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Foibe, Gasparri: «L’Italia faccia luce sugli italiani finiti nei lager e nelle “fosse segrete”. È un dovere»
L’Italia intervenga per scoprire chi erano gli italiani infoibati nelle “fosse segrete” in Slovenia. A chiederlo è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che avverte: “La conoscenza sui nostri connazionali finiti nelle foibe è un dovere”.
Gasparri: “Un dovere verso i nostri connazionali”
“Dopo la recente conferma della Commissione slovena sulle fosse segrete di ben 518 fosse comuni, contenenti circa 100mila resti di vittime causate da reparti partigiani jugoslavi di Tito durante e dopo la seconda guerra mondiale, sarebbe doveroso da parte italiana intervenire per avere notizie sui nostri connazionali scomparsi“, ricorda Gasparri. “In Slovenia vennero deportati dopo l’occupazione di Trieste e di Gorizia del 1 maggio 1945 alcune migliaia di italiani. Anche da Pola e da Fiume ci furono deportazioni in massa di nostri connazionali”, sottolinea il senatore azzurro.
Il coronavirus durerà sette anni. Lo dicono le profezie di Papa Giovanni
Si parla di riaprire fabbriche e scuole, e via via aziende, negozi e ristoranti fino a un graduale ritorno alla normalità. Prima dell'estate, sia chiaro, ché l'Italia è in quarantena dal 9 marzo ma già ci sembra un'eternità. Eppure in certi ambienti, per così dire esoterici, si sono messi l'anima in pace: dovremmo convivere con il coronavirus per altri sette anni, e con una certa dose di patimenti dalle dimensioni epocali. In sintesi, siamo all'anticamera dell'Apocalisse. Di cosa stiamo parliamo? Di un libro che nelle ultime settimane è tornato a girare tra le mani di iniziati, occultisti e illuminati di ogni fratellanza, che oltre a prevedere l'arrivo della pandemia che ha messo in ginocchio mezzo mondo fornirebbe anche informazioni su come andrà finire. Spoiler: piuttosto male. Si tratta de «Le profezie di Papa Giovanni», controverso volume uscito nel 1976 a firma di Pier Carpi, ancora presente nel catalogo delle Edizioni Mediterranee. Tra le presunte profezie attribuite ad Angelo Roncalli, consegnate all'autore da un misterioso «grande vecchio» alla rocca di San Leo, forte romagnolo dove tra l'altro fu rinchiuso l'esoterista e avventuriero Cagliostro, ci sono i versi dedicati all'epidemia che sconvolgerà il mondo. «È il tempo dei due imperatori. E la Madre non ha padre, perché molti vogliono esserne padre. E due sono sostenuti dai contendenti», si legge verso la fine del libro di profezie che abbracciano un periodo che va dal 1935 al 2033. Il riferimento ai due imperatori viene letto dall'autore come la contrapposizione di due candidati al Soglio di Pietro, due Papi rivali. «Due fratelli e nessuno sarà Padre vero. La Madre (ovvero la Chiesa, ndr) sarà vedova», si legge infatti in un altro passo in cui è facile, con l'occhio alla storia recente, scorgere una possibile allusione alla convivenza di Benedetto XVI e Francesco. Ebbene, a questo punto della storia «si alzano le grida e le barriere della contesa, già dall'acque esce la Bestia. E la carestia ferma gli eserciti. Gli uomini si contano morire. E dopo la carestia, la pestilenza». Un morbo ferma gli eserciti, come la pandemia del nuovo coronavirus che ha determinato il cessate il fuoco generale, almeno in un primo momento visto che in Libia, per esempio si è tornato a combattere. «Iddio ha scatenato la guerra della natura per impedire la guerra degli uomini», si legge ancora a pagina 158.
Coronavirus, appello di 100 scienziati a Sergio Mattarella: "Ci restano 2-3 giorni per misure drastiche. Poi, sarà strage"
Cento professori e scienziati scendono in campo e tirano in ballo addirittura il Quirinale. Gli esperti infatti scrivono a Giuseppe Conte e a Sergio Mattarella per chiedere subito misure drastiche al fine di contenere l'impennata dei contagi da coronavirus. Un'intervento anticipato dalla AdnKronos. Il tutto in un massimo di "2 o 3 giorni". È questo il contenuto della lettera-appello che vanta tra i firmatari anche il Rettore della Normale di Pisa, Luigi Ambrosio e Fernando Ferroni, ex presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare. "Come scienziati, ricercatori, professori universitari - si legge - riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19 e riteniamo utile segnalare all'attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio, le stime riportate nell'articolo del Presidente dell'Accademia dei Lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell'Huffington Post".
