Dallo scontro sul no alle messe alla bocciatura del ddl sull'omotransfobia: sempre più vescovi italiani guardano con interesse alla Lega. E Salvini vede i porporati: "Incontri riservati, cordiali e costruttivi"
"Da lombardo non riesco a descrive l'emozione nel vedere la delegazione dei rappresentanti delle istituzioni, dei medici, infermieri e volontari in udienza dal Santo Padre, è stato come se fossero lì i miei genitori e i miei figli a ricevere l'abbraccio del Papa". Lo ha detto Matteo Salvini dopo l’incontro tra il pontefice e i camici bianchi lombardi, che in questi mesi hanno combattuto il Covid in prima linea negli ospedali della regione più colpita dal virus.
Mentre la sinistra manifestava in Piazza Duomo a Milano, per chiedere il commissariamento della Regione Lombardia per la gestione dell’emergenza sanitaria, sabato la delegazione guidata dal governatore Attilio Fontana varcava i cancelli di Porta Sant’Anna per essere ricevuta in Vaticano. Con medici e infermieri c’erano anche i vescovi delle diocesi che più hanno sofferto: Bergamo, Brescia, Cremona, Crema, Lodi.
Sgarbi vs Toninelli, "Il suo cervello: clinicamente scomparso"
È l’incontrastato re delle gaffe. Lo strenuo difensore della causa persa sul Mes, che non è riuscito a far mandar giù ai collegi movimentisti. Il destinatario di parodie fatte i casa e sfottò social. Stiamo parlando di Danilo Toninelli, l’avvocato delle cause perse, il più gettonato dagli insulti di colleghi, avversari, utenti del web. L’ultima vittima del caustico Vittorio Sgarbi...
Sgarbi a Toninelli con una metafora sul virus: ed è sfottò su Twitter
L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, è quello firmato Vittorio Sgarbi, che nel ristretto spazio di un tweet, co pochi ma significativi caratteri, riesce a screditare sulla pubblica piazza di Twitter l’ex ministro palestrato. Il moralizzatore inascoltato, il banditore rinnegato. E ci va giù piatto, il critico d’arte, fustigatore dei costumi politici da cui dissente e ostinatamente refrattario ad accettare la grammatica parlamentare di stampo grillino.
Roberto Calderoli: «Mi sono preso gioco dei rossogialli. È stato facile, non sanno niente»
Se la ride, Roberto Calderoli. Il caos scoppiato nell’aula di Palazzo Madama continua ad alimentare polemiche. Ma soprattutto sfottò. Perché la coalizione che si tinge di rosso e giallo ha fatto l’ennesima figuraccia. Frutto soprattutto dell’incapacità persino di conoscere le regole. Sono inesperti. Ingenui. Inadeguati.
Roberto Calderoli: «Ecco come ho messo lo sgambetto a Pd e M5S»
«Seguo quel che succede in aula», dice l’ex ministro e vicepresidente del Senato in un’intervista al Corriere della Sera. «E siccome conosco il regolamento a memoria, lo utilizzo per mettere in difficoltà la maggioranza». Racconta i due sgambetti piazzati all’ammucchiata giallorossa. Sgambetti che hanno costretto la presidenza del Senato prima a ripetere un voto (sul decreto che fissa le amministrative al 20-21 settembre). E poi ad annullare quello di fiducia.
Palamara: «Farò i nomi di chi era parte del sistema. Mi cercavano in tanti, ora sono tutti spariti»
Palamara, lei è stato buttato fuori dall'Anm e ora promette battaglia. Tuttavia lo fa in modo in modo generico. Ora punta il dito su altri magistrati, sostenendo che anche loro hanno preso parte alla degenerazione del sistema correntizio che affligge le toghe da anni. Alla fine, però, non fa mai i nomi: perché?
