Ivaccini antinfluenzali nel Lazio non ci sono. E Fratelli d'Italia presenta il conto a Zingaretti e D'Amato. Il capogruppo FdI in consiglio regionale, Fabrizio Ghera, ha presentato un'interrogazione al Presidente della Regione Zingaretti e all’Assessore alla Sanità D'Amato "per sapere quali ragioni hanno determinato il grave ritardo nell’avvio della campagna di vaccinazione a fronte dell’emergenza pandemica in atto e, quindi, dell'esigenza di adottare le opportune e precauzionali misure anche con specifico riferimento ai soggetti indicati nell'ordinanza del Presidente della Regione".
Nonostante gli annunci, infatti, nella nostra regione la campagna antinfluenzale non è ancora partita. Anzi, a onor del vero, non ci sono proprio i vaccini. "Alla data odierna si registra un grave ritardo in quanto non sono ancora disponibili le 400.000 dosi annunciate dall’Assessore alla Sanità della Regione che ha più volte spostato in avanti la data della presunta consegna, rispetto a quella originaria fissata al 15 settembre - scrive Ghera - infatti, a fronte della data del 15 settembre indicata dalla predetta ordinanza per l’avvio della campagna di vaccinazione, l’Assessore ha prima annunciato la distribuzione dei vaccini a partire dal 24 settembre, e successivamente al 1 ottobre.
Ormai è sempre più chiaro: nel Movimento 5 Stelle è in corso una profonda autocoscienza rispetto ai messaggi e gli intendimenti della fase originaria. Lo dimostra, senz’altro, la scelta delle alleanze per governare. Ma lo conferma, ad esempio, anche un passaggio durante un collegamento con “NSL Radio e Tv” di Roberta Lombardi, capogruppo M5S al Consiglio Regionale del Lazio e nome forte della storia del pentastellata. Interpellata, sulla questione dello stipendio di Tridico, Lombardi ha detto: “aveva uno stipendio di circa 60mila euro l’anno, non so per quale motivo fosse così basso quando il tetto massimo per legge è di 240mila. Io vorrei sfatare un po’ di pauperismo grillino, il lavoro di responsabilità va pagato. Una persona che si assume grosse responsabilità deve avere il giusto riconoscimento economico”.
Dunque, ecco che quel “sfatare il pauperismo grillino” indica forse la fine di un mondo fondato su certi dogmatismi, o semplicemente l’inizio di un altro. Che magari sarà sancito dagli Stati Generali che la Lombardi, sempre ai microfoni de “Gli inascoltabili”, definisce “un momento di transizione per noi. Gli Stati Generali ci serviranno per definire una serie di questioni principali e risolutive per capire che cosa vogliamo fare da grandi: andare sempre da soli, a parte questa parentesi attuale, oppure decidere di perseguire comunque i nostri programmi e governare con chi ci sta”. Arrivando a questioni più territoriali, Lombardi spiega: “io sindaco di Roma? Sto benissimo in Regione, ho un mandato in corso e onoro l’impegno che ho preso.
Promessa mantenuta. Francesco Totti è arrivato senza clamore all’ingresso del CEMI del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS con un solo obiettivo: mantenere la promessa di venire fatta a Ilenia Matilli, la giovane diciannovenne vittima lo scorso dicembre di un gravissimo incidente stradale costato la vita alla sua migliore amica e da mesi ricoverata presso l’Unità Operativa di Neuroriabilitazione ad Alta Intensità del Policlinico.
Grazie ai trattamenti innovativi eseguiti dall’equipe di Neuroriabilitazione del Gemelli diretta da Luca Padua, direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa all’Università Cattolica, campus di Roma, la giovane si è risvegliata dal coma. Un ruolo importante in questo risveglio lo ha avuto il suo idolo, il capitano della Roma Francesco Totti, che su invito dei genitori di Ilenia gli aveva recapitato un videomessaggio. Ilenia, sentendo la sua voce, aveva dato segnali di recupero confortanti e chiesto, con l’ausilio di una lavagna che al momento l’aiuta a «esprimersi» scrivendo le frasi con le sue dita, di incontrarlo in reparto.
Per circa un’ora Totti si è intrattenuto con Ilenia, in completo giallorosso, dialogando e scherzando. Ne è seguito un invito a cena quando Ilenia potrà far ritorno a casa. Ad aiutare Ilenia nella scrittura sulla lavagna la neuropsicologa Giulia Fredda, suo angelo custode nelle quotidiane terapie assicurate presso l’innovativa «cava immersiva multisensoriale» del reparto di Neuroriabilitazione ad alta intensità. «Le emozioni - ha spiegato Luca Padua - sono le migliori connessioni. A Ilenia abbiamo attuato un preciso protocollo che prevede la sinergia tra terapia farmacologica e paradigmi sensoriali.
La storia infinita. Quella tra il Codacons e i Ferragnez. L'associazione dei consumatori ha deciso di denunciare Chiara Ferragni per blasfemia e offesa al sentimento religioso. Il motivo? Un'immagine, realizzata da Vanity Fair dopo un'intervista, che ritrae l'influencer come una Madonna e che - secondo il Codacons - "ha generato indignazione e raccapriccio nell’opinione pubblica e sul web". Non è la prima volta che Ferragni e marito vengono presi di mira da quest'associazione, tant'è che il rapper ha commentato la vicenda su Instagram con un "Mi erano mancati". Durante il periodo Covid, per esempio, il movimento dei consumatori li aveva denunciati per una raccolta fondi, organizzata attraverso la piattaforma Gofundme, per l'attivazione di una nuova terapia intensiva.