Stime terrificanti che vedono per le prossime tre settimane "centinaia di decessi al giorno". Per i professori serve mettere al primo posto il diritto alla salute individuale e collettiva tutelato dall'art. 32 della Corte costituzionale che lo definisce "inviolabile". "Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l'economia e i posti di lavoro. Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore" avvertono i i firmatari tra cui figurano anche Gianfranco Viesti, economista dell'Università di Bari, Carlo Doglioni geologo e presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, Alfio Quarteroni, matematico applicato, Enzo Marinari, ordinario di Fisica alla Sapienza, Roberta Calvano, ordinaria di Diritto costituzionale Unitelma Sapienza, Piero Marcati, prorettore Gran Sasso Institute, Alessandra Celletti astronoma vicepresidente Anvur.
Il presidente di Confindustria asfalta Conte: “Paese in confusione”. Ma i tg lo censurano
Sui principali tg è stato silenziato o ridimensionato. Eppur, ieri, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ha lanciato un attacco senza precedenti contro il governo Pd-M5s. «Provo sconforto per un Paese in confusione. Basta una conferenza stampa per illustrare un Dpcm, per lasciare un intero Paese senza indicazioni», ha attaccato Bonomi. « Noi italiani meritiamo chiarezza. Abbiamo dimostrato un alto senso civico e senso di sacrificio, non possiamo accettare un altro lunedì post conferenza stampa dove nessuno ha contezza di ciò che c’è da fare».
l leader degli industriali è arrivato a Verona palesando forte irritazione per il nuovo Dpcm. Proprio per il Dpcm l’evento è andato all’ultimo momento in streaming. Senza pubblico, con i soli relatori in un’arena desolatamente vuota. A riprova di una drammatica e generale apprensione.
“Gualtieri parla con i sindacati e non con le imprese”
Il numero uno di Confindustria ha giudicato negativamente l’intero operato del governo. «Giudicando le anticipazioni, siamo ancora nella fase di emergenza. Non c’è quella prospettiva di ripartenza. Un prospettiva necessaria al rilancio strutturale del Paese che è in ritardo su pil e produttività». «Dopo l’approvazione della manovra, Gualtieri ha detto che si confronterà con i sindacati. Forse ha dimenticato che esistono le imprese. E che forse sarebbe bene confrontarsi anche con loro per capire quali siano le vie migliori per pensare al futuro».
"Lasciati soli nelle mani dei rom. ci vergogniamo di esser italiani"
Situazione fuori controllo a piazza Conca d’Oro dove rom e pusher la fanno da padroni. Degrado e accampamenti ovunque, persino in uno degli sfiatatoi della metropolitana. I residenti: "Abbandonati e umiliati, ci vergogniamo di essere italiani"
Silvia passa al setaccio la galleria fotografica del suo smartphone. "Ecco, qui si vedono bene gli accampati mentre nascondono sacchi a pelo e coperte nella siepe", dice mostrandoci uno dei tanti video amatoriali che girano nelle chat di quartiere.
Siamo in piazza Conca d’Oro, davanti all’ingresso della metropolitana. Insieme a lei ci sono una decina di residenti. Ognuno ha una storia da raccontare e qualcosa da mostrarci.
"Guardate come si trasforma la piazza a notte fonda", denuncia Marco, carabiniere in pensione. Il suo cellulare contiene un vero e proprio dossier fotografico. Decine di scatti che mostrano i party a base di alcol e spinelli che si consumano davanti agli accessi della metropolitana. Qui a Montesacro la gente è davvero esasperata. I giardini che circondano il metrò sono ormai terra di nessuno. Il degrado si annida in ogni anfratto, dietro ogni angolo, ti segue ad ogni passo.
Nel bel mezzo di un’aiuola campeggia un braciere. Più in là enormi sacchi pieni di scarti alimentari vengono presi d’assalto da uno sciame di mosche. Piccole discariche di indumenti usati e materiale rovistato dai cassonetti affiorano dai cespugli assieme a coperte, materassi, stuoini e tutto l’occorrente per allestire i giacigli notturni. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. Muovendosi attorno alla metropolitana non è difficile imbattersi in escrementi umani, annunciati da un odore nauseabondo. "Passare qui è un supplizio", annota Silvia turandosi le narici. Eppure, stiamo parlando di una infrastruttura edificata meno di dieci anni fa proprio per dare lustro a questo quartiere residenziale.
MimìBeni Culturali Antonio Ligabue, l’urlo dalle pareti di un museo Superando la barriera dei pregiudizi, l'artista arriva a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, nel più bel palazzo del Rinascimento
Nei grandi musei italiani Antonio Ligabue non è mai entrato. Eppure il riconoscimento del suo valore è stato unanime. Ma le convenzioni sono state più forti, e la sua visione solitaria, diversa, anomala lo ha reso un’anima estranea alle finzioni dei conformisti, pronti a seguire le mode.
