Nel giorno in cui l'Istat calcola che, a causa della pandemia, gli italiani hanno un'aspettativa più bassa a causa del Covid, con spettacolare tempismo l'Ocse chiede all'Italia di pensionare Quota 100 e Opzione donna nel 2021 e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita. Già, questo però significa che, se questa si abbassasse, si dovrebbe uscire prima dal lavoro. E invece cosi non è, perché la legge che lega età media attesa ai requisiti per la pensione, in realtà è a senso unico: gli adeguamenti sono solo al rialzo e mai al ribasso.
Insomma per chi attende il meritato riposo dopo anni di carriera non c'è pace. E la volontà dei grandi organismi internazionali pare andare nella direzione di lasciare le persone il più possibile nel circuito lavorativo per gravare il meno possibile sulle finanze pubbliche. Se questa è però la visione economica la politica deve mediare e trovare soluzioni equilibrate.
Non solo vaccino: gli anticorpi monoclonali per contrastare l’epidemia
Per superare la minaccia globale rappresentata dal COVID-19, purtroppo non sarà sufficiente disporre di un solo vaccino. Come per altre malattie, abbiamo bisogno di più opzioni per affrontare questa sfida e, inoltre, nemmeno un’adeguata copertura vaccinale sarà in grado di contrastare completamente la malattia.
Per questa ragione, ci stiamo impegnando per lavorare sulla messa a punto di terapie valide per contrastare l'infezione da SARS-CoV2 o altre infezioni, mobilitando rapidamente gli sforzi di ricerca per far avanzare lo sviluppo di una nuova combinazione di anticorpi a lunga durata d'azione neutralizzante il coronavirus (LAAB) per la potenziale prevenzione e trattamento di COVID-19.
Covid, non solo vaccini. Da ottobre 5 terapie anti Coronavirus. Ok Ue. I nomi dei farmaci
Quattro mix di anticorpi monoclonali e un immunosoppressore che si stanno dimostrando efficaci nel combattere la malattia
Presto, oltre ai vaccini, ci potrebbero essere cinque terapie utili per combattere il nuovo Coronavurus nel vecchio continente. L'Unione Europea ha infatti annunciato che a ottobre potrebbero essere disponibili 5 nuove terapie che sono al vaglio dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco. Potrebbero dunque essere un aiuto supplementare che si aggiunge alla massiccia campagna vaccinale in atto in diversi Paesi europei.
Feltri scatenato: “Speranza da asilo, Letta incapace, ddl Zan ridicolo. E CasaPound ha diritto di esistere”
“Non capisco per quale motivo CasaPound non avrebbe diritto di cittadinanza mentre ai centri sociali è consentito occupare senza pagare l’affitto in eterno. Quando in un Paese si fanno delle lotte alle idee significa che qualcosa non funziona. Nel caso di CasaPound danno fastidio le idee, chi ne ha una diversa passa subito per un delinquente”. A parlare è Vittorio Feltri, che, rispondendo alle domande del vicedirettore del Primato nazionale Eugenio Palazzini in un’intervista video mandata in onda nella giornata clou di Direzione Rivoluzione, la festa nazionale di CasaPound Italia in corso a Grosseto, difende il movimento fondato da Gianluca Iannone e si dice contrario allo sgombero del palazzo di via Napoleone III a Roma su cui Virginia Raggi continua a fare campagna elettorale.
"Ma come fai?" Salvini sbotta con Speranza e lo spauracchio del lockdown
Il ministro della Salute Roberto Speranza, caso più unico che raro in Europa, torna ad agitare lo spettro del lockdown. Se tutti non si vaccineranno e il virus resterà tra di noi "a un certo punto bisognerà usare le misure del passato”, ovvero chiusure, zone rosse, coprifuoco e le varie restrizioni che gli italiani ben conoscono.
Un'uscita che non piace al leader della Lega Matteo Salvini. "Quella di Speranza mi sembra una preoccupazione eccessiva, solo lui ne parla", dichiara il leghista. Insomma, "come fai a parlare di lockdown il 5 settembre? Tornare ad allarmare, a preoccupare significa non fare un buon servizio al Paese".
Il fatto è, afferma Salvini, che "ci sono 40 milioni di italiani che si sono vaccinati, siamo tra i paesi più vaccinati d’Europa". "Non penso che si arriverà a nessun obbligo perché la gente sta rispondendo volontariamente", conclude Salvini tornando sul tema del vaccino anti-Covid obbligatorio che il premier Mario Draghi ha introdotto ufficialmente nel dibattito pubblico asserendo che è un'ipotesi concreta.
Fedez "sfrutta il figlio per sbeffeggiare il Vaticano": cosa scappa di bocca in un video, è polemica
Quando si è un personaggio così esposto dal punto di vista mediatico, e ultimamente anche politico, ogni cosa rischia di diventare oggetto di polemica. Lo sta imparando in fretta Fedez, che probabilmente non si aspettava di urtare la sensibilità di diverse persone con una storia condivisa su Instagram apparentemente innocua e dal chiaro intento ironico.
Nelle immagini pubblicate sui social si vede il famoso rapper, nonché marito di Chiara Ferragni, passare del tempo sul divano insieme ai figli Leone e Vittoria. In televisione va in onda la santa messa officiata da Papa Francesco: un evento che ovviamente annoia il figlio Leone, che esprime la sua volontà di guardare altro con un “questo non lo vogliamo”. Fedez ha reagito in maniera divertita, lasciandosi scappare una risata che però è diventata presto oggetto di polemica.
Jan Hecker, il nuovo ambasciatore tedesco in Cina morto a 54 anni. Bocche cucite sul decesso, Angela Merkel "sotto choc"
È morto in circostanze non ancora chiarite il nuovo ambasciatore tedesco in Cina. Il ministero degli Esteri tedesco ha spiegato in una breve dichiarazione che Jan Hecker, ex consigliere per la politica estera della cancelliera Angela Merkel, è deceduto solo pochi giorni dopo aver assunto il suo nuovo incarico. "È con profonda tristezza e sgomento che abbiamo appreso della morte dell'ambasciatore tedesco in Cina - si legge nella nota -. I nostri pensieri in questi momenti sono con la sua famiglia e le persone a lui vicine".
Il ministero degli Esteri tedesco non ha fornito ulteriori dettagli sul suo decesso. Al momento si sa soltanto che verrà sostituito dal suo vice, Frank Rueckert. Sconvolta la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha espresso il suo sgomento per l'improvvisa morte del suo ex consigliere.
"Sono profondamente scioccata dalla morte di Jan Hecker", ha detto in una dichiarazione diffusa a Berlino. "Piango la perdita di uno stimato consigliere di molti anni, di profonda umanità ed eccezionale competenza. Penso alla nostra collaborazione con gratitudine e sono contenta di essere stata legatata a lui così strettamente nel corso degli anni", ha aggiunto la cancelliera. "Le mie più profonde condoglianze vanno alla moglie, ai figli e agli altri parenti nel loro incommensurabile dolore". Hecker era spostato e aveva tre figli.
