Verranno rimossi da Youtube i video in cui si denunciano in modo infondato presunti frodi e brogli per le elezioni presidenziali del 2020. È quanto è stato annunciato dalla piattaforma, posseduta da Google, di video-sharing, con una mossa destinata ad essere attaccata da Donald Trump e dai suoi alleati repubblicani.
Con un post sul suo blog, Youtube rende noto che verranno rimossi i video, pubblicati a partire da oggi, che possono «fuorviare le persone denunciando che ampie frodi ed errori hanno cambiato l’esito delle elezioni presidenziali 2020». Finora aveva resistito alle richieste dei democratici in questo senso, limitandosi ad usare dei «label» in cui si invita a consultare «fonti giornalistiche autorevoli».
YouTube ha spiegato di aver preso la decisione di intervenire ora che ieri è scaduto il limite massimo concesso agli stati per le certificazioni ufficiali dei risultati che indicano l’incontrovertibile vittoria di Joe Biden che sarà ratificata lunedì prossimo dal collegio elettorale. «Inizieremo ad applicare questa misura oggi e continueremo nelle prossime settimane», conclude la piattaforma di video-sharing.
Roma, la protesta dei ristoratori torna in piazza: dal governo solo “elemosine” e “bugie”
Monta la protesta dei ristoratori. E con le recriminazioni, aumentano indignazione e rabbia. Ristoratori, cocktail bari e albergatori si sono dai appuntamento oggi, in piazza a Roma (video da Mediasetplay). E non solo perché non hanno avuto ancora i famosi “ristori”. Ma anche contro coprifuoco e misure restrittive agite contro le loro attività. E a dispetto di analisi degli esperti consulenti di governo e logica decisionale. I rappresentanti di categorie protestano e le telecamere di Mattino 5 raccolgono e registrano il malcontento. Il Movimento imprese ospitalità, ai microfoni del programma di canale 5, rilancia le accuse. E ribadisce di non condividere la decisione di chiudere tutto. Anzi, di più: gli imprenditori che quel mondo rappresentano con la loro protesta non hanno ancora capito perché sono stati costretti a subire la mannaia e a chiudere. Così, impugnato simbolicamente il Dpcm, gli addetti ai lavori hanno portato con loro, nella protesta di piazza organizzata contro il governo, la bozza dell’ultimo decreto dell’esecutivo. Ma, rivista e corretta con la scritta in rosso che recita, drammaticamente: “Bugiardi”.
Roma, la protesta dei ristoratori torna in piazza
L’accusa, vergata in rosso, si riferisce al fatto che il 17 ottobre scorso il Cts, attraverso un suo verbale che ha anticipato l’ultimo Dpcm, ha comunicato al governo che, rispettando le indicazioni stilate nei decreti precedenti, ristoranti e bar avrebbero potuto continuare a lavorare. Ossia, stante il ricorso all’utilizzo delle mascherine. Il rispetto del distanziamento sociale. Il tracciamento dei clienti. E, ovviamente, l’igienizzazione obbligatoria dei locali, gli imprenditori di casa nostra già in ginocchio dal lockdown di marzo, avrebbero potuto mettersi in cucina e dietro i banconi, previo il rispetto delle prescrizioni previste per la prevenzione, attuate contro la diffusione dei contagi.
Documento dell’Oms sparito, Report pubblica nuove mail che scottano: c’è anche Speranza
Report continua a scavare, e dalle mail continuano a emergere altri dettagli scottanti per l’Oms e il ministro della Salute Speranza. L’ormai noto documento sul mancato aggiornamento del piano pandemico da parte dell’Italia, che ha portato critiche pesantissime, e che è stato pubblicato e in seguito censurato da parte dell’Oms, torna al centro dell’inchiesta del programma di Rai 3 (in onda questa sera, 7 dicembre alle 21.30 con importanti aggiornamenti in merito). Arrivano dunque ulteriori particolari, ancor più imbarazzanti per il governo.
Lo studio che stravolge tutto: quanti muoiono davvero di Covid
Secondo il massimo esperto di emergenza dell'Oms, il Covid-19 avrebbe contagiato il 10% della popolazione, pari a 770 milioni di persone. Ma altre indagini statistiche parlano di stime più basse
Sarebbero 770 milioni le persone colpite dal Covid-19 a livello globale. Ad affermarlo è stato il massimo esperto di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Mile Ryan, che ha stimato che "circa il 10% della popolazione mondiale potrebbe essere stata infettata da questo virus".