Ligabue parla della vita, della sua vita, del suo rapporto con il mondo e con la natura. Ligabue urla, come Van Gogh, come Munch. Parla per sé, parla per tutti. L’arte è questo, non quello che decidono i burocrati. Ora, superando la barriera dei pregiudizi,
Ligabue arriva a Palazzo dei Diamanti, e grida dalle pareti di un museo. Non avrebbe potuto pensarlo, nei giorni e nelle notti del suo tempo difficile, disperso nelle campagne, tra solitudine e disperazione.
Lì dove ha rappresentato una festa nella foresta, nei boschi della golena di Gualtieri dove si nascondono gli animali feroci della sua immaginazione infantile, che improvvisamente irrompono tra la golena chiusa e la golena aperta, separate da un argine più basso dell’argine maestro.
La parte chiusa tra i due argini accoglie coltivazioni agricole, quel semplice mondo contadino che Ligabue descrive, con alcune case coloniche e un borgo abitato da “Sabiaroli ” e animali domestici. La parte aperta, verso il fiume, è occupata da folti boschi di pioppo interrotti da macchie di essenze autoctone, laghi formati in cave abbandonate, in cui vivono e si riproducono diverse specie faunistiche e vegetali, quelle reali e quelle immaginate da Ligabue.
Intorno, tra Gualtieri, Boretto e Guastalla, si incontrano l’Isola degli Internati, il Lago azzurro, i Caldarèn, la via Alzaia, la cava del Piattello, mentre, dalla golena, si vedono il profilo delle torri e il palazzo di Gualtieri spuntare dall’argine maestro: trasfigurati li troviamo nei dipinti di Ligabue.
In questi luoghi reali che sembrano immaginari irrompono dalla memoria montagne lontane, torri e castelli di paesi nordici, aquile reali assalgono volpi, tigri sbranano scimmie, leopardi azzannano gazzelle. Poi tutto torna tranquillo in placidi idilli con animali domestici e nella serena vita contadina nei campi. Ciò che più sorprende, in questi racconti, placidi o violenti, sono le tempeste di neve, che si abbattono su fragili slitte che affrontano una Siberia inventata.
Coronavirus in Serie A, l'allarme di Spadafora: «Non so se il campionato arriverà sino in fondo»
ROMA – «Non so se il campionato potrà arrivare sino in fondo, non abbiamo alcuna certezza quest’anno, e di questo deve essere consapevole anche la Lega, che deve pensare a un piano B e C».
Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, ospite de “L’Aria che tira”, su La7, esprime tutte le sue preoccupazioni in merito alla Serie A alla luce dei diversi casi di Covid-19 nelle squadre.
«Una bolla per i giocatori? Ho difeso la linea del protocollo, che funziona se rispettato. E che prevede la bolla. Quando però una società o un calciatore non la rispettano…».
Il riferimento sembra chiaro a Cristiano Ronaldo. «Questi grandi campioni si sentono al di sopra di tutto – è tornato sul caso del fuoriclasse portoghese della Juventus – Quando è andato in nazionale ha violato protocollo, tant’è che è stata aperto un fascicolo alla Procura della Repubblica di Torino, dopo la segnalazione della Asl, che porterà anche all’apertura di un fascicolo sportivo. I campioni devono essere di esempio. Si è arrabbiato anche il presidente Agnelli? Direi ai presidenti di guardare all’interno delle loro società per salvaguardare l’industria calcio».
Spadafora torna anche sul 3-0 a tavolino inflitto al Napoli, criticato anche dal governatore della Campania De Luca: «Se c’è un giudice che ha deciso così, rispetto la sua decisione. Ci sono ricorsi in merito e inviterei De Luca a occuparsi del sistema sanitario campano, che dopo la sua rielezione non ha fatto granché… Il protocollo è stato accettato dalla Lega e dalle squadre, non possiamo cambiarlo ogni volta per tutelare la Juve o il Napoli».
