È stato uno strano agosto quello di Giuseppe Conte. Silenzioso, se si escludono le passerelle del ponte di Genova e di Amatrice. Le maratone su Facebook dei giorni del lockdown sembrano un ricordo lontano. Anche se la paura della «seconda ondata» si è insinuata dentro le stanze di Palazzo Chigi. Insieme ai timori sulla crisi economica, alla confusione sulla scuola e alle incertezze di un Recovery Plan ancora in alto mare.
Forse a ottobre si saprà di più dei 200 miliardi europei che per il momento rimangono sulla carta. Intanto i contagi aumentano, a fronte dei tamponi record. In un contesto del genere i messaggi in bottiglia che arrivano dal capo del governo sembrano più che altro un mettere le mani avanti per non cadere che non una rassicurazione vera e propria. Come quando Conte fa sapere che all'orizzonte non c'è nessun pericolo di una nuova chiusura totale. Un lockdown nello stile dell'ultima primavera, per intenderci. In una fase che aveva portato così tanti consensi al premier da far fiorire sui social le pagine delle fans urlanti e scatenate.
Dopo tanta comunicazione "emergenziale", il premier prova a tranquillizzare
Ma ora, alle soglie di un autunno che è tutto un grande punto interrogativo, la rockstar di Chigi preferisce tenere il profilo basso. Meglio tranquillizzare facendo pervenire retroscena in cui è dipinto chino sulla scrivania a studiare i dossier. Primo tra tutti, quello sanitario. Con un «piano di monitoraggio della curva del contagio» descritto come un oscuro elisir composto da 21 indicatori. Grafici e tabelle che dovrebbero servire ad evitare lo spauracchio di un altro «restate a casa» che seppellirebbe l'economia. Per il momento gli unici imprevisti ammessi sono su base locale. Chiusure totali in determinate zone nel caso scoppiassero focolai che le autorità non fossero in grado di controllare continuando a garantire le libertà personali e le attività economiche
Myrta Merlino, speciale scuola day domenica 13 settembre. Nuovo programma, "processo alla Azzolina"
Sarà Myrta Merlino a "processare" Lucia Azzolina in tv. Il direttore di La7 Andrea Salerno annuncia per il 14 settembre, giorno previsto per la riapertura degli istituti, "uno scuola day: seguiremo per tutta la giornata con i nostri programmi il rientro nelle aule". Per molti si tratta del D-Day per il ministero dell'Istruzione e per il governo in generale, a una settimana da elezioni regionali e referendum: se dovesse regnare il caos, come probabile viste le tappe di avvicinamento, sarebbe un colpo letale per l'immagine già traballante dell'esecutivo.
Anche per la valenza politica della data, la domenica 13, vigilia dell'appuntamento, la Merlino debutterà con un nuovo programma "di taglio giornalistico", spiega Salerno al Corriere della Sera. Un programma inedito per La7, che ha sempre lasciato scopero il daytime domenicale non opponendo, di fatto, resistenza allo strapotere di Mara Venier e Domenica In da un lato e Barbara D'Urso con Domenica Live dall'altro. Per questo difficile debutto, dunque, logico affidarsi alla collaudatissima conduttrice di L'aria che tira e a un "tema caldo per i cittadini e per la politica". Un tema che ovviamente verrà ripreso in tempo reale la mattina successiva proprio a L'Aria che tira, quando le polemiche, si immagina, staranno già montando.
