In Italia si parlava di inizio gennaio, poi il commissario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri (nella foto), ha spostato in avanti l’asticella ipotizzando metà gennaio e smentendo i ministri Speranza e Boccia. Intanto, altri Paesi, ci bruciano sul tempo, come la Gran Bretagna, ma non solo. Anche le autorità sanitarie spagnole inizieranno il prossimo 4 o 5 gennaio le prime vaccinazioni contro il coronavirus, se l’Agenzia europea per i medicinali darà la sua autorizzazione al vaccino elaborato da Pfizer e BioNTech il 29 dicembre. E loro, a differenza di noi, hanno già tutto pronto.
Vaccini, in Spagna è già tutto pronto
L’annuncio dell’inizio della campagna di vaccinazioni è arrivato dal ministro della Sanità spagnola Salvador Illa, il quale ha aggiunto che ”ci saranno vaccini per tutti e ce ne saranno in abbondanza”. Rassicurando le comunità autonome, Illa ha detto che “la Spagna ha tutte le capacità per poter vaccinare la popolazione con le garanzie necessarie non appena arriveranno le dosi”.
La strategia di vaccinazione contro il Covid-19 in Spagna prevede 18 fasce di popolazione a cui verranno somministrate le dosi con priorità ai residenti e ai lavoratori dei centri sanitari e socio-sanitari, circa 2,5 milioni di persone. Lo ha annunciato il ministro della Salute Salvador Illa citato dall’agenzia Efe.
La rabbia delle imprese vicine al crac. "Chiudere? Diano ristori tedeschi"
Ristoratori e centri commerciali: "Disposti al lockdown in stile Merkel se arrivano indennizzi come in Germania"
La salute innanzitutto ma, in caso di nuovi lockdown, occorrono ristori veri o il rischio è la strage di lavoro e aziende.
È l'allarme lanciato dalle associazioni delle categoriapiù penalizzate in caso di nuovi stop e disposte a rivedere i protocolli di sicurezza oltreché a chiudere le serrande, purché venga meno l'incertezza e, soprattutto, si provveda tempestivamente a indennizzi reali.
«Il sistema di chiusure e aperture prospettate è al limite della schizofrenia e lascia le imprese, nell'assoluta incertezza del futuro, con evidente difficoltà nella programmazione degli investimenti. Ancora di più per quanto riguarda le oltre 94mila piccole e medie aziende che rappresentiamo a livello nazionale in Confapi in molti casi legate ai settori più colpiti: dal commercio, all'ospitalità fino ai traporti», sostiene Nicola Spadafora, presidente di Confapi Milano. Un nuovo lockdown, a giudizio di Spadafora, «metterebbe definitivamente in ginocchio comparti già in difficoltà dopo la chiusura della scorsa primavera e, in ultimo, potrebbe portare al collasso del sistema produttivo e alla perdita di milioni di posti di lavoro. Per questo abbiamo bisogno di far proseguire le attività anche, eventualmente, prevedendo un inasprimento dei controlli e a un irrigidimento dei protocolli di sicurezza qualora dovesse servire», ribadisce il presidente di Confapi Milano che sottolinea poi come le aziende abbiano investito nei protocolli di sicurezza decisi a livello centrale. A differenza della Germania, a giudizio di Spadafora, l'Italia non ha capacità finanziaria per garantire ristori reali che permettano alle imprese di sopravvivere fino alla ripresa.
Il centrodestra si sfila. "No alla mangiatoia"
Meloni punge Salvini: "Per noi solo scenario di unità". Tajani (Fi): "Decideremo insieme"
La scena, nel centrodestra, se la prende Giorgia Meloni. Con quello che la leader di Fratelli d'Italia definisce un «avviso ai naviganti».
Ha al fianco Matteo Salvini e Antonio Tajani, nella conferenza stampa in Senato sulla manovra e parla a Giuseppe Conte perché il Capitano della Lega intenda. «Al governo diciamo: noi non trattiamo. Non partecipiamo a nessuna mangiatoia allestita sulla pelle degli italiani».
La Meloni non ha apprezzato l'ultima apertura al governo (non concordata) di un Salvini in versione moderata, ancor meno certi voci di trattativa con Matteo Renzi per far saltare il premier e preparare un governo-ponte. No, lei ribadisce che l'opposizione deve procedere unita e puntare al voto, per tornare a Palazzo Chigi. «Confido - dice, e nella scelta del verbo c'è l'ombra del sospetto - che nel centrodestra si continui a lavorare compatti per raggiungere sintesi fondamentali. Per nessuno di noi esiste più uno scenario nel quale si va con altri. Vogliamo governare questo Paese insieme».