Questa volta sotto la lente del Codacons c'è solo Chiara Ferragni. "Presentiamo un esposto alla Procura della Repubblica e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini affinché intervengano su quella che non è una provocazione, ma una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere", hanno spiegato. Secondo l'associazione, l’immagine che raffigura la popolare influencer nei panni di una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi "sfrutta la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria ‘macchina da soldi’". Il Codacons, poi, ha fatto sapere che l'esposto è stato inviato anche a Papa Francesco affinché si pronunci contro "tale squallida e inutile provocazione".
Sono dieci i migranti positivi al coronavirus fra i 125 sbarcati venerdì ad Olbia dalla Alan Kurdi. Sono ospitati temporaneamente nella stazione marittima e in un altro edificio portuale. I risultati dei tamponi cui sono stati sottoposti i migranti al loro approdo in Sardegna sono arrivati oggi. La Prefettura di Sassari ha predisposto un piano per il trasferimento dei 115 migranti negativi al covid. Saranno ospitati in strutture di accoglienza dislocate nelle quattro province sarde. Lì trascorreranno il periodo di quarantena.
Alan Kurdi, 10 migranti positivi
I 10 migranti positivi, tutti asintomatici, sono stati immediatamente isolati in tende. Saranno poi trasferiti in una struttura messa a disposizione dalla Curia, a Olbia. Qui saranno assistiti dal personale medico dell’Azienda tutela della salute della Regione Sardegna. Nonché dai volontari della Croce rossa. E tutto ciò fino a quando non si saranno negativizzati al Covid. Al termine della quarantena, come ha già detto la ministra dell’Interno dei 125 migranti 100 saranno accolti da altri Paesi europei. Gli altri 25 resteranno in Italia.
“Lei si sente il male assoluto? Oppure fa comodo a un certo tipo di sistema dire ‘eccolo lì, è lui il mostro’”. Inizia con questa domanda di Massimo Giletti il faccia a faccia con Luca Palamara. A Non è l’Arena va in scena tutta la verità del pm indagato, le cui chat (raccolte in circa 60mila pagine) hanno generato uno scandalo che sta travolgendo la magistratura. “Non ho inventato io il sistema delle correnti - è la risposta di Palamara - identificare me è un’operazione che potrebbe far comodo a qualcuno. Si parla di una mia rete, che riesco ad arrivare dappertutto, in realtà il mio ruolo era quello di mediare tra le varie correnti. Il Csm è il luogo in cui occorre necessariamente una mediazione per certe nomine. Oggi si demonizza tutto ciò, ma questo sistema ha prodotto Greco a Milano, Gratteri a Catanzaro, Amato a Bologna, il meglio degli inquirenti in Italia”.
Allora Giletti gli chiede di approfondire il modo in cui venivano scelti i procuratori della Repubblica: “La valutazione non è suggerita dalla politica, ma è interna al Csm. Quindi occorreva una mediazione, che richiedeva incontri e colloqui fuori dal Csm, ma poi si concretizzava nell’unica sala deputata alle nomine”. Mediazione che Giletti definisce una sorta di guerra tra bande, almeno nella percezione comune: “I posti dei procuratori sono molto ambiti - spiega Palamara - perché sono posti di potere. È vero che il nostro sistema delle correnti penalizza chi non appartiene a nessuna di esse. Le chat dicono che il sistema premia chi appartiene alle correnti. Sono una scorciatoia, se dicessi il contrario direi una bugia”.
“Abbiamo abolito la povertà, noi siamo il vero cambiamento”. Due anni fa, in una serata di fine settembre, l’allora vicepremier Di Maio si affacciò trionfante dal balcone di Palazzo Chigi - insieme a tutti gli altri ministri grillini - per festeggiare il via libera alla manovra che consentiva di rendere operativo il reddito di cittadinanza, con una copertura di 8-10 miliardi. Una misura che alla prova dei fatti si è rivelata la più grande operazione clientelare nella storia della Repubblica, non ha abolito la povertà e fatto piovere invece denaro su boss mafiosi, ex terroristi, truffatori e su ogni risma di furbetti da divano. Ora perfino Conte si è accorto che il sussidio grillino partorito dal genio di Tridico “rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità”, e pretende una soluzione entro sei mesi per rendere operative le leggendarie politiche attive per il lavoro che con l’Anpal dei navigator non sono mai partite.