«La verità verrà fuori e delineerà gli esatti contorni di questa vicenda. I nomi dei colleghi li farò. E anzi, preciso che se oggi fossi stato ascoltato dal consiglio direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati li avrei già fatti. E comunque in parte li ho già indicati anche tra i componenti dei probiviri dell'Anm, personalità che hanno fatto parte del sistema delle correnti».
Le sue accuse, però, appaiono generiche.
«Non farò mai accuse indiscriminate: quello che dirò, lo dirò a breve attraverso una ricostruzione dei fatti estremamente precisa».
Esistono altri Palamara? La partita, per lei, è quindi solo all'inizio?
«Non ho agito da solo e non farò, come ho già detto più volte, da capro espiatorio. Questo deve essere estremamente chiaro».
Quanti sono i magistrati che riteneva suoi amici, a cui ha dispensato aiuti e favori, e che adesso nemmeno la salutano più e quasi fanno finta di non conoscerla?
«Non riesco a quantificare numericamente i colleghi con cui prima avevo un rapporto e dopo quello che è accaduto non mi hanno più cercato. Posso dire che nel corso della mia attività ho stretto relazioni con molti giudici e pm, ero diventato un riferimento e adesso in tanti sono scomparsi. Vorrei precisare una cosa».
Piacenza, strage nel silenzio. E nessuno parla di Zona rossa
Dati Istat: la provincia emiliana è terza per mortalità. Eppure le misure, prese o mancate, non sono un caso
Milano «Basso Lodigiano». Lungo l'autostrada del Sole, all'uscita di Guardamiglio, dopo 60 anni è stato piazzato questo nuovo cartello al posto del tradizionale «Piacenza Nord». L'hanno chiesto i sindaci del Lodigiano, e in effetti lo svincolo si trova sulla sponda lombarda, a un passo dal «confine» regionale. In futuro, l'uscita dovrebbe tornare a contemplare entrambi i nomi, in ogni caso questa disputa campanilistica la dice lunga: i due territori sono attaccati, e molto integrati. Da Piacenza a Codogno sono 20 minuti di strada. E 15 minuti la separano da Fombia, il Comune più meridionale fra i dieci che il 21 febbraio sono diventati Zona rossa.
La provincia di Piacenza, non è mai stata dichiarata Zona rossa, eppure non è stata meno martoriata di quella di Lodi. La questione è stata sollevata da qualcuno, ma non è diventata un caso nazionale. I piacentini contagiati sono stati 4.535, con 963 decessi. L'Emilia-Romagna (con meno della metà degli abitanti della Lombardia) dall'inizio dell'epidemia ha registrato 28.170 positivi e 4.224 morti. Molti in Emilia. La «narrazione» mediatica, però, vuole che il governatore Stefano Bonaccini (Pd) abbia fatto grandi cose, mentre il collega lombardo Attilio Fontana sarebbe stato - lui - l'artefice di una sorta di disastro. Di Emilia Romagna, comunque, si parla poco o niente.
L'Europa sbugiarda il Conte millantatore
Il premier sbandiera un'Italia unita politicamente e pronta a ripartire. Ma non ci casca nessuno
Tutto rinviato a metà luglio. La partita di andata sul «recovery plan» da 750 miliardi, che dovrebbe ridare un futuro all'Europa e all'Italia in ginocchio per il virus, finisce in pratica con un faticoso zero a zero. I capi di governo della Ue si rivedranno tra un mese, questa volta faccia a faccia, non in videoconferenza. Cosa si sono detti ieri? Sono aperti i negoziati. Sediamoci a un tavolo e vediamo se si trova un modo per dare corpo a questo piano. Tutti a parole dicono che è necessario. Quello che bisogna definire è il resto: quando, quanto, come e a quali condizioni. Qui cominciano i problemi. La squadra delle «formiche» non si fida. Dice che quei soldi devono essere in gran parte un prestito e vanno restituiti. Ogni Paese li prende e li mette sul bilancio dell'Unione Europea, ma nessuno deve fare il furbo. Non vanno spesi a casaccio, ma destinati a investimenti e opere strutturali. Nessuno pensi di usarli per clientele e assistenzialismo.