Le tensioni tra i due alleati sovranisti sono evidenti, e Salvini da un lato attacca i giallorossi e dall'altro ribadisce che un'alternativa parlamentare alle elezioni non gli dispiacerebbe. Uno: «Prima questo governo toglie il disturbo e meglio è per tutto il Paese. Se dovessi pensare a un regalo per gli italiani, è quello di avere alla guida del Paese in un momento così difficile un governo di centrodestra, senza andare a chiedere nulla a nessuno, a Renzi, Conte, Di Maio». Due: «Può essere che se l'attuale governo avesse delle difficoltà, in parlamento di fronte a proposte come queste, qualcuno potrebbe trovarsi d'accordo. Una cosa per volta, l'importante è limitare i danni di questa squadra». Una mano tesa a eventuali scontenti renziani, grillini e responsabili vari, per una nuova maggioranza.
Quarta Repubblica, Enrico Ruggeri "fascista"? "Perché mi considerano di destra", la vergogna dei compagni
Contro il pensiero unico. Enrico Ruggeri, intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, spiega fin da subito cosa significa andare controcorrente e venire etichettato. "I punk visto che erano vestiti di nero venivano pensati di destra", ed ecco affibbiatagli la nomea di "fascista" fin da giovanissimo, quando era leader dei Decibel e rompeva gli schemi della musica italiana importando nuovi linguaggi. Ma il suo essere "contro" lo ha accompagnato come uomo, per tutta la vita. E lui ne va fiero.
"Quando vedo un'ingiustizia non ce la faccio, sapere che i pescatori di Mazara del Vallo da 100 giorni sono ancora lì in Libia, mi fa rabbia e non se ne è parlato quanto si doveva", punge ad esempio Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Anche su coronavirus e pandemia ha il coraggio di parlare fuori dal coro: "I nostri figli subiranno conseguenze per anni. Questa non socializzazione è un peso che porteranno per tutta la vita. Capisco che c'è un'emergenza ed uso tutti i protocolli, ma non possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire". "Se nella storia - conclude - tutti avessero pensato alla salute non si sarebbe scoperta l'America e non si sarebbe combattuto per un'idea". Che sia troppo di destra dirlo?
Giuseppe Conte, aria di lockdown a Natale: "Abbiamo concesso agli italiani l'acquisto di regali"
"Le nostre misure stanno funzionando". Le parole di Giuseppe Conte stridono con i fatti. Nei giorni più concitati, quelli in cui il governo deve decidere se chiudere nuovamente l'Italia, il premier elogia quanto messo a punto per far fronte al coronavirus. "Il sistema delle zone e la suddivisione delle regioni in base ai colori sta dando risultati - prosegue in un'intervista di Massimo Giannini sulla Stampa -. Abbiamo evitato un lockdown generalizzato, misura estrema alla quale ora è costretta la Germania e anche altri Paesi come la Gran Bretagna e l'Olanda". Se "stiamo reggendo bene l'urto" come dice, perché allora richiudere tutto in vista del Natale? Al presidente del Consiglio non è andata giù la folla che nel weekend si è riversata in strada. Al primo fine settimana "libero", gli italiani sono andati a fare incetta di regali.
E la preoccupazione - spiega ancora Conte - è alta. "Per questo voglio lanciare un appello. Siate responsabili. Noi abbiamo fatto una scelta ben precisa, dettata anche da esigenze sociali ed economiche: consentire ai cittadini di rispettare la bella e consueta tradizione di acquistare e scambiare i regali. Ma a questa opportunità si deve accompagnare un rigoroso rispetto delle regole da parte di tutti". Peccato però che i cittadini non abbiano fatto niente di più e niente di meno di quanto permesso loro. In sostanza, mette le mani avanti, nulla è escluso da qui ai prossimi giorni. Nemmeno le zone rosse durante le feste: "Abbiamo già predisposto un piano dedicato specificamente alle festività natalizie, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane".
Il presepe di Bergoglio? Degno del 2020
Guardate il presepe esposto in Vaticano. Arriva da Castelli, la patria abruzzese della ceramica: una specie di Caltagirone del centro Italia. Solo che la natività ricorda le forme della Pachamama, l’idolo pagano che, curiosamente, fu esposto in chiesa come fosse stato una raffigurazione della Madonna. La svolta “primitivista”, insomma, prosegue. Precisamente, come, quando e perché l’arte cristiana è caduta così in basso?
Nei cosiddetti “secoli bui”, si erigevano monumenti come la cattedrale gotica di Notre Dame a Parigi, o le innumerevoli chiese romaniche di cui è disseminata l’Italia. Ora siamo nell’era del trionfo della scienza, della tecnologia e della razionalità, eppure i disegnini che fa un bambino delle elementari spesso sono più belli di certe presunte opere d’arte sacra. Diciamo che il presepe di papa Francesco è horribilis come l’anno 2020. Uno dei personaggi – qualcuno mi ha fatto notare – somiglia all’astronauta di Alien attaccato dallo xenomorfo… O sono io che non ci capisco niente?
