Un antiparassitario riuscirebbe a ridurre la mortalità nei pazienti Covid-19 con malattia moderata o grave. Si tratta dell'ivermictina, un medicinale poco costoso per uso veterinario e umano contro i parassiti come la scabbia, l'oncocercosi e i pidocchi. Assumendolo oralmente o sulla pelle per le infestazioni esterne, aiuterebbe a guarire dai sintomi del Covid. Lo ha scoperto l'Università di Liverpool. Andrew Hill ed il suo team di ricerca hanno scoperto che l'ivermectina è stata associata ad una ridotta infiammazione ed una veloce eliminazione del Covid-19 con una riduzione del 75% del rischio di morte.
"È un farmaco generico usato in tutto il mondo. Servono 12 centesimi per produrre la sostanza farmacologica. Il farmaco costa 3 dollari in India, 96 dollari negli Stati Uniti", ha detto il dottor Hill al Financial Times. "Se le persone che risultano positive al test per il Covid-19 vengono trattate immediatamente con un farmaco che elimina il virus rapidamente, questo potrebbe renderle meno contagiose", ha anche affermato Hill. "Questa strategia di 'trattamento come prevenzione' funziona per l'HIV e dovrebbe ora essere testata per il Covid-19". Il farmaco però non è ancora stato approvato nel Regno Unito e i ricercatori sono cauti perché potrebbero esserci degli errori nei vari studi fatti. E allaf ine lo stesso dottor Hill spiega qual è il metodo migliore per sconfiggere il virus: "La vaccinazione è fondamentale per la risposta all'epidemia. Ma questo studio potrebbe aiutare a ridurre i tassi di infezione rendendo le persone meno contagiose e potrebbe ridurre i tassi di mortalità trattando l'infezione virale", ha concluso.
Coronavirus, quanti soldi sprecati in Italia: 12 miliardi per reddito di cittadinanza, solo 7.5 per l'emergenza
Nel momento più difficile, quando decine di migliaia di imprenditori rischiano di chiudere l'attività e i soldi sono contati, è meglio continuare a dare il poco che c'è a chi non fa nulla (e magari lavora in nero o spaccia, come racconta una lunghissima casistica), oppure usarli per sostenere chi produce? Cominciando, ad esempio, col cancellare i pagamenti fiscali del 16 marzo, che già incombono sulle aziende come un incubo? La scelta che ha davanti Giuseppe Conte è questa, e la risposta che ha dato sinora il suo governo è la peggiore: si continua così, destinando le briciole all'emergenza. Tutto pur di non toccare il reddito di cittadinanza, feticcio dei Cinque Stelle.
Le cifre in ballo le ha ricordate ieri l'ufficio studi della Cgia di Mestre. «Per dare un sussidio a chi è poco interessato a trovarsi un lavoro o vuole andare in pensione in anticipo», cioè per il reddito di cittadinanza e per garantire l'assegno previdenziale a quota cento, «il governo ha previsto 12,3 miliardi di euro per il 2020. Per affrontare una crisi economica che, invece, rischia di far scivolare il Paese in una recessione pesantissima, promette 7,5 miliardi». Qualcosa non torna, dunque, ed è qualcosa di grosso.
Come leggere i dati sull’eccesso di mortalità per Covid-19
La pandemia ha portato con sé un diluvio di numeri. Bollettini quotidiani con il numero dei casi, delle vittime e dei tamponi fatti. Poi è arrivato l’indice Rt, il tasso di positività e i primi conteggi sui vaccini. È facile perdersi in questa infinità di dati. Alla fine dell’anno l’Istat ha pubblicato nuove rilevazioni in merito al tasso di mortalità che vanno contestualizzate e spiegate.
Numeri preoccupanti che raccontano del debito che il Paese ha pagato alla pandemia. Come ha evidenziato Federico Fubini sul Corriere della Sera, nel periodo tra marzo e novembre del 2020 l’Italia ha visto un incremento dei decessi rispetto alla media del periodo precedente di 85 mila persone. Nel lasso di tempo considerato hanno infatti perso la vita 547.369 italiani rispetto alla media di 461.746 calcolata nel quadriennio precedente.
Un’Italia a macchia di leopardo
La fredda contabilità ci dice che la mortalità è cresciuta del 19% nel giro di un anno. Questo numero racconta però molto poco la realtà che ci circonda. Per avere un quadro più completo e veritiero di come la pandemia ha colpito alcune zone più di altre, è necessario gettare uno sguardo sui territori. I dati dell’Istituto nazionale di statistica mostrano infatti un’Italia a macchia di leopardo.