La verità sul Covid. Conte e Zingaretti peggio di Bolsonaro
Qualche giorno fa alla festa dell'Unità di Cesena il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha strappato qualche applauso ai militanti sostenendo che “per fortuna” la crisi sanitaria del coronavirus in Italia è stata affrontata dal governo che ha messo insieme lui e Giuseppe Conte e non dalle destre di Matteo Salvini. Perché nei paesi del mondo governati dalle destre sovraniste che piacciono a Salvini e Giorgia Meloni “abbiamo visto fosse comuni nelle spiagge”. L'uscita ha giustamente indignato i leader di centrodestra in Italia (dopo tante prediche false a sinistra contro le demonizzazioni) ed è sembrata ai più infelice. Non solo lo è stata: è una affermazione profondamente falsa. Ed è ora di dire la verità anche in Italia, perché le cose sono andate esattamente all'opposto ed è ormai urgente e necessario riscrivere la storia di questi mesi e la sfilza di errori del governo italiano cestinando finalmente quella odiosa propaganda che Zingaretti, Conte e compagnia hanno sempre diffuso.
I numeri, prima di tutto. La gestione del coronavirus in Italia non è stata affatto un successo: sono morte a ieri sera 35.477 persone, vale a dire 589 decessi ogni milione di abitante. Questa cifra pone l'Italia al quinto peggiore posto nel mondo dopo Perù, Belgio, Spagna e Regno Unito. Nessun paese al mondo guidato da leader sovranisti o di centro destra ha avuto un bilancio tragico come quello guidato da Zingaretti e Conte. L'Italia ha avuto 21 morti ogni milione di abitanti più del Brasile di Jair Bolsonaro, 30 morti (ogni milione) in più degli Stati Uniti di Donald Trump, 472 morti per milione in più della Russia di Vladimir Putin, 526 morti per milione in più dell'Ungheria di Viktor Orban, 536 in più della Polonia di Andrzej Duda, 550 più della Repubblica ceca di Andrej Babis.
Vittorio Feltri contro Repubblica e Corriere: "Complici del governo, cosa non c'era in prima pagina"
Vittorio Feltri azzera i giornali principali del Pase. La frecciatina arriva su Twitter, dove il direttore di Libero, senza fare nomi, scrive: "I cosiddetti grandi giornali non danno notizia in prima pagina che mezzo governo è indagato. La completezza dell’informazione è questa? Stampa complice dell’esecutivo". Il riferimento pare però essere chiaro. Nella giornata di oggi, 14 agosto, nè Il Corriere della Sera, né tantomeno Repubblica, lasciano spazio in prima alla notizia che Giuseppe Conte e i ministri sono stati raggiunti da un avviso di garanzia. Il motivo?
L'emergenza coronavirus e la sua gestione. Il premier, dunque, assieme ad Alfonso Bonafede, Luciana Lamorgese. Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Roberto Gualtieri, è ora indagato. Una vera e propria batosta per l'esecutivo che, al di là del risultato finale, fa capire che la malagestione della pandemia ci sia stata ed eccome.
Lampedusa allo stremo dopo maxisbarco nella notte. Martello: «Scioperiamo e si chiude tutto»
Altri 370 migranti sono arrivati sull'isola con un barcone che ha rischiato di capovolgersi per il vento di scirocco. L'intervento della Guardia costiera ha evitato l'ennesima tragedia
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Un barcone con centinaia di migranti a bordo, 370, è stato soccorso in nottata a 4 miglia da Lampedusa mentre rischiava di capovolgersi a causa del forte vento di scirocco. La tragedia è stata evitata grazie all’intervento delle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, che hanno scortato l’imbarcazione in porto.
Il maxisbarco sull'isola, dove nelle ultime 24 ore erano approdati altri 500 migranti su una trentina di piccole imbarcazioni, ha fatto scattare una nuova emergenza e scatenato la protesta di un drappello di abitanti guidati dall’ex senatrice della Lega Angela Maraventano che hanno cercato di impedire il passaggio dei mezzi di soccorso sulla banchina. "Siamo stanchi - ha detto la Maraventano -, vanno rimpatriati immediatamente. Impediremo con tutte le nostre forze di farli passare". Anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che nel pomeriggio aveva inviato una lettera al presidente tunisino Kasis Saied minacciando di raggiungere il Paese nordafricano con la sua barca percorrendo al contrario la rotta dei migranti, davanti al barcone appena giunto in porto non riesce a nascondere la propria rabbia: «Siamo in ginocchio - sbotta -, con questi arrivi all’hot spot si supereranno le 1.500 presenze. La situazione è insostenibile: o il Governo prende decisioni immediate oppure sciopererà tutta l’isola. Sarà direttamente l'amministrazione a dichiarare lo sciopero, chiudendo tutto. Non è possibile continuare a sopportare queste angherie da parte del Governo».