La moglie di Paolo Rossi: «L’hanno infangato nel giorno in cui tutta l’Italia lo piangeva»
«Non ho neppure la forza di parlare. Non bastava la morte di Paolo, non bastava lo stress di queste giornate massacranti. E non bastava il dolore di tutti noi. Hanno voluto infangarlo anche nel giorno in cui tutta Italia lo piangeva». Sono le parole di Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi. Ha parlato con il Qn – Quotidiano Nazionale, commentando il furto dei ladri. Il furto nella villa dell’eroe del Mundial ’82 mentre si tenevano i funerali a Vicenza ha scatenato tanta rabbia. «Non voglio consentire a questi vigliacchi di rovinare questo fiume di affetto e amore che si è formato intorno a Paolo».
Il rientro della moglie di Paolo Rossi
Il furto è stato scoperto ieri sera dopo le 19. A quell’ora, infatti, il custode dell’azienda agricola con agriturismo “Poggio Cennina”, in Valdambra, nel comune di Bucine, è andato a controllare l’appartamento di Pablito. L’aveva fatto in vista del rientro a casa della moglie di Paolo Rossi, Federica, e dei figli. Secondo una prima ricostruzione da parte dei carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno (Arezzo), come riferisce l’Adnkronos, i ladri hanno forzato una finestra della cucina. Poi, una volta all’interno, hanno cominciato a girare per le stanze dell’abitazione , rovistando nei cassetti e mettendo tutto a soqquadro. I malviventi hanno potuto agire con una certa tranquillità anche perché il sistema d’allarme non era stato inserito.
Strappato l’apparecchio della videosorveglianza
Prima di andarsene, per garantirsi l’impunità, i ladri hanno strappato anche l’apparecchio della videosorveglianza. Questo, per non far ritrovare le immagini dell’accaduto riprese dalle telecamere. Sul posto per i rilievi i carabinieri con i militari addetti alle investigazioni scientifiche. A un primo sommario controllo, dall’appartamento di Paolo Rossi sarebbero spariti soltanto il suo orologio Rolex, particolarmente caro all’ex calciatore, e la somma in denaro di 150 euro. Non sarebbero, invece, stati toccati né i trofei calcistici né le medaglie di Rossi. Ma solo nei prossimi giorni sarà fatto un inventario più preciso dei danni e degli ammanchi da parte della moglie di Paolo Rossi.
Piano pandemico e report scomparso, l'Oms sta per silurare Ranieri Guerra
L'Oms sta per silurare Ranieri Guerra per lo scandalo del piano pandemico dell'Italia e il caso del documento sulla gestione dell'emergenza Covid. Secondo quanto apprende LaPresse da fonti vicine al dossier, il responsabile europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Henri Klug, sarebbe in procinto di ritirare le deleghe all’attuale vice presidente della sezione europea. La decisione, precisano le stesse fonti, "potrebbe avvenire già nella giornata di oggi". Guerra, componente del Comitato tecnico scientifico che si occupa del contrasto all’epidemia di Coronavirus, a stretto contatto con il ministero della Salute, si trova da giorni sotto i riflettori per il caso del Piano pandemico italiano mai aggiornato e per la sparizione di un documento dell’Oms molto duro nei confronti del nostro Paese.
Le email di Guerra ai ricercatori di Venezia per correggere la data del piano pandemico da 2006 a 2016 sono "gravi", ha detto ieri il viceministro della Salute, Pierpaolo SIleri, a Non è l'Arena. "Quel programma è sicuramente del 2006 perché è laconico e soprattutto privo dei riferimenti ai virus circolati in questi anni, non riporta l’aviaria, l’h1n1, la Sars, quindi non c’è dubbio che sia vecchio. A oggi il piano pandemico è sempre quello del 2006, c’è una bozza del 2019 mai trasmessa”. Poi il "giallo" del documento Oms che sottolineava errori e omissioni dell'Italia nella gestione della pandemia, misteriosamente sparito.
A Reggio Calabria hanno votato pure i morti. Klaus Davi: elezioni da annullare
Il consigliere comunale di Reggio Calabria, Antonino Castorina, e il presidente di uno dei seggi elettorali alle ultime amministrative, Carmelo Giustra, sono stati posti agli arresti domiciliari a seguito delle indagini svolte dalla Digos reggina, con il coordinamento della Procura, che hanno riguardato lo svolgimento delle elezioni al Comune di Reggio Calabria del 20 e 21 settembre scorso, con contestazioni di plurime fattispecie di falsità in atto pubblico e reati elettorali. L’inchiesta avrebbe smascherato un «complesso meccanismo volto ad eludere la regolare manifestazione del voto». Sono in corso perquisizioni che riguardano i due arrestati e altri soggetti iscritti nel registro degli indagati.
Le operazioni, a cura della Digos della Questura di Reggio Calabria, proseguono con l’esame del materiale elettorale già in sequestro e con l’analisi di quanto sequestrato in corso di perquisizione al fine di accertare ulteriori responsabili. L’ordinanza di applicazione della misura cautelare è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria ed eseguita dagli agenti della Questura, con il supporto del Compartimento Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Reggio Calabria e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria.