La provincia che ha pagato il debito più alto è stata Bergamo. Centrata in pieno dalla prima ondata ha fatto registrare un incremento di morti dell’86%, con una variazione spaventosa del +574,7% solo a marzo. Numeri importanti però anche in altre zone del Nord come la provincia di Cremona (+76%), Lodi (62%), Brescia (+57%).
Ritardi Pfizer, tutti dietro a Orban (e alla Merkel). Anche l'Italia pensa al vaccino russo. Zampa: perché no?
Ora che i ritardi di Pfizer mettono a rischio i piani di mezza Europa tutti guardano a Vladimir Putin e al vaccino russo, lo Sputnik V. L'Ungheria è il primo Paese ad averlo approvato acquistandone grandi quantità, mentre Angela Merkel attende il via libera dell'Ema per mettere a frutto i contatti recenti con il presidente russo sulla collaborazione tra i due Paesi contro il Covid. Mentre l'Europa tace anche l'Italia batte un colpo. "Se l’Agenzia europea del farmaco Ema dirà che va bene assolutamente sì, perché non dovremmo" acquistare il vaccino russo Sputnik?, ha detto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, a ’Radio anch’io su Radio Uno Rai.
"Abbiamo già investito l’avvocatura dello Stato di questa partita, ma io credo che, oltre agli Stati membri, sia l’Europa che deve agire con molta decisione e fermezza nei confronti della Pfizer, avendo trattato i contratti per tutti e avendo una forza e una voce importanti", ha detto la sottosegretaria in merito alla riduzione della consegna delle dosi di vaccino anti-Covid da parte della multinazionale del farmaco. "Ieri dalla Pfizer e dalle parole della commissaria Ursula von der Leyen sono arrivate rassicurazioni, con l’annuncio che nelle prossime settimane le dosi dovrebbero tornare al 100%", ha aggiunto Zampa.
Quel fascista di Gramsci (o forse no)
La storia di Mario, il fratello dimenticato del fondatore del Partito comunista italiano. E il giallo sulla sua fine: morì davvero mussoliano?
Esiste un'altra storia sulla famiglia Gramsci. Una storia che pochi ricordano, ma che val la pena di raccontare.
Anche perché, a distanza di settant'anni, sono ancora molti i punti avvolti nel mistero. Per farlo, dobbiamo partire dal 24 novembre del 1979, quando Giuseppe Niccolai, un fascista all'antica, scrive sul Secolo d'Italia: "Lo sapevate? Antonio Gramsci, il santone del Pci, ha avuto un fratello. Si chiamava Mario, è stato federale del Fascio a Varese, subito dopo la marcia su Roma. Valoroso combattente in Abissinia e in Africa Settentrionale (...) Muore mussoliniano convinto. Il Pci ha provveduto a farne sparire lettere, scritti e persino il ricordo. Lo ricordiamo noi. E faranno bene le Federazioni del Msi a ricordarlo ai buoni italiani. E ai cialtroni versipelle del nostro Paese".
A oltre trent'anni dalla sua morte, le vicende di Mario Gramsci emergevano dall'ombra. Ma solo per un attimo. Quasi nessuno si è preso la briga di verificare la sua storia e i suoi rapporti con il fratello Antonio. Ci ha pensato, Massimo Lunardelli, autore di Gramsci il fascista (Tralerighe), che ne ha ripercorso la storia. Mario è l'opposto di Antonio. Il primo è esuberante ed estroverso, il secondo è solo e pensoso. Teresina, la sorella, racconterà di lui: "È stato sempre l'allegria di casa. Tutto il contrario di Nino, per carattere. Come Nino era posato, lui era irrequieto, chiassoso, incline a bizzarrie comiche. Nino parlava poco, Mario solo cucendogli la bocca si riusciva a farlo stare zitto. A tanti spariva di casa il gatto, ed era stato lui, poi si sapeva, a farselo arrostire da un fornaio. Ricordo che una volta mamma lo aveva rinchiuso in casa. Per essere sicura che non se ne uscisse, gli aveva tolto e nascosto le scarpe. Mario, deciso a svignarsela ugualmente, s' era tinto i piedi con lucido nero da scarpe".