L’equiparazione Foibe-Shoah l’ha inventata Montanari. Lo svela un articolo della “Stampa”
Non saremo mai troppo grati allo storico Giovanni De Luna per averci condotto laddove tutto è cominciato: la presunta e pretesa equiparazione tra Shoah e foibe nella quale Tomaso Montanari ha voluto scorgere il «tentativo neofascista di falsificare la storia». Chi, come, quando? Tre domande cui il futuro rettore dell’Università per Stranieri di Siena difficilmente potrà dare risposta. Per il semplice fatto che il «tentativo» non esiste. Se l’è inventato lui per ritagliarsi il consueto quarto d’ora di remunerativo “martirio”, com’è tipico dei rivoluzionari dal culo ubiquitario, seduto cioè su più poltrone. Nel campo, Montanari è un’autorità indiscussa. Fortuna per noi che è arrivato l’articolo di De Luna sulla Stampa a svelarci l’arcano.
Incubo monopattini. Commercianti in rivolta nel centro di Roma
Non bastavano le auto private e altri mezzi non autorizzati a parcheggiare nelle aree destinate in centro al carico scarico merci e ai disabili. Con la «moda» della mobilità alternativa monopattini, biciclette e motorini elettrici hanno letteralmente invaso il cuore della Capitale e non bastano certo i parcheggi loro dedicati in strade come via Margutta, via dell'Oca, viale Gabriele D'Annunzio: stalli spesso ignorati o decisamente troppo pochi come numero per evitare il far west al quale ormai da tempo si assiste. Il grido d'allarme arriva soprattutto dai commercianti, dagli albergatori, da chi in centro ha la sua attività produttiva e combatte ogni giorno con l'indisciplinata mobilità alternativa e non solo. È Roberto Wirth, proprietario e general manager dell'Hotel Hassler di Roma nonché presidente dell'associazione di Via Sistina, a far sentire la sua voce. «Contemporaneamente al Covid hanno preso piede soluzioni di mobilità alternativa come i monopattini che stanno creando numerosi problemi, rendendo ancora più caotica la viabilità». In particolare, fa notare Wirth, su via Sistina, via Gregoriana, piazza Trinità dei Monti, il loro parcheggio di stazionamento ha invaso gli spazi dedicati al carico scarico merci e al parcheggio disabili, costringendo i camion a fermarsi in mezzo alla carreggiata e creando confusione e disagi.
Allarme rosso per Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro. "Pubblicità occulta in Mille", l'Antitrust vuole vederci chiaro
Il verso sulle labbra rosso Coca-Cola è diventato un tormentone dell'estate grazie alla canzone Mille nata dalla collaborazione tra Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro. Senza scomodare Vasco Rossi e le sue Bollicine, non è la prima volta che la bibita americana diventa protagonista di un brano musicale. Ma negli ultimi anni l'inserimento di brand commerciali nelle opere artistiche è stato regolamentato nel dettaglio e proprio in virtù della normativa sul product placement i tre cantanti sono finiti nel mirino dell'Antitrust.
Non per la canzone in sé, ma per il videoclip che l'accompagna. Tutto nasce dalla segnalazione del Codacons, arci-nemico di fedez con cui l'associazione di consumatori ha duellato a più riprese, spesso in modo feroce. "L’Antitrust ha aperto una pratica (n. DS2926) avviando le dovute attività istruttorie sul videoclip della canzone ’Mille', denunciato per pubblicità occulta alla Coca-Cola", afferma il Codacons in una nota che ribadisce, come già detto in passato, che "al centro della vicenda non c’è il testo del brano musicale che, pur rimandando più volte alla nota bevanda, rientra nella libertà di espressione artistica e non è mai stato contestato ma il videoclip della canzone che non avrebbe rispettato le disposizioni dell’Antitrust".
Il virologo Bossche: col vaccino anti covid distruggiamo il sistema immunitario delle persone
Il timore dello scienziato che ha lavorato con Bill Gates: se i vaccini non fermano il contagio rischiano di indebolire ancora di più l'umanità. In una lettera aperta all'OMS e in una video intervista di follow-up, il dottor Geert Vanden Bossche, afferma che vaccinando tutti con un vaccino che non impedisce la trasmissione, stiamo distruggendo il sistema immunitario delle persone e preparando il terreno per un disastro sanitario globale.
Geert Vanden Bossche, DMV, Ph.D., non ha nulla contro i vaccini. In effetti, il virologo indipendente ha precedentemente lavorato per Gavi, The Vaccine Alliance e Bill & Melinda Gates Foundation . Bossche dice che i vaccini COVID approvati finora sono stati sviluppati da persone "semplicemente brillanti" e non ha critiche nei loro confronti. Ma, come dice al dottor Phillip McMillan in un'intervista, "per favore usa il vaccino giusto nel posto giusto. E non usarlo nel calore di una pandemia su milioni di milioni di persone ".
Bossche afferma che una campagna di vaccinazione di massa nel mezzo di una pandemia, con vaccini che non prevengono la trasmissione , è disastrosa a livello individuale e globale: “Pagheremo un prezzo enorme per questo. E mi sto emozionando perché penso ai miei figli, alla generazione più giovane. Voglio dire, è semplicemente impossibile quello che stiamo facendo. Non capiamo la pandemia. In una lettera aperta all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Bossche ha scritto che "stiamo attualmente trasformando i vaccinati in portatori asintomatici che perdono varianti infettive".
Ungheria-Inghilterra, solita sceneggiata: gli inglesi si inginocchiano e scattano i cori razzisti
Cori razzisti e polemiche hanno contraddistinto la partita di qualificazione per i mondiali del Qatar tra Ungheria e Inghilterra, finita 0 a 4. Come ampiamente previsto, infatti, la consueta genuflessione pro Black Lives Matter dei britannici è stata accompagnata da fischi, buu e perfino ululati da parte dei tifosi ungheresi. Così, nelle cronache del giorno dopo, tutto lo spazio extracalcistico ha finito per essere dedicato a quelle che Il Messaggero ha definito «figure oscene» di uno «spettacolo francamente terrificante».
Biden scappa dai Talebani che sottomettono le donne ma fa la guerra alla legge anti aborto del Texas
In fuga dai Talebani che perseguitano e sottomettono le donne, in guerra dalla parte delle donne pro aborto contro una legge che nel Texas prova a limitare il fenomeno dell’interruzione di gravidanza facile. Il presidente Joe Biden, deludente neo presidente degli Usa, si è scagliato contro la nuova legge anti aborto varata in Texas, che impedisce l’interruzione di gravidanza dopo appena sei settimane con un furore quasi ideologico, da Talebano, La legge, definita “estrema”, viola “palesemente” i diritti delle donne e “danneggia in maniera significativa” l’accesso delle donne alle cure mediche.
Biden contro la legge anti aborto del Texas
La legge, che non è stata bloccata dalla Corte Suprema, impedisce l’aborto dopo che viene rilevato quello che gli attivisti antiabortisti definisco il battito cardiaco del feto. Una fase della gravidanza nella quale molte donne non sono ancora consapevoli di essere incinta.
Il prof contro il green pass: “Rifiuto il vaccino, non faccio la cavia e non voglio pagare i tamponi”
Rifiuta il vaccino, è contrario al green pass e non vuole nemmeno pagare i tamponi: è il «prof» Valentino Di Carlo, 41 anni, insegnante precario a Lecco che in un’intervista rilasciata a Repubblica dichiara di la sua contrarietà alla misura del passaporto vaccinale: introdotto — sulla carta — per motivi sanitari, di sanitario ha però ben poco.