Le «cicale» chiedono che buona parte di quei soldi siano invece a fondo perduto. Dovete fidarvi di noi. Non vogliono, poi, che l'Europa con la scusa del piano venga a mettere becco sulla gestione finanziaria dei singoli Stati. Non finiremo come la Grecia, commissariata. L'Italia è considerato, dalle «formiche», il Paese simbolo delle «cicale».
Pure l'Inps smentisce Tridico. Lasciati al verde in 134mila
Sono i lavoratori ancora senza il primo assegno, ma in 500mila aspettano la Cig. Il virus è costato 15 miliardi
Sfiorano il mezzo milione le persone in attesa di ricevere dall'Inps la cassa integrazione prevista per far fronte all'emergenza Covid. A darne conto è lo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che, in un comunicato, fa i conti con i costi dell'emergenza sanitaria sul fronte lavorativo. Si tratta di dati decisamente meno ottimistici rispetto alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dallo stesso presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che aveva promesso di pagare entro il 12 giugno tutte le richieste di cassa integrazione giacenti, per poi assicurare il 14 giugno che «tutte le domande regolarmente ricevute sono state pagate».
Senza considerare poi che i numeri effettivi potrebbero essere ben superiori a quelli rilasciati dall'Istituto per almeno due motivi. Nel comunicato non si parla delle domande in lavorazione ma solo dei modelli Sr41 «ricevuti non annullati». Quest'ultimo documento rappresenta di fatto l'ultimo miglio e presuppone l'aver già ottenuto l'autorizzazione alla Cig: tuttavia il modulo Sr41 necessario a comunicare l'Iban e le ore di cassa del lavoratore all'Inps deve essere inviato dall'azienda, dal consulente del lavoro o dal commercialista, che potrebbero tuttavia non averlo ancora inviato.
Stefano Bonaccini segretario Pd, il piano degli ex renziani: obiettivo, far fuori Nicola Zingaretti
Di punto in bianco nel Partito democratico si è aperta la caccia a Nicola Zingaretti e alla sua segreteria: così, fuori stagione e fuori contesto, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha sparato le prime salve a una certa distanza da Roma ma sapendo di trovare nella Capitale altri possibili congiurati. Queste le sue parole: «Vedo molti limiti nella conduzione dell'attuale Pd e per questo mi piacerebbe più concreto, più coinvolto a promuovere le riforme che servirebbero al Paese. E questa cosa deve anche trovare una nuova leadership e lo dico avendo molta simpatia e lealtà nei confronti dell'attuale segretario». Tanta è la simpatia per Zingaretti, che Gori ha provato anche a disegnare un immaginifico identikit del nuovo segretario: «Io sto bene a Bergamo, ma la nuova leadership può arrivare dagli amministratori locali».
E qui la pista conduce dritta al presidente emiliano Stefano Bonaccini che da settimane scalpita per ritagliarsi un ruolo nazionale (due giorni fa è planato a Roma), forte com'è della enorme visibilità pubblica derivatagli dalla riconferma a scapito dei leghisti e dalla pandemia di coronavirus. A di là dalla discutibile tempestività dell'intervento di Gori, a nessuno è sfuggita l'involontaria gaffe del sindaco bergamasco: assieme al segretario del Pd non si è accorto d'aver preso di mira il bisgovernatore della Regione Lazio, già presidente della Provincia romana. Il che gli è stato subito fatto notare, con una derisoria secchiata di ghiaccio, da uno dei maggiori azionisti del partito nonché ministro della Cultura, Dario Franceschini: «Ho letto questa interessante proposta di Gori che dice che al Pd serve un leader che sia un amministratore. Magari un presidente di Regione? Magari di una grande Regione? Magari che non venga nominato ma vinca le primarie con il 70%? Informo volentieri Gori che il segretario con queste caratteristiche l'abbiamo già e che il mandato di Zingaretti scadrà tra tre anni. Quindi porti pazienza e non apra inutili tensioni in un momento come questo».