In effetti il reddito di cittadinanza, oltre che un disincentivo a trovarsi un lavoro regolare e un formidabile incentivo a procacciarsene uno in nero, ha fallito proprio il suo obiettivo prioritario, quello assistenziale, visto che ha raggiunto 2,8 milioni di persone, un numero decisamente inferiore rispetto ai 4,6 milioni di italiani in povertà assoluta certificati dall’Istat. Non solo: la forbice tra i single che hanno percepito il reddito e le famiglie numerose è stata ancora più ampia, con il 39,7 per cento dei nuclei coinvolti composto da una sola persona, mentre meno del 10% da 5 o più componenti. Di conseguenza, il 31,2 per cento delle risorse è stato destinato ai single, mentre solo il 12,3 per cento alle famiglie numerose. Un sussidio ingiusto, strabico e squilibrato, insomma, su cui è peraltro mancata qualsiasi forma di controllo, e che Tridico ha cercato inutilmente di difendere anche con la diffusione di dati a dir poco fuorvianti: a fine 2019, sulle orme dell’annuncio del suo personale navigator, Di Maio, il presidente dell’Inps infatti sostenne che grazie al reddito di cittadinanza la povertà assoluta era stata ridotta del 60 per cento: una cifra che però non trovava riscontro neanche nelle previsioni ufficiali dell’Inps.
Riscrive la storia, Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d'Italia è stata eletta presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti europei (ECR), ed è il primo politico italiano a diventare presidente di un partito a Strasburgo. La sua indicazione è stata approvata all’unanimità nella riunione del Consiglio del partito lunedì, dopo le elezioni. Un altro piccolo ma significativo record personale: la Meloni è attualmente l'unica donna leader sia di un partito politico europeo che di un importante partito. Da destra, quasi uno schiaffo morale al presunto "femminismo" di tanti partiti progressisti italiani ed europei che strombazzano "quote rosa" e "pari opportunità" e che, di fatto, continuano a considerare le donne in politica una bandierina o, peggio, uno specchietto (tv) per allodole.
Per la Meloni, che ha iniziato la sua carriera politica giovanissima, a 15 anni, ed è entrata in Parlamento con Alleanza Nazionale nel 2006 prima di transitare con tutto il partito nel Pdl e fondare poi FdI nel 2012, la consacrazione europea è un ulteriore passo verso l'affermazione in patria: un ruolo di primo piano in Europa, fondamentale per le relazioni internazionali e i processi decisionali dell'Unione, è presupposto necessario per chi, sotto sotto, ambisce a concludere la scalata a Palazzo Chigi, contro ogni pronostico.
Il direttore de Il Tempo Franco Bechis inchioda il presidente dell'Inps Pasquale Tridico e zittisce il giornalista de Il Fatto Quotidiano Peter Gomez che alla fine ammette: “Questo non lo sapevo” . Nel corso di Non è l’Arena di Massimo Giletti, va in scena su La7 lo scontro: Bechis fa una ricostruzione precisa sull'affaire stipendio del capo Inps che smentisce quella del collega del Fatto. L'intero e appassionante botta e risposta viene riportato sul sito 7Colli.it: “I fatti non sono andati come racconta Gomez - sottolinea Bechis - Questa è la delibera n. 2 del 22 aprile 2020 del cda dell’Inps, firmata Pasquale Tridico, che determina l’aumento del suo stipendio. Lui ha detto di non essersi aumentato lo stipendio, invece è stato lui. C’è la sua firma sotto”, dice il direttore del Tempo mostrando le carte.
“Demanda al governo, al decreto interministeriale, solo la decisione su quando far decorrere l’aumento. La finanzia con un taglio delle spese della manutenzione anche delle macchine sanitarie dell’Inps, l’ideale in piena pandemia, era il taglio giusto da fare. Ma la finanzia già nel 2019. Quindi lascia la decisione al governo, ma si era precostituito i risparmi per avere l’aumento retroattivo”. Insomma le carte inchiodano il capo dell'Inps sul caso stipendio raddoppiato.
La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, si prende gli applausi interessati con dichiarazioni ad effetto e, dopo, si rimangia tutto. Lo testimonia il cambio di rotta sul superamento del Trattato di Dublino, quello in base al quale i migranti devono restare nel paese di primo ingresso.
La giravolta di Ursula von der Leyen
La reginetta d’Europa, dopo aver, nei giorni scorsi, garantito l’abrogazione del Trattato di Dublino con susseguente obbligo di ricollocamento dei migranti, per quote, in tutti i paesi dell’Unione, con annesso onere di verifica della situazione giuridica dei richiedenti asilo, a seguito di colloqui con i suoi colleghi che contano, leggi in primo luogo la Cancelliera della Germania Angela Merkel, si è prodotta in una giravolta che neanche una ballerina della Scala sarebbe in grado di esibire.
Risarcimento danni in denaro
Ursula, senza nessun apparente ritegno, ha comunicato che quella modifica che aveva annunciato non si farà, non si farà probabilmente mai, fatto salvo in caso di rifiuto di redistribuzione l’obbligo di un non meglio identificato risarcimento danni in denaro. Non quantificato e soprattutto non quantificabile.
Sorpresa: una famosa scrittrice di libri scolastici, autrice di una delle diverse vignette di un libro scolastico per le elementari col testo “politicamente scorretto”, è antifascista, partigiana ed ebrea. Dopo il caso del libro della “Raffaello”, che faceva dialogare due bambini con uno dei due che parlava male l’italiano, si scopre che quelle vignette erano ispirate da quelle di una scrittrice al di sopra di ogni sospetto, in fatto di razzismo. “Sei nera o sei sporca?”, fa chiedere la scrittrice ed educatrice di sinistra Lucia Tumiati a un bambino di colore. Apriti cielo, polemica, scandalo, dopo una lettura superficiale e rozza del metodo didattico, antorazzista, utilizzato dalla stessa scrittrice.