Il prof contro il green pass: “Non voglio fare la cavia”
Di Carlo non può certo definirsi un analfabeta funzionale: tre lauree — in Scienze Politiche, Scienze Filosofiche e Lettere Moderne — afferma di non essere contro i vaccini. «Il punto non è vaccino no o vaccino sì, io sono a favore dei vaccini: quello che rasenta l’incostituzionalità è il fatto che si obblighi il lavoratore ad accedere al luogo di lavoro soltanto con il Green Pass». I
Covid, 6.761 infezioni e 62 morti. Nuovi studi: la depressione aumenta i rischi di contagio e morte
Mentre il bollettino di contagi e decessi segnala l’inesorabile andamento pandemico, recenti studi allargati sul tema si concentrano sul legame tra Covid e depressione. E due ricerche, pubblicate su Jama Psychiatry e Lancet Psychiatry, attestano: le patologie psichiatriche aumentano i rischi di contagio e morte. Nel frattempo, il virus non molla la presa. E i numeri del bollettino odierno del ministero della Salute lo confermano. Sono 6.761 i contagi da coronavirus in Italia oggi. Da ieri, inoltre, i dati registrano altri 62 morti. Che portano a 129.352 il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 293.067 tamponi. Riscontri che attestano il tasso di positività al 2,3%. Infine, sono in totale 4.205 i ricoverati con sintomi Covid (-26 rispetto a ieri). Mentre la voce dei ricoveri in terapia intensiva alza la stima a 555 ricoverati (+15 rispetto a 24 ore fa)...
Covid, 2 nuovi studi sull’incidenza dei contagi per chi soffre di depressione e disturbi mentali
Dunque, mentre il premier Draghi annuncia l’obbligo vaccinale, due nuovi studi pubblicati su Jama Psychiatry e su Lancet Psychiatry indagano sull’incidenza dei contagi, anche con esiti letali, sulle persone che soffrono di depressione e disturbi mentali. Che, in base alle ultime ricerche citate, hanno maggior rischio di contrarre il Covid-19 nelle forse più gravi. Tali da richiedere ospedalizzazione. Ricovero in terapia intensiva. Ed esponendo questi pazienti a una più elevata mortalità. O, comunque, a esiti neurologici pesanti a lungo termine. Anche alla luce di queste evidenze, allora, la Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) lancia un appello agli esperti che si riuniranno, il 5 e 6 settembre a Roma, al G20 Salute, in occasione della sessione dedicata alla salute mentale, per chiedere un «percorso dedicato e prioritario alla somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid ai pazienti con depressione».
“Un fracco di legnate”: così lo scrittore compagno vuole zittire chi non la pensa come lui (Borgonovo?)
“Un fracco di legnate” a un “giornalista di destra” che sembra proprio Francesco Borgonovo. E’ quello che invoca Edoardo Albinati, già premio Strega 2016 e scrittore compagno in voga nei salotti buoni dei radical chic, nel suo ultimo libriccino. Perché le legnate e perché proprio a Borgonovo (o a chi gli somiglia tantissimo)? Ma perché il vicedirettore de La Verità osa contestare il ddl Zan, per di più andando in tv. A sfogliare la sua ultima vacua fatica, Velo pietoso, si scopre che Albinati descrive alla perfezione pur senza nominarlo quello che a tutti gli effetti sembrerebbe essere proprio Borgonovo. Per poi insultarlo in tutti i modi, dandogli pure del “frocio“.
Albinati attacca Borgonovo (?) senza mai nominarlo
Con un livore pure un po’ vigliacchetto, Albinati traccia l’identikit del suo obiettivo – “tipo magrolino”, “con la barbetta curata” – senza fare nomi e cognomi. E poi lo attacca perché non la pensa come lui sul ddl Zan. Insomma, chi legge capisce al volo che si tratta di Borgonovo. E infatti oggi sulla Verità, il direttore Maurizio Belpietro svela – si fa per dire – l’arcano, affermando con convinzione che quello descritto da Albinati è proprio il suo vicedirettore. E noi ci vogliamo fidare dell’intuizione di Belpietro. Nel libercolo si parla di un “giornalista di destra”, “pacato nei modi e rigido negli argomenti” (“Ma ha anche dei difetti”, aggiungeremmo noi): sembra proprio Borgonovo, in effetti.
Cure a pagamento per i no vax? L’ennesima idiozia che potevano risparmiarci
Tutti parlano (a sproposito) della possibilità (inesistente) di far pagare le cure mediche ai no vax che finiscono in terapia intensiva con il Covid. Il primo che se n’è uscito improvvidamente è stato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Il quale ca va sans dire il giorno dopo la sparata ha subito corretto il tiro, parlando di “provocazione”. Ribadendo però che i costi giornalieri per la terapia intensiva sono molto alti e che quindi il problema permane. Insomma, adesso la narrazione dei fan del vaccino vira verso una questione di soldi: i no vax costano troppo al sistema sanitario nazionale. Questo dà il polso dell’enorme confusione su fin troppe questioni. E il fatto che le parole di D’Amato abbiano scatenato un putiferio non è stato sufficiente per evitare che i Bassetti di turno imitassero il fedelissimo di Zingaretti, uno che di cure per il Covid e annessi e connessi se ne intende fin troppo. Per esperienza personale.
Non si possono far pagare le cure ai cosiddetti no vax
In sostanza, D’Amato ha detto: “Facciamo pagare le cure ai no vax che si prendono il Covid e finiscono in terapia intensiva”. Poi ha chiarito: “Non dicevo sul serio”. Perché? Perché non si possono far pagare le cure ai no vax, ovvio. Ma il punto è un altro: la contrapposizione no vax e pro vax, con esperti, politici e istituzioni che demonizzano i primi ed elogiano i secondi è fuffa. Non ha fondamento. Perché il vaccino anti Covid non è obbligatorio. Parlare di no vax, che sarebbero persone contrarie ai vaccini che invece sono obbligatori, è sbagliato e scorretto. Tutte le menate dei vari D’Amato, con le loro provocazioni – fino ad arrivare ai deliri di un Giani che vorrebbe rendere la Toscana off limits ai no vax, tappandoli tutti in casa – nascono proprio dall’esigenza di spedire a tutti i costi la gente a vaccinarsi.
Covid, Alberto Contri: "Basta chiamarli vaccini. Sono terapie sperimentali"
Il docente di comunicazione sociale: "E' in atto il tentativo di delegittimare o ridicolizzare le poche voci dissonanti"
Virus, Contri: "Basta chiamarli vaccini. Sono terapie sperimentali"
Sui social network, il caso del momento è costituito da un post di solo testo. Niente Tik-Tok, niente video acchiappa-like, solo testo. Per di più su un network frequentato da professionisti come Linkedin, sul quale 20.000 visualizzazioni in tre giorni e centinaia di commenti per un post di testo costituiscono una eccezione davvero rilevante. C’è di mezzo il tema dei temi, i vaccini, e un professionista della comunicazione come Alberto Contri, da mezzo secolo ai vertici di multinazionali e di associazioni del settore (per 20 anni è stato anche presidente di Pubblicità Progresso), da tempo docente di comunicazione sociale in diverse università.
Papa Francesco, che papera! In un’intervista sull’Afghanistan cita per sbaglio Putin
Papa Francesco ha “inavvertitamente” citato Vladimir Putin nel criticare il recente coinvolgimento dell’Occidente in Afghanistan come un tentativo estraneo di imporre la democrazia.
Il Papa e l’intervista sull’Afghanistan
Durante un’intervista radiofonica andata in onda mercoledì, al Pontefice è stato chiesto della situazione in Afghanistan a seguito del ritiro delle forze Usa e delle forze Nato dopo quasi 20 anni di guerra, e della riconquista talebana del Paese. Il Papa ha detto che avrebbe risposto con una citazione, che ha attribuito alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha descritto anche come “una delle più grandi figure politiche del mondo“.
