Sono oltre 10,4 milioni gli italiani a rischio povertà. Tra i 4 milioni di disoccupati e i 6,3 milioni di occupati ma in situazioni instabili o economicamente deboli, il numero degli italiani che non ce la fa, in piena emergenza Covid, è assai vasto e in crescita. Il dato, calcolato dal Centro studi di Unimpresa, si riferisce a fine 2020. Conta oltre 1,2 milioni di soggetti in più rispetto a un’analoga rilevazione relativa al 2015, con una crescita significativa del 13%.
La povertà tra crisi economia ed emergenza sanitaria
La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria ha contribuito, dunque, a estendere il perimetro delle persone in difficoltà. L’area di disagio è ancora più ampia. Ai 4,1 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (776mila persone) sia quelli a orario pieno (1,9 milioni). Vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (711mila), i collaboratori (225mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,7 milioni).
Bufera in Vaticano per il divieto delle Messe a San Pietro: il fronte conservatore chiede nuove regole
Si scalda il dibattito in Vaticano sul “divieto delle Messe individuali” presso la Basilica di San Pietro. Una questione che il fronte conservatore non condivide. In primis il cardinal Robert Sarah, che ha da poco terminato il suo incarico di prefetto presso la Congregazione per il Culto divino e per la Disciplina dei sacramenti. La disposizione della segreteria di Stato che risale alla prima metà di marzo è stata chiara: all’interno della Basilica di San Petro i sacerdoti non possono celebrare la Messa come prima.
Messe a San Pietro, la questione divide il Vaticano
La decisione presa all’interno della seconda quaresima trascorsa sotto il diktat del Covid ha costretto a rivedere il rituale delle Messe. Ma tra le alte gerarchie ecclesiastiche c’è chi non vede di buon occhio le deroghe alle consuetudini. Il fronte degli oppositori del Papa – se così si può dire per semplificare – vede i cardinali Raymond Leo Burke, Walter Brandmueller e Gherard Ludwig Mueller, riporta il Giornale. A loro si aggiunge il cardinal Sarah, che ha manifestato il suo pensiero in alcuni interventi pubblici.
La questione è quella di difendere una certa impostazione normativa. Nell’intervento pubblicato sul blog di Sandro Magister, il cardinale africano prende una posizione chiara: “In sintesi: quando possibile, si preferisce la celebrazione comunitaria. Ma la celebrazione individuale da parte di un sacerdote rimane opera di Cristo e della Chiesa. Il magistero non solo non la proibisce, ma la approva; e raccomanda ai sacerdoti di celebrare la Santa Messa ogni giorno. Perché da ogni Messa sgorga una grande quantità di grazie per il mondo intero”.
Delega antidroga alla Dadone, paladina della canna libera. Meloni: “Scandaloso”
«Auspicavamo una smentita ma è arrivata una conferma. Il premier Draghi ha affidato la delega governativa alle politiche antidroga alla grillina Fabiana Dadone». Così Giorgia Meloni, in una nota, denunciando la nomina sconcertante del governo.
«Per anni – prosegue la Meloni – FdI ha chiesto l’assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis».
Forza Italia si limita a manifestare “perplessità”
«Non è questa la discontinuità che ci aspettavamo da Draghi. Rinnovo il mio appello ai partiti di centrodestra che sostengono il governo affinché si facciano sentire con decisione. Fratelli d’Italia – conclude Giorgia Meloni – lo farà dall’opposizione perché su questi temi non sono accettabili cedimenti e compromessi al ribasso».
Grosseto, immigrati senza mascherina deridono i carabinieri e li sfidano con tono da “padroni”
Momenti di forte tensione a Grosseto. Ancora una volta protagonisti negativi sono gli immigrati. Il tutto, a pochi giorni dalle polemiche scoppiate in seguito all’aggressione ai piedi dell’Amiata, nei confronti di un cittadino marocchino da parte di tre stranieri che abitavano ad Arcidosso Nel corso dei controlli anti.Covid i carabinieri hanno individuato alla stazione ferroviaria un gruppo di giovani immigrati. Erano senza mascherina e in assembramento. Gli uomini in divisa hanno intimato agli stranieri di distanziarsi e di indossare il dispositivo di protezione. Ma immediatamente hanno capito che non sarebbe stato facile.
Grosseto, il tono di sfida degli immigrati
I giovani immigrati, infatti, di tutta risposta hanno iniziato a deriderli, con un atteggiamento provocatorio. E hanno risposto con tono di sfida. Come se fossero i “padroni” della zona. La situazione stava per degenerare. I carabinieri allora hanno controllato i documenti e hanno accertato che tre stranieri – tra i 20 e i 25 anni – erano irregolari. Di nazionalità tunisina, alcuni avevano già precedenti in materia di immigrazione.
Covid, una nuova variante in Giappone: resiste ad anticorpi e vaccini
La variante Eek riuscirebbe sia a sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione Covid, sia ai vaccini fin qui sviluppati
Una nuova variante Covid particolarmente resistente al vaccino ha messo in apprensione la comunità scientifica.