Lucia Azzolina, figuraccia a Otto e Mezzo: non conosce la differenza tra test rapidi e test sierologici
Mani nei capelli. Ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7, nella puntata di martedì 20 ottobre, ecco Lucia Azzolina, l'improbabile ministro dell'Istruzione M5s. Quest'ultima si vanta del buono svolgimento degli esami di Stato in Italia, nonostante il Covid. Dunque la Gruber la difende affermando che "è stata attaccata con una violenza senza precedenti negli ultimi mesi" e Marco Travaglio, ospite in collegamento, annuisce. Poi, il disastro. Parlando della differenza tra test sierologici e test rapidi, la Azzolina, dopo nove mesi di pandemia, dimostra di non averne ancora capito la differenza. Già, il test sierologico è una cosa, serve per verificare la presenza di anticorpi al coronavirus nel sangue, mentre i test rapidi servono ad avere un'immediata e prima conferma alla positività e all'infezione in atto. Ma, povera Azzolina, lei non lo ha ancora capito. Anche se è ministro. Dell'Istruzione. E Twitter si scatena, qui solo alcuni esempi
Roma, incredibile Virginia Raggi: appalti a ditte esterne per mettere etichette e ordinare la cancelleria
Incredibile Virginia Raggi. Con 23 mila dipendenti non trova nessuno in Comune disposto a mettere etichette o spostare penne da una scrivania all’altra. E paga 653 mila euro a una ditta esterna che lo faccia per loro. Lo svela Il Messaggero in edicola oggi 21 ottobre. "L'ultima beffa in Campidoglio - scrive Il Messaggero - Appalti per incollare etichette". Servono dunque ditte esterne per smistare la cancelleria della Capitale perché - secondo l'amministrazione - manca personale idoneo.
"E' tutto annotato in una determina firmata dalla Centrale unica degli appalti di Roma Capitale, la numero 434 del 2020 - si legge nell'articolo - Ci sono 635.703 euro e 56 centesimi messi a bilancio per il servizio integrato di ausilio agli uffici, all'archiviazione e alle attività dedicate al pubblico". Di cosa si occuperanno nello specifico i dipendenti della ditta reclutata con bando: "Passeranno il turno tra la consegna copie di atti, la sistemazione di documenti, la distribuzione di moduli o di materiale di cancelleria e appunto l'applicazione di etichette su documenti e a fini inventatoriali".
Stop al concorso straordinario: sarà una bomba epidemiologica. La protesta dei precari della scuola Esplora: scuola concorso precari insegnanti Condividi:
C'è grande preoccupazione mista a frustrazione tra i docenti precari in vista del concorso straordinario la cui prima prova è prevista per il 22 ottobre. "Chiediamo il rinvio del concorso a tempi migliori al fine di arginare i danni di quello che si configura a tutti gli effetti come una bomba epidemiologica di cui qualcuno prima o poi dovrà rendere conto alle famiglie e agli studenti dai quali torneremo in classe il giorno successivo a fare lezione", si legge su un post del gruppo Facebook "no concorso straordinario durante Covid" con oltre 3.500 iscritti. Il lungo messaggio è stato postato da numerosi utenti che chiedono il rinvio del concorso. Ecco il testo del post.
"Apprendiamo con grande sconcerto, che il Ministero dell'Istruzione, le Regioni e tutte le altre parti coinvolte, completamente della preoccupante quanto , continuino a mandare avanti la procedura “concorso scuola straordinario”, indetto dalla ministra Azzolina che prenderà inizio il giorno 22 ottobre 2020 e che prevederà lo spostamento in massa di migliaia di docenti, sia internamente che esternamente alle regioni.
Nonostante la Ministra continui a proclamare che i concorsi si svolgeranno “in piena sicurezza” ed al massimo con “8 docenti per aula” (spesso il numero non corrisponde a quanto dichiarato) quello che spaventa noi docenti è la miopia riguardo la mobilità che un concorso come questo prevede (il concorso coinvolge oltre 60.000 docenti).
infatti che per raggiungere le sedi concorsuali, spesso fuori regione (numerose classi di concorso sono infatti oggetto di accorpamento territoriale), dovranno sottoporsi a rischiosi viaggi con mezzi pubblici.
Fabrizio Corona, il terrificante video del figlio: "Mio padre non ha il coronavirus, mi picchia e mi dà psicofarmaci"
"Mio padre non ha il coronavirus. E' tutto strumentalizzato per andare contro mia mamma". In una videochiamata, registrata e pubblicata su Instagram da Nina Moric, Carlos Maria fa una serie di confessioni agghiaccianti. Il post della ex modella è accompagnato da una didascalia: "Carlos Maria mi ha chiamato e ha voluto che questo video sia pubblicato, senza nessuno scopo di lucro ma solo per aiutare mio figlio sulla sofferenza che sta vivendo da 3 mesi senza poter dare la sua voce, finalmente è riuscito lui stesso a dire LA VERITÀ". Nella chiamata, il ragazzo appare un po' confuso: "Devo solo migliorare e andare avanti con la mia vita per fare del bene. Sono sotto cura farmacologica dallo psichiatra". A questo punto, incalzato dalla mamma, Carlos dice che il padre gli darebbe psicofarmaci che non dovrebbe prendere e che l'unico motivo per cui torna da lui è "per pietà". Nina Moric gli chiede, poi, se viene picchiato e il figlio risponde: "Sì certo, ma io combatterò sempre contro di lui, per il suo bene".