Vaccino, l'Europa in ginocchio da Vladimir Putin dopo averlo deriso: la solita figuraccia
Quando lo scorso 11 agosto Vladimir Putin annunciò che la Russia aveva registrato il primo vaccino anti-Covid al mondo la sinistra europea non perse un minuto per attaccarlo. Cavalcò il parere negativo di alcuni esperti riportati dalla rivista scientifica Nature e ignorò i risultati promettenti, quindi scomodi, pubblicati da un'altra autorità del settore, The Lancet. I progressisti ironizzarono sul nome del siero, Sputnik V, primo satellite artificiale in orbita intorno alla Terra. Putin, poi, era un mostro perché aveva usato la figlia Maria, endocrinologa, come cavia per la sperimentazione.
Ora però l'Ue alle prese con la scarsità di vaccini Pfizer potrebbe ripensarci. Il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) ha presentato alle autorità sanitarie di Bruxelles la domanda per la registrazione dello Sputnik e se la documentazione verrà ritenuta idonea il siero potrebbe essere disponibile entro fine febbraio. Sarà l'Agenzia europea per il farmaco (Ema) a dare o meno il nulla osta. Il Fondo russo ha confermato che ieri c'è stata la "Scientific Review" «tra i team dello Sputnik V e dell'Ema» e che vi hanno partecipato «oltre 20 tra i migliori esperti e scienziati internazionali». «Si prevede», hanno spiegato da Mosca, «che le raccomandazioni basate sui risultati saranno inviate in Russia entro 7-10 giorni».
Nel frattempo lo Sputnik è stato approvato già in mezzo mondo: Argentina, Bolivia, Venezuela, Paraguay, Algeria, Palestina, Bielorussia, Turkmenistan. Ieri anche la Turchia ha aperto alla collaborazione con Mosca. La Serbia, che al momento si è garantita una fornitura complessiva di 2 milioni di dosi, ha ricevuto il primo lotto il 30 dicembre. Il vaccino russo finora ha dimostrato un'efficacia superiore al 90%, è più economico di quelli Pfizer e Moderna e può essere conservato tra i 2 e gli 8 gradi, anziché a -70 e -20.
Governo, “soccorso rosso” per Renzi. Bonaccini e Nardella: «Pd troppo appiattito su Conte»
Metti un sindaco (Dario Nardella) e un governatore (Stefano Bonaccini), entrambi nel Pd e tutt’altro che ostili a Matteo Renzi. Aggiungi le loro dichiarazioni (Repubblica e Ansa) pepate quel tanto che basta verso Zingaretti. A questo punto miscela tutto con la crisi di governo ed ecco servita l’arma segreta su cui conta l’ex-Rottamatore per dare un capo e una coda alla sua fuoriuscita dalla maggioranza. Il primo cittadino di Firenze e il presidente dell’Emilia-Romagna sono pezzi pregiati della nomenclatura dem. Amministrano una città e una regione strategiche per il potere rosso. Quando parlano, a Roma non possono far finta di non aver sentito.
Il sindaco e il governatore al recupero di Renzi
Cosicché quando tra il lusco e il brusco Bonaccini picchia forte sul «rimpasto», è chiaro che vuole riaprire i giochi. Il suo schema è l’esatto opposto di quello cui lavoricchiano Conte, Zingaretti e Di Maio, tutto basato su spostamenti quasi impercettibili. Al contrario, invocare una «nuova squadra di governo» spalanca le porte a quel Conte-ter che il premier teme più della peste, ma che potrebbe consentire a Renzi di tornare indietro senza perdere completamente la faccia. Obiettivo, quest’ultimo, che non può lasciare indifferente un amicone come Nardella, per il quale «il governo deve ascoltare di più i territori».
In Francia spunta una misteriosa variante del coronavirus. “È molto più contagiosa”
L’arrivo in Francia di varianti più contagiose del coronavirus fa temere agli epidemiologi un rimbalzo epidemico. Nell’ospedale di Compiègne, a Nord di Parigi, sono 160 i pazienti contagiati. La direttrice dell’ospedale di Compiègne, Catherine Latger, ha detto a radio Europe 1 che “la variante inglese non è stata individuata” nelle analisi dei contagiati: “Abbiamo chiesto nuove analisi per verificare la presenza di nuove varianti non identificate”.
Le autorità sanitarie francesi sono preoccupate
Oggi, le autorità sanitarie hanno identificato 22.848 nuovi contagi. La soglia di 25.000 casi positivi registrati in un giorno è stata superata mercoledì (26.784) per la seconda volta solo a gennaio. Continua, inoltre, la tendenza all’aumento dei ricoveri dei pazienti con Covid-19 , con il numero di pazienti in terapia intensiva ai massimi livelli da metà dicembre, secondo i dati del ministero della Salute transalpina. Per quanto riguarda i decessi, il bollettino ne ha registrati 71.998 dall’inizio dell’epidemia, di cui 358 solo nelle ultime 24 ore in ospedale. Tutti dati migliori di quelli italiani, ma che allarmano i francesi.