L'ultima mutazione del Sars-CoV-2 è stata registrata in Giappone, nella città di Tokyo.
La variante "Eek"
Secondo quanto riportato dall'emittente pubblica giapponese NHK, il 70% dei pazienti contagiati dal coronavirus, e testati a marzo in un ospedale della capitale, il Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital, era stato colpito dalla variante E484K, soprannominata "Eek". Numeri alla mano, la minaccia è stata trovata in 10 delle 14 persone risultate positive.
L'agenzia Reuters ha sottolineato che, negli ultimi due mesi, 12 dei 36 pazienti Covid hanno portato la mutazione. Nessuno di loro aveva recentemente effettuato viaggi all'estero o avuto contatti con persone infettate dalla E484K. Questo significa, almeno in teoria, che la variante Eek è al momento relegata all'interno dei confini giapponesi.
Fai il vaccino e poi stai male? Ecco tutto quello che devi fare
Le reazioni avverse apparse in seguito alla somministrazione di un vaccino possono essere segnalate alle autorità preposte anche dai cittadini
Reazioni avverse del vaccino, sintomi inaspettati, effetti collaterali. Adesso che la campagna di vaccinazione sta per entrare nel vivo, è molto importante controllare il percorso di ogni singola somministrazione.
Problemi inaspettati
Anche se stiamo parlando di un'eventualità piuttosto rara, è possibile che alcuni pazienti appena vaccinati possano incorrere in problemi di salute inaspettati. In tal caso, è però importante stabilire una chiara relazione causale tra il problema accorso e l'eventuale vaccinazione. Senza un chiaro nesso di causa-effetto è altrimenti impossibile accusare il vaccino x o y di qualsivoglia controindicazione.
“Ho abbandonato l’islam per il cristianesimo e in Irak rischio la vita”
(Baghdad) “Ho deciso di abbandonare la religione musulmana per diventare cristiano. Dopo aver visto quello che è successo, non solo in Iraq, penso che sia una fede migliore, la mia fede”, spiega convinto Ahmed, nome di fantasia, di un giovane musulmano convertito, in segreto, a Baghdad. Nei giorni della storica visita di papa Francesco lo abbiamo incontrato, con tutte le precauzioni del caso, perché convertirsi al cristianesimo può ancora significare una condanna a morte degli estremisti islamici. Ahmed parla un italiano comprensibile, che ha imparato “in rete da autodidatta”. Per la sua incolumità nell’intervista porta non solo la mascherina, ma pure un cappellino che serve a non farsi riconoscere da chi potrebbe vendicarsi, come è capitato a un suo amico, convertito come lui.
“Fin da ragazzo avevo fatto amicizia con una famiglia di cristiani, dei vicini di casa. Così ho cominciato a conoscere la loro fede. Poi mi sono messo a leggere di nascosto il nuovo e vecchio Testamento” racconta l’auto convertito. “Mi sono avvicinato al cristianesimo prima della nascita dello Stato islamico. E ho visto, non solo con l’Isis, come in nome della fede sia stata compiuta una terribile violenza. Le milizie sciite estremiste continuano ad essere dappertutto, in giro per le strade” spiega Ahmed, che da tempo ci aveva contattato per parlare della sua conversione.
Vaccini e pandemia: la scommessa del Cile
Il Cile conta circa 19 milioni di abitanti. All’inizio di aprile, il 36.3% della sua popolazione aveva ricevuto almeno una dose di vaccino. L’obiettivo del governo cileno è ambizioso: raggiungere la fantomatica immunità di gregge entro la metà del 2021. Di questo passo, visto e considerando che il Paese si trova quasi a metà strada, gli esperti ritengono che il traguardo prefissato potrà essere tagliato senza troppi problemi.
Ma come ha fatto una piccola – e spesso dimenticata – nazione dell’America Latina ad allestire un modello di vaccinazione efficace ed efficiente, anche più di quello organizzato dall’Europa? Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la chiave del successo cileno è aver scommesso sul vaccino cinese Sinovac. Il CoronaVac, da somministrare attraverso l’iniezione intramuscolare di due dosi, ricevute a distanza di un paio di settimane l’una dall’altra, avrebbe avuto un ruolo primario nel trionfo vaccinale del Cile. E questo, nonostante Sinovac non abbia ancora rilasciato i dati della fase finale dei suoi test.
Altri 326 morti anche a Pasqua: situazione critica nonostante le chiusure. Boom di contagi a Napoli
Anche in questa domenica di Pasqua i decessi sono stati tanti, 326. Sono 18.025 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 4 aprile, secondo i dati regione per regione del bollettino elaborato dal ministero della Salute. I nuovi casi di Covid sono stati riscontrati dopo aver analizzato 250.933 tamponi, con l’indice di positività che sale al 7,1%. Il totale delle vittime sale a 111.030 da inizio pandemia. I ricoverati in terapia intensiva sono 3.703 (-11 da ieri): con 195 ingressi giornalieri, 2.988.199 i guariti in totale (+13.511), 569.035 gli attualmente positivi (+4.180).