Guai per Conte, nasce il partito dei ribelli M5S. Chi c'è dietro "Partecipazione attiva"
A meno di un mese dall'elezione di Giuseppe Conte a presidente del Movimento 5 Stelle, un gruppo di dissidenti e malpancisti in rotta con la direzione adottata dall'ex premier ha annunciato di voler dar vita a un nuovo soggetto politico. È già tutto pronto: statuto e simbolo del progetto denominato «Partecipazione Attiva» verranno presentati domani in diretta Facebook. Tra chi ha spinto sull'acceleratore per staccarsi dal MSS e ripartire c'è la consigliera regionale Francesca De Vito, che su Facebook ha fotografato così la posizione di chi non si riconosce nel «nuovo e personale percorso» di Giuseppe Conte: «Gran parte delle ultime scelte politiche oltre all'allontanamento totale dalle nostre battaglie originali, stanno provocando in migliaia di attivisti e milioni di elettori un sentimento di dolore e tradimento. Ora tutta questa rabbia va convogliata in un processo democratico dove i principi ed i programmi che ci avevano resi "diversi" tornino ad essere rispettati».
Per questo il gruppo «Parola agli Attivisti» ha deciso di impegnarsi in un nuovo progetto. «Nei mesi scorsi - spiegano gli ormai ex pentastellati abbiamo più volte tentato di essere una voce critica all'interno del MSS per sensibilizzare i "vertici" a dare più ascolto alla base, ma ogni azione è stata vana. A seguito dell'uscita dal MSS, palesata in occasione del Movait del 10 agosto scorso, molti portavoce e centinaia di attivisti non hanno più un simbolo sotto il quale riconoscersi». Un vuoto che sarà colmato da «Partecipazione Attiva», che è pronto «a ripartire da zero perché il cambiamento cui si aspirava possa essere effettivamente realizzato, iniziando dalla crescita dei territori, sui quali si basa la nostra forza principale».
Meghan Markle, la "bugiarda" massacrata anche in tribunale: il trionfo di Piers Morgan, "e ora riavrò il mio lavoro?"
Pesantissima vittoria in tribunale di Piers Morgan, ex presentatore di Good Morning Britain, 56 anni, su Meghan Markle. "Clamorosa vittoria", per usare le sue parole, scritte su Twitter dopo la sentenza che ha stabilito che i suoi commenti sulla moglie del principe Harry non hanno violato il suo codice di trasmissione.
Il conduttore di ITV aveva infatti lasciato il popolare programma all’inizio di marzo, dopo essere stato preso di mira per le sue critiche alla duchessa del Sussex. Nel dettaglio, aveva bollato Meghan come bugiarda per quanto detto circa la sua salute mentale nella celeberrima intervista concessa a Oprah Winfrey. Nella sentenza dell'OFCOM si leggeva: "Questa è stata una decisione ben bilanciata. I commenti del signor Morgan erano potenzialmente dannosi e offensivi per gli spettatori e riconosciamo la forte reazione del pubblico nei loro confronti. Ma abbiamo anche tenuto pienamente conto della libertà di espressione. In base alle nostre regole, le emittenti possono includere opinioni controverse come parte di un legittimo dibattito nell’interesse pubblico e la forte sfida al signor Morgan da parte di altri partecipanti ha fornito un contesto importante per gli spettatori. Tuttavia, abbiamo ricordato a ITV di prestare maggiore attenzione ai contenuti che parlano di salute mentale e suicidio in futuro".
Lamorgese, il flop arriva in Parlamento. Lollobrigida: “FdI valuta la mozione di sfiducia”
«Il ministro Lamorgese sembra saper imporre regole solo ai cittadini italiani onesti. Assistiamo all’immigrazione incontrollata e in aumento esponenziale, a rave abusivi con morti, violenze e spaccio libero. Per Fratelli d’Italia ha fallito su tutto, per questo stiamo valutando una mozione di sfiducia nei suoi confronti». Ad annunciarlo in un’intervista ai tg della Rai il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida.
Rave party, immigrati che arrivano e delinquono
Una situazione che si è fatta insostenibile con il passare dei giorni e che ha accumulato emergenze su emergenze. «Al Sud, gli sbarchi senza sosta rischiano di trasformare l’Italia in un mega centro di accoglienza. Il fallimento, su tutti i fronti, della Lamorgese è conclamato e sotto gli occhi di tutti. Per quanto ancora gli italiani dovranno subire le politiche nefaste di questo Ministro?». Lo ha scritto nei giorni scorsi la leader di FdI, Giorgia Meloni. E la situazione non ha fatto che precipitare.
Chiavari, è morto il sindaco Marco Di Capua: malore improvviso a 50 anni, un mese fa la foto del vaccino
Il sindaco di Chiavari, Marco Di Capua, 50 anni appena compiuti, è morto per un malore improvviso mentre si preparava per andare in vacanza con la moglie ei suoi due figli. "Lo abbiamo salutato dopo pranzo. Ha sorriso e ci ha detto di non disturbarlo con i messaggi, perché voleva godersi una settimana di vacanze con i suoi bimbi. Invece siamo qui, e non riusciamo a crederci", ha detto il presidente del consiglio comunale Antonio Segalerba al Secolo XIX.
Il dramma si consuma in pochi minuti nell'abitazione del sindaco. Che, dopo aver accusato un malore, ha perso i sensi. La moglie, allora, ha chiamato immediatamente i soccorsi. Una volta arrivato, il personale medico ha fatto tutto il necessario per salvare la vita all'uomo. Poi, però, si è deciso di trasferirlo al pronto soccorso dell'ospedale di Lavagna, dove Di Capua è arrivato già privo di vita. A esprimere il suo cordoglio anche il presidente della Liguria Giovanni Toti: "Con lui se ne va un sindaco giovane, ma che in questi anni ha dimostrato di essere un primo cittadino esperto e capace". "Prima di essere un bravo sindaco innamorato della sua Chiavari, era una bella persona", ha commentato Matteo Salvini.
Storie di morti improvvise in piena estate
L’ estate delle morti improvvise: oltre 200 casi segnalati in sole 2 settimane
Il gran caldo è sempre stato concausa di decessi soprattutto tra anziani e fragili ma, mai come questa estate, si era sentito parlare tanto di morti improvvise e di tutte le età. Da quando è iniziata la campagna vaccinale, infatti, si è spesso discusso della correlazione tra questo tipo di morti e le inoculazioni. Si sono create due scuole di pensiero contrapposte: una che lega questi episodi al caso mentre, l’altra, ad uno stretto collegamento con la campagna vaccinale. Prendendo spunto da questo “studio di farmacovigilanza passiva”, riportiamo l’esame effettuato da “visioneTv” come elencato analiticamente in questo in questo articolo
La lista riguarda esclusivamente i casi segnalati tra l’16 e il 31 luglio 2021. Sono stati considerati solo i casi avvenuti in Italia o che riguardano cittadini italiani. I decessi vengono catalogati in base al giorno di pubblicazione dell’articolo di segnalazione come si evince da questo link https://visionetv.it/wp-content/uploads/2021/08/BIBLIOGRAFIA-2.pdf Naturalmente non tutti i casi reali di malori improvvisi avvenute in questa estate sono stati segnalati. Per molti di queste, infatti, non viene data alcuna comunicazione online o mediatica.