È ormai chiaro che i casi di nuovo coronavirus siano maggiori di quelli accertati che, secondo la mappa compilata e aggiornata dalla Johns Hopkins University, hanno superato a livello mondiale i 35,5 milioni di casi. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno parlato di una sottostima dei contagi nel Paese e anche in Italia si è parlato di numeri di anche 10 volte superiori ai pazienti registrati. Ma la stima dell'Oms parla di un numero pari a 20 volte quello ufficiale. L'Agenzia ha chiarito al Corriere della Sera le modalità con cui i ricercatori hanno effettuato il calcolo: "L'Oms ha utilizzato la sieroepidemiologia per comprendere l'entità dell'infezione da Sars-Cov-2. La maggior parte degli studi mostra che la sieroprevalenza risulta inferiore al 10%, ma gli studi sui lavoratori in prima linea e in alcune aree ad alta intensità stimano che sia superiore al 20%. La stragrande maggioranza del mondo, però, rimane a rischio", si legge nella nota dell'ufficio stampa dell'Oms.
Come finì la pandemia di influenza spagnola e quali lezioni traiamo da un secolo fa?
Centinaia di persone muoiono tra gennaio e febbraio negli Stati Uniti, dopo aver sofferto di mal di testa, difficoltà respiratorie, tosse e febbre alta. Alcuni mesi dopo, lo stesso quadro clinico viene osservato in pazienti in Francia, Belgio e Germania. A maggio, un assembramento durante una festa religiosa in Spagna causa lo scoppio dell'epidemia di questa misteriosa malattia.
Non siamo nel 2020, ma nel 1918, oltre un secolo fa, quando la prima guerra mondiale è alle sue fasi finali e ci si trova di fronte a una delle più grandi pandemie della storia: la cosiddetta influenza spagnola, che ha causato tra i 50 e i 100 milioni di morti in tutto il mondo.
Sia in termini di sintomi che di risposta, per gli storici è un riferimento, per imparare lezioni dal passato e metterle in pratica nell'attuale pandemia di coronavirus.
La storia si ripete
"Ci sentiamo come se fossimo in una macchina del tempo: tutto ciò che abbiamo studiato si sta avverando", spiegano a Euronews lestoriche spagnole Laura e Maria Lara Martinez, che hanno studiato l'influenza del 1918 dal suo centenario.
Elena Bonetti e l'aut aut a Giuseppe Conte sul Recovery Plan: "Pronta a rassegnare le dimissioni con Teresa Bellanova"
Cresce la tensione tra Italia Viva e governo sul Recovery Plan. Lo scontro sulla task force per gestire i 209 miliardi in arrivo dall'Europa ha trovato il suo apice nel rinvio del Consiglio dei ministri della giornata di ieri martedì 8 dicembre. Eppure, anche 24 ore dopo, lo screzio non accenna a placarsi. Le ultime parole del ministro renziano per le Pari opportunità e la Famiglia ne sono la riprova: "Da ministro - esordisce Elena Bonetti a Radio Capital - ho giurato sulla Costituzione italiana, che prevede un processo democratico che deve essere tutelato e mantenuto: nel momento in cui non fossi più nelle condizioni di rispettare questo giuramento, anche per coscienza personale, rassegnerei le dimissioni assieme a Teresa Bellanova". E ancora in un chiaro messaggio indirizzato a Giuseppe Conte: "Riteniamo che per essere al servizio del nostro paese dobbiamo lavorare insieme per fare progetti concreti per rilanciare l’Italia: serve farlo come governo, che deve essere guidato dall’indirizzo del parlamento, cioè dai cittadini che lo hanno eletto".
Un'uscita che non è andata giù al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: "Lascia? Se ne assumerà la responsabilità, come il suo partito - tuona il piddino -. Trovo indecente che si discuta di alchimie politiche con il paese in questa situazione".
Bomba sulla task force di Conte. Perde due ministre? Il governo trema sul Recovery fund
Giornata campale per il governo di Giuseppe Conte e per il futuro del premier stesso. Oltre al voto sulla revisione del Mes incombe sulla testa di Giuseppi la fronda interna alla maggioranza contraria alla "cabina di regia" per il Recovery fund, l'ennesima task force che esautora il Parlamento in decisioni cruciali per il Paese come l0uso dei fondi europei per la ripresa dalla crisi Covid.