La situazione epidemiologica continua a migliorare, ma in maniera sempre troppo lenta. Segno che le misure fortemente restrittive delle ultime settimane non stanno comunque contribuendo ad abbassare la curva in maniera importante. Napoli è la provincia che oggi registra il maggior incremento di contagi, con 1.165 casi: unica sopra i mille insieme a Roma (+1.075). Seguono Milano (751), Torino (+745), e Brescia (+655).
PIEMONTE – Sono 1.425 i nuovi contagi da coronavirus in Piemonte, secondo i dati dell’ultimo bollettino di oggi 4 aprile. Si registrano altri 28 morti, secondo l’ultima tabella aggiornata. Nel dettaglio, l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.425 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 74 dopo test antigenico), pari al 10% dei 13.545 tamponi eseguiti, di cui 7.713 antigenici. Il totale dei casi positivi diventa quindi 321.386. I ricoverati in terapia intensiva sono 370 (+1 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.837 (+18 rispetto a ieri).
Covid, i parlamentari non rinunciano al magna magna: al ristorante solo i deputati
Ristoranti aperti soltanto per l’asporto, gestori dei bar costretti a servire i clienti fuori dalla porta. Un incubo per tanti italiani. Ma non per tutti. I deputati e i senatori, infatti, possono ancora sedersi al tavolo per pranzare o appoggiarsi al bancone per bere un caffè. Il ristorante della Camera e il bar del Senato, infatti, continuano a svolgere il servizio come sempre.
In Parlamento la pandemia sembra aver sconvolto molto meno la quotidianità dei suoi inquilini. Il ristorante di Montecitorio funziona: i deputati si possono sedere ai tavoli, che nelle ultime settimane sono stati ridotti, e ordinare i piatti che preferiscono, proprio come facevano l’anno scorso. È chiusa la buvette, cioè il bar che si trova di fronte all’ingresso dell’Aula, ma i due locali in cui vengono preparati piatti caldi, uno al piano terra e l’altro a pochi metri dal transatlantico, continuano a essere in attività come prima, forse anche più di prima non avendo la concorrenza dei ristoranti che si trovano nella zona.
Ma c’è una differenza: il locale che si trova al piano terra, piuttosto spartano, è frequentato dai dipendenti. Del resto ha sempre avuto il self service. Mentre quello del primo piano è un vero e proprio ristorante a disposizione degli onorevoli. Invece a Palazzo Madama è aperta la buvette, dove i parlamentari possono prendere un caffè o un cappuccino, una bibita o un tramezzino.
È tutto regolare, previsto dai decreti che si sono susseguiti negli ultimi dodici mesi. I testi firmati dall’ex premier Giuseppe Conte e anche l’ultimo dal presidente Mario Draghi, infatti, hanno dato la possibilità alle mense aziendali di rimanere aperte. Ecco lo stratagemma. Benché quasi nessuno assimilerebbe il Parlamento a un’impresa, il lussuoso ristorante di Montecitorio è considerato proprio una «mensa aziendale».
Il decreto del 14 gennaio 2021 spiega che sono «consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». E così è stato fatto a Montecitorio. Nel corso dei mesi lo spazio tra i tavoli è diventato più ampio (quando le linee guida hanno consigliato una distanza di due metri) ma il servizio non è mai stato interrotto.
Maria Giovanna Maglie contro Chiara Ferragni: "La depressione post-partum". Insulti su Twitter
"La depressione post-partum". Maria Giovanna Maglie azzarda una battuta su Chiara Ferragni e sui social si scatena la prevedibilissima, ma in ogni caso impressionante "caccia all'uomo". Anzi, alla donna: la Maglie. Il caso è noto: l'influencer ha denunciato via Instagram Stories i ritardi nella vaccinazione della nonna del marito, il rapper Fedez, da parte della Regione Lombardia. Il giorno dopo l'anziana sarebbe stata contattata dall'Ats, con tanto di virgolettato: "Signora, è lei la nonna di Fedez?". E invitata a presentarsi poche ore dopo al centro vaccinale. La Ferragni, furiosa, ha rincarato la dose (polemica, non di vaccino) accusando la Regione guidata dal governatore leghista Attilio Fontana di essersi mossa solo per timore di una slavina mediatica e di aver così predisposto una corsia preferenziale per la nonna solo in quanto "parente di vip".
Secca la smentita delle autorità lombarde, che hanno parlato solo della mancata compilazione della parte sulla località nella domanda di vaccinazione della signora. Troppo tardi, perché la questione era già diventata "politica", con la sinistra pronta a cavalcare il caso e sostenere i Ferragnez. Per la Maglie, giornalista d'area sovranista e sempre controcorrente rispetto al "sentire comune" del politicamente corretto, impossibile tacere sulla valanga di ipocrisie e propaganda politica spicciola.