"Occhio a quelle magliette", Enrico Montesano pronto a portare tutti in tribunale
Enrico Montesano non scherza. Ed è pronto a trascinare in tribunale chi commercializza le magliette con la caricatura del personaggio del film “Febbre da cavallo” (Armando Pellicci, detto er pomata). L’attore romano non sapeva nulla di queste t shirt ed è stata una doccia fredda quando un suo fan lo ha avvisato. Così, tutto finisce nelle mani del suo avvocato, Ivano Chiesa (principe del foro di Milano). “Circolano e sono in vendita t shirt con la stampa di un disegno che rappresenta il personaggio di Montesano nel film Febbre da Cavallo. Tutto a sua insaputa”, racconta Ivano Chiesa. “Enrico ne è venuto a conoscenza tramite un fan che gli ha mandato alcuni messaggi sui social con la foto delle magliette. Ed è gravissimo usare l’immagine dell’attore però commercializzare magliette o altri capi senza che ne sapesse nulla”, continua l’avvocato Ivano Chiesa. Sarà battaglia, a quanto pare perché rimarca:“Se non ci sarà uno stop a questa vendita faremo causa. Non si tratta di un omaggio da parte dei fan. Qui c’è commercializzazione di un’immagine, quella del mio assistito. Non si può fare”. Enrico Montesano, però, non ne parla. Silenzio totale. Tutto in mano al suo avvocato.
Medici sportivi contro governo e Cts: “Nessun dato scientifico giustifica lo stop allo sport giovanile»
Anche i medici sportivi si schierano contro l’ultimo Dpcm, accusando governo e Cts di “ignoranza” sul mondo dello sport. «È assolutamente non condivisibile e addirittura assurdo che l’Italia, su indicazione di parte del CTS, probabilmente non conoscendo l’organizzazione sportiva, sia salita sul podio dell’assurdo per aver bloccato esclusivamente tutta l’attività giovanile nello sport. Scuola e Sport giovanile devono essere allineati! Abbiamo inventato il lockdown dello sport giovanile!». Così il presidente della Federazione medico sportiva italiana, Maurizio Casasco, in una nota.
Il presidente dei Medici sportivi: “Dateci un solo dato scientifico che giustifichi la decisione”
«Non esiste un dato epidemiologico, non esiste un dato scientifico, non esiste alcuna logica per fermare i giovani sportivi e permetterlo agli adulti; semmai per paradosso poteva essere l’inverso», aggiunge il numero uno della Fmsi. Per Casasco, «i mondo giovanile sportivo è infatti essenzialmente provinciale ma le regole richiedono una corretta interpretazione “dell’interesse regionale” che ci si augura possono essere presto fatte».
Fontana contro la Rai: «Pensano di affondare il coltello nel ventre, troveranno l’acciaio»
«Avevo iniziato a girare la Lombardia per presentare il nostro piano di rilancio. E avevo trovato ovunque, anche nelle categorie più colpite dalle difficoltà economiche, una gran voglia di reagire e di ripartire. Di rimettersi in gioco. La cosa mi entusiasmava, avevo il morale a mille. E invece è arrivata questa seconda botta, un’accelerazione fortissima in appena due o tre giorni». Lo dice, intervistato da La Verità, Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.
Fontana: contro di me illazioni inaccettabili
E alla domanda: davvero si sarebbe fatto condizionare nientemeno che dalla ‘ndrangheta per le sue scelte sulla Sanità? Una trasmissione Rai lancia questa accusa, secondo le indiscrezioni già circolate nei giorni scorsi. Fontana risponde: «Queste sono illazioni vergognose fatte per suggestioni incomprensibili e inaccettabili. Mi riservo comunque di agire sia in sede penale che in sede civile».
«Con me non trovano un ventre molle»
Secondo lei come nascono accuse mediatiche di questa pesantezza nei suoi confronti dalla trasmissione Report? Siamo a una campagna con un livello di gravità con pochi precedenti. Il Governatore risponde: «Ah, non so. Forse perché hanno già cavalcato il cosiddetto caso dei camici. Per citare Stalin, pensano di affondare il coltello nel ventre. Ma non trovano un ventre molle, trovano l’acciaio».
Perché la situazione epidemiologica in Italia è meno grave del previsto
L’Italia, così come l’Europa intera, è alle prese con la seconda ondata della pandemia di Covid-19. Da settimane ormai la curva epidemiologica ha superato ogni livello di guardia, spingendo i governi ad attuare misure più o meno restrittive, come la chiusura anticipata di alcune attività commerciali e il coprifuoco imposto nelle ore notturne. Prendendo in considerazione il contesto italiano, i bollettini quotidiani riportano cifre mai viste, con oltre 10mila nuovi casi al dì.