Che già qualche anno fa, con una lettera a Repubblica si difendeva così dall’ipocrisia di sinistra su alcune frasi di un dialogo tra bambini, neri e bianchi, che tanto avevano scandalizzato il quotidiano.
La lettera di Lucia Tumiati a “Repubblica” nel ’97
“Salve, sono Lucia Tumiati, autrice del libro ‘Caro bruco capellone’ (Mondadori), ripubblicato nel ’96 dalla Giunti col titolo ‘Caro librino mio’ e da cui presumo sia stato ripreso, non so quando, non so da chi, il breve racconto citato. Sono antifascista, antirazzista, ex partigiana, di madre ebrea, sono nota – nella letteratura per l’ infanzia – per essere ossessivamente impegnata nell’antirazzismo, ma non da ora, come molti radical-chic o buonisti, ma dagli anni in cui scrivere quel che scrivevo (e scrivo) era un modo per essere esclusa da certi circuiti catto-ministeriali. Rodari, Argilli, Lodi e qualcun altro, pochi, fra i quali io, siamo fra gli autori moderni più “impegnati” e innovatori. E lei mi dà di razzista? Da non credere. Provi ad avere la volta prossima, se le capita, l’ umiltà di informarsi e soprattutto di capire un racconto scritto per un bambino di 5 anni…”.
Alberto Zangrillo, collegamento con Non è l'Arena su La7, replica alla provocazione del collega Pier Luigi Lopalco: "Colgo la provocazione, ma mi mantengo pacato riguardo quanto maliziosamente ha cercato di dire il professore Lopalco". Queste le parole con cui esordisce il primario di Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano nella puntata di domenica 27 settembre della trasmissione di Massimo Giletti. "Innanzitutto voglio specificare che a differenza sua conosco la politica ma amo il mio mestiere".
Non solo, perché Zangrillo rivendica anche i suoi lavori in piena emergenza coronavirus: "Io da marzo ad oggi ho pubblicato una quarantina di lavori, lui uno. Quindi - arriva al punto - le sue insinuazioni che io sono lontano dalla scienza sono bizzarre e fatte per suscitare la polemica".
"Io da marzo ad oggi ho pubblicato una quarantina di lavori, lui uno". Alberto Zangrillo, collegamento con Non è l'Arena su La7 nella puntata di domenica 27 settembre, replica alla provocazione del collega Pier Luigi Lopalco: "Le sue insinuazioni che io sono lontano dalla scienza sono bizzarre e fatte per suscitare la polemica". E' ancora scontro tra i due medici e il professore del San Raffale coglie l'occasione durante la trasmissione di Massimo Giletti per rispondere forte e chiaro all'epidemiologo: "Colgo la provocazione - sottolinea - ma mi mantengo pacato riguardo quanto maliziosamente ha cercato di dire il professore Lopalco". E ancora: "Innanzitutto voglio specificare che a differenza sua conosco la politica ma amo il mio mestiere". Poi la bordata con la quale rivendica anche i suoi lavori in piena emergenza coronavirus: "Io da marzo ad oggi ho pubblicato una quarantina di lavori, lui uno".
Beppe Grillo ci ha provato, fallendo. L'iniziativa del fondatore del Movimento 5 Stelle di mettere in vendita una pietra pomice "per ripulire il cervello" non è passata inosservata. "Voleva fare il brillante vendendo su eBay la pietra pomice dell’'elevato' a 1000€ - cinguetta una trionfante Daniela Santanchè - espulso!". Per la senatrice di Fratelli d'Italia non ci sono dubbi: "Grillo non fa più neanche ridere e il vero trucchetto alla Vanna Marchi lo fece quando parlò di 'movimento di puri' dalle regole ferree: vedi Tridico e Appendino".
I riferimenti non sono puramente casuali. La pitonessa ricorda il controverso aumento di stipendio di Pasquale Tridico che, in piena estate, ha visto aumentare i guadagni da 62 a 150 mila euro. Come dimenticare poi Chiara Appendino, grillina di prim'ordine condannata per falso ideologico in atto pubblico.
Mezzo governo o quasi è fuori legge. E non una legge qualsiasi, ma una legge bandiera di M5s e Pd, i due principali soci dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte: quella sul conflitto di interessi. Vorrebbero farne una nuova, ma intanto non rispettano manco i piccoli obblighi previsti da quella in vigore. L'amara sorpresa viene dalla nuova relazione semestrale dell'autorità Antitrust (Agcm) sul conflitto di interessi appena inviata alle due Camere: ben 134 familiari dei 68 ministri e sottosegretari attualmente in carica (premier compreso) si sono rifiutati di inviare all'autorità nonostante numerosi solleciti le proprie dichiarazioni patrimoniali che per legge invece sono “dovute”.