La campagna di vaccinazione ha tuttavia avuto un’accelerazione significativa, “ora aperta a tutte le persone sopra i 75 anni e alle persone vulnerabili ad altissimo rischio”, ricorda il ministero della Salute. Secondo gli ultimi dati forniti giovedì, dal 27 dicembre in Francia sono state vaccinate 823.567 persone.
Sergio Mattarella riceve il centrodestra: "Fiducia nella sua saggezza, così è impossibile". Elezioni
“Il centrodestra compatto ha manifestato al presidente Sergio Mattarella la preoccupazione per la gravità della situazione politica attuale”. Così Giorgia Meloni dopo essere stata ricevuta al Quirinale insieme a Matteo Salvini e Antonio Tajani. La leader di Fratelli d’Italia ha confermato la totale contrarietà alla sopravvivenza di questo governo, debole nei numeri e finito sotto ricatto dei renziani dopo la votazione di martedì in Senato. “Quella ha dimostrato che il governo non ha più la maggioranza compatta”, ha sottolineato la Meloni, che continua a considerare una sola strada, quella che conduce a nuove elezioni: “Questo Parlamento non è in grado di risolvere i problemi della nazione, non può dare una maggioranza compatta che è necessaria per fare cose coraggiose”. Salvini invece non ha ancora commentato pubblicamente l’incontro al Quirinale, ma per ora si è limitato a rilanciare la nota ufficiale del centrodestra: “Mentre l’emergenza sanitaria ed economica si abbatte su famiglie e imprese, il voto di martedì ha certificato l’inconsistenza della maggioranza. Con questo Parlamento è impossibile lavorare. Il centrodestra ha ribadito al presidente la fiducia nella sua saggezza”.
Myrta Merlino svergogna il governo sostenuto dai “tengo famiglia”
Novanta minuti di applausi, stavolta, per Myrta Merlino. La popolare conduttrice della trasmissione L’Aria che tira ha sferrato via twitter una zampata niente male al governo Conte, dopo lo spettacolo del Senato.
“#Causin: "Mi sono convinto dopo un messaggio con mia moglie e figlio".
#Ciampolillo: "I miei genitori mi hanno chiesto di votare sì".
Flaiano diceva “sulla bandiera italiana dovrebbe esserci la scritta: tengo #famiglia”.
È l’epitaffio più autentico verso un tentativo patetico di dare un governo serio al Paese. Quel “tengo famiglia” è la bandiera che si trasforma n banderuola pur di tenere le natiche ben incollate sulle poltrone senatoriali. Non sia mai si andasse alle elezioni, poi a chi lo raccontano Causin e Ciampolillo che la pacchia è finita?
Il pensiero di Myrta Merlino non è certo isolato tra quanti fanno opinione, e la riflessione dovrebbe essere suggerita proprio a Giuseppe Conte che rischia di franare ancora di più nelle tendenze della pubblica opinione.
Siamo arrivati alla Var per il voto di un senatore; e ai consensi al governo dati senza dichiarare il proprio orientamento quasi a vergognarsene da parte di chi è stato eletto in opposizione a chi sta ora a Palazzo Chigi.
Chi critica la Polverini è sessista. Bufera sulla Boldrini per la difesa dell’ex fascista Renata…
Chi critica la Polverini è sessista. Dunque, in tempi di dittatura del politicamente corretto la Polverini diventa intoccabile. Lei stessa aveva utilizzato quest‘arma di autodifesa dinanzi al pettegolezzo su Luca Lotti. Arma rilanciata al volo da Laura Boldrini: “Renata Polverini compie una scelta politica e subito parte la macchina del fango sessista. Ma è così difficile accettare che una donna abbia delle convinzioni senza che ci sia un uomo a suggerire? Stereotipi che qualificano chi li usa: misogini irrisolti allergici alla parità”.