La ministra delle Pari opportunità ed esponente di Italia Viva, Elena Bonetti, ospite a Radio Capital lo ha detto chiaro e tondo: "Se non si ritira la task force, io e la ministra Teresa Bellanova siamo pronte alle dimissioni. Per essere al servizio dell’Italia serve collaborazione per progetti concreti di rilancio. Ma serve farlo con il governo. Io ho giurato sulla Costituzione italiana, che prevede un processo democratico che deve essere tutelato. Nel momento in cui non fossi messa nelle condizioni di rispettare questo giuramento, anche per coscienza personale, sì sarei pronta anche a dimettermi. Così 'Il recovery plan' definirà la vita degli italiani per i prossimi 30 anni ed è al Parlamento che il governo deve rendere conto. La regia di questo progetto deve essere in mano al governo".
Quanto al Mes, per Bonetti "il voto di Italia viva ci sarà se la posizione del governo resterà europeista. Precludere oggi di accedere al Mes per questioni ideologiche è dannoso non per Italia Viva, ma per il paese. È evidente che quei miliardi ci servono per dare una risposta ai cittadini".
Mes, Borghi smaschera Gualtieri. L'accusa del leghista: via le deleghe
"Èuna delle poche volte in cui la storia ci passa vicino. Il punto è quello che verrà approvato in consiglio europeo, non le parole vuote di Giuseppe Conte". Claudio Borghi della Lega smaschera l'0operato del governo e chiede il ritiro delle deleghe al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri con un durissimo intervento andato in scena oggi alla Camera, dove il premier ha riferito sulla posizione italiana nell’imminente consiglio europeo sull ratifica della riforma del Mes.
"Spero che il presidente Sergio Mattarella mi ascolti", ha detto il leghista. Perché "c’è un punto che deve essere chiarito, se noi oggi siamo qui per decidere che mandato dare al Presidente, c’è qualcuno che in assenza di questo mandato è andato in Ue è ha già dato l’assenso per il nostro Paese. Ma è possibile che il ministro dell’Economia per una questione così importante e così grave se ne sia andato all’Eurogruppo a dare l’assenso dell’Italia a una riforma così importante come il Mes senza nessun tipo di mandato parlamentare? Se bisognasse provare a tornare negli alvei della normalità, le deleghe al ministro Gualtieri dovrebbero essere tolte immediatamente".
Così i sindacati si sono mangiati tutto
Pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore, un estratto di Fottitutto! "Il sindacato raccontato da un insider (Spazio cultura edizione)
“Se otto ore vi sembran poche, provate voi a lavorare e sentirete la differenza di lavorar e di comandar”.
Così recitava, un tempo lontano, il canto di protesta delle mondine nato per rivendicare le otto ore come mas-simo orario di lavoro giornaliero. Altri tempi, altre lotte, quando si faceva il sindacalista per passione, per un’ideale. E si rischiava, in proprio. Un anziano dirigente sindacale mi raccontava il tempo in cui si passava, ogni mese, presso i lavoratori per raccogliere la quota di iscrizione: infatti, prima dell’approvazione della Legge 300 del 1970 “Lo Statuto dei Lavoratori”, il datore di lavoro non aveva l’obbligo di prelevare in busta paga la cosiddetta “trattenuta sindacale” (la quota che ogni iscritto versa mensilmente con trattenuta sullo stipendio), per cui bisognava passare da ogni singolo iscritto per raccogliere denaro.
Il piano di Conte: i soldi Ue spesi per la fuffa
Già dal titolo, parlando con rispetto, fa girare i coglioni: la bozza del Pnrr, che starebbe per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, spalanca orizzonti di boria: è il documento “riservato” del governo per fare fronte alla catastrofe da esso stesso governo originata o almeno coltivata in quest’anno sprecato di emergenza pandemica. Subito si capisce l’andazzo, con l’introduzione del presidente del Consiglio, in puro stile Giuseppi: pagine di formule, frasi fatte, luoghi comuni, bugie. “All’inizio del 2020 – e forse già prima – il virus SARS-CoV2 ha iniziato a diffondersi in Cina e in altri Paesi. In Europa, l’Italia è stata colpita per prima e duramente”.