Due sono le chiavi di lettura date a numeri del genere: c’è chi sostiene che il sistema sanitario rischia di collassare e chi, invece, sottolinea come vi siano più pazienti positivi al virus perché sono aumentati i tamponi, e quindi la nostra capacità di scovare i malati “sommersi” che nei mesi scorsi non prendevamo in considerazione. In ogni caso è interessante dare un’occhiata a come i media stranieri affrontano il tema della seconda ondata.
In Germania, ad esempio, c’è un’infografica della Bild ripresa da Bz Berlin che fotografa la situazione epidemiologica del continente europeo. Quasi tutti gli Stati sono marchiati di un rosso acceso, tranne la Svezia, qualche nazione balcanica e la Germania (alcune zone da tenere sotto controllo). Questo, secondo la legenda, significa che praticamente ovunque il numero di nuovi infetti per 100.000 abitanti ha superato la soglia dei 50.
Coronavirus e contagi a scuola, Il Domani stana la Azzolina: nemmeno lei conosce i dati
Il Domani stana la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Non aveva alcun numero attendibile sulla scuola. "Nemmeno la Azzolina - scrive il quotidiano - conosce i dati sui contagi a scuola. Il ministero - si legge - ha assicurato che studenti e insegnanti sono al sicuro ma le informazioni sui focolai sono basate su questionari inutilizzabili". Dunque tutti a casa con la seconda ondata di coronavirus? Quando la ministra ha dichiarato che i contagi erano lo 0,08% degli studenti si riferiva a questionari che lei ha chiesto ai presidi di inviarle di tanto in tanto e che non rappresentano un campione statistico reale, visto che sono affidati alla buona volontà. Quel dato che risale al 10 ottobre (perché vengono inviati di tanto in tanto) per altro era molto superiore alla percentuale di contagio della popolazione nazionale che era a quel giorno dello 0,05%
La sai l’ultima? Palestre a rischio, ma club per scambisti aperti. “Purché mantengano la distanza sociale”
La “mascherina” l’hanno indossata spesso, anche in epoca pre Covid. Ma non è la stessa che si intende di questi tempi. Sono tempi meno duri del previsto per le coppie che tentano di emulare Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut. In Italia, frequentano i cosiddetti club per scambisti. Circoli che però sono rimasti clamorosamente aperti. Scampati persino ai Dpcm di Giuseppe Conte.
L’esempio del club di scambisti di Bologna
Così è frequente sui giornali locali, leggere notizie come quella di oggi. A Bologna, è stato sanzionato dai carabinieri di Altedo, nell’ambito dei controlli anti Covid, il titolare di un club per scambisti perché non aveva rispettato il distanziamento tra i clienti seduti e stipati all’interno di una sala da pranzo.
È solo l’ultimo episodio in ordine di tempo. Un provvedimento analogo è stato preso un mese fa a Roma, a Testaccio, per un altro club di scambisti. La motivazione è sempre la stessa. Il mancato distanziamento sociale. Il che, ovviamente, rappresenta un paradosso. Un circolo che fa della sua ragione sociale la promiscuità e l’accoppiamento, come fa a rispettare il distanziamento sociale? Paradossi dell’epoca del governo rossogiallo.
"Ha nascosto i verbali all'Ue?". Ora Conte è messo alle corde
Dopo il ricorso in tribunale, la gestione della prima ondata di coronavirus e il 'Piano secretato' arrivano a Bruxelles. La Sardone: "L'Europa sapeva?"
Il “Piano segreto” anti-Covid approda a Bruxelles. Dopo le rivelazioni contenute nel “Libro nero del coronavirus” (clicca qui) e il ricorso al Tar contro il ministero della Salute, ora la Commissione Ue viene investita della questione e dovrà rispondere sull’esistenza (e sul contenuto) di quel documento “mai reso pubblico”.
A presentare l’interrogazione prioritaria è Silvia Sardone, eurodeputata leghista e consigliera comunale a Milano. L’obiettivo è quello di “far luce sul documento segreto su cui il governo si è basato per guidare le sue scelte durante i mesi più difficili della pandemia”.Tutto nasce dall’intervista rilasciata in aprile da Andrea Urbani, dirigente del ministero della Salute e membro del Cts, in cui evocava l’esistenza di un “piano secretato” che avrebbe guidato le scelte degli esperti e dei politici nei drammatici giorni di febbraio e marzo. Un documento tenuto “riservato”, e mai presentato ufficialmente né ai cittadini né al Parlamento, in cui erano contenuti numeri sui contagi da far paura.