"La depressione post partum di Chiara Ferragni produce denunce politiche feroci alla Lombardia Sempre la vecchia storia di fare il proprio mestiere ( si fa per dire)...". Scrive sabato su Twitter. Apriti cielo, piovono migliaia di tweet feroci, ricchi di insulti ai suoi danni. Il sospetto è che si sia mosso l'enorme esercito social della influencer italiana più famosa (e potente) nel mondo, premiata pure dal Comune di Milano con l'Ambrogino d'Oro per la sua battaglia contro il coronavirus.
Matteo Salvini: "Roberto Speranza? Sulle riaperture mi è sembrato di parlare con una parete"
"Il problema vero è che l'ideologia del ministro Speranza comincia a essere preoccupante". Matteo Salvini esprime la "più totale e convinta solidarietà per le minacce di morte che ha ricevuto, la vicinanza umana e politica non è in discussione. Detto questo: sulle riaperture mi è sembrato di parlare con una parete". Il leader della Lega in una intervista a Il Corriere della Sera, critica il ministro della Salute: "Gli ho detto che l'Italia è lunga, sono 8 mila comuni, che si apre solo dove i contagi e il sistema ospedaliero non sono sotto pressione. Lui mi ha detto che no, ad aprile la scienza non vale. Ma attenzione: dopo il Covid dovremo fronteggiare un'altra emergenza".
Sì perché dopo il coronavirus, "ci sarà un'altra ondata epidemica, quella psicologica e psichiatrica", prosegue Salvini. "Continuano a dirmi che chiusure come quelle che stiamo attraversando stiano creando problemi giganteschi ad adulti e bambini. Che un ministro della Salute lo sottovaluti... Non va bene".
E a Mario Draghi, al quale ha chiesto un incontro, Salvini intende parlare "di ritorno alla vita. Ma l'asse con Draghi è ferreo, lui dice che si riaprirà sulla base della scienza e dei dati medici. E io sono d'accordo. Ma siccome ci sono intere regioni in cui la situazione per fortuna è più tranquilla, aggiungo che il riaprire in questi territori non è un capriccio di Salvini, ma la risposta a un'emergenza economica drammatica. Speranza però continua a dire 'rosso, rosso, rosso...'".
Quindi attacca: "Se qualcuno pensa di farmi perdere la pazienza con lo stillicidio delle dichiarazioni, sbaglia di grosso. I miei obiettivi, entrando al governo, erano salute, riapertura e tasse. E questo stiamo facendo. Pensi all'impulso dato dal commissario Figliuolo alle vaccinazioni", sottolinea Salvini.
Carlo Nordio, una proposta radicale: "Test psichiatrico per entrare in magistratura"
C'è un giudice in Italia. Ovviamente non lavora più. Si chiama Carlo Nordio, pm di coscienza e non d'assalto, ex procuratore di Venezia, più volte corteggiato dalla politica, che ha sempre rifiutato con orgoglio e ostinazione. È un uomo che ha dedicato la propria vita alla magistratura e la ama al punto da soffrire fisicamente per come si è ridotta. A differenza di molti suoi colleghi, nella sua lunghissima carriera non ha mai usato la legge per mettervisi al di sopra, ma vi si è sempre accostato come a uno strumento utile per far viaggiare in carreggiata il Paese. Nei tribunali tutti sapevano che è uno dalla schiena dritta, non disponibile ad attaccare il cappello per un incarico in più; infatti ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Da quando è andato in pensione, un paio d'anni fa, il procuratore ha iniziato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Uomo coraggioso e controcorrente, è stato il solo a rendere giustizia all'ex capo dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, con il quale non ha nulla in comune. Nordio lo ha definito «un capro espiatorio» e ha bollato come «statilinista» il procedimento del Csm che ne ha sentenziato l'espulsione dalla casta, invitando i colleghi a «non autoassolversi condannando il loro ex capo». Si sarebbero dovuti auto-cacciare tutti, secondo il Procuratore di Venezia.