Le scelte d’amore sono più nobili del cambio di casacca politico
“Fango sessista“, “misogini“, “allergici alla parità“. Quanti paroloni per un cambio di casacca da giustificare. Per una che non era certo di passaggio a destra visto che fu candidata ed eletta alla presidenza del Lazio, una delle regioni più importanti d’Italia. E poi, va detto con chiarezza: se davvero la scelta fosse stata dettata dal cuore, sarebbe molto meno grave. La circostanza avrebbe nobilitato il salto della Polverini sul carro di Conte. Eppure, chissà quale idea nefanda hanno delle relazioni amorose queste neofemministe che sono sempre pronte a scattare se ricordi loro che tutte abbiamo bisogno di abbracci. Lo dice anche la filosofa Michela Marzano… State un po’ tranquille, allora, sull’argomento.
Sondaggio Swg per Enrico Mentana, arriva il partito di Giuseppe Conte? Giorgia Meloni ed FdI davanti al Pd
Un ipotetico partito di Giuseppe Conte metterebbe i bastoni tra le ruote a Giorgia Meloni. Secondo il sondaggio di Swg realizzato per Enrico Mentana il premier sarebbe davanti a Fratelli d'Italia. Una sua forza politica toccherebbe infatti il 16 per cento. Più sotto, con il fiato sul collo, la Meloni. Ma c'è di più perché, in caso di elezioni, FdI supererebbe il Partito democratico registrando un 15,9 per cento al fronte di un 15,4. Un risultato, questo, davvero clamoroso per FdI.
Dietro il Movimento 5 Stelle che direbbe addio all'oltre 30 per cento delle scorse votazioni. I grillini alle urne otterrebbero un misero 10,1 per cento seguiti da Forza Italia (5,4). Fanalino di coda Italia Viva. Matteo Renzi, con il suo 2,8 per cento, verrebbe superato da Carlo Calenda e Sinistra Italiana/Mdp (il primo con Azione al 3,7 e il secondo al 3,9. Sempre al primo posto la Lega. Matteo Salvini stacca tutti con un 21,8 per cento.
Crisi governo, Mattarella ci liberi dalla maggioranza di Ciampolillo
Il suk raccapricciante messo in atto al Senato ha consentito al premier Conte di ottenere una fiducia traballante con 156 sì. Tuttavia, il vero dato politico è rappresentato da un governo senza la maggioranza assoluta e che è minoranza in 10 commissioni su 14 a Palazzo Madama. Pertanto, il premier in pochette non ha la solidità politica per affrontare gli impegnativi dossier che incombono sul Paese. Le riforme propedeutiche all'accesso dei fondi del Next Generation Eu richiedono quella coesione che non può essere assicurata da un governo di minoranza che visibilizza crepe politiche destinate ad accentuarsi fino al definitivo sgretolamento. In tale scenario il futuro del Paese non può dipendere da una finta maggioranza impegnata, più che a programmare provvedimenti per debellare la crisi pandemica, a mercanteggiare il sostegno dei “volenterosi”, rallentando un percorso che dovrebbe essere votato alla rapidità senza essere ostaggio della volubilità intrinseca ai giallorossi. Al Senato ha esordito la maggioranza Ciampolillo: dal nome del senatore che ha votato, dopo la seconda chiama, ai limiti della zona Cesarini, tanto che è stato necessario interpellare la moviola parlamentare per verificare la validità del voto.
La neo maggioranza Ciampolillo sta ad indicare la precarietà di un esecutivo che ha un rapporto osmotico con l’instabilità cognitiva di figure che propugnano idee di dissenso con il senno. Il senatore Lello Ciampolillo, già espulso dai 5 stelle per non aver versato la quota dell'indennità percepita all'organo privato del Movimento, è fautore di teorie folcloristiche: dalla cannabis con proprietà curative anticovid al detergente (sapone) associato alle onde elettromagnetiche per sanare gli ulivi aggrediti dal patogeno batterico conosciuto come xilella. Un volenteroso dalle idee imbarazzanti e poco incline al concetto di responsabilità, tenendo conto anche della diffidenza manifestata sull'uso delle mascherine per proteggersi dal contagio del virus. Il premier Conte esorta la politica a dialogare con la scienza e contestualmente per sopravvivere si fa soccorrere dal voto di un Ciampolillo qualsiasi che divulga amenità cialtronesche.