Vittorio Feltri su Indro Montanelli: "I teppisti che lo attaccano tacciono sulla bimba di Maometto"
Non mi sorprende che la polemica su Indro Montanelli non finisca più sui giornali e in televisione. Semmai stupisce che sia iniziata ad opera di alcuni teppisti che hanno deturpato la statua dedicata al grande giornalista. Cui si rimproverano fatti avvenuti circa 75 anni orsono. Vogliamo almeno dire che per dare il via alle accuse rivolte allo scrittore principe i suoi nemici non sono stati molto tempestivi? Si sa da sempre, per sua stessa ammissione, che Montanelli, ufficiale spedito in Africa, ebbe laggiù un matrimonio con una ragazzina acquistata sul mercato delle spose, secondo i costumi locali, dalla quale ebbe addirittura un figlio, il che dimostra che lei, nonostante l'età, non era proprio una bambina, essendo già pronta a concepire e a partorire.
Intendiamoci, io, che nel Continente nero sono stato una volta per lavoro e non ebbi tempo per distrazioni sessuali, non mi sarei mai accoppiato con una fanciulla poiché ciò mi fa orrore. Ma non afferro per quale motivo vari cretinetti si siano accorti soltanto ora che Indro ebbe l'orrenda esperienza, benché egli ne avesse dato spontaneamente notizia allorché era in vita. Il fatto è che processare i morti non è una operazione apprezzabile, anche perché le salme non hanno facoltà di difendersi pertanto chiunque le può impunemente insultare. Mi pare che su questo punto non ci sia da discutere, i defunti vanno lasciati in pace, non sono in grado di reagire.
Giorgia Meloni da Gramellini: "Salvini? Non avrei mai fatto il governo con i 5 Stelle e il ballo al Papeete"
Giorgia Meloni è ospite di Massimo Gramellini nell’ultima puntata di Aspettando le Parole, la trasmissione in onda su Rai3. La leader di Fdi non si sottrae alla domanda su cosa non avrebbe fatto al posto di Matteo Salvini, suo principale alleato nel centrodestra: “Io non ho fatto, né avrei mai fatto, il governo con i 5 Stelle. Poi da incallita patriota non sarei riuscita a ballare l’inno d’Italia in spiaggia, in costume da bagno”.
In precedenza la Meloni aveva ribadito la sua posizione sugli Stati generali, convocati a Villa Pamphili da Giuseppe Conte e disertati in blocco dal centrodestra: “Noi ascoltiamo moltissimo, mi pare che siano loro che non vogliono ascoltare noi. Non abbiamo partecipato perché li consideravamo una passerella, ma ciò non toglie che siamo disponibili a discutere gli emendamenti che abbiamo presentato al decreto Rilancio, dopo che sono stati bocciati tutti quelli che avevamo presentato al Cura Italia e dopo che sono decaduti quelli che avevamo presentato sul decreto Liquidità”.
Insomma, la Meloni ha il dente avvelenato con il premier che dispensa inviti di facciata ma che concretamente non ha alcun interesse nel coinvolgere i partiti di opposizione: “Mi pare che Conte butti un po’ la palla avanti, mentre si discute di come spendere 55 miliardi, che il governo ha a disposizione grazie al nostro voto, vuole parlare di quello che facciamo dopo”.
Luca Palamara, Vittorio Sgarbi sull'espulsione Anm: "hanno infilzato il tonno, ma tutti i beneficiari delle sue trattative?"