No: la versione corretta è che il virus Sars è stato inventato in Cina, spedito in Europa e in Italia l’abbiamo pagata subito cara perché quelli del governo Conte pigliavano per i fondelli quelli che si preoccupavano, andavano a battere i Navigli per aperitivi solidali, fagocitavano involtini, abbracciavano cinesi; così si è perso tempo inestimabile, mentre a Nembro, a Vò Euganeo, a Codogno esplodevano focolai e palazzo Chigi non sapeva che fare e niente faceva, salvo imporre un blocco totale e insensato. Il resto della disastrosa introduzione è il solito repertorio di un premier sull’orlo della crisi di nervi, che si imbroda, si imburra, scantona, auspica, prevede, ipotizza, tratteggia un paese “più verde”: sì, di bile.
Bob Dylan vende tutto alla multinazionale (e incassa 300 milioni...)
Le sue 600 canzoni ora sono della Universal. L'ultima sorpresa dello scaltro Premio Nobel
Bob Dylan una ne fa e cento ne incassa. Stavolta ha venduto il suo intero repertorio alla Universal, una delle multinazionali discografiche più grandi e potenti del mondo.
In poche parole, è la più grande acquisizione di diritti d'autore per un solo artista che sia mai stata effettuata, almeno dopo quella di una parte del catalogo Beatles. I conti sono presto fatti. Il repertorio di questo artista comprende circa 600 canzoni e l'operazione si stima valga circa 300 milioni di dollari, quindi Bob Dylan vale all'incirca mezzo milione di dollari a canzone. Un calcolo superficiale, certo, perché ci sono brani che hanno cambiato la musica (ma non solo) e altri che invece sono scivolati via come l'acqua sul marmo. «Non è esagerato dire che il suo lavoro abbia conquistato l'amore e l'ammirazione di miliardi di persone nel mondo», ha comunque spiegato Sir Lucian Grainge «chairman» della Universal destinato a passare alla storia della sua azienda per questa colossale operazione. Fino ad ora, Bob Dylan ha controllato direttamente tutte le sue canzoni, una scelta che fece tantissimi anni fa dopo il primo contratto, quello con la Leeds Music, che includeva sette canzoni tra le quali Song for Woody. Da allora Dylan è stato il padrone di se stesso, o per lo meno dei propri brani. Adesso cambia tutto. Conoscendo Dylan, di certo la scelta dipende dalla prospettiva di un maggiore guadagno, ma non solo.
Il mondo discografico oggi è estremamente più complesso e variabile rispetto a quello conosciuto (benissimo) da Dylan. Siamo in una nuova fase e la grossa cilindrata della Universal può garantire più stabilità e prospettive a un repertorio che è inevitabilmente legato allo scorrere del tempo.
Covid, la prima paziente vaccinata in Gran Bretagna è una 90enne. I sanitari le dedicano un applauso
(Agenzia Vista) Londra, 08 dicembre 2020 Covid, la prima paziente vaccinata in Gran Bretagna è una 90enne. I sanitari le dedicano un applauso Inizia la somministrazione del vaccino in Gran Bretagna, ecco l'applauso dei sanitari dedicato alla prima paziente che lo ha effettuato, una 90enne. 00_27 Gov Uk Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Tremonti: "Vi svelo qual è l'ultima trappola per l'Italia"
L'avvertimento del professor Giulio Tremonti è chiaro: "Se approviamo il Mes, l'Europa può commissariarci". Ecco perché
Il governo non cadrà sull'approvazione della riforma del Mes, ma dall'esito del voto in Parlamento sul via libera al Fondo salva-Stati usciranno un'Italia con la credibilità a pezzi e un premier in una posizione sempre più scomoda.
È questo, in estrema sintesi, il pensiero di Giulio Tremonti in merito alle ultime vicende inerenti al Meccanismo europeo di stabilità. Lo strumento che, a detta del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, dovrebbe aggiustare i conti degli Stati, offrire un'ancora di salvataggio alle banche in difficoltà e rimettere in sesto la sanità dei Paesi vessati dalla pandemia di Covid-19.