Coronavirus, Matteo Bassetti a L'aria che tira: "La variante brasiliana pare sfuggire al sistema immunitario"
“Le varianti del Covid potrebbero cambiare i nostri piani?”. Da questo interrogativo di Myrta Merlino ha preso le mosse l’intervento di Matteo Bassetti, che a L’aria che tira ha portato avanti la sua campagna a favore della vaccinazione. “Bisogna evitare di fare terrorismo altrimenti la gente non si fa il vaccino perché pensa che non funziona. Le varianti europee sono fisiologiche”, ha spiegato l’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova: “Il virus nel suo ciclo vitale è capace di mutare - ha aggiunto - però è cambiato in maniera non tanto significativa da non far funzionare il vaccino”. Qualche preoccupazione sulla variante brasiliana c’è, anche se al momento è stata studiata troppo poco: “Pare sfuggire al sistema immunitario, quindi le persone possono infettarsi di nuovo in un tempo anche molto breve, nonostante abbiano sviluppato gli anticorpi. Però non ne sappiamo granché, quindi prima di dire che il vaccino non funziona su questa variante aspettiamo e continuiamo a studiare”.
Conte ha i giorni contati (10). I renziani gli preparano il trappolone su Bonafede al Senato
Il trappolone è dietro l’angolo. Da qui a una settimana si potrebbe ripetere, in Senato, il voto thrilling di ieri sera, quando Conte ha strappato con i denti e le poltrone una fiducia risicatissima. Il voto sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, vedrà di nuovo il governo alle prese con problemi di maggioranza e con al ricerca di “responsabili”, visto che i renziani hanno già annunciato il voto contrario. Su Bonafede, peraltro, Italia Viva già qualche mese fa era stata “convinta” a non votare una sfiducia sulla controversa riforma della prescrizione.
Renziani all’assalto di Conte e di Bonafede
“Certo che voteremo contro la relazione di Bonafede. Abbiamo pazientato anche troppo…”. Luciano Nobili conferma quanto detto ieri sera da Matteo Renzi. “Se c’è da votare cose per il bene dell’Italia le voteremo, ma noi siamo liberi da ora: sulla relazione di Bonafede sulla giustizia, voteremo contro. E mi chiedo: ma come faranno?”, diceva il leader Iv ieri.
Il voto su Bonafede ci sarà la prossima settimana alla Camera, mercoledì 27 gennaio. Al Senato non è stato ancora calendarizzato (capigruppo fissata per martedì 26), ma è consuetudine si svolga lo stesso giorno o al massimo il giorno dopo.
Dieci giorni per cercare nuovi “costruttori”
“Conte non li ha 10 giorni per allargare la maggioranza…”, dice un esponente del centrodestra, perché della questione si sarebbe parlato nel vertice da poco concluso. “Alla Camera ovviamente non ci sono problemi, ma a palazzo Madama, tolti i senatori a vita e se Iv conferma che voterà contro, il governo va sotto”. E l’intenzione di Italia Viva resta, al momento. Dice Nobili: “O accade un fatto politico e si avvia un vero dialogo- ribadisce Nobili- oppure voteremo contro”. Conte e Bonafede sono avvisati.
Crisi governo, il Pd fa la corte a Forza Italia: altre fughe?
Evitato il precipizio, è tempo di mettere in sicurezza il futuro. La strada, per il Pd, resta "realisticamente complicata", ma l'unica percorribile. "Quello di ieri è stato un primo passo per evitare un salto nel buio - ribadisce Nicola Zingaretti - Ora dobbiamo sicuramente dare alla maggioranza di ieri una identità politica per diventare più forte degli avversari". L'obiettivo, quindi, concordato anche con Giuseppe Conte e gli alleati nel corso di una riunione via zoom nel primo pomeriggio, resta quello di "costruire una prospettiva politica" che consenta di allargare i consensi in Parlamento e dare al Governo la forza per raggiungere il traguardo di fine legislatura. I 156 sì incassati ieri in Senato, comprensivi dei sì dei senatori a vita Mario Monti, Liliana Segre e Carlo Rubbia, per i Dem rappresentano un punto di partenza. "Anche se avessimo 161 voti al Senato sarebbe un traguardo simbolico, ma la sostanza non cambierebbe - ammette Dario Franceschini - Un governo è forte se può contare su almeno 170 senatori. Ora quindi dobbiamo lavorare per rafforzarlo".
L'offerta di allargare la maggioranza "a tutti i moderati che stanno con grande disagio in una alleanza a guida Salvini e Meloni, per sostenere una linea europeista", insiste il capodelegazione "resta in campo" e, in questa fase, rappresenta "l'unica priorità". In questo quadro si inserisce la 'conditio sine qua non' messa sul tavolo dei Dem per andare avanti, ora che i 'veti' renziani non ci sono più, quella legge elettorale di impianto proporzionale che, nella strategia di Franceschini, potrà "liberare il Paese da alleanze forzate". Per Forza Italia, riflette, "è una occasione: in quel partito c'è una contraddizione che prima o poi esploderà - osserva - Credo, anzi so, che ci sono molti forzisti interessati". Il segretario tiene il punto: "Vinceremo anche sul pacchetto delle riforme parlamentari - azzarda - Noi non molliamo di un millimetro".