Vittorio Sgarbi commenta gli ultimi sviluppi riguardanti Luca Palamara, che è diventato suo malgrado il primo ex presidente ad essere espulso dall’Anm. “Ma tutti i beneficiari delle sue ‘trattative’ e mediazioni (da Torino a Palermo) restano al loro posto”, è l’acuta osservazione del critico d’arte. Non a caso il pm romano ha avvertito il sindacato delle toghe che non ci sta a fare da capro espiatorio: “Mi assumo le responsabilità politiche per aver accettato regole del gioco sempre più disponibili - ha dichiarato Palamara - ma sia chiaro che non ho mai agito da solo, sarebbe troppo facile pensare questo”. Fatto sta che i componenti del ‘parlamentino’ hanno accolto la proposta avanzata dal collegio dei probiviri e hanno espulso Palamara per “inaudita gravità dei fatti” legati alla “violazione dei doveri imposti dal codice etico”. Secondo Sgarbi l’Anm non è però esente da colpe: “Hanno infilzato il tonno Palamara, ma tutti gli altri peschi che gli nuotavano attorno?”.
Reading, accoltellamento nel parco: morti e feriti. Nel pomeriggio la manifestazione di #BlackLivesMatter
Almeno tre persone sono morte e due sono rimaste ferite gravemente e sono ora in terapia intensiva in ospedale in seguito a un accoltellamento in un parco a Reading, in Inghilterra. Una fonte ha riferito al Daily Telegraph che tre persone sono state dichiarate morte sulla scena dell'attacco e due sono state trasferite al pronto soccorso del Royal Berkshire Hospital, dove sono in rianimazione. La polizia ha bloccato l'accesso Forbury Gardens e ha isolato alcune strade. Nel pomeriggio nello stesso parco si era svolta una manifestazione pacifica del movimento #BlackLivesMatter contro le discriminazioni razziali ma al momento non risultano legami tra l'evento e l'accoltellamento. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, si tratterebbe di terrorismo.
Matteo Salvini, minacce di morte: "A testa in giù, è quello che ti meriti". Il leghista lo denuncia: "Bravo..."
Matteo Salvini bersaglio ancora una volta di minacce. Succede sul suo profilo Twitter dove il leader della Lega è impegnato a denunciare il traffico di migranti per mano delle Ong. "Dopo la Ong tedesca, con un carico di oltre 200 immigrati clandestini, ecco in azione la nave dei centri sociali, che torna in mare e ne va subito a raccogliere 70 non lontano da Lampedusa. Avanti, c’è posto, tanto il governo non muove un dito", cinguetta scatenando l'odio di chi la pensa diversamente.
"Mettiamo Salvini a testa in giù, è quello che si merita" replica un certo Davide Solinas che, oltre allo spazio su Twitter, ha vinto una bella denuncia. Insulti, questi, che piombano dopo le minacce di morte di una settimana fa, quando alcuni utenti si divertivano a commentare: "Salvini, occhio a tirare la corda, che prima o poi lo trovi quello che ti spara in testa". Nulla di nuovo purtroppo.
Il centrodestra prenota Piazza del Popolo il 4 luglio per l'avviso di sfratto a Conte
«Il 4 luglio il centrodestra lavora a una manifestazione in piazza del Popolo a Roma, senza simboli di partito ma con un palco, immaginando di portare un numero di persone coerente con la necessità di distanziamento». È quanto si apprende da fonti Lega.
Da tempo si susseguono annunci sulla manifestazione, Salvini e Meloni aveva lanciato l'idea del 2 giugno, poi Fratelli d'Italia voleva organizzare un suo evento, adesso finalmente le forze politiche di centrodestra avrebbero trovato un accordo per manifestare tutti insieme contro il governo Conte: appuntamento sabato 4 luglio in una delle piazza simboliche della Capitale.
Sfumata nel frattempo l'ipotesi di organizzare la manifestazione al Circo Massimo: l’antico circo romano è destinato infatti, in quei giorni, a ospitare la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma.
