneo californiano l’ha chiamato qualche settimana fa per chiedergli se volesse accedere al vaccino. Come professore a contratto poteva farlo. Tuttavia lui avrebbe rifiutato.
Draghi fa peggio di Conte: le grandi imprese fanno la parte del leone, spiccioli alle piccole
Draghi è riuscito a fare peggio di Conte. Il dl Sostegni tanto atteso ha provocato malumori. Il decreto del governo Draghi che avrebbe dovuto risollevare le imprese italiane non soddisfa le reali necessità delle aziende. E ora le imprese attendono che il premier attivi altre misure. Si parla di un sesto decreto con scostamento di bilancio. Ma le proteste non si placano.
Draghi e il dl Sostegni
Il decreto Sostegni da oggi distribuirà 11,5 miliardi di euro a una platea di beneficiari più ampia riducendo gli importi e agevolando grosso modo le imprese che fatturano oltre 5 milioni di euro e dando poche risorse alle piccole imprese. Tagliati fuori anche imprese e professionisti con un calo di fatturato minore del 30% tra il 2019 e il 2020.
Ristori: Draghi e Conte a confronto
Il fattoquotidiano ha chiesto alla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro di elaborare una tabella di simulazione sui vari ristori attuati in un anno al fine di confrontarli. I decreti a confronto sono il dl Rilancio che, approvato nel maggio 2020, ha stanziato 6 miliardi di euro di contributi a fondo perduto. Il dl Ristori dell’ottobre 2020 (12,4 miliardi), il dl Ristori bis del novembre 2020 (1,4 miliardi) e il dl Sostegni (oltre 11 miliardi). Nel computo non è stato considerato il decreto Natale che ha stanziato 645 milioni di euro ai soli titolari di partita Iva interessati dalle restrizioni imposte nelle zone rosse durante le festività natalizie. Ed ecco la prima differenza.
Esposto ai carabinieri, così il medico inguaia Nicola Morra per il blitz di Cosenza. "Minaccioso e..." cosa rivela
L'irruzione, la sfuriata, anche la telefonata al viceministro Pierpaolo Sileri. Ha messo nero su bianco il racconto del blitz di Nicola Morra negli uffici dell'azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Il dottor Mario Marino, direttore Igiene pubblica Direttore dipartimento di prevenzione dell'Asp, ha presentato un esposto dopo l'irruzione del presidente dell'antimafia in cui, tra l'altro, chiedeva spiegazione per la mancata vaccinazione di alcuni suoi familiari.
Morra infatti si sarebbe presentato negli uffici dell'Asp di Cosenza con "un tono minaccioso e arrogante" e "incurante delle buone maniere", si legge nell'esposto ai carabinieri del dottor Mario Marino. Il presidente della Commissione Antimafia, secondo la versione del dirigente, si è scagliato contro Marino e i medici dello staff incolpando lo stesso dirigente dell'Asp perché due suoi parenti ottuagenari non erano ancora stati chiamati per la somministrazione del vaccino. Nell'esposto si legge che "in data 20/03/2021 tra le 09.30 e le 10:00 circa si presentava nei locali Asp di Serra Spiga un signore che ho riconosciuto essere Nicola Morra, Senatore della Repubblica, accompagnato da due persone che ho compreso essere personale di scorta. Irrompeva quindi nel mio ufficio di Direttore del Dipartimento, interrompendo le attività lavorative proferendo frasi concitate ed accusatorie nei confronti degli operatori sanitari (ad esempio, 'siete inefficienti e disorganizzati'). All'interno dell'ufficio erano presenti insieme allo scrivente anche il Dott. Vincenzo Gaudio ed il Dott. Pierluigi Coscarelli, i quali erano intenti con me a discutere sulla pianificazione della settimana a venire del piano vaccinale".
Andrea Scanzi, La7 sospende il contratto dopo l'inchiesta di Giletti a Non è l'Arena: un siluro (anche) contro Lilli Gruber?
Un clamoroso colpo di scena: La7 sospende la collaborazione con Andrea Scanzi. Dopo il polverone sul vaccino somministrato al giornalista del Fatto Quotidiano senza che ne avesse i requisiti, ecco che sfuma il primo contratto. A darne la notizia è Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, che da sempre pretende provvedimenti: "Dopo l'inchiesta di Non è l'arena e le interviste ai responsabili Asl di Arezzo che smentiscono Scanzi sul vaccino, si riunisca subito il Comitato per il Codice Etico Rai e risponda in modo netto e definitivo: è accettabile che l'opinionista continui ad essere pagato dalla Rai?", è tornato a chiedere dopo la messa in onda del programma di Massimo Giletti.
Qui, nella puntata del 28 marzo, è intervenuto il direttore sanitario di Arezzo Evaristo Giglio, che in pochi minuti ha smontato punto per punto la tesi del "caregiver" Scanzi. "Mentre Cartabianca ha esaltato senza contraddittorio il modello saltafila di Scanzi, dalla tv commerciale e Giletti è arrivata una lezione di giornalismo e onestà intellettuale, con un'inchiesta che ha fatto chiarezza - è l'elogio del renziano -. E La7 ha sospeso la collaborazione. La Rai fa finta di nulla?".
Tra le contraddizioni riscontrate da Giletti e il suo ospite la proprietà di AstraZeneca di essere conservabile in frigorifero anche per 48 ore. Motivo questo che smentisce la tesi di Scanzi secondo cui quella dose a lui somministrata sarebbe andata persa. E ancora, questa volta a spiegarlo è lo stesso Giglio: "Quando mi chiamò il suo medico io gli dissi che prima di Scanzi ce n’erano tanti altri. Quindi lui poteva aspettare". Come lui Antonio D'Urso, direttore generale della Asl Toscana sud est, mette in evidenza le incongruenze della versione data da Scanzi: "La vaccinazione con Astrazeneca in questo momento è limitata ad alcune categorie: personale scolastico, personale delle forze armate e delle forze dell'ordine, persone tra i 70 anni compiuti e gli 80 da fare. Se Scanzi non aveva queste caratteristiche non poteva accedere alla vaccinazione". Insomma le indagini svolte da Giletti hanno fatto effetto. Chissà però cosa ne pensa Lilli Gruber, della quale Scanzi è ospite fisso a Otto e Mezzo...
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