L'operazione 'allargamento', con vista su quota 170 a palazzo Madama, è affidata a Federico D'Incà e ai capigruppo. Saranno loro a sondare "l'ala centrista di FI, i renziani 'responsabili', gli ex M5S" cercando di riuscire a creare un nuovo gruppo sia alla Camera che al Senato, in modo da riequilibrare anche la composizione delle commissioni parlamentari. Certo, questa situazione di debolezza - è la riflessione - non potrà durare a lungo. "Abbiamo poco tempo, si misura in settimane - dice Goffrendo Bettini, tra i più attivi dirigenti Pd sul dossier - Dobbiamo capire nelle prossime settimane se ci sono le condizioni per un patto di legislatura".
Giorgia Meloni contro Alan Friedman: "Melania Trump escort? Silenzio surreale delle paladine femministe di sinistra"
L'uscita di Alan Friedman scatena anche Giorgia Meloni. "Grave episodio sulla tv pubblica - premette la leader di Fratelli d'Italia - Alan Friedman definisce Melania 'escort' prima di correggersi e chiamarla 'moglie' di Trump. Surreale che nessuna paladina del femminismo sia intervenuta. Cosa sarebbe accaduto se a essere definita così fosse stata un'esponente di sinistra?", cinguetta per poi rincarare la dose: "Surreale anche che Friedman non si sia scusato immediatamente per le gravi parole pronunciate, aspettando le polemiche per poi dare la sua versione".
"Trump - sono le parole di Friedman pronunciate su Rai 1 - si mette in aereo con la sua escort". Poi, fingendo una svista si è corretto: "Con la sua moglie". Ma ormai la frase è stata detta e le risate in studio non sono mancate. "Ho fatto una battuta infelice - si è poi giustificato a L'Aria Che Tira - di pessimo gusto. Per questo chiedo scusa. Io sono contro i misogini e contro i maschilisti". Basterà?
I paesi con il miglior sistema sanitario al mondo
Le migliori sanità del mondo
Criticità ma anche eccellenze. Se c’è qualcosa che il Covid-19 sta portando alla luce, oltre alla fragilità umana, è anche il funzionamento della sanità nel mondo. Certo stiamo pur sempre parlando di una pandemia. Nessuna struttura, nessun medico e virologo era preparato ad affrontare un’emergenza simile, nemmeno il sistema sanitario migliore al mondo.
L’Italia si sta dimostrando all’altezza del compito, confermandosi una delle sanità migliori al mondo e non smetteremo mai di ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari per quanto stanno facendo.
L’assistenza sanitaria nazionale è del resto uno dei servizi fondamentali che ogni governo dovrebbe fornire ai suoi cittadini, oltre che uno dei fattori da considerare se si vuole cambiare vita e trasferirsi in un paese che possa offrire delle condizioni di vita migliori.
Per cui, se state cercando un paese in cui la sanità sia di buon livello e garantita ad ogni cittadino, in questa guida siamo andati alla ricerca della sanità migliore del mondo.
Pensionati all’estero | Quanti sono, dove vanno e perché ?
Clima mite e soleggiato, basso costo della vita, regimi fiscali vantaggiosi sono tra le ragioni principali per le quali sempre più italiani decidono di trasferirsi all’estero a trascorrere gli anni della pensione.
I cosiddetti migranti previdenziali hanno mete per loro particolarmente attrattive, come Portogallo, Tunisia, Isole Canarie, Bulgaria, Albania, Cipro in cui si stanno formando piccole comunità di italiani che trascorrono la loro vecchiaia lontani dal Belpaese.
Sono inoltre sorte agenzie dedicate – come ad esempio Reframed – che supportano i pensionati all’estero nella scelta della meta, nel trovare la casa, nello svolgimento di tutte le pratiche burocratiche necessarie.
Ma quanti sono i pensionati all’estero? Che mete scelgono? Quali sono i vantaggi di cui godono?
Pensionati all’estero: una nuova forma di emigrazione
Nel recente rapporto Inps Le pensioni pagate all’estero – anno 2019 (pdf), si legge che “il mondo delle pensioni in questo momento si trova in una fase di transizione, dovuta a un cambiamento dei flussi migratori degli italiani all’estero”.