Roma, caos ospedali: medici stangati dopo l'emergenza coronavirus. Altro che eroi
«Da eroi applauditi a operatori gestiti col cronometro». Medici ed infermieri in rivolta negli ospedali Pertini e Sant’Eugenio «contro la decisione aziendale della Asl Roma2 di decurtare dall'orario 10 minuti al giorno dopo 6 ore di servizio per la pausa non prevista dal contratto», denunciano tutti i sindacati ormai indirizzati verso la proclamazione dello sciopero. Come al policlinico Umberto I, dove invece «l’azienda insiste nel voler imporre il prolungamento dell’orario di lavoro per gli operatori impegnati nelle attività ambulatoriali», denunciano Cgil, Cisl e Uil che, dopo la rottura delle trattative in Prefettura martedì scorso, ora avvertono: «la Regione intervenga o andremo dritti verso lo sciopero di tutto il personale dell’Umberto I».
Anche nell’Asl Roma 2 Anaao Assomed, Cgil, Cisl e Uil, dopo il flash-mob di protesta organizzato mercoledì scorso davanti al Pertini e Sant’Eugenio, hanno proclamato «lo stato di agitazione permanente, preparandosi a ulteriori iniziative fino allo sciopero». Perché «la decisione è stata presa unilateralmente dai vertici aziendali e a nulla sono serviti gli incontri sindacali. Dieci minuti al giorno diventano 4 ore alla settimana e una settimana di lavoro l’anno non retribuita. Come se un chirurgo potesse interrompere l’operazione o il cardiologo smettere di trattare un infartuato allo scadere delle 6 ore di servizio: umiliati con norme che mortificano la professionalità», concludono i sindacati.
Daniela Santanché contro Sergio Sylvestre per la gaffe sull'Inno: "Inaccettabile che sbagli le parole"
Anche Daniela Santanchè ha voluto dire la sua sulla gaffe di Sergio Sylvestre. Lo ha fatto con un post su Twitter: "L’inno nazionale non è una canzone qualsiasi, incarna una Nazione, le sue tradizioni, le persone che per difenderla hanno dato la vita. Dire che è inaccettabile che Sergio Sylvestre (forse scelto perché nero, razzismo al contrario) ne sbagli le parole, non è razzismo, ma decenza", il post della senatrice di Fratelli d'Italia.
La Santanchè fa riferimento alla gaffe del cantante italo-americano durante l’Inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus, allo stadio Olimpico di Roma. Sylvestre, forse preso dall'emozione, ha dimenticato una parte del testo del testo, bloccandosi per qualche secondo.
Andrea Scanzi, Franco Bechis lo inchioda con un video: "Salvini e Renzi i cazzari del virus? Guardate cosa diceva lui a febbraio"
Andrea Scanzi, che tanto andava dicendo che il coronavirus non era nulla, ora punta il dito contro Matteo Salvini e Matteo Renzi. A raccontare l'ultima trovata della firma del Fatto Quotidiano, è Franco Bechis. "L'Italia è un paese meraviglioso - cinguetta il direttore del Tempo - Andrea Scanzi, che il 25 febbraio ha girato questo video pietra miliare della storia del Covid 19 oggi manda in stampa un libro dal titolo "I cazzari del virus". Ho pensato: un'autobiografia. Macché". La copertina infatti toglie ogni dubbio: qui spuntano i volti del leader della Lega e di Italia Viva.
Una pubblicazione che stride con il filmato pubblicato dallo stesso Bechis che ritrae uno Scanzi su tutte le furie: "Questa non è una malattia mortale porca di una putt***a ladra, ma perché la gente non esce di casa? Non succede una se**". Insomma, Scanzi si commenta da solo.