Non sono elencati i nomi dei nuclei familiari che hanno violato la legge, perché la loro privacy è garantita dall'autorità. Come peraltro è garantite per i 174 familiari di ministri e sottosegretari che invece hanno ottemperato all'obbligo di legge trasmettendo tutti i propri dati patrimoniali: possesso di immobili, quote di partecipazioni in società, cariche ricoperte, beni mobili posseduti a titolo di investimento. Non un particolare in questi mesi è sfuggito alle strette maglie dell'antitrust, non una fuga di notizie è capitata come per altro era accaduto anche con precedenti governi: proprio per questo non si comprende perché il 44% dei familiari obbligati a svelare il proprio patrimonio abbia sfidato la legge pur di tenerlo segreto. Che hanno da nascondere?
Solo una settimana fa il reggente del Movimento 5 stelle Vito Crimi con tono imperioso annunciava la prossima presentazione di una legge severissima sul conflitto di interessi: ecco, magari nel frattempo potrebbe darsi da fare per fare rispettare almeno ai suoi se non proprio agli alleati la legge che c'è ed è in vigore. Non è il caso personale dello stesso Crimi, che la dichiarazione patrimoniale l'ha presentata come parlamentare, stesso obbligo assolto dalla compagna deputata del M5s, Paola Carinelli. Ma proprio questo caso indica perché sia importante non violare la legge su questo punto. La Carinelli infatti assolvendo l'obbligo, denuncia la titolarità di una quota rilevante di due aziende, una delle quali è quella fondata dalla sua famiglia, la Biochim srl (che controlla totalmente anche la Coslab tecnologia cosmetica srl). E' una azienda importante del settore cosmetico specializzata in prodotti naturali e con l'emergenza Covid ha iniziato a produrre anche gel per le mani che potrebbe servire come il pane anche alla pubblica amministrazione. Ai fini del possibile conflitto di interesse (che non c'è al momento) quindi questa è una informazione importante.
La Regione posticipa per la terza volta la data per il via alla profilassi
Adulti e vaccinati. Ai ritardi: almeno 2 settimane di slittamenti per l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale nelle Asl, mentre ancora manco si conoscono le date di consegna delle prime scorte nelle farmacie, dove già si registra la caccia alle dosi con la corsa alle prenotazioni. Eppure era stata la stessa Regione Lazio, con un’ordinanza firmata il 17 aprile scorso dal presidente Nicola Zingaretti, a mettere in allarme “tutti i cittadini over 65 anni e tutto il personale sanitario”, chiamati a rispettare l’obbligo della vaccinazione “a decorrere dal 15 settembre 2020 in concomitanza con l’inizio della campagna di vaccinazione regionale. La mancata vaccinazione per il personale sanitario comporterà l’inidoneità temporanea allo svolgimento della mansione lavorativa. La mancata vaccinazione per le persone ultra 65 anni comporterà l’impossibilità di accedere a centri anziani o altri luoghi di aggregazione che non consentano di garantire il distanziamento sociale”.
Una settimana dopo quel termine, invece, mercoledì 23 l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha rimandato l’arrivo della prima consegna all’indomani: “Dal 24 settembre saranno distribuite le prime 400 mila dosi del vaccino antinfluenzale alle Asl”. Ed ora l’ennesima posticipazione di un’altra settimana: “Si parte il primo ottobre”, annuncia Antonietta Spadea, direttore dell’Unità Vaccinazioni dell’Asl Roma 1. Le farmacie romane, invece, ancora non sono state messe in condizione di poter fornire una data d’arrivo delle prime dosi destinate al resto dei cittadini che, se vorranno, dovranno comprarselo il vaccino (da quest’anno, oltre agli over-65 e gli operatori sanitari, sarà gratuito anche per i bimbi da 6 mesi a 6 anni e i signori tra i 60 e i 64). Anche perché in tutta Italia per ora ci sono solo “250mila dosi di vaccino antinfluenzale, messe a disposizione per la dispensazione in farmacia alle categorie non protette- ricorda il presidente di Federfarma, Marco Cossolo- ma rappresentano un numero assolutamente insufficiente al fabbisogno”.
La Cassazione ha annullato con rinvio le sentenze di condanna nei confronti del sindaco di Affile, Ercole Viri, e degli assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni. I membri della giunta erano finiti a processo per apologia del fascismo in relazione alla costruzione del mausoleo del gerarca fascista Rodolfo Graziani, “cittadino illustre” di Affile. La Corte d’Appello di Roma aveva condannato il primo cittadino e i due assessori rispettivamente a otto mesi e a sei mesi di reclusione il 14 marzo del 2019. Il processo scaturì da una denuncia dell’Anpi, che esultò per le condanne. Lo stesso sindaco, che i cittadini hanno riconfermato due anni fa, nonostante i processi e il bollino di pericoloso nostalgico del fascismo, non ha mai nascosto di considerare la condanna una “sentenza politica”.
Il sindaco di Affile: “Si chiude un caso politico”
“Con questa sentenza si chiude un caso politico, che subivamo da 8 anni”, ha ribadito Viri dopo il pronunciamento di Piazza Cavour. “Per fortuna – ha aggiunto – esiste la Cassazione, che non lascia passare queste cose come può accadere nei tribunali di primo e secondo grado. La Cassazione – ha ricordato il primo cittadino di Affile – non ha mai condannato nessuno per apologia del fascismo”.