Uno strumento pericoloso
Nel corso di una lunga intervista a Libero, il professor Tremonti inizia il suo ragionamento tratteggiando la posizione di Giuseppe Conte, che in sostanza "vota su di un Trattato ma dice che ne vuole un altro, niente male per il leader di un Paese (che è stato) fondatore". L'idea di dare vita a un nuovo trattato è comunque giusta, anche se "è questo che si va a votare che è sbagliato", ha aggiunto l'ex ministro dell'Economia.
Uno dei punti più critici del Fondo salva-Stati è racchiuso nell'articolato e nell'allegato, "in specie nell'articolo 3 e nell'Allegato III, negli obiettivi e nei criteri che sono assegnati al Mes", fa notare Tremonti. Per capire come mai, oggi, siamo arrivati fino a questo punto è utile fare un salto indietro nel tempo, al 2008 anno delle prime crepe negli istituti bancari.
Omosessualità vaticana
È tutta questione di… ritorno alle origini.
Partiamo dalla lettura di queste considerazioni.
Il tema è senza dubbio antico e contemporaneo, come è antico e contemporaneo l’Uomo. Sì, in effetti stiamo parlando di persone, con i loro affetti, desideri, passioni, sogni, professioni e mondi interiori. In questo, tutti siamo uguali, indipendentemente dalle nostre preferenze sessuali, siano esse prevalenti oppure esclusive, come ci insegna la sessuologia contemporanea.
Sappiamo anche quale ruolo normativo ha svolto il Vecchio Testamento per il Popolo di Israele, come del tormento che San Paolo ha vissuto nel corso della sua vita con la dimensione carnale della sua personalità.
E sappiamo anche, quantomeno coloro che credono nel Cristo, che siamo tutti figli del Padre, mentre non conosciamo il mistero profondo della nostra funzione esistenziale nell’ambito di questo rapporto. Voglio dire che il nostro essere figli dipende da una creazione della quale siamo inconsapevolmente partecipi, almeno nel suo significato profondo, ma possiamo esercitare il nostro libero arbitrio solo all’interno dei luoghi in cui le nostre scelte sono possibili.
Matteo Bassetti a Quarta Repubblica: "Coronavirus, terza ondata inevitabile. Ma qualcosa non torna sul tasso di letalità"
Bastone e carota, quelli usati da Matteo Bassetti a Quarta Repubblica, il programma di Nicola Porro in onda su Rete 4. L'infettivologo del San Martino di Genova parla di coronavirus, e ammette: "Io credo che la terza ondata sarà inevitabile, perché è l'andamento del virus e arriverà anche l'intersecazione dell'influenza, ci auguriamo che i casi non saranno così tanti". Insomma, anche Bassetti dice chiaro e tondo che, a suo giudizio, la terza ondata sarà "inevitabile". Eppure, sottolinea come alcune cifre non tornino. In primis quelle dei morti nel nostro Paese: "Il tasso di letalità è una cosa diversa, non può l'Italia avere numeri più grandi di altri Paesi, perchè il tasso di letalità dovrebbe assomigliarsi". Bassetti, insomma, critica il computo delle vittime da coronavirus così come viene effettuato nel Belpaese. E ancora, sul tema e riferendosi alla prima ondata, aggiunge: "Abbiamo spesso fatto un po' di confusione, noi dovremmo dividere il periodo di febbraio dove abbiamo contato più morti per Covid di quanti ce ne sono stati e il secondo periodo", conclude Matteo Bassetti.
"Il Papa? Un marxista argentino che si fa chiamare Francesco"
L'economista ed ex ministro forzista Antonio Martino contesta le teoria di Papa Francesco secondo cui la proprietà privata non sia un bene primario inviolabile
"Il diritto alla proprietà è un diritto naturale secondario derivato dal diritti di cui tutti sono titolari, scaturito dai beni creati non vi è giustizia sociale in grado di affrontare l'iniquità che presupponga la concentrazione della ricchezza".
Queste parole sono l'ennesimo attacco alla proprietà privata compiuto recentemente da Papa Francesco. Abbiamo chiesto all'economista liberale Antonio Martino, tessera numero 2 di Forza Italia ed ex ministro nei governi Berlusconi, la sua opinione in merito.
Come giudica queste parole?
"Mi sembrano un’idiozia, ma se le dice il Papa ci dev’essere un fondamento perché non si inventerebbe una cosa non vera solo per stupire. Quest’affermazione, però, è veramente gratuita, come se il Pontefice stesse inventando testi evangelici di comodo. Per me è un discorso che non esiste proprio…".