Luca Palamara, Raffaele Cantone a Perugia? Quel pesantissimo "veto" nella chat delle toghe
Raffaele Cantone nuovo procuratore di Perugia. Sarà lui, grazie ai 12 voti ottenuti in Csm, a dirigere la procura che dovrà indagare sul caso di Luca Palamara, da cui è scaturito il terremoto che ha investito Palazzo dei marescialli con le dimissioni di cinque consiglieri. E sono stati proprio 3 consiglieri e il primo presidente, Giuseppe Mammone, tutti appartenenti alla Unicost (la corrente di Palamara), ad astenersi. Dalle chat dell'ex membro del Csm - come riportato dal Giornale - si legge che il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione non doveva andare a Perugia. Lo stesso Nino Di Matteo, eletto da indipendente con A&I e finito nella polemica dopo la grave accusa nei confronti di Alfonso Bonafede (a suo dire reo di aver scartato la sua candidatura al Dap perché lontano dal volere dei boss, ndr), dice che Cantone "ha ricoperto un incarico prestigioso di natura politica, visto che la nomina di presidente dell'Anac muove da una delibera del Consiglio dei ministri" ed è inopportuno che "vada a dirigere proprio quella Procura competente sui magistrati in servizio a Roma e su ipotesi di reato che possono riguardare a vario titolo politici o ambienti di potere romano inevitabilmente vicini e connessi a quella stessa compagine politica che fu decisiva nella sua nomina". Il riferimento è chiaramente a Palamara.
Ma le critiche all'operato di Cantone non finiscono qui. Per chi si è battuto contro la sua ultima nomina il presidente dell'Anm non ha grande esperienza. Come ricorda il quotidiano di Sallusti, Cantone è stato pm a Napoli dal 1999 al 2007, prima di diventare capo di una struttura anticorruzione con 400 persone e oggi al Massimario in Cassazione. Non solo perché per Di Matteo c'è un' altra "colpa" di Cantone, ossia quella di "essere stato indicato anche come possibile premier". Insomma, sul magistrato sembrerebbe pesare un veto sospetto.
Luigi Di Maio in Svizzera, un caso diplomatico: auto blu, scorta e camionette, il video che imbarazza la Farnesina
La visita di Luigi Di Maio in Svizzera diventa un caso diplomatico. Il deputato della Lega dei ticinesi in Gran Consiglio Stefano Tonini ha pubblicato sulla propria pagina Facebook il video, realizzato dal suo ufficio, dell'arrivo del ministro degli Esteri a Mendrisio, oltreconfine: n codazzo di auto blu, scorta e camionette da far impallidire Donald Trump o Vladimir Putin. E tutto per la visita istituzionale all'omologo svizzero Ignazio Cassis.
"Taglieremo quelli che sono i privilegi delle auto blu. Non c’è più scampo, adesso cominciamo a ristabilire un po' di equità sociale in questo Paese", sfotte Tonini ricordando le promesse di Di Maio. Ovviamente, il video è diventato virale ed è stato ripreso da numerose testate elvetiche, diventando da nota di colore a caso politico: "Questione che fa un po' meno ridere: a quanto ammontano i costi dell'imponente dispositivo diplomatico e di sicurezza per l'accoglienza a Ligornetto di Giggino Di Maio? Chi li paga? Forse il solito sfigato contribuente?", domanda il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri. Dall'Italia, il Movimento 5 Stelle parla di "fake news": "Giusto per correttezza d'informazione, il ministro Di Maio si è tagliato la scorta. In Svizzera non è stato speso un'euro in più dei soldi degli italiani perché il dispositivo di sicurezza oltre ad essere stato deciso dalle autorità svizzere è stato interamente predisposto e organizzato da loro".
Eleonora De Majo, l'assessore di De Magistris che guida l'assalto degli anarchici alla polizia
Nel 2016, da poco eletta consigliere comunale a Napoli, Eleonora de Majo se n'era uscita con una massima: «Le città ribelli esistono se esistono i ribelli nelle città». «Non basta definirsi città ribelle per esserlo» aveva puntualizzato sempre sul blog del Partito dei Comitati d'Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (sic!). In un'intervista al Manifesto aveva ribadito la sua «ambizione di costruire un panorama europeo di città ribelli». Domanda: è sicura che de Magistris voglia fare questo? «Assolutamente sì». Un anno dopo il sindaco partenopeo ha dato alle stampe un libro dal titolo: "La città ribelle. Il caso Napoli". Non l'abbiamo letto e non sappiamo cosa intenda di preciso per città ribelle.