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha portato all’arresto del neo consigliere comunale appena Antonino Castorina (Pd) e di un presidente di uno dei seggi elettorali, si è scoperto un numero di duplicati di certificati elettorali a ridosso delle elezioni amministrative di settembre «davvero rilevanti». Si trattava spesso di soggetti anziani, che è emerso noon si erano in realtè recati a votare, in quattro casi anche deceduti. Lo ha reso noto il procuratore Giovanni Bombardieri.
La Merkel impone un nuovo lockdown ma inonda di soldi le imprese con ristori fino a 500mila euro
Chiusura dei negozi non essenziali, no agli assembramenti, sì al telelavoro e all’istruzione a distanza. Sono i punti cardini del nuovo ‘lockdown duro’ imposto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel a partire da mercoledì 16 dicembre, dopo l’aumento dei contagi da coronavirus in Germania. Le nuove restrizioni resteranno in vigore almeno fino al 10 gennaio.
”Dobbiamo agire con urgenza”, ha dichiarato la Merkel, sottolineando che ”i contagi sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi giorni e questo significa che dovremo piangere altri morti”.
Le scuole riapriranno dopo il 10 gennaio
Nel documento concordato tra la cancelliera Angela Merkel e i premier degli Stati federali per inasprire le misure atte a contenere il coronavirus, le nuove restrizioni in vigore in Germania da mercoledì con il lockdown ‘duro’ limitano a cinque le persone che si possono incontrare. Viene però fatta un’eccezione per Natale, ovvero dal 24 al 26 dicembre, quando i tedeschi potranno invitare un massimo di quattro persone oltre ”i familiari più prossimi”. Sempre che sia possibile, si invita a rispettare ”una settimana di protezione” con contatti ridotti prima delle visite. Vietati, invece, i ritrovi per Capodanno. Proibita anche la vendita di fuochi d’artificio.
Non è l'Arena svela il bluff del piano pandemico. La virologa Gismondo: "Nessuna indicazione"
Si allarga il caso dell’obsoleto piano pandemico italiano scomparso dal sito dell’OMS. Nella puntata di “Non è l’Arena” di domenica 13 dicembre, la microbiologa Maria Rita Gismondo affonda sulla email inviata ai ricercatori di Venezia: “Imbarazzante” e il vice Ministro della Salute, Pierpaolo Sileri va su tutte le furie: “Vi spiego perché il piano è vecchio. Basta pressapochismo, esigo risposte. Il Segretario generale si deve dimettere”.
A “Non è l’Arena”, la trasmissione di approfondimento sull’attualità di LA7, Massimo Giletti è deciso ad andare fino in fondo sulla vicenda del piano pandemico non aggiornato costato la vita a una percentuale di italiani maggiore rispetto a quella prevedibile. “Esisteva o no un piano pandemico? – attacca Giletti - I protagonisti sono Ranieri Guerra, direttore vicario dell’OMS, Francesco Zambon che coordina i ricercatori dell’ufficio europeo dell’OMS a Venezia e che ha scritto il report in cui si “denunciava” che il programma del 2017 era un copia e incolla di quello del 2006 e che la reazione dell’Italia era stata improvvisata, creativa e caotica. Quel report viene pubblicato per 24 ore e poi sparisce. Chi lo ha cancellato? Il punto è che se il piano fosse stato aggiornato si sarebbero potuti evitare 60.000 morti”. Il giornalista sottolinea che, venerdì scorso, Zambon ha rilasciato un’intervista a “The Guardian” facendo scoppiare il caso Italia a livello internazionale in cui sostiene che probabilmente sarà licenziato per aver parlato e punge il Ministro Speranza: “Non risponde alle nostre domande nemmeno per email. Non risponde nemmeno l’ufficio stampa. Lo trovo scorretto e poco intelligente perché non deve rispondere a me, ma agli italiani!”.
Dopo aver rivisto la email (a firma Ranieri, nda) in cui si chiedeva di cambiare la data del piano pandemico da 2006 a 2016, la direttrice del laboratorio di Microbiologia del Polo Universitario “L. Sacco” di Milano, Maria Teresa Gismondo non ha alcuna esitazione: “Non giudico il Ministro Speranza né Ranieri Guerra, ma devono chiarire. Chiedo a entrambi di parlare con chiarezza. L’email è imbarazzante, imbarazzante. Ed è grottesco che un vicedirettore dell’OMS abbia certi atteggiamenti con chi prova a intervistarlo. Se noi eravamo pronti? Al Sacco, al primo sentore di quello che stava succedendo, ci siano precipitosamente riuniti e abbiamo provveduto, ma come nostra volontaria azione. E invece si deve essere pronti al paziente zero. Ma non ci si deve riunire in emergenza bensì prima. Purtroppo, ogni provincia, ogni città, ogni ospedale ha una sua autonomia e se ci addentriamo scopriamo che si discute ancora del piano Antrace del 2002”.