Mi pare di capire che lei non abbia una buona considerazione di Papa Bergoglio...
"Questo Papa mi convince assai poco perché è un marxista argentino che ha l’impudenza di chiamarsi Francesco".
Gli USA contro l’OMS, via dal progetto globale sul vaccino
PANDEMIA
L’amministrazione Trump chiude la porta all’iniziativa per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione dell’antidoto alla Covid-19
Gli Stati Uniti avanti da soli sul vaccino contro il coronavirus. L’amministrazione Trump chiude la porta all’iniziativa globale per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione dell’antidoto alla Covid-19, in una decisione shock legata alla partecipazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) al progetto.
La stessa Oms con la quale il presidente statunitense ha un ‘contenzioso’ aperto da tempo per essere troppo ‘Cina-centrica’. «Gli Stati Uniti continueranno a collaborare con i partner internazionali per assicurare la sconfitta del virus, ma non saranno limitati da organizzazioni multilaterali influenzate dalla corrotta Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Cina», afferma Judd Deere, portavoce della Casa Bianca.
La ‘Covid-19 Vaccine Global Access Facility’ aveva inizialmente attirato l’attenzione e riscosso l’approvazione di alcuni funzionari dell’amministrazione Trump. Il presidente però non ha voluto sentire ragioni, snobbando l’Oms e scommettendo sulla politica dell’America First, anche per il vaccino.
L'Aria Che Tira, l'imprenditore contro la patrimoniale: "Di che caz***o parliamo? Guardate il mutuo dei parlamentari"
Un duro, anzi durissimo sfogo. A L'Aria Che Tira, il programma di La7, Gianluigi Cimmino perde la pazienza. L'amministratore delegato di Yamamay e Carpisa, interpellato da Francesco Magnani sulla patrimoniale, esordisce: "La patrimoniale non sarà mai approvata da questo governo, andatevi a guardare i dati dei parlamentari che hanno acceso un mutuo in questa legislatura. Nessuno di loro farà qualcosa che va contro il loro interesse. L'ideologia di questo governo si ferma davanti all'interesse personale, quindi la patrimoniale non si farà mai". Un'uscita che il conduttore tenta di liquidare in fretta: "Cimmino non ha una grande stima di questa classe politica, però proviamo a ragionare sulla logica di questa proposta".
Immediata la replica dell'imprenditore: "Se si vuole usare la patrimoniale per confondere le acque sul Mes e sento dire che il Mes non è indispensabile, che abbiamo 60 milioni di morti sulla coscienza per non aver preso a giugno quei soldi. Di che ca**o di patrimoniale dobbiamo parlare?". E ancora visibilmente alterato: "Dobbiamo parlare dei soldi che ci servono. Gli italiani le idee le hanno chiarissime, se voi non avreste il sedere attaccato alle poltrone a quest'ora sareste a casa". A quel punto è il conduttore che, alzandosi in piedi, tenta di placare gli animi: "Capisco il suo sfogo, ma il torpiloquio evitiamolo. Calmiamoci". Poi la precisazione sulle vittime del coronavirus: "Queste, per fortuna, sono solo 60mila". Infine la chiosa: "Io non prendo caffè, vivo di lavoro e adrenalina", conclude Cimmino su tutte le furie.
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Teresa Bellanova favorevole agli Ogm e al Ceta. La rabbia di Salvini: "Alla faccia del made in Italy"
"Sugli Ogm voglio aprire un confronto rapidamente anche con le parti imprenditoriali, è un tema deli... -
Nuovi strumenti per ridurre l’impronta ambientale delle filiere
Oltre 200 imprese di sei Paesi europei coinvolte in iniziative per ridurre l’impronta ambientale di... -
Adesso la Francia "ci ruba" il Parmigiano Reggiano
La multinazionale francese Lactalis punta dritto verso il Parmigiano, dopo essersi già comprata Parm... -
Tuteliamo i marchi storici e il Made in Italy
La volete sapere l’ultima? La Lega si sta opponendo all’inserimento della cosiddetta “norma Pernigot... -
Pacchetto crescita: allo studio contrassegno dello Stato a tutela del made in Italy
Il rispetto della proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione diventano due temi strategi...