Foibe, tutti (tranne Fratoianni) contro Montanari. Sansonetti: «La sua posizione è indifendibile»
Su Tomaso Montanari fischia il vento e urla la bufera. A difenderlo dall’accusa di aver negato la tragedia delle foibe resistono ormai solo i gruppettari del tempo che fu. Gente alla Nicola Fratoianni, cioè nostalgica della lunga stagione dell’eskimo in redazione. Non a caso il segretario di Sinistra Italiana punta il dito contro quello che bolla il «linciaggio mediatico di Lega e FdI». L’obiettivo, alquanto scoperto, sarebbe quello di bandire la solita crociata antifascista. Ma gli è andata male. Perché a contestare il delirio negazionista del rettore in pectore dell’Università per Stranieri di Siena sono opinionisti e politici di un fronte molto più ampio di quello del centrodestra.
Anche Rosato (Iv) contro Montanari
«Anacronistico e divisivo», definisce infatti Montanari il presidente di Italia Viva Ettore Rosato. «A Trieste, quando ho iniziato a fare politica all’inizio degli anni 90 destra e sinistra si scontravano quotidianamente su Foibe e Tito. Accadeva anche nello scontro tra italiani e jugoslavi, raramente capaci di sanare le divisioni del secolo scorso», ricorda l’esponente renziano. «Non si può commentare uno come Montanari», incalza Pietro Sansonetti, una vita a sinistra. «Come si può dire – chiede il direttore del Riformista – che la strage delle Foibe non è rilevante? Purtroppo la sinistra ha un piccolo difetto: è illiberale, ma la libertà è una cosa seria».
Merlino (Comitato 10 Febbraio9: «Si dimetta»
Chi invece punta diritto alle dimissioni (in realtà, solo ad ottobre si insedierà a Siena) è il presidente del Comitato 10 febbraio, Emanuele Merlino. «Trovo vergognoso che Montanari non si dimetta. Le sue sono tesi pericolose perché sembrano giustificare i massacri nei confronti dei nemici». Ma soprattutto, per essersi inventato un’equiparazione tra foibe e Shoah che esiste solo nella sua mente. E Merlino glielo rinfaccia: «Sono due eventi totalmente diversi: ricordare le vittime dell’Olocausto non vuol dire non poter ricordare le altre». Morale: Montanari è in evidente «malafede». «Per lui tutto quello che non coincide con la sua visione è fascismo», commenta a sua volta Maria Ballarin, figlia di esuli e componente del direttivo dell’Associazione Nazionale Dalmata. «Ma li ha letti i discorsi di Napolitano e Mattarella? Sono fascisti anche loro?».
di Valerio Falerni per www.secoloditalia.it
“Escludere i non vaccinati dal Ssn”: ecco l’ultima idiozia partorita
Ci mancava pure il costituzionalista. Parliamo di Alfonso Celotto, ordinario di diritto costituzionale a Roma Tre, il quale ritiene che sia perfettamente in linea con la nostra Carta escludere i non vaccinati dalle prestazioni del Servizio sanitario nazionale. Lo fa in un intervento sul suo blog (ospitato da Huffpost Italia) chiedendosi, qualora venisse imposto un obbligo vaccinale, quale potrebbe essere la giusta sanzione da irrogare ai renitenti alla puntura.
Il professore sgombra subito il campo dalla possibilità di un’ammenda pecuniaria, in quanto la multa “diventerebbero il prezzo per non vaccinarsi”. Non considera – bontà sua – la possibilità di far diventare la mancata inoculazione del siero un reato. E nemmeno quella – troppa grazia – di interdizione dai pubblici uffici. Ecco allora la trovata: “una sanzione di quelle che vengono chiamate “ripristinatorie”, cioè più legate al ripristino dell’interesse pubblico violato”. Quale sarebbe? Impedire ai non vaccinati l’iscrizione al Ssn, mettendo così a loro carico il pagamento delle eventuali cure a cui dovessero sottoporsi. “Ovviamente fino a quando non decidono di vaccinarsi”, chiosa Celotto.
Dieta in gravidanza: quali cibi preferire e cosa evitare. Tutti i consigli in un documento del Ceirsa
Durante la gravidanza è necessario fare un po’ più di attenzione a cosa si mette in tavola. Ad aiutare le donne incinte a fare chiarezza su cosa sia importante mangiare e cosa è meglio evitare durante i nove mesi della gestazione, ci pensa un documento del Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare (CeIRSA) di Torino dedicato al benessere della donna durante tutte le fasi della vita, gravidanza compresa.
Per prima cosa, è bene ricordare che non è assolutamente vero che una donna durante la gestazione debba mangiare per due, anzi l’apporto di energia quotidiano non aumenta di molto e il peso deve essere tenuto sotto controllo, mentre cresce il fabbisogno di alcuni nutrienti, come vitamine e minerali. Per poter far fronte all’aumento delle richieste nutrizionali, è importante seguire una dieta il più possibile varia, suddivisa in 4 o 5 pasti quotidiani, composta da alimenti freschi e di stagione, per garantire un elevato contenuto di vitamine e minerali, e bere almeno due litri di acqua al giorno.
Come è noto, nella fase di gestazione è importante evitare assolutamente il consumo di alcol, dannoso per il nascituro, e limitare quello di tè e caffè, preferibilmente deteinato e decaffeinato. È da evitare, o ridurre il più possibile, il consumo di grossi pesci predatori e non mangiare il tonno più di due volte alla settimana, per limitare l’esposizione a metalli pesanti, come il mercurio, e sostanze inquinanti. È meglio scegliere, invece, pesci come la sogliola, il merluzzo, il nasello, la trota, il dentice e l’orata.
Chi è il cardinale Mueller, l’ultimo ratzingeriano
Il cardinale Gherard Ludwig Mueller è un conservatore. L’affermazione può sembrare superflua, ma nell’attuale contesto dell’assemblea cardinalizia non lo è affatto. Se non altro perché i cardinali conservatori, nel prossimo Conclave, dovrebbero rappresentare una conclamata minoranza. Forse si conteranno con le dita di una mano.Il porporato teutonico era stato scelto da papa Francesco per guidare la Congregazione per la Dottrina della Fede. Poi, dopo cinque anni di mandato, Jorge Mario Bergoglio non ha rinnovato l’incarico all’alto-ecclesiastico tedesco, preferendo il gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer: il Papa ha impiegato qualche tempo per procedere con la successione. Comunque sia, dal momento della “cacciata” in poi, Mueller è entrato di diritto in un elenco: quello composto da coloro che qualcuno ha chiamato cardinali “misericordiati”, ossia i porporati che sono stati ridimensionati dalle scelte dell’ex arcivescovo di Buenos Aires. Si pensi al cardinale Raymond Leo Burke o, in misura diversa, al cardinal Antonio Canizares Llovera.
In questa fase, il cardinale Mueller, che è un ratzingeriano, si sta distinguendo per la critica a Traditionis Custodes, il Motu proprio tramite cui il Santo Padre ha limitato le facoltà di celebrare la Messa antica, disponendo che saranno i vescovi a decidere se autorizzarne o meno la celebrazione. Secondo quanto riportato dal blog di Sabino Paciolla, il cardinale, su Traditionis Custodes, ha scritto quanto segue, all’interno di una sua riflessione: “Invece di apprezzare l’odore delle pecore, il pastore qui le colpisce duramente con il suo bastone”. Sono toni di chi non ha paura di diffondere la sua opinione, al netto della gerarchia curiale. Mueller ritiene, come tanti altri, che la Messa antica sia attualissima e magari anche foriera di frutti vocazionali.