Cocaina, la retata: banchieri e vip della tv, il call center per farsi portare la droga a casa di notte
Dalla sua abitazione in zona Cenisio ha gestito per lungo tempo un articolato sistema di spaccio al dettaglio costruito su chat Whatsapp, minacce e consegne di droghe a tutte le ore della notte. Bastava un breve messaggio in codice, frasi come «Portami una birra», «Voglio bere una cosa», o un più semplice e intuitivo «Ci sei?», a uno dei corrieri che lavoravano per lui per vedersi recapitata a casa la propria ordinazione. A mantenere i rapporti con i clienti erano proprio gli stessi pusher di zona, che lui sostituiva di frequente, per rendere più difficile il compito di individuarli alle forze dell'ordine, e che a lui si rivolgevano solo per fare rifornimento. In questo modo Tony, un 34enne albanese, e la sua compagna, una donna marocchina quasi coetanea, hanno governato il mercato della cocaina in una delle zone più ricche di Milano: quella che va da piazzale Costantino Nigra fino a piazza Gerusalemme, passando per Cenisio e via Paolo Sarpi. Un regno che, però, ha visto la sua fine lo scorso venerdì, quando gli agenti del commissariato Centro, diretti dal dirigente Luigi D'Antuono, hanno fatto scattare le manette per otto componenti del gruppo (sette albanesi, tra cui anche Tony, e la donna marocchina). Due di loro si trovano al momento detenuti in carcere, ad altri tre sono stati imposti gli arresti domiciliari e, infine, tre saranno sottoposti all'obbligo di dimora con il divieto di uscire nelle ore notturne.
Biden si prepara a scaricare Conte?
L’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti ha coinciso con un’accelerazione della fase di criticità nella tenuta dell’esecutivo giallorosso a trazione M5S-Pd. Il governo Conte II, infatti, è stato attraversato nelle ultime settimane da una serie di tensioni interne che stanno facendo venire a galla una realtà di fatto: la legittimazione internazionale di Giuseppe Conte traballa.
E se poco più di un anno fa Donald Trump aveva svolto il ruolo di “levatrice” del governo giallorosso con il tweet a sostegno di “Giuseppi” che aveva spiazzato la Lega e Matteo Salvini, i mesi successivi avevano palesato un ritorno degli Usa alla ricerca dei classici referenti istituzionali a Roma. Nel governo giallorosso sono considerati “atlantisti” di ferro Lorenzo Guerini e Vincenzo Amendola, mentre nel contesto del Copasir il presidente Raffaele Volpi gode del sostegno e della fiducia di Washington. Conte, amico di Trump, non poteva dirsi al contempo un uomo di fiducia degli Stati Uniti, essendo stato il premier che ha firmato il memorandum “cinese” con Xi Jinping e ha cercato legittimazione in quei salotti europei che, specie tra Parigi e Berlino, disegnano strategie alternative a quelle Usa.
Ora, sottolinea Marco Antonellis su Italia Oggi, proprio il ritorno al potere di quei democratici Usa che, sulla carta, sarebbero politicamente più affini al governo giallorosso può fare evolvere le dinamiche italiane. “Washington”, riportano uomini degli apparati di potere romani sentiti da Italia Oggi, “vuole riprendere in mano le sorti del paese, cruciali per gli equilibri europei oltre che per sbarazzarsi dei fantasmi russi e cinesi. In altre parole Joe Biden ha cominciato l’azione di logoramento nei confronti di Giuseppe Conte, ritenuto, dalle parti di Washington troppo amico di Donald Trump“.
Se già tradizionalmente il Partito Democratico è ritenuto un interlocutore più “ortodosso” a Washington rispetto al Movimento Cinque Stelle, tanto che Guerini e Amendola sono proprio esponenti del Nazareno, con l’era Biden l’uomo che più di ogni altro potrà farsi portavoce della de-stabilizzazione del governo Conte sarà Matteo Renzi, che col presidente eletto vanta un rapporto consolidato e, si sussurra, avrebbe un accordo per poter ambire in futuro alla segreteria della Nato. Dall’annuncio della vittoria di Biden, le picconate contro Conte sui principali dossier strategici si sono intensificati, e proprio da Italia Viva sono arrivate diverse bordate su numerose questioni di primo piano. La spinosa tematica del controllo di Conte sull’intelligence, ad esempio, ha visto Renzi e il Pd salire in cattedra contro il premier, che giorno dopo giorno vede sfilacciarsi la sua formula di governo consolidata fondata sulla continua ricerca di compromessi e mediazione.
Maria Giovanna Maglie contro Toninelli: "Il Mes il punto più basso del M5s? No, poi arriva lui a Catania..."