Dopo le dichiarazioni di Urbani, la politica e i media si scatenano. I governatori si dicono sconcertati dal fatto che l’esecutivo abbia agito alle loro spalle. Le opposizioni chiedono al governo di spiegare. E i giornali fanno di tutto per provare a ottenere il documento. Possibile che il governo sapesse dei rischi che correva l’Italia e non lo abbia comunicato a nessuno? Roberto Speranza, chiamato dal Copasir a chiarire la questione, inizia allora a derubricarlo a “studio di previsione”. Nessun “Piano” con cui contrastare il contagio, dunque: solo una analisi.
Ogni giorno si rompono 200 bus. Ecco l'Atac "risanata" dalla Raggi
L’Atac che la sindaca di Roma Virginia Raggi dice di avere “risanato” è più malata che mai. Ogni giorno si fermano più di duecento autobus per guasti vari, scrive Repubblica. La moria dei mezzi si ripercuote su pendolari e studenti che usano il servizio e che nelle ore si punta si accalcano sui pochi bus a disposizione col rischio di beccarsi il Coronavirus. Altro che capienza all'80 per cento.
Ieri mattina solo dall'inizio delle corse alle 9 si "sono fermati 234 autobus. Una cifra più o meno costante ogni giorno", è il conto dei sindacalisti della Filt Cisl sentiti dal quotidiano. L'ora di punta diventa un inferno e i mezzi vengono riparati, quando è possibile, a matttinata inoltrata quando ormai non servono più. "Uno scandalo. Questi lavori andavano fatti in estate, quando i mezzi non giravano e si potevano riparare con tutta calma. Invece Atac ha preferito mandare in cassa integrazione al 50% metà del personale operaio e poi in ferie. Adesso i guasti non si possono riparare perché i mezzi servono", dice Roberto Ricci, segretario della divisione Mobilità della Filt Cisl Lazio.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, basta guardare in che condizioni si viaggia prima delle 9 del mattino. E in tram non va meglio. A Roma per mancata manutenzione sono passati da 78 a 65.
Azzolina partigiana vuole "Bella Ciao" a scuola: "Patrimonio d'Italia". Sconcerto di FdI
Mentre la scuola è perennemente a rischio a causa dell'emergenza Covid, la. ministra Lucia Azzolina difende la canzone partigiana "Bella Ciao". Fa parte del patrimonio culturale italiano, noto a livello internazionale, tradotto e cantato in tutto il mondo. È un canto che diffonde valori del tutto universali di opposizione alle guerre ed agli estremismi", sottolinea la ministra dell'Istruzione, rispondendo ad un'interrogazione del deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.
La richiesta dell'esponente di Fdi trae spunto dalla notizia che "presso le scuole medie dell’istituto Ottaviano Bottini di Piglio, l'insegnante di musica" ha assegnato "da eseguire Bella Ciao simbolo della Liberazione che abbiamo festeggiato il 25 aprile, ignorando che, mentre tale data rappresenta oggettivamente la liberazione dell’Italia dalla dittatura e dall’occupazione nazista, l’inno partigiano è divisivo perché rappresenta –appunto– una parte politica ben definita, purtroppo protagonista anche di violenze efferate e ingiustificate, anche nei confronti di civili, preti, donne e bambini".
Luca Zaia su Giuseppe Conte, Fedez e Chiara Ferragni: "E pensare che mi prendevano in giro..."
Giuseppe Conte ha chiesto aiuto a Fedez e Chiara Ferragni per trasmettere ai giovani il messaggio dell’importanza della mascherina per contrastare la seconda ondata di coronavirus. La telefonata del premier al cantante e all’imprenditrice digitale ha fatto scalpore, al punto che è diventata una notizia di rilevanza internazionale: in molti stanno plaudendo al presidente del Consiglio per aver deciso di coinvolgere i maggiori influencer italiani nella battaglia contro il Covid, alla quale tra l’altro i Ferragnez hanno offerto un contributo molto più importante di tanti politici ed esperti, sporcandosi le mani direttamente durante il lockdown e spendendosi in prima persona per la costruzione di una terapia intensiva. Luca Zaia ha approfittato del successo che ha riscosso questa iniziativa di Conte per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “ViralVeneto è pronto a tornare più aggressivo, soprattutto nei confronti dei ragazzi. Quanto mi hanno preso in giro per questa cosa, vedo però che sono stato un apripista a livello nazionale. Mi sbeffeggiavano perché siamo stati i primi a coinvolgere gli influencer per promuovere l’uso delle mascherine e venivamo presi in giro. Adesso vedo che è una roba normale, interessante…”. Inoltre il governatore con una punta d’orgoglio ha sottolineato che “noi su Instagram siamo i più seguiti, tra l’altro senza spendere un centesimo in pubblicità, tutto merito del volontariato”.