PAROLE DURE
Ieri, in merito all'ultima vergogna della casta in toga, il tentativo di saltare la fila nelle vaccinazioni minacciando, finché non riceveranno l'iniezione, di rallentare la giustizia già più lenta del mondo, Nordio ha sbottato. Secondo lui «la credibilità della magistratura ormai è ampiamente compromessa», ma che «non essendoci limiti al peggio, è possibile che si possa cadere anche più in basso». Tuttavia le parole più dure il pm in pensione le ha usate per bastonare un collega in attività, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, fresco estensore della prefazione a un libro no vax. «L'esame fondamentale per l'accesso in magistratura», è il pensiero della toga veneta, «non è quello sulla conoscenza del diritto, bensì un test psichiatrico». Siamo al "sono pazzi questi giudici", ma la battuta non è goliardica. Per Nordio molti magistrati sono accecati dal potere e «avrebbero bisogno di un grande bagno di umiltà e di leggere un libro di diritto in meno ma qualche tragedia shakespeariana in più, per capire meglio le loro debolezze e quelle altrui». Un richiamo alla dimensione umana della giustizia, che è la negazione del giustizialismo grillino alla Travaglio e dell'uso politico delle inchieste, arma preferita dal Pd per distruggere i suoi avversari. Ultimo esempio, nel pensiero dell'ex procuratore, le incriminazioni di Salvini per sequestro di persona, «per un atto compiuto nell'esercizio dei suoi poteri di ministro nell'interesse dell'Italia e le cui responsabilità penali, quando mai ci fossero, il che non è, andrebbero addebitate a Conte, che presiedeva il consiglio dei ministri». Nordio è un grande vecchio della giustizia italiana, un difensore della magistratura, che l'ex toga attacca per salvarla. Lo scopo è metterla di fronte alle proprie responsabilità istituzionali e morali e farla tornare imparziale e compos sui dopo trent' anni di militanza politica partigiana e lotta senza esclusione di colpi bassi a chi sta dall'altra parte, cioè nel centrodestra.
In Vaticano vaccinati con Pfizer 800 senza fissa dimora: arrivano da tutto il mondo
Stamane, poco prima delle ore 10, Papa Francesco si è recato in visita nell’atrio dell’Aula Paolo VI, mentre si svolgevano le infiltrazioni di siero di alcune persone senza dimora o in difficoltà, accolte e accompagnate da alcune associazioni romane. Il Pontefice, fa sapere Vatican News,ha salutato i medici e gli infermieri, ha seguito la procedura di preparazione delle dosi di vaccino e si è intrattenuto con le persone in attesa della vaccinazione.
Ad oggi sono state vaccinate con la prima dose circa 800 delle circa 1200 persone bisognose a cui sarà somministrato il vaccino questa settimana. La vaccinazione del nutrito gruppo di persone in difficoltà avviene in questa Settimana Santa su iniziativa dell’Elemosineria apostolica, grazie alle dosi di vaccino Pfizer-Biontech acquistate dalla Santa Sede e offerte dall’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Con questo gesto, ha specificato in un comunicato l’Elemosineria, si vuole dare «concretezza ai diversi appelli di Papa Francesco perché nessuno venga escluso dalla campagna di vaccinazione anti Covid-19».
A prestare servizio per le inoculazioni somministrate in Aula Paolo VI, sono i medici, gli operatori sanitari e i volontari dell’ambulatorio «Madre di Misericordia», situato sotto il colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, che hanno già offerto assistenza a oltre 1200 persone emarginate provenienti da 96 Paesi, con tamponi e diagnosi. Inoltre, «per condividere il miracolo della carità verso i fratelli più vulnerabili e dare loro la possibilità di accedere a questo diritto», sono state aperte le donazioni on-line sul conto della carità di Papa Francesco gestito dall’Elemosineria al sito www.elemosineria.va. Una sorta di «vaccino sospeso» per ribadire che tutti, come ha ricordato più volte il Pontefice, «devono avere accesso al vaccino, senza che nessuno sia escluso a causa della povertà»
Influencer: i furbetti del fisco in Spagna. Italia trema
Dal caso di El Rubius in Spagna a quello di St3pny qui in Italia: ci sono influencer furbetti che eludono il fisco spostando la sede all’estero o definendosi collaboratori occasionali. Da qui la recente stretta del fisco spagnolo e le indagini della Guardia di Finanza nostrana. Quali sono gli obblighi fiscali per gli Influencer in Italia?
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Il fisco spagnolo ha avviato una stretta sugli influencer che trasferiscono la loro residenza all’estero in modo fittizio per godere di agevolazioni fiscali e non pagare le tasse al governo spagnolo.
La task force messa a punto dal ministero delle finanze spagnolo utilizzerà i big data per monitorare i conti degli influencer che, ad esempio, hanno dichiarato la loro residenza al Principato di Andorra, al confine fra Spagna e Francia. Tematica quanto mai sentita in Spagna. Basti pensare che il Paese è il primo ad aver avviato un corso universitario per influencer il 22 ottobre 2020. Il piano di studi, avviato dall'Università Autonoma di Madrid (UAM) all'interno della Escuela de Inteligencia Economica, mira a formare Influencer Professionisti.
A cosa sono tenuti gli influencer in Spagna e cosa succede invece in Italia? Quali sono gli obblighi fiscali di questa professione tanto recente quanto redditizia?
Adriano Celentano, guadagno stratosferico dal flop "Adrian": solo nel 2019 un milione di utili
Partita come un grande flop, la serie tv Adrian si è raddrizzata. Il cartone animato voluto Adriano Celentano, e realizzato in un primo momento in 26 episodi da 22 minuti ciascuno, aveva appesantito tutta la macchina produttiva e i conti della società di produzione Clan Celentano srl. Tanto che i debiti nel 2017 erano a quota 31,4 milioni di euro e nel 2018 a 31,5 milioni.