L'uomo più deriso d'Italia, Danilo Toninelli, dopo la grottesca performance al tribunale di Catania in occasione dell'udienza preliminare nel processo Gregoretti. "Non ricordo", ha ripetuto in loop, attirando gli sfottò un po' da tutte le latitudini, compreso Matteo Salvini. E compresa Maria Giovanna Maglie, che infierisce su Twitter contro il catastrofico ex ministro grillino. La giornalista, infatti, cinguetta: "Una pensa che dopo la capitolazione con doppio salto mortale sul Mes il 5Stelle non potessero scendere più in basso. Invece no, è sbarcato Toninelli a Catania", conclude tagliente la Maglie. Critiche, per inciso, che la stessa giornalista ha poi ribadito in un intervento al Tg4.
Rapporto Oms scomparso, troppi misteri e segreti. Il governo occulta la verità
No, Speranza non denuncia The Guardian che lo accusa di cospirazione con l’Oms. Fa spallucce, il ministro, e spera che passi la nottata. No, il ministro della salute non pretende che l’Organizzazione mondiale della sanità lo tiri fuori dai segreti sul piano pandemico nazionale e le sue riedizioni farloccate. Quello che è sulla bocca di tutti, non lo sfiora nemmeno. A Piazza Pulita ne ha parlato con il candore di chi giura di non sapere da che mondo proviene.
E nemmeno si muove – come invece dovrebbe fare un rappresentante istituzionale del suo livello - per far sì che chi vuole collaborare con i magistrati di Bergamo sia libero dall’imbarazzo di una immunità diplomatica che occulta la verità sul ruolo giocato dal numero due dell’Oms Ranieri Guerra nella vicenda che va avanti da settimane.
No, Roberto Speranza – quello che predica unità anti Covid a seconda della convenienza – nega i documenti richiesti in merito da due parlamentari di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami e Marcello Gemmato, e poi di fronte al Tar a cui i due si rivolgono per averli, si costituisce pure parte civile. E perché, signor ministro? La domanda è d’obbligo: che cosa deve nascondere il ministro Speranza sulla pandemia che ha ammazzato sessantamila cittadini italiani?
Coronavirus, decisione estrema di Angela Merkel: "Lockdown totale"
La terza ondata è una drammatica realtà in Germania, mai così colpita dal coronavirus da che fu pandemia. Lo confermano le cifre, che ieri - sabato 12 dicembre - hanno registrato 29mila contagi e 483 decessi. Lo confermavano le parole accorate di Angela Merkel, quasi in lacrime al Bundestag, quando chiedeva ai suoi connazionali di fare attenzione e di non uscire di casa. E così, in un contesto impensabile solo fino a pochi giorni fa, oggi la Germania ha annunciato un lockdown totale sull'intero territorio federale, a partire da mercoledì prossimo. Una decisione estrema, quella della Merkel, che considera ulteriori misure restrittive assolutamente necessarie per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. E così dal 16 dicembre chiuderanno tutti i negozi, tranne gli alimentari, mentre ristoranti, caffè, palestre, saloni di bellezza e luoghi di svago come cinema e teatri sono già chiusi dal 2 novembre. Ancora al vaglio l'ipotesi di vietare di uscire di casa, eccezion fatta per le esigenze fondamentali, ma probabilmente il divieto verrà inserito nei Laender più colpiti, in primis Baviera e Sassonia. Ad ora, la previsione è di estendere il lockdown totale fino al 10 gennaio. La decisione è stata ufficialmente presa in una videoconferenza tra Merkel e governatori. Dietro la decisione, anche l'impossibilità di non usare molte delle terapie intensive presenti nel Paese per il basso e insufficiente numero di medici, infermieri e personale medico. Un caso, quello della Germania, che spaventa l'Italia e l'Europa intera.
Nino Benvenuti: «La mia vita, un film con l’Istria e Trieste sempre nel cuore»
Il grande campione di boxe alla vigilia del suo compleanno «La famiglia in cui sono nato il segreto del mio successo»
di Guido Barella – 19/04/2018
Nino Benvenuti, fra pochi giorni, il 26 aprile, saranno 80 anni. Ottant’anni di una storia iniziata in Istria, nella sua Isola…
Una cittadina adorabile, magnifica. Ce ne siamo andati, esuli, che ero alle medie, eppure i ricordi sono rimasti intatti. I miei erano commercianti di pesce ma anche agricoltori, avevamo quattro campi e facevamo dell’ottimo vino: io sono cresciuto con i prodotti della terra, da noi coltivati. Papà aveva costruito una casa all’ingresso del paese mentre la casa dei nonni, quattro piani proprio vicino al duomo, era in via Contesini 13, e lì eravamo nati noi. Mamma poi aveva fatto le scuole “alte”, il liceo classico Combi a Capodistria e a Capodistria andavo a scuola anch’io, in bicicletta o in corriera. Non posso certo lamentarmi intanto di dove sono nato e poi da chi sono nato e come sono cresciuto. Aggiungerei che era davvero sportiva, Isola: c’era la Pullino remiera del 4con campione olimpico ad Amsterdam, l’Ampelea di calcio in cui giocava Grezar. Una bella fortuna nascere in un posto così! Negli anni ci sono spesso tornato: sa, quando si ha un cimitero…
Stato-mafia, Mannino assolto. Altro colpo al teorema dei pm
La Cassazione smonta 30 anni di accuse. L'ex ministro: "Ossessione persecutoria che ha falsato la storia d'Italia"
Un caso di mitomania giudiziaria, una caccia alle streghe tanto spietata quanto priva di agganci nella realtà.