Stop agli ex comunisti. E il Dpcm di Conte è meno duro
Ecco i dati sul coronavirus di ieri in Italia. E provo a darveli in un modo diverso dal solito. Dal Piemonte alla Sicilia hanno avuto il timore di essere stati contagiati 146.541 italiani, un piccolo esercito che è riuscito ad accedere al tampone. Per fortuna per il 92% di loro si è trattato di un falso allarme: 134.836 italiani erano negativi a quel test.
Solo l’8 per cento- pari a 11.705 casi- è invece risultato positivo e ora deve affrontare il tunnel della malattia con tutti i suoi rischi e le difficoltà connesse. Secondo il presidente dell’Iss, Franco Locatelli, però i due terzi dei positivi - circa 8 mila di quei casi - non ha alcun sintomo della malattia. Può incrociare le dita e se le cose vanno bene sviluppare gli anticorpi senza stare male, e fra un po’ di giorni affrontare questi tempi di paura con una invidiabile serenità. Un terzo di loro invece- circa 3.900 persone- ha i sintomi del virus qualcuno in modo lieve, altri in modo più preoccupante. Per loro bisogna pregare e confidare ovviamente nelle cure che i nostri medici sapranno fornire. Oggi in modo più appropriato di quel che non avvenne a febbraio e marzo, perché per fortuna nella lotta al virus si è fatto qualche passo in avanti. Nei mesi più difficili della primavera si facevano molti meno tamponi di oggi (un terzo circa quando si è andati a ritmo pieno), la percentuale di positivi era assai più alta (fra il 30 e il 40%), erano tutti sintomatici e i malati gravi assai più di ora. Certo, bisogna stare attenti al trend perché è in forte crescita. Ma anche tenere conto che ad oggi risulta essersi ufficialmente contagiata solo da febbraio solo lo 0,68% della popolazione italiana. Il che significa che ogni giorno il rischio di trovare il virus in una delle persone che incontriamo è bassissimo: non ci sono numeri da peste nera come quelli delle epidemie secolari. Prudenza è necessaria (e gli italiani ne usano tanta checché se ne dica), ma il terrore non è davvero giustificato dai numeri qui elencati.
Sembra da quel che è avvenuto nelle ultime ore che questa consapevolezza della realtà l’abbia anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Chi legge queste righe sa che su molti argomenti siamo stati spesso critici sulle scelte di chi guida il governo, ma in occasione di questo dpcm bisogna riconoscere a Conte di avere saputo fare da argine a molta irrazionalità che stava dilagando nella sua maggioranza, e in particolare nel Partito democratico e in Leu con il suo ministro della Salute, Roberto Speranza. A sentire loro bisognava chiudere tutto e sigillare quelle che considerano «attività non necessarie». Ora posso pure capire che in guerra sotto le bombe uno debba preoccuparsi prima di tutto di trovare un tozzo di pane con cui sfamarsi e i farmaci per tenersi in salute, e tutto il resto può sembrare in quelle condizioni superfluo. Ma non siamo in guerra, e nelle ipotesi tranchant che sentivo circolare in questi giorni c’era più moralismo pauperista che ragionevolezza: e allora metti i sigilli a palestre, centri estetici, parrucchieri e poi pure di fatto ai locali dove bere qualcosa e provare il piacere del cibo e di un po’ di compagnia. Non a caso la linea dura veniva proprio dalle fila degli ex comunisti che ce l’hanno sempre avuta con chi spende i soldi come con chi li guadagna in quel modo (commercianti).
Scuole chiuse in Campania, dura lettera dei presidi alla Azzolina: “Mancano prof, banchi e tamponi”
“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”. Questa, a quanto si apprende, la posizione ribadita dalla Ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro di stamani con le Regioni. Per le secondarie di secondo grado (superiori) una parte di didattica digitale “è già presente”, ha ricordato. Sulla differenziazione degli orari le Regioni chiedono al Governo di organizzare eventuali adattamenti per le scuole di secondo grado. Nel caos totale, la ministra, dunque, prova a giustificare le sue scelte, perfino quelle più bizzarre come i banchi a rotelle, e scarica le colpe sugli enti locali.
Intanto, in Campania, scatta la protesta dopo la decisione del governatore De Luca di chiudere le scuole per almeno due settimane. Se a De Luca si contesta la decisione, alla ministra Azzolina, in una lettera firmata da 130 presidi, si ricorda che in Campania manca un po’ di tutto, dai docenti ai banchi, per non parlare dei tamponi per gli studenti.
ILCORTO.EU
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