"Mediaset però si è dimostrata paziente con il cantante", scrive Italia Oggi che ricorda il debutto nel 21 gennaio 2019 su Canale 5 di Aspettando Adrian. Nelle prime due puntate del preambolo teatrale (di 30 minuti) alla messa in onda del cartoon, Celentano apparve in video solo pochi minuti. Non andò meglio nelle puntate successive. Così il Biscione, tenuto conto anche dei problemi di salute dell’artista, decise di fermare tutto.
Ma l'accordo era un altro così dal 7 novembre al 5 dicembre del 2019 il pubblico potè assistera ad Adrian Live-Questa è la storia con un format completamente diverso: uno show classico di 60 minuti condotto da Celentano. Ma è stato il rispetto del contratto a consentire alla Clan Celentano srl di passare all’incasso. Nel 2017 i ricavi sono stati di 1,8 milioni di euro, nel 2018 di 1,1. Ma è stato nel 2019 che le vendite e le prestazioni sono salite alle stelle a quota 24,1 milioni, con un milione di euro di utili, mentre i debiti si assestano a quota 14,6 milioni.
"Chi ha i morti sulla coscienza?" I dati choc sul vaccino ai fragili, Cartabellotta inchioda governo e Regioni
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è ospite a Covid-19 Domande e risposte su RaiNews 24 sabato 3 aprile. La prima domanda, sulle difformità tra regioni nella campagna vaccinale a discapito in alcuni e clamorosi casi delle categorie più fragili, è drammatica. Qualcuno ha i morti sulla coscienza?
"Se siamo costretti alle restrizioni" decise dal governo a partire dalla zona rossa per i giorni di Pasqua, premette Cartabellotta, "è per la mancata copertura delle fasce fragili" nella vaccinazione. In altre parole, se tutte le regioni si fossero concentrati su anziani e malati invece di favorire altre categorie "avremo meno fragili in ospedali e meno morti". Una sentenza, quello del presidente della Fondazione Gimbe che punta il dito sulla disparità tra le regioni nel primo trimestre sulla somministrazione del vaccino ma non solo.
Il generale Figliuolo dice che questa disparità non c'è, fanno notare a Cartabellotta, ma è un dato di fatto che sulla distribuzione delle categorie non c'è uniformità. Perché le regioni hanno mano libera? "In Italia c'è un Servizio sanitario nazionale ma l'offerta è condizionata dai servizi sanitari regionali che hanno competenza esclusiva. Qual è il problema? Se le indicazioni dello Stato sono generiche, poi le priorità scelte dalle singole Regioni sono variabili. Servono verifiche più certe", ribatte Cartabellotta che denuncia, ad esempio, le troppe differenze tra tempi di prima e seconda dose e sulle categorie vaccinabili tra territori. "Un operazione così complessa" come la campagna di vaccinazione di massa "sarebbe dovuta essere organizzata in modo diverso, con la copertura maggiore per le persone fragili", conclude.
Meghan Markle e Harry, "un'altra bugia". Cosa ha scoperto il Daily Telegraph dopo l'intervista
Nuova smentita per Harry d’Inghilterra e Meghan Markle: è falso che non avessero pianificato la Megxit. E intanto Lady Colin Campbell accusa apertamente la duchessa di Sussex di giocare la carta del razzismo per comportarsi male.
Durante l’intervista del 7 marzo scorso a Oprah Winfrey, il principe Harry,3 6 anni, e Meghan Markle, 39, rivelarono che la Megxit non era stata pianificata, che non avevano idea di cosa avrebbero fatto e che gli accordi milionari con Spotify e Netflix erano stati firmati successivamente per poter mantenere gli ingenti costi della sicurezza. Ebbene, a quanto pare non sarebbe vero.
Il duca e la duchessa del Sussex erano in trattative con la piattaforma di streaming video Quibi, un anno prima di dimettersi da royal senior, cioè da inizio 2019. Secondo il Daily Telegraph, quando il principe Harry tornò dal vertice di Sandringham di gennaio 2020 incontrò i dirigenti della compagnia americana, da 1,3 miliardi di sterline, al Soho Works di White City, a Londra, per trovare un accordo sulla fornitura di contenuti, la trattativa era in stato avanzato, ma alla fine fallì perché l’app, che si proponeva di rivaleggiare con YouTube, non riuscì a decollare.
La fonte ha detto: “C'erano proposte ben sviluppate in atto con Quibi dall'inizio del 2019. Si sono tenute teleconferenze per discutere una potenziale serie di video di 10 minuti e il duca ha partecipato all’incontro finale con i dirigenti a Londra lo scorso gennaio. La pandemia ha messo in attesa i piani e entro settembre - quando la coppia reale ha firmato un accordo con Netflix - il servizio di streaming era sul punto di chiudere”.