Sul teorema della trattativa Stato-Mafia ieri si abbatte una nuova trave: ed è una trave in grado di far cadere l'intero castello, perché sulla collusione con Cosa Nostra dell'ex ministro Calogero Mannino la Procura di Palermo aveva poggiato per buona parte la sua ricostruzione del patto scellerato che le istituzioni avrebbero stretto con la mafia all'inizio degli anni Novanta. Mannino era stato assolto con formula piena in primo grado, la Procura generale di Palermo non si era arresa e aveva presentato ricorso in appello e poi in Cassazione. E ieri arriva la l'assoluzione. Tre volte su tre: ogni volta che le accuse a Mannino sono state portate davanti a un giudice, si sono sgretolate. Davanti alla Suprema corte anche il rappresentante dell'accusa aveva chiesto l'assoluzione dell'ex ministro, sconfessando platealmente i colleghi palermitani.
Di fronte al crollo della invenzione su cui ha poi costruito la sua carriera politica, l'ex pm Antonio Ingroia ieri dà la colpa al rito abbreviato scelto da Mannino, «i giudici non hanno avuto la possibilità di sentire direttamente le fonti di prova e farsi un'idea». Ma sa che su di lui pesa, definitiva come l'assoluzione dell'ex ministro dc, la responsabilità di quella che ieri Calogero Mannino definisce una «ossessione persecutoria», una «condotta della pubblica accusa scandita da finzioni», «una teoria di processi imbastiti fin dal 1991 lungo la linea dell'assurdo». Accusandomi di essere sceso a patti con i Corleonesi, dice Mannino, «si è tentato di consolidare una narrazione che falsa tutta la storia politica della Sicilia e dell'Italia per due decenni».
Paolo Rossi, banditi saccheggiano e vandalizzano casa durante i funerali. La moglie: "Non bastava la sua morte?"
Ultimo saluto a Paolo Rossi ieri, sabato 12 dicembre, nel Duomo di Vicenza con 300 persone. «Caro Paolo, da oggi sarai nella Coverciano del cielo per giocare con la Nazionale di lassù», ha detto nell'omelia don Pierangelo Ruaro, delegato dal vescovo. Commovente il ricordo di Antonio Cabrini: «Già mi manchi, le tue parole di conforto, le tue battute e i tuoi stupidi scherzi, il tuo sorriso. Oggi voglio ringraziarti perché se sono quello che sono lo devo anche al meraviglioso amico che sei stato». Al termine dei funerali, con il feretro portato in spalla dai compagni di un tempo tanti applausi e il coro "Pablito Pablito". E però proprio ieri la sua casa di Bucine, nella campagna toscana, è stata svaligiata. Lo ha scoperto la moglie Federica al rientro. Tra gli oggetti mancanti, l'orologio di Rossi, un Rolex a cui era molto legato. Uno sfregio, una bassezza ancor più grave: approfittando dell'assenza della famiglia, i banditi hanno potuto agire indisturbati e mettere a segno il loro colpo.
Stando a quanto trapelato sembra che i malviventi abbiano rubato anche gioielli, come detto in particolari degli orologi e non avrebbero toccato dei cimeli sportivi, che si può immaginare siano numerosi on considerazione la strepitosa carriera di Paolo Rossi, che nel 1982 vinse il Mondiale, è stato capocannoniere di quella edizione e conquistò anche in quello stesso anno il Pallone d'Oro. E a verbale vanno messi anche i premi ottenuti singolarmente e quelli che ha vinto con la Juventus, con cui vinse anche la Coppa dei Campioni.
Il post sul Natale di Misiani è una beffa. Così il panettone va di traverso al dem
Una sfilza di panettoni fragranti appena sfornati, e un maestro pasticcere che si appresta a infornarne altri in vista delle feste. Con questa foto pubblicata su Instagram il sottosegretario all’economia Antonio Misiani prova a fare il piacione con i pasticceri. "Il Natale si avvicina!", scrive l'esponente del Partito democratico mentre nel governo di Giuseppe Conte la linea dura sulle restrizioni per il Natale sembra avere la meglio, e lo stesso premier potrebbe venire meno alla promessa di rivedere il divieto di spostamenti tra comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio.