A Dalmine una mozione li condanna insieme a fascismo e Islam radicale. E i rossi insorgono
La «mozione della vergogna», la «scandalosa mozione» «tanto vergognosa quanto inaccettabile». La «mozione della discordia» che «non deve passare».
Per non farla passare oggi arriveranno a Dalmine (Bergamo) anche da Brescia e da chissà dove: i compagni del Partito comunista bresciano troveranno in piazza tutta la sinistra, e i compagni della Cgil e l'Anpi, che «esprime profonda preoccupazione», per il «messaggio strumentale e populista» contenuto nella mozione, oltretutto «privo di qualsiasi fondamento scientifico».
Ma cosa prevede mai questa «mozione della vergogna» che sarà discussa e approvata stasera nel centro industriale della Bergamasca? Ebbene, ricalca l'impostazione della risoluzione approvata esattamente un anno fa al Parlamento europeo, quella che equipara fascismo e comunismo. E perché mai a Dalmine si discute di fascismo e comunismo? Perché nel 2017 la maggioranza consiliare (allora di centrosinistra) introdusse anche a Dalmine - come a Milano e in tanti altri Comuni d'Italia - una norma che poneva come condizione per ottenere sale o spazi comunali, o per occupare il suolo pubblico, una dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e ai «valori antifascisti e antinazisti». E la maggioranza che regge il Comune adesso (di centrodestra) ha semplicemente pensato di integrarla con una dichiarazione di rispetto della Costituzione italiana e di «condanna di tutti i regimi e le ideologie ispirate al nazismo, al fascismo e al comunismo, nonché ai radicalismi religiosi». Un rifiuto del totalitarismo insomma, categoria che ben comprende anche i regimi islamisti e ogni altra forma di violenza religiosa. Ineccepibile.
Chi non ottiene lo status di rifugiato si ingegna per convincere i giudici a evitare il rimpatrio: ecco tutti gli stratagemmi usati
Quanti sono i migranti che hanno diritto a rimanere nel nostro Paese? A giudicare dalle decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale incaricate di valutare le domande, pochissimi. Lo scorso luglio, secondo i dati della Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo, su 2.270 richieste presentate ne sono state dichiarate inammissibili 2.111: il 73 per cento. A giugno scorso la percentuale arrivava addirittura all’81. Eppure quasi nessuno viene rimpatriato, mentre la maggior parte continua a circolare sul nostro territorio.
Il motivo sta nell’iter per l’ottenimento dello status di rifugiato. Quando uno straniero arriva in Italia presenta domanda di protezione internazionale alla polizia di Frontiera o alla Questura. Sarà poi la Commissione territoriale di competenza ad esprimersi sulla legittimità o meno della richiesta. Per ottenere la risposta possono passare anche sei mesi o addirittura un anno. Un periodo, questo, in cui il richiedente può vivere e lavorare nel nostro Paese. Nel frattempo la Commissione può decidere di riconoscere lo status di rifugiato, concedere la protezione sussidiaria o un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, rigetta la domanda.
In questo caso lo Stato italiano mette a disposizione dei migranti l’assistenza legale gratuita per fare ricorso contro la decisione della Commissione di competenza. Non solo. In caso il ricorso venga bocciato anche in Cassazione si può presentare la cosiddetta domanda reiterata, ricominciando tutto da zero. "In due o tre anni, tanto può arrivare a durare il percorso giudiziario, le condizioni nel Paese d’origine possono essere cambiate e il giudice può ravvisare elementi di criticità", ci spiega Giorgio Mori, avvocato esperto di immigrazione e responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia a Roma.
Papa Francesco è un leader forte, quasi “imperiale” nel suo stile di leadership e dell’arte della diplomazia conosce una antica lezione: quando possibile, le grandi potenze non negoziano mai accordi decisivi nei momenti di debolezza. Il rifiuto del pontefice di incontrare Mike Pompeo, atteso nelle prossime ore a Roma in una visita diplomatica che lo porterà a incontrare esponenti governativi italiani e rappresentanti vaticani, risponde a questa necessità.
La Santa Sede sa che il Segretario di Stato di Washington è pronto ad arrivare sul territorio italiano per chiedere conto e ragione di molte questioni: uomo poco avvezzo alla fine arte diplomatica e portavoce dell’ideologia “America First” di Donald Trump, Pompeo l’aveva fatto notare in sede di negoziazione del viaggio. Prospettando un confronto decisivo sul dossier 5G col governo Conte e la richiesta di chiarimenti al Vaticano sul rinnovo dell’accordo con la Cina firmato nel 2018. Il contenimento globale di Pechino è una priorità politica per l’amministrazione Trump e Pompeo di questa strategia è fedele interprete. Difficile per la Santa Sede negoziare lucidamente con Washington le ragioni che spingono a un probabile rinnovo dopo esser stati investiti dalla buriana delle dimissioni di Angelo Becciu dal ruolo di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai diritti e dalle prerogative del cardinalato, con conseguente rinuncia del porporato sassarese alla possibilità di partecipare a un futuro conclave.