Regno Unito, dopo il vaccino 704 morti. Ma la percentuale è molto più bassa dei decessi per Covid
Sale il numero di morti registrato in Gran Bretagna fra le persone che avevano ricevuto una o due dosi di vaccino. Al 21 marzo scorso (dall'8 dicembre) il ministero della Sanità britannico ha registrato 704 decessi entro 10 giorni dalla vaccinazione. Sono quelli compilati nelle cosiddette yellow card dove i medici registrano tutti i sintomi dei vaccinati, gli eventi avversi e quelli letali. Non c'è però una correlazione provata fra la vaccinazione e la morte, perché i casi devono essere studiati. Dopo AstraZeneca sono stati registrati 421 eventi fatali, e dopo Pfizer/BioNTech altri 283 casi. Sono 2,4 casi ogni 100mila sulle 28,8 milioni di dosi inoculate. Per AstraZeneca 2,6 casi ogni 100 mila sulle 15,8 milioni di dosi e per Pfizer 2,1 casi ogni 100 mila sui 13 milioni di dosi (di cui 2,2 di seconda dose). Bisogna tenere presente però che in Gran Bretagna i morti di coronavirus sono 187 ogni 100 mila abitanti.
Dopo entrambi i vaccini i casi di decessi per tromboembolia che spaventano tanto gli altri paesi d'Europa sono stati rarissimi: 2 casi dopo AstraZeneca, e uno dopo Pfizer. In entrambi i casi il maggiore numero di decessi registrati non ha una causa evidente: 185 dopo AstraZeneca e 121 dopo Pfizer. La seconda causa di morte dei vaccinati è proprio il Covid-19. Dopo Pfizer si sono contagiati 563 vaccinati e 35 sono morti. Dopo AstraZeneca 252 contagiati e 19 morti. L'altra causa di morte prevalente è quella cardiaca: 51 morti di infarto o arresto cardiaco dopo AstraZeneca e 32 dopo Pfizer. Dopo AstraZeneca registrati 39 decessi per emorragia cerebrale, 29 per embolia polmonare e 17 per polmonite. Dopo Pfizer 13 decessi per polmonite, 5 per embolia polmonare e 4 per emorragia polmonare.
Ecco tutta la verità sui vaccini: "Così combattono le varianti"
Arriva il primo studio sull'efficacia dei vaccini sulle varianti del Covid. Realizzato all'Ospedale San Matteo di Pavia, ce ne parla il professor Fausto Baldanti responsabile del laboratorio di Virologia molecolare
C'è ancora molta confusione sull’effettiva efficacia dei vaccini rispetto alle numerose varianti Covid. C’è chi sostiene che la copertura sia parziale, chi invece che è efficace solo per alcune delle varianti più note. A chiarire le idee arriva uno studio italiano che ha testato dall’inizio delle vaccinazioni la risposta immunitaria effettiva su queste varianti, con risultati sorprendenti.
Ce ne parla il professor Fausto Baldanti responsabile del laboratorio di virologia molecolare dell’ospedale San Matteo di Pavia.
Prima di addentrarci nello studio realizzato nel suo ospedale, può spiegare qual è la differenza tra le tre varianti più note: l'Inglese, la Brasiliana e la Sudafricana.
Satira, stoccata di Osho a moralizzatori e censori: “Guarda che fine hanno fatto Scanzi e la Gruber”
Frecciatina del vignettista Osho a Scanzi e Gruber. In un’intervista all’Adnkronos l’autore di satira interviene nel dibattito su ironia e censura, politically correct e querele, moralizzatori e censori del web. E dopo una serie di riflessioni e spiegazioni, conclude: «Guarda che fine hanno fatto Scanzi e Gruber»… Già, perché sono proprio tempi duri per la satira politica declinata al web. Tra querele, censure, e algoritmi a fare da sentinelle virtuali, l’arte dell’ironia tagliente finisce a sua volta sotto la tagliola dei fustigatori. Dei moralizzatori 2.0, pronti a sfoderare la sciabola del politically correct, salvo poi ritrovarsela puntata contro loro stessi. Non a caso, uno dei celebri e seguiti autori satirici, Federico Palmaroli, in arte Osho, in un’intervista all’Adnkronos rileva: «Per chi fa satira politica i social sono ormai diventati un terreno minato. Prima potevi fare una vignetta su un giornale e al massimo rischiavi una querela. Ora per chi fa satira la querela sembra diventato il male minore. Internet è diventato molto pericoloso».
Satira e web, stoccata di Osho a Scanzi e Gruber
Pericoloso e, soprattutto, di difficile gestione. Una cristalleria in cui muoversi con cautela e dove evitare il danno diventa sempre più arduo. E così, all’indomani della notizia della sospensione dell’account del leader venezuelano Nicolas Maduro da parte di Facebook, si riaccende la polemica sulla censura da parte dei social network. E il vignettista digitale, che si occupa spesso anche di politica, spiega come e perché l’atmosfera che si respira al momento non è certo delle migliori… Una frontiera, quella del web, monitorata in maniera capillare, dove in realtà si posta e accade di tutto. Nonostante viga una ferrea disciplina multimediale. E la regola della delazione/segnalazione, preventiva alla censura e all’oscuramento, domini sovrana su tutte.