La de Majo, però, un po' ribelle lo è eccome: esponente del collettivo "Insurgencia", eletta nelle file di Democrazia e Autonomia (il movimento di de Magistris), lunedì sera ha sfilato per le vie della città assieme a centinaia di giovani che hanno lanciato cori e qualche bottiglia di vetro contro la polizia, "rea" di aver arrestato 24 ore prima in piazza Bellini tre ragazzi, Pietro, Diego, Fabiano, anche loro anarchici di "Insurgencia". Le accuse sono serie: minacce, lesioni e danneggiamento aggravato. Si sarebbero ribellati a un normale controllo dei documenti mentre la zona era colma di gente col bicchiere in mano, in molti casi senza mascherina e ammassati: le immagini, subito rimbalzate sui social, parlano chiaro. che c'entRa floyd? Il caos, alimentato da una pioggia di insulti rivolti ai tutori della legge, si è protratto per mezzora.
Dl Elezioni, disastro al Senato: niente numero legale, il voto di fiducia da ripetere. "Governo, è game over"
Niente numero legale, il Dl Elezioni si rivoterà venerdì mattina. Disastro in aula al Senato: nella votazione di giovedì a Palazzo Madama sulla fiducia posta dal governo al Decreto elezioni, come emerso dopo alcune verifiche invocate, tra l'altro, dal leghista Roberto Calderoli, mancava il numero legale e per questo si ripeterà il voto venerdì mattina a partire dalle 9.30.
"Colpo di scena! - esulta la vicepresidente di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli -, Dal riconteggio della votazione sul decreto Elezioni è emerso che il governo non ha ottenuto la fiducia, il numero legale non c'era, la votazione per tanto è nulla e di fatto il provvedimento non è stato approvato". "Il decreto già era al limite della costituzionalità e come sempre si è provato ad approvarlo senza tener conto delle opposizioni, ma quello che emerso con chiarezza è stato quanto la maggioranza ci tenesse effettivamente, considerandolo importante al punto di non riuscire a garantire le presenze necessarie a convertirlo - sottolinea la Ronzulli -. Renzi e Boschi già si crogiolavano di essere stati determinanti e invece hanno fatto male i conti anche loro: con stasera è chiaro che il governo non è autosufficiente. Per l'esecutivo è game over", conclude.
ILCORTO.EU
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YouTube rimuove i “non mi piace”. Ecco come favorisce il politicamente corretto
L’amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, ha annunciato mercoledì scorso che la piattaforma di condivisione video più famosa al mondo rimu... -
Le terapie anti-Covid non esistono, giusto? Sbagliato. L’Aifa sbugiarda i virologi star
La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll... -
Pfizer, "abbiamo sbagliato vaccino". Campagna contro il Covid, studio sconcertante: tutto ribaltato, chi rischia
Sono 82.278.770 le dosi di vaccino somministrate in Italia, l'87,8% del totale di quelle consegnate, pari finora a 93.749.420 (nel dettaglio 66.025.41... -
Dodici milioni di animali uccisi per i test scientifici: Parlamento Ue chiede fine della “mattanza”
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al... -
Instagram è dannoso per la salute mentale delle ragazze. Zuckerberg lo sa e non fa nulla
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto... -
Carne bovina, due casi di mucca pazza. "Stop alle vendite", torna il terrore: ecco cosa evitare
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al... -
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veram... -
Così muore in pochi secondi il Covid: l'immunologo Clerici ha scoperto l'arma letale che uccide il virus
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire... -
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
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Spiaggia Dune di Sabaudia La Spiaggia Dune di Sabaudia è situata nel comune di Sabaudia e fa parte del Parco Nazionale del Circeo, istituito nel 1934.... -
Le 10 spiagge più belle della Liguria | Skyscanner Italia
Calette cristalline, spiagge attrezzate e baie tutte da fotografare: sono le spiagge della Liguria, per un viaggio tra borghi marinari, aree marine pr... -
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