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ricchi. Ancora ad oggi non possiamo avere chiari i dati inquinanti derivanti dalla sostituzione e riciclo delle batterie delle auto elettriche, ma un dato certo si ha sulle migliaia di sonde e satelliti privati lanciate nello spazio dal magnate americano.
Tesla: smaltimento e riciclo batterie, ancora un mistero
Non si può discutere oggettivamente sugli impatti ambientali nel breve periodo comparando un’auto elettrica ed una a motore termico. Certamente i benefici della prima, per quanto riguarda le emissioni gassose, sembrano nettamente migliori. Il quesito rimane: cosa ne sarà delle batterie una volta dismesse e, soprattutto, quanto conviene all’ambiente alimentare una colonnina elettrica per farla funzionare?
Niente vaccino Moderna alle donne incinte. L'allarme dell'OMS
Non vaccinare le donne incinte con il prodotto sviluppato da Moderna. Nella battaglia alla diffusione del Covid-19 sono arrivate una serie di raccomandazioni da parte del Gruppo strategico di esperti (Sage) dell’Organizzazione mondiale della sanità, con tutte le indicazioni riportate in un documento discusso lo scorso 21 gennaio. La più importante delle indicazioni dell’OMS è di non somministrare il vaccino di Moderna a chi è in stato interessante, a meno che i benefici dell’immunizzazione non superino i potenziali rischi, come per le operatrici sanitarie, più esposte al virus, o per le future mamme con altre patologie che le mettono in particolare pericolo di forme gravi di Covid.
Il Sage ha inoltre stabilito che mancano i dati per dare un parere scientifico sulla sicurezza del vaccino nelle donne che allattano ma, dato il meccanismo d’azione, ritiene improbabile che possa rappresentare un rischio: se una donna allatta va vaccinata se è parte di un gruppo per cui la vaccinazione è raccomandata, come succede nel caso degli operatori sanitari.
Gran Bretagna, niente vaccino anti Covid alle donne incinte: non ci sono gli studi clinici
Nel Regno Unito le donne incinte non potranno vaccinarsi contro il coronavirus. Una misura precauzionale poiché non ci sono studi clinici al riguardo.
Alle future mamme non verrà somministrato il vaccino Pfizer/BioNTech e probabilmente nemmeno quello di Oxford o Moderna poiché nessuna donna incinta è stata inclusa negli studi clinici.
Le linee guida del governo britannico chiariscono che le future mamme saranno vaccinate dopo il parto.
Le donne che pensano di poter essere in attesa di un bambino sono state esortate a ritardare la vaccinazione fino a quando avranno la certezza di non essere incinte, e non dovranno vaccinarsi neanche le donne che stanno cercando di concepire un figlio.
Il sistema politico italiano è in crollo da 2 secoli, e noi non lo sappiamo. O forse si
Attualmente la politica italiana sta subendo una forte regressione. Questo a partire dal punto di vista ideologico dei partiti, il quale sembra svanire sotto i fenomeni progressisti e globalisti contemporanei. In apparenza, la fonte del problema inerente la questione politica odierna si sviluppa già dagli inizi del dopoguerra. Il mancato confronto tra le idee prevalenti a quell’epoca, ossia l’atlantismo ed il comunismo, ha scaturito uno scompiglio ideologico che si rifletterebbe anche ai giorni nostri.
Crisi dei movimenti e dei partiti di lunga data
Tuttavia la crisi dei movimenti e dei partiti politici italiani è un problema che ha origine già dalla fine dell’unità d’Italia e con l’annessione di Roma il 20 settembre 1870. I fattori da prendere in considerazione sono molteplici e vanno dal “non expedit” dello Stato Oontificio agli accordi trasformisti tra destra e sinistra, le quali erano prevalentemente interessate al potere e non al bene comune nazionale.
Casse vuote per il nuovo M5S di Conte: solo 76 parlamentari hanno versato il contributo al Movimento
Un ‘post’ di Beppe Grillo è costato al Movimento 5 Stelle tra i 20 e i 30mila euro. Secondo quanto apprende l‘Adnkronos a tanto ammonterebbe, infatti, la cifra che l’Associazione Rousseau ha chiesto al M5S per le operazioni necessarie a predisporre il voto sull’organo collegiale, che il garante 5 Stelle avrebbe voluto si celebrasse sulla piattaforma di Davide Casaleggio e non su Sky Vote, il nuovo sistema di voto adottato dai pentastellati dopo l’addio al figlio di Gianroberto e la leadership assunta da Conte.
Il M5s di Conte con le casse vuote…
Per comprendere meglio la vicenda bisogna tornare alla fine di giugno, quando si consuma lo strappo tra Grillo e Conte sul nuovo statuto. In un post dal titolo “Una bozza e via” pubblicato sul suo blog lo scorso 29 giugno, il fondatore del Movimento ‘cestina’ il progetto rifondativo targato Conte e indice su Rousseau il voto per eleggere i membri del Comitato direttivo: “Ho chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla piattaforma Rousseau e lui ha accettato”, scrive Grillo nel post. Alla decisione del garante si oppone il reggente Vito Crimi, che insiste per effettuare il voto sul nuovo portale. Il resto è storia nota: dopo una lunga e faticosa mediazione, Grillo e Conte trovano l’accordo sul nuovo statuto e così nella prima settimana di agosto la base M5S approva su Sky Vote sia lo statuto sia la nomina di Conte come nuovo leader del Movimento. Ma la fattura emessa da Rousseau, relativa al (mancato) voto chiesto da Grillo, si somma alla cifra già pattuita tra 5 Stelle e Casaleggio per chiudere il contenzioso: l’entità dell’importo chiesto da Rousseau per ripianare i debiti accumulati a causa dei mancati versamenti dei parlamentari si aggira intorno ai 450mila euro ma i pentastellati sarebbero riusciti a strappare un accordo per una cifra inferiore da versare nelle casse di Via Gerolamo Morone.
A Roma movida con la mascherina, ma per proteggersi dalla puzza del Tevere
Per chi decide di trascorrere un pomeriggio o una serata a Trastevere, passando da ponte Sisto, fino alle sponde del Lungotevere illuminate dai diversi chioschi bar e bancarelle, è altamente raccomandato l’uso della mascherina. Rischio elevato di contagio Covid? No, nessuna concentrazione esagerata di virus, ma solo tanta puzza di pesce putrido e acqua stagnante. Tutta l’area è invasa da un odore disgustoso e basta affacciarsi e guardare le acque del Tevere per capire di cosa si tratta: nel fiume, proprio sulle sponde che costeggiano le diverse sedute di bar e ristorantini, ci sono centinaia di carcasse di pesci che galleggiano ii putrefazione. Da piccole carpe a pesci siluro di oltre un metro, tra bottiglie di plastica, sterpaglia e diversi rifiuti, su uno sfondo di acque verdi che il fiume Prypjac' cha passa attorno alla centrale di Chernobyl, messo a confronto, è più limpido.