Se la maggior parte del numero di pensioni italiane corrisposte all’estero si trova ancora nelle destinazioni di vecchia emigrazione come Stati Uniti, Argentina e Brasile, l’Inps ha rilevato che negli ultimi 5 anni la tendenza in questi paesi è in netta diminuzione, a favore di altre mete caratterizzate da condizioni economiche e sociali vantaggiose, che fanno presumere che il fenomeno della migrazione previdenziale sia destinato ad aumentare nei prossimi anni.
Pensionati italiani all’estero: 3 migliori paesi in cui espatriare
Pensionati italiani all’estero: quali sono i 3 migliori Paesi in cui espatriare? In questo report troverai l’indicazione dei tre migliori Paesi che offrono il più basso livello di tassazione per i pensionati.
In questo report ti farò scoprire quali sono i migliori 3 Paesi in cui andare a vivere se sei un pensionato.
Se stai pensando di lasciare l’Italia per andare a vivere altrove una volta raggiunta la pensione questo report ti sarà di grande aiuto.
La scelta del Paese di emigrazione è sicuramente uno degli aspetti principali da prendere in considerazione. Oltre agli aspetti legati al tenore di vita, alle aspettative e al costo della vita, è opportuno tenere presenti anche altri aspetti.
In particolare mi riferisco ai vantaggi fiscali che uno Stato può offrire. In questo report troverai quelli che secondo la mia esperienza sono i 3 migliori Paesi in cui espatriare da pensionato.
La scelta di questi Paesi è effettuata prendendo in considerazione il regime fiscale che applicano ai redditi percepiti da parte di pensionati. Si tratta di particolari regimi fiscali volti ad attrarre in questi stati pensionati provenienti da altre parti del mondo.
Per questo motivo se stai valutando un trasferimento di residenza all’estero da pensionato questi tre Paesi sono i migliori che puoi trovare.
Sei pronto a scoprire i migliori Paesi dove espatriare da pensionato?! Si comincia!
Quali sono i 16 Paesi con l’assistenza sanitaria migliore (e più tecnologica)
Lo scorso Novembre, puntuale come ogni anno, è stata pubblicata la ricerca di "The Legatum Institute", con la classifica dei paesi più "prosperi" del 2017.
La ricerca compara 104 variabili suddivise in 9 sotto-indici (ambiente, business, libertà personale, qualità economica, educazione, sicurezza, salute, capitale sociale, governance), tra cui gioca un ruolo fondamentale l'assistenza sanitaria, ossia quanto un paese investe e presta attenzione alla salute delle persone.
L'indice della salute si basa su tre variabili: la salute sia mentale che fisica degli abitanti, le infrastrutture sanitarie e la disponibilità a cure preventive. Non sorprende che i paesi alti in classifica siano anche quelli con economie sviluppate e grandi quantità di risorse a disposizione.
L'Italia si posiziona trentesima guadagnando tre posizioni rispetto al 2016 e trentanovesima per assistenza sanitaria. Esplorando la classifica abbiamo fatto un'indagine anche sulle innovazioni e progetti health-tech che i vari Paesi stanno portando avanti.
PENSIONATI ITALIANI ALL’ESTERO: TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE
Lasciare l’Italia dopo il pensionamento, per trasferirsi in un Paese dal clima ancora più mite dove magari il potere d’acquisto della propria pensione è più alto, non è un semplice sogno ma un progetto che molti italiani stanno realizzando. Secondo le stime dell’INPS sono infatti circa 400.000 i pensionati italiani residenti all’estero, dislocati in circa 160 paesi.
Sicuramente abbandonare il proprio Paese non è mai facile, soprattutto quando si mettono centinaia se non migliaia di chilometri tra sé stessi e i propri affetti o il posto dove si è nati e vissuti per un’intera vita.
Le motivazioni del trasferimento
Le ragioni che spingono i pensionati italiani a trasferirsi sono principalmente economiche. I pensionati scelgono principalmente i Paesi in base a queste due caratteristiche:
-Hanno un costo della vita molto basso, soprattutto nelle zone lontane dalle Capitali. Ad esempio in Bulgaria il costo della vita è del 46% più basso rispetto a quello dell’Italia, mentre il Portogallo è del 26% inferiore.
-Hanno una politica fiscale molto generosa nei confronti dei nuovi residenti. Alcuni paesi addirittura prevedono un’esenzione permanente, come la Bulgaria, mentre in Portogallo questa copre i primi dieci anni dal cambio di residenza.
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