Si poteva pensare che Pietro Parolin, segretario di Stato di Bergoglio che terrà l’incontro di vertice più importante con Pompeo, fosse per questo destinato a presentarsi davanti alla controparte a stelle e strisce immacolato e rinvigorito dalla risoluzione di uno scandalo quale quello che avrebbe coinvolto Becciu e la presunta gestione allegra dell’Obolo di San Pietro. Tuttavia, l’estemporaneità dell’esplosione del caso Becciu a pochi giorni dalla visita di Pompeo ha portato alla caduta di una figura chiave sull’asse Roma-Pechino: Angelo Becciu è stato il numero due del cardinale Pietro Parolin, che da segretario di Stato è stato il vero artefice dell’accordo con la Cina che tanto ha irritato gli Stati Uniti. Lo scorso 14 settembre, cinque giorni prima dell’attacco di Pompeo su “First Things” circa la perdita della leadership morale del Vaticano, Parolin aveva definito “buone” le possibilità che l’intesa con Pechino venga rinnovata. Becciu, della cui risposta confusa alle accuse bene ha scritto la Nuova Bussola Quotidiana, è colpito all’anello di congiunzione tra i due legami più stretti del Vaticano, quello con lo storico retroterra occidentale, con conseguenti vincoli politici-economici, e quello con la nuova frontiera dell’Impero di Mezzo.
«Uno, due, tre processi Mi trattano come un mafioso ma vado avanti a testa alta. Mai mollare». Tribunale che vai, indagine che trovi. Il verde leghista va di moda tra le toghe: ormai non si trova Procura che non abbia aperto un suo filone d'indagine sulla Lega di Matteo Salvini, il quale tuttavia dice di non temere alcunché. Genova, Catania, Pavia, Milano, Roma: inchieste a raffica cui ora si aggiungerà quella di Palermo, dove si prepara il processo per il caso Open Arms, nave stracolma di migranti cui l'ex ministro aveva negato lo sbarco nel 2019. L'accusa è sempre la stessa: sequestro di persona e abuso d'ufficio. Robetta da 15 anni di galera.
LA NAVE
Capi d'imputazione a parte, è un'altra la coincidenza che lascia perplessi. La storia per la quale il Capitano viene accusato sembra totalmente sovrapponibile a quella che vede coinvolto l'attuale ministro degli Interni Luciana Lamorgese. Salvini lo scorso anno (luglio) lasciò al largo la Open Arms per pochi giorni. La settimana scorsa alla medesima Ong è stato impedito di attraccare a Palermo per questioni di sicurezza, tanto che i naufraghi per cercare di rompere il blocco imposto dal governo Conte si sono buttati in mare a decine per cercare di raggiungere la costa a nuoto. Certo l'eco mediatica delle due vicende è stata diversa. Della mossa di Salvini si parlò per settimane, il leader del Carroccio venne dipinto come un mostro, una versione perfida di Goebbels. Dell'ultima vicenda nessuno pare curarsene. Curioso.
C'è una nuova proposta di legge presentata dal deputato Pd Fragomeli che prevede lo studio a memoria e il canto in tutte le scuole di "Bella ciao". Il senatore Ignazio La Russa e Marco Osnato, deputato di FdI, si scagliano con ironia contro la proposta del Pd che appare senza ne' capo ne' coda. "Credo che a questo punto perché dovremmo studiare soltanto Bella ciao? - si chiede il senatore La Russa - Bisognerebbe studiare e imparare a memoria anche "Papaveri e papere" che è la prima denuncia della casta e poi anche "La pappa al pomodoro". E che dire delle discriminazioni razziali? Bisognerebbe studiare "I Watussi". Infine c'è Chiara Caselli con "Nessuno mi può giudicare".
E poi l'affondo: "Se una canzone dobbiamo davvero far studiare a scuola, quella è "Il mio canto libero" di Lucio Battisti. Studiatela bene. Sia parole che musica".
“Il Tg1 fa pena”. Vittorio Feltri non le manda a dire al telegiornale di RaiUno, il perché è presto detto: “Alle 13.30 ho aperto il notiziario col calcio. E va bene. Ha mostrato i filmati di Inter e Lazio e ha trascurato l’Atalanta che ha segnato in trasferta quattro gol al Torino”. Per il direttore editoriale di Libero c’è solo una parola per definire tutto ciò: “Vergogna”. Difficile dargli torto, dato che i bergamaschi allenati da Gian Piero Gasperini meritano pienamente lo status di grande squadra e quindi non possono essere snobbati in maniera così plateale dal Tg1. Tra l’altro già ieri Feltri si era espresso sull’Atalanta, sempre tramite Twitter: “L’Atalanta è fortissima, ma smettiamola di esaltarla e di parlare di scudetto. A me importa che giochi bene e mi faccia godere così come è da quattro anni”.
-
Meloniani e azzurri fermi sul "no" al terzo mandato ma il Carroccio insiste. Grillo blinda la regola...
-
Chi? De Luca? Giorgia scuote la testa e sorride. «Parla proprio lui». A Roma il governatore della Ca...
-
-
Il rito di passaggio per ogni regista è realizzare il suo primo cortometraggio, che è il momento in...
-
Iscrizione GRATUITA - Scadenza: 30 novembre 2024 - Sono previste 4 sezioni: 1°) TEMA LIBERO; 2°) Tem...
-
In un cortometraggio, dove il tempo per sviluppare la trama e i personaggi è limitato, è essenziale...