La cosa assurda è che, purtroppo, non si tratta di una esagerazione, ma di una condizione disgustosa che oltre a disturbare le passeggiate di turisti e romani, danneggia gravemente l’economia per quelle attività che sul Lungotevere, dopo un anno e mezzo di chiusure, restrizioni e introduzione di certificazione verde per sedere in un ristorante, cercano di tirare a campare. Stare lì seduti con quella puzza e quella vista davvero nauseante, è molto difficile. Sabato pomeriggio infatti, diversi sono stati i turisti che raggiunto il luogo, sono immediatamente risaliti a causa del cattivo odore che avvilisce anche la bellissima veduta da Ponte Sant’Angelo. «Sembra di stare in un porto a ridosso di scarichi industriali» commentava qualcuno, con la faccia disgustata. Non ci fa una bella figura la città e non ci fa una bella figura la sindaca Raggi, essendo quella di Trastevere, una delle zone più gettonate e luoghi della movida.
Coronavirus, desecretato il rapporto dell'intelligence consegnato a Biden: "Arma biologica? Cos'è emerso in Cina"
È stato desecretato il rapporto che l’intelligence americana ha consegnato a Joe Biden sull’origine del coronavirus. “Informazioni essenziali sull’origine della pandemia esistono in Cina, ma fin dall’inizio i funzionari cinesi hanno lavorato per impedire che gli investigatori internazionali vi avessero accesso”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti, aggiungendo che “il mondo merita risposte” e quindi non cesserà di mettere pressione su Pechino.
Dal report emerge infatti la frustrazione dell’intelligence per non poter stabilire con certezza l’origine del coronavirus. Gli esperti hanno concluso che non è stato sviluppato come arma biologica, tuttavia viene espressa “moderate confidence” sul fatto che la prima infezione umana sia stata il risultato di un incidente occorso all’istituto di virologia di Wuhan, dove probabilmente stavano conducendo una sperimentazione sugli animali. “Low confidence” è invece stata espressa sull’altra ipotesi, quella di un’origine naturale.
Addio Nicole Gee, la marine che salvava i bimbi. Portata in cielo dalle bombe Isis
In braccio un bimbo che culla come fosse un fiore. Alle spalle l’aeroporto di Kabul. E nel suo account Instagram sotto la tenera immagine un solo pensiero, semplice e ora struggente: «I love my job», «Amo il mio lavoro». Nicole Gee, da Roseville (California), con i suoi occhioni azzurri con i 23 anni da poco compiuti è volata nel cielo di Kabul. Il suo lavoro che amava tanto era fare il soldato: marine da pochi giorni inviata in Afghanistan per aiutare la grande fuga dai talebani. Era a pochi metri dall’attentatore suicida che si è fatto esplodere in aeroporto, e quel cucciolo in braccio è stato forse uno degli ultimi che è riuscita a mettere in salvo. Anche poco prima di saltare in aria lo aveva fatto insieme ad altri marines ventenni come lei: un fagotto umano da portare dentro l’aeroporto e fare imbarcare su uno degli ultimi aerei diretti in Kuwait con il prezioso carico da salvare, e poi di corsa di nuovo lì all’esterno per afferrarne un altro. Chissà quanti di loro debbono la vita e un futuro a Nicole.
Salvini dichiara guerra a Conte: «Il reddito di cittadinanza va cancellato». Bordata alla Cirinnà
Un’estate complicata quella di Matteo Salvini. La sua Lega non solo non vola più nei sondaggi, ma deve guardarsi pure dalla concorrenza di Fratelli d’Italia, che l’ha superato in più d’una rilevazione. Il rimedio da lui escogitato per conservare il primato – la federazione con Forza Italia – rischia di produrre più scontento che entusiasmo in entrambi i partiti. Poi c’è l’opposizione gommosa di Giorgetti, spalleggiato dai «territori» del Nord (leggi Zaia e Fedriga) e, infine, lo scalpo di Durigon offerto in sacrificio sull’altare dell’unità nazionale. Oscillazioni, tentennamenti e ripensamenti figli della strategia che vuole la Lega “di lotta e di governo“. Si può fare per poco, non per sempre. Questa condizione (parecchio scomoda, in verità) è riecheggiata anche nel corso dell’intervista rilasciata in quel di Pinzolo a Mario Giordano.
Joe Biden, la domanda del giornalista Peter Doocy lo manda in crisi: mani sulla bocca, balbetta in diretta nazionale
Si chiama Peter Doocy ed è il giovane giornalista di Fox News diventato in poche ore il simbolo dell'America che dice no a Joe Biden. Piccolo dettaglio: il cronista gliel'ha detto in faccia, alla Casa Bianca, durante una drammatica conferenza stampa. Il presidente americano sta rispondendo alle domande dei giornalisti sull'attentato firmato dall'Isis all'aeroporto di Kabul. Un bagno di sangue costato la vita anche a 13 soldati americani.
Per il leader democratico, forse il punto di non ritorno nella sua ancora breve carriera da Commander in chief, comandante in capo degli Stati Uniti. Travolto dai sondaggi negativi, Biden prima di questa tragedia doveva già fare i conti con le disastrose dinamiche del ritiro dei soldati americani dall'Afghanistan: letteralmente, una fuga che ha ricordato quella dei diplomatici a stelle e strisce da Saigon in Vietnam, e che soprattutto ha spianato la strada al ritorno dei talebani al potere. Da lì, l'escalation del caos culminata con la carneficina dei terroristi.
Elezioni amministrative, i sondaggi sulle grandi città: a Roma Michetti stacca tutti, centrodestra avanti anche a Torino
Sono cinque le grandi città italiane, Roma compresa, che nella tornata elettorale del 3 e del 4 ottobre conosceranno i loro nuovi sindaci o vedranno la conferma dei candidati uscenti. Roberto Baldassari, direttore generale di Lab210, ha realizzato per affariitaliani.it un sondaggio per capire l’attuale situazione nelle città più importanti d’Italia e il risultato in particolare premia Enrico Michetti, candidato del centrodestra a Roma in ticket con Simonetta Matone. L’avvocato amministrativista è in testa davanti a Roberto Gualtieri del Partito Democratico - il distacco è di circa sette punti percentuali - mentre la terza posizione al primo turno andrà a Virginia Raggi, sindaca del Movimento 5 Stelle, che però ha ancora chance di recuperare terreno per sperare di andare al ballottaggio. Fuori dalle prime posizioni Carlo Calenda: il leader di Azione non ha i numeri per sperare di arrivare al testa a testa.
A sinistra possono dire tutto senza dimettersi: l'attacco di Gasparri contro Montanari che nega le foibe
Due pesi e due misure da parte della sinistra. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, è ospite in collegamento di L’Aria che tira estate, programma che Francesco Magnani conduce su La7, e affronta i più stretti temi d’attualità, dal caso delle dimissioni di Claudio Durigon alla crisi in Afghanistan, tirando una secca stoccata ai dem. “Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica” le parole di Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano, uno stralcio che ha mandato Gasparri su tutte le furie, soprattutto per l’assenza di una presa di posizione da parte della sinistra.
Stasera Italia, Capezzone umilia i dem di casa nostra: applaudivano Biden e ora...
Il presidente americano Joe Biden ha sbagliato tutto, e anche noi rischiamo di pagare il prezzo del disastro in Afghanistan. A Stasera Italia, la trasmissione di Rete 4 condotta da Veronica Gentili, al centro della discussione venerdì 27 luglio non può che esserci la polveriera afghana, con gli attentati di Kabul da parte delle cellule locali dell'Isis che fanno strage di civili e militari, mentre i talebani sono tornati a essere i padroni del Paese.