Coronavirus, Roberto Speranza e le 600mila dosi di vaccino regalate all'Europa: perché?
L'Italia ha rinunciato a 574mila dosi di vaccino. Ci sarebbero spettate in base alla ripartizione decisa dall'Unione Europea per numero di abitanti e invece niente, le abbiamo lasciate ad altri. Nel documento che da qualche ora gira tra i diplomatici Ue si legge chiaramente che il governo, per il primo semestre, avrebbe potuto richiedere 34,5 milioni di fiale Pfizer ma s'è accontentato di 33 milioni 925mila 632. Abbiamo detto "no" a circa il 2% delle dosi, e il perché - chiaramente per inettitudine - dovrebbe spiegarcelo soprattutto il ministro della Salute Speranza, nefasto protagonista del governo Conte e incredibilmente riconfermato da Draghi. L'unica motivazione plausibile, per quanto folle, è che Roma l'abbia fatto per ragioni economiche preferendo puntare su Astrazeneca, peraltro boicottato per autolesionismo. Sta di fatto che Speranza, con la straordinaria collaborazione di Arcuri, ha confezionato l'ennesimo capolavoro. Con 574mila dosi, per intenderci, si potevano immunizzare con doppia somministrazione tutti gli abitanti del comune di Venezia, più di 4 volte quelli di Bergamo, idem per Salerno, Latina o Sassari.
DIETRO AL MAROCCO
Ma tant'è: nella vaccinazione siamo dietro al Marocco, alla Turchia, all'Ungheria, alla Serbia, ci ha raggiunti la Polonia, viaggiamo anni luce dietro al Cile eppure abbiamo preferito lasciare la nostra parte - così riporta il documento - a Malta che è già ampiamente in testa nella vaccinazione tra i Paesi Ue, alla Danimarca (la quale ha acquistato il 26,4% in più di quanto inizialmente pattuito), alla Germania (+11,2), alla Svezia (7,5), all'Olanda (4,1), alla Francia (2,7). Peggio di noi hanno fatto solo Lettonia, Croazia, Bulgaria, Estonia e Austria. Quest' ultima comunque ci ha superati nel numero di dosi somministrate per 100 abitanti. L'Ue ne ha inoculate circa 16, un terzo del Regno Unito e degli Usa. Va detto che il meccanismo che regola l'assegnazione delle dosi extra tra gli Stati Ue dovrebbe far sì che l'Italia riceva 10 milioni di fiale Pfizer supplementari nel secondo trimestre anziché nel terzo, e però finora le case farmaceutiche hanno disatteso in larga parte gli accordi, dunque non v' è la minima certezza di riuscire a recuperare i lotti regalati alle altre nazioni. Nel frattempo sentite Speranza, ieri, intervenuto all'incontro con Coldiretti e Filiera Italiana: «La pandemia non si è spenta, purtroppo lo dimostrano i numeri. Le prossime settimane ci mettono davanti a una doppia sfida: quella della vittoria contro l'epidemia (stando al suo libro non avremmo già dovuto vincerla da un pezzo?) e la programmazione del futuro del Paese».
La clausola che può bloccare l’accordo sul nucleare iraniano
Mentre prosegue il braccio di ferro tra Stati Uniti e Iran su chi debba fare il primo passo per un ritorno ai negoziati, l’accordo sul nucleare iraniano sembra incontrare nuove ragioni per veder prolungata l’impasse attuale.
Il ruolo del Congresso americano
Si tratta di una delle clausole che istituisce il cosiddetto “transition day“, fissato per il 18 ottobre 2023 (punto 19, lettera D dell’Annex V del JCPOA): per quella data l’AIEA dovrebbe pubblicare un report che accerti la finalità esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano; in corrispondenza di tale verifica, la comunità internazionale eliminerà definitivamente le sanzioni verso l’Iran relative alle attività di proliferazione nucleare. In quella stessa data il parlamento iraniano dovrebbe ratificare un protocollo aggiuntivo per consentire un’ispezione più rigorosa dei suoi impianti nucleari, l’Unione Europea revocare tutte le sanzioni rimanenti, e il Congresso degli Stati Uniti fare lo stesso con un’azione legislativa (piuttosto che sospenderle tramite un ordine esecutivo).
Se l’amministrazione Biden decidesse di riportare gli Stati Uniti all’accordo in quell’anno, dovrebbe chiedere l’approvazione del Congresso per la revoca o la modifica di tutte le sanzioni statunitensi (per la sola questione nucleare) contro l’Iran. Una mission quasi impossible vista “l’animosità e il sospetto bipartisan degli Stati Uniti verso la Repubblica islamica”, come sostiene James M. Dorsey del Begin-Sadat Center for Strategic Studies in un suo report recente.
ILCORTO.EU
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