Così il post gastronomico di Misiani ha il sapore della beffa. A che servono tanti panettoni se il governo fa di tutto per dividere le famiglie il giorno di Natale?
L’immunologa Viola: “Perché in Italia si muore tanto di Covid? Colpa dei tagli alla sanità”
Perché in Italia si muore tanto di covid? La risposta è amara. Ne parla l‘immunologa dell’Università di Padova, Antonella Viola, su Facebook. “C’è una medicina del territorio che è stata distrutta dai tagli alla sanità“.
Covid, Viola: “In Italia si muore tanto…”
“Prima di tutto – osserva – è possibile che il nostro tasso di letalità soffra di una carenza di accuratezza nell’identificazione dei positivi. Nel senso che ci sono più positivi di quelli che riusciamo a intercettare. Questo è già accaduto durante la prima ondata, come è dimostrato dall’analisi sierologica effettuata in estate”. Questo fatto – spiega Viola – da solo farebbe saltare tutti i calcoli.
“Colpa dei tagli alla sanità pubblica”
“C’è poi un problema, rispetto alla Germania, di organizzazione ed efficienza della medicina del territorio. Abbiamo meno medici e meno infermieri, e una medicina del territorio che è stata distrutta dai tagli alla sanità. Questo significa che le persone più fragili, gli anziani, sono da noi meno seguite che in Germania. Del resto, se la Germania investe per la sanità dei suoi cittadini il doppio che l’Italia, è ovvio che gli effetti si vedano”.
Coronavirus, 19.903 casi e 649 morti. L’Iss: «I contagi sono ancora troppo alti»
Sono 19.903 i nuovi contagi da coronavirus in Italia resi noti oggi secondo i dati contenuti nel bollettino del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 649 morti, che portano il totale a 64.036 dall’inizio dell’emergenza legata alla pandemia. Inoltre 24728 sono i guariti. Infine 3.199 sono in terapia intensiva (-66 rispetto a ieri ) e 28.066 i ricoverati (-496). L’Iss: «L’incidenza dei contagi Covid è 193 per 100mila abitanti, troppo alta». L’Rt in Italia scende a 0,82 ma ancora diverse regioni a rischio alto. Da domenica Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata entrano in zona gialla. L’Abruzzo torna in zona arancione da domenica, per un giorno è in zona rossa.
Coronavirus, ecco i numeri regione per regione
Nel Lazio i nuovi casi di coronavirus oggi sono stati 1.194 secondo quanto riporta il bollettino relativo a 16mila tamponi. I morti sono stati 41. «A Roma 573 casi, stabili sotto quota 600» dice l’assessore regionale alla Sanità e alla Integrazione sociosanitaria Alessio D’Amato. In tutto sono 87.318 i positivi nella Regione, di cui 318 in terapia intensiva, mentre i guariti sono stati 2.028.
Lombardia
Sono 2.736 i nuovi contagi da coronavirus in Lombardia resi noti oggi secondo i dati contenuti nel bollettino del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 85 morti, che portano il totale a 23.666 dall’inizio dell’emergenza legata alla pandemia.
Italia prima in Europa per morti di Covid. "Ritardi ed errori", i media internazionali puntano il dito
Con i 649 morti di oggi che portano la conta delle vittime 64.036 l'Italia ha superato la Gran Bretagna per numero di decessi per Covid-19. Il nostro Paese diventa così primo in Europa nella poco invidiabile classifica. Nel mondo precedono l'Italia Paesi con una popolazione nettamente superiore come Stati Uniti (296.105 decessi), Brasile (180.437), India (142.628) e Messico (113.019), riporta AFP Agence France-Presse.
Dati che rappresentano uno "sconcertante bilancio" che "impone delle domande scomode", afferma il network americana Abc News, in un ampio servizio dedicato alla gestione della pandemia nel nostro Paese. "L’Italia potrebbe presto reclamare un record che nessuno vuole, il maggior numero di morti da coronavirus in Europa, dopo che il sistema sanitario ancora una volta non è riuscito a proteggere gli anziani e le autorità di governo hanno tardato nell’imporre nuove restrizioni", afferma l’emittente Usa, non tenendo conto che, secondo i dati internazionali, l'Italia ha già superato, di poche unità, il bilancio delle vittime della Gran Bretagna. "Non doveva accadere - prosegue il servizio - L’Italia è stata il primo Paese occidentale ad essere travolto dal Covid-19 e, dopo aver sofferto un’impennata di decessi in primavera, aveva portato l’infezione sotto controllo".
"L’Italia aveva quindi il vantaggio del tempo e dell’esperienza nella ripresa autunnale, perché era dietro a Spagna, Francia e Germania nella registrazione di nuovi focolai di infezione. Eppure, il virus si è diffuso in fretta e ampiamente, e l’Italia ha contato quasi 29mila morti dal 1 settembre".
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