-
Ci sono stati diversi film francesi che sono stati adattati in altre lingue e culture, inclusa l'Ita...
-
Queste sono alcune lezioni che gli scrittori possono imparare da una dei moderni maestri della narra...
-
Elvis arrivò nel mondo della musica al momento giusto, quando c’era bisogno di “scoprire” i giovani...
-
Il concorso “L’INFINITO di LENTINI Film Festival 2024” prevede due sezioni: 1) "TEMA LIBERO"; 2) "GE...
-
Il rito di passaggio per ogni regista è realizzare il suo primo cortometraggio, che è il momento in cui i registi si fanno le ossa e diventano veramen...
-
Iscrizione GRATUITA - Scadenza: 30 novembre 2024 - Sono previste 4 sezioni: 1°) TEMA LIBERO; 2°) Tema: "GLI ALTRI"; 3°) Tema: "IL LAVORO"; 4°) Tema: “...
-
In un cortometraggio, dove il tempo per sviluppare la trama e i personaggi è limitato, è essenziale catturare l'attenzione del pubblico fin dall'inizi...
-
Ci sono stati diversi film francesi che sono stati adattati in altre lingue e culture, inclusa l'Italia. Ecco un elenco di film francesi noti che hann...
-
Queste sono alcune lezioni che gli scrittori possono imparare da una dei moderni maestri della narrazione. Che tu sia o meno un fan di Taylor Swift (c...
-
Elvis arrivò nel mondo della musica al momento giusto, quando c’era bisogno di “scoprire” i giovani e uscire dal conformismo degli anni Cinquanta. I B...
-
Il concorso “L’INFINITO di LENTINI Film Festival 2024” prevede due sezioni: 1) "TEMA LIBERO"; 2) "GENTILEZZA". I cortometraggi possono essere di qualu...
-
Lunedì 18 Dicembre 2023 sono stati premiati i migliori cortometraggi arrivati alla 15° edizione del Concorso “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA...
-
-
La premiazione della 15° edizione del Concorso Gran Premio “ilCORTO.it FESTA INTERNAZIONALE di ROMA 2023” (rivolto ai Registi e Filmaker italiani e st...
28294623
Oggi
Ieri
Questa Settimana
Questo Mese
Mese scorso
in TOTALE:
8194
11179
69120
27688
327586
28294623
Tuo IP: 3.145.156.250
03-05-2024 23:50
-
Accetta tutto, rifiuta tutto, solo i necessari, conferma le mie scelte: quante volte mentre cerchiamo di navigare in santa pace su internet veniamo le...
-
L’amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, ha annunciato mercoledì scorso che la piattaforma di condivisione video più famosa al mondo rimu...
-
La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll...
-
Sono 82.278.770 le dosi di vaccino somministrate in Italia, l'87,8% del totale di quelle consegnate, pari finora a 93.749.420 (nel dettaglio 66.025.41...
-
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al...
-
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto...
-
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al...
-
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veram...
-
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire...
-
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
-
Spiaggia Dune di Sabaudia La Spiaggia Dune di Sabaudia è situata nel comune di Sabaudia e fa parte del Parco Nazionale del Circeo, istituito nel 1934....
-
Calette cristalline, spiagge attrezzate e baie tutte da fotografare: sono le spiagge della Liguria, per un viaggio tra borghi marinari, aree marine pr...
-
Il Brasile è uno dei paesi più grandi del mondo, vanta un patrimonio naturale e culturale di tutto rispetto e ogni anno ospita migliaia di visitatori...
-
Ponza è un’isola meravigliosa, la più grande e turistica tra le Isole Pontine. È anche uno dei Borghi più belli della Provincia di Latina e del Lazio,...
-
Scopri il mare più bello d'Europa, #iorestoinitalia In Italia abbiamo davvero tutto, si mangia bene, si spende poco (seguendo i nostri consigli!), si...
-
Rio de Janeiro sta per accogliere le Olimpiadi. Una buona occasione per scoprire uno dei Paesi più belli dell'America Latina. 10 cose da vedere in Bra...
-
La Florida è uno degli stati americani più famosi e più visitati dai turisti, grazie soprattutto alla città di Miami e alla sua vicina Miami Beach. La...
-
Che tu sia interessato alla storia, che ti piaccia rilassarti in spiaggia o che cerchi cose interessanti da fare con i bambini, lo troverai nelle nume...
-
Forse, quando pensate allo stato dell’Arizona, non realizzate fin da subito quanti siti famosi possa contenere eppure dovete sapere che questo è lo st...
-
Un viaggio in una terra tutta da scoprire Estate 2019: I Viaggi di Maurizio Levi propone un viaggio in Alaska, per immergersi nella natura selvaggia e...
-
"Sugli Ogm voglio aprire un confronto rapidamente anche con le parti imprenditoriali, è un tema deli...
-
Oltre 200 imprese di sei Paesi europei coinvolte in iniziative per ridurre l’impronta ambientale di...
-
La multinazionale francese Lactalis punta dritto verso il Parmigiano, dopo essersi già comprata Parm...
-
La volete sapere l’ultima? La Lega si sta opponendo all’inserimento della cosiddetta “norma Pernigot...
-
Il rispetto della proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione diventano due temi strategi...