Biden si doveva chiedere "come esegui il ritiro?" attacca Daniele Capezzone, tra gli ospiti del programma. "Lo puoi fare usando la deterrenza, dando un colpo forte, non facendoti dettare il calendario". Invece il presidente Usa "ha fatto prima l'annuncio, perché voleva fare tutto entro l'11 settembre immaginando un ventennale" dagli attacchi alle Torri Gemelle "in cui poteva dire: ho riportato tutti a casa. Ma non ha capito che l'anniversario del 9-11 lo fa fare ai nemici dell'Occidente trionfanti".
Strage Isis-K a Kabul, le lacrime di coccodrillo di Biden
La strage annunciata dell’Isis-K a Kabul – 90 morti, di cui 13 militari Usa – fa versare lacrime di coccodrillo al presidente Usa Joe Biden, che promette vendetta. Sono lacrime di coccodrillo perché Biden ha gestito in maniera catastrofica il ritiro del contingente Usa dall’Afghanistan, oggi in mano ai talebani. E’ per il disastro da lui creato che ora migliaia di afghani in fuga sono alla mercé degli attentatori, visto che le operazioni di evacuazione non sono gestite in sicurezza ma in fretta e furia. Perché i talebani vogliono che gli occidentali lascino il Paese entro il 31 agosto. Deadline che Biden vuole rispettare, a tutti i costi.
L’Isis-K rivendica gli attentati suicidi
Con i due attentati suicidi di ieri, rivendicati dall’Isis-K – così denominato perché è lo Stato islamico della provincia afghana del Khorasan – le operazioni di evacuazione sono state interrotte. Riprenderle e portarle a termine sarà a rischio e pericolo dei Paesi occidentali che non hanno ancora rimpatriato tutti i connazionali e i collaboratori afghani con visto. Intanto però Biden piange in tv e dice che l’Isis la pagherà. Questo quando l’intelligence Usa aveva lanciato l’allarme di un attentato proprio per la giornata di ieri. Una strage annunciata, che si poteva evitare, e che ora compromette ulteriormente la presidenza dem.
Gran Bretagna, genitori sul piede di guerra contro il vaccino obbligatorio ai bimbi
Londra, 27 ago – In Gran Bretagna si sta facendo sentire (e molto) il movimento dei genitori che vogliono avere l’ultima parola sulla possibilità di vaccinare i bambini contro il Covid per permettere il ritorno a scuola.
Gran Bretagna, i genitori e il consenso
Il segretario all’istruzione Gavin Williamson ieri ha rivelato che è necessario il consenso dei genitori per estendere l’obbligo del vaccino ai ragazzi di età compresa tra 12 e 15 anni. Ma alcuni funzionari dello stesso ministero hanno ammesso che gli adolescenti potrebbero ancora ricevere una dose senza che i loro genitori diano il via libera. Scenario raro, ma possibile. E questo ha fatto indignare molti genitori in Gran Bretagna.
Afghanistan, l'esperto internazionale: "Gli assalti a Kabul sono figli del dilettantismo Usa. Ora può accadere di tutto"
«Qualcuno ha sbagliato in maniera pesantissima. Mi sono preso la briga di andare a rileggere quelle parti che sono pubbliche degli accordi di Doha e sono la testimonianza di un dilettantismo impressionante da parte dell’amministrazione americana, all’epoca guidata da Donald Trump». Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali, non ha dubbi: «È un accordo scritto sulla sabbia».
Cosa intende quando parla di accordi scritti sulla sabbia?
«Non ci sono le minime garanzie di rispetto da parte dei talebani. Capisco le forti pressioni interne su Trump e altrettanto forti su Biden, però si poteva gestire meglio l’operazione di "sganciamento" dall’Afghanistan. Invece è stata fatta nel peggiore dei modi possibili e si stanno pagando le conseguenze, soprattutto gli afghani. Ma c’è anche una drammatica crisi di credibilità che colpisce in primis gli Stati Uniti e tutto il mondo occidentale. Tutti noi alleati della Nato li abbiamo seguiti in questa avventura e forse avremmo dovuto chiederci un po’ prima se e perché stare in Afghanistan, con tutto quello che ci è costato, per poi vedere questo esito».
"60 morti e 130 feriti". Ancora esplosioni. E l'Isis pubblica la foto del kamikaze
Gli attentati sventrano Kabul e il suo aeroporto, diventato sempre meno sicuro. Tre ordigni sono esplosi in una sola giornata e il bilancio dei morti è destinato a crescere
Giornata di sangue a Kabul, dove dopo le due esplosioni del pomeriggio nella zona aeroportuale, nel corso della tarda serata ne sarebbe avvenuta un'altra a 7 chilometri dallo scalo. La rivendicazione è stata dell'Isis. La stagione degli attentati era stata ampiamente annunciata e prima ancora che scadesse l'ultimatum del 31 agosto dato dai talebani alle truppe americane e straniere, i terroristi hanno colpito nel punto ora più delicato della città afghana. Il bilancio è ancora incerto, ma finora si parla di almeno 90 persone uccise all’aeroporto, tra le quali 12 soldati americani, e 150 feriti. Al momento non ci sono notizie di italiani coinvolti ma la Farnesina è costantemente in contatto con le truppe e con il contingente diplomatico ancora in aeroporto per continui aggiornamenti.
Cos’è l’Isis-K, l’incubo dei talebani che ha colpito Kabul
Il timore era nell’aria da giorni e nelle ultime ore le ipotesi di un attentato imminente si erano rincorse sui media e nei report degli 007. Mentre si cerca di capire l’entità e la matrice degli attentati che hanno insanguinato Kabul in queste ore, l’Isis, indiziata numero uno delle stragi, torna ad essere l’incubo non solo dell’Occidente ma anche dei talebani. Ed è proprio questa formazione che rischia di trasformare il Paese in una bomba a orologeria, ben più dei talebani, contribuendo a destabilizzare l’intera regione. Quasi tutti i vicini dell’Afghanistan – Cina, Pakistan, Iran – sono in apprensione a tal proposito: per l’Asia molto meglio i talebani, invece, con i quali tutte queste potenze possiedono già esperienza di cooperazione.
Cos’è l’Isis-K
Nello specifico, la cellula tanto temuta è la cosiddetta Isis-K, branca afghana dello Stato Islamico, a detta dell’intelligence americana, sospettata di stare preparando da tempo un attacco per colpire Nato e afghani in fuga. Il gruppo avrebbe ormai già rivendicato il gesto: stragi coordinate presumibilmente dall’attuale leader Shahab al Mujair, ex qaedista nominato al vertice nell’aprile 2020.
La variante afghana dell’Isis ha una genesi relativamente recente ed è andata raccogliendo proseliti negli ultimi cinque anni, rendendosi responsabile dei principali attacchi alla capitale, “contendendosi” con i talebani il record di attentati verso target militari e civili. Questa divisione nasce da rivalità interne al Paese, fondate sulle divergenze con i pashtun, rei di contrattare con la Cia e l’Occidente intero. La nascita del gruppo è da registrarsi nella provincia del Khorasan, al confine con il Pakistan, dove numerosi comandanti transfughi delle forze talebane hanno deciso di abbracciare la bandiera nera. Lo stesso gruppo, tuttavia, ha anche visto i propri combattenti unirsi ai talebani afgani. A differenza dei talebani, Isis-K aveva espresso palesemente l’intenzione di lanciare attacchi alle potenze occidentali e all’ONU, al di là dei ritiri militari e delle loro scadenze. Isis-K vantava circa 800 combattenti nell’ottobre 2018 e avrebbe raggiunto il picco di dimensioni nel 2016 con un massimo di 4.000 membri militanti, destinati, forse, ad aumentare.
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