Vittorio Feltri e il coronavirus: "Il paziente zero, le bare, il lockdown. Cosa dobbiamo sempre tenere a mente"
Ho già sottolineato di recente come uno dei pericoli maggiori per l'umanità sia l'incapacità della nostra specie di ricordare i fatti e mettere a frutto i ricordi, in modo da evitare di ripetere sempre gli stessi errori: un pregio della carta stampata, che il web non possiede, è che un libro è "fisicamente presente", per cui quando si trova su un tavolo è come se lui cercasse noi, mentre online possiamo certamente ottenere in tempi brevissimi una travolgente messe di informazioni disponibili (anche troppe e non tutte vere), ma ogni volta siamo noi a dover cercare qualcosa. Il più delle volte la quantità di risultati è tale da risultare difficile da maneggiare e quando spegniamo i computer, tutto ci sparisce da davanti. Per questo motivo la carta per certi versi è più utile alla memoria di quanto lo sia il digitale: una volta scelto un libro (che per fortuna ha un numero ben delimitato di pagine), quello resta lì. Nicola Apollonio è un giornalista di lungo corso, collabora da sempre con Libero e da una vita ha le mani nella cronaca e nella vita degli italiani, ne ha ricavato 14 libri, e per i motivi che ho testé elencato ho apprezzato particolarmente il nuovo volume pubblicato un paio di mesi fa, Era il tempo della pandemia (Edizioni EspressoSud, 156 pagine, 10 euro). Abbandonando il suo abituale terreno di caccia, il Salento, Apollonio, che deve avere sangue greco nelle vene, ha fatto una cosa che era abitudine nell'antichità e che oggi invece è caduta in colpevole disuso. Una cronaca, in ordine cronologico e tematico, dei fatti, dei problemi, delle discussioni e delle reazioni nei mesi più duri della pandemia di coronavirus. Ha usato come fonti tutto quello che è stato pubblicato giorno dopo giorno, senza mai prendere posizioni ideologiche quando il dibattito si è fatto confuso e tantomeno quando la lotta politica ha preso il sopravvento su quella sanitaria.
I veri martiri non fanno selfie. E’ morta in Turchia per sciopero della fame l’avvocatessa Timtik
Ci sia concesso di dire che i veri martiri non hanno tempo per fare selfie e dirette autocelebrative. Fanno lo sciopero della fame per difendere i diritti umani. Pubblichiamo integralmente qui la cronaca della scomparsa dell’avvocatessa Ebru Timtik, a Istanbul, tratta dal sito di AsiaNews. Per lei non si sono scomodate le diplomazie europee. E nessuna marcia della pace. Nessuno si è inginocchiato. (la direzione)
Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – Ebru Timtik, avvocata pro diritti umani turca, è morta ieri in un ospedale di Istanbul per l’aggravarsi delle condizioni di salute. Era in sciopero della fame da 238 giorni per protestare contro la condanna per la (presunta) appartenenza a una organizzazione terroristica, A darne notizia è il People’s Law Office, lo studio legale per il quale Ebru Timtik lavorava. Ebru aveva interrotto l’alimentazione per chiedere un “giusto processo”.
Secondo alcune informazioni, la donna è morta nelle prime ore della mattinata quando il suo polso ha smesso all’improvviso di battere.
Attivisti e avvocati pro diritti ricordano che Timtik era stata condannata a oltre 13 anni di prigione. Assieme alla collega Aytac Unsal aveva iniziato nell’aprile scorso lo sciopero della fame, per “rafforzare le loro richieste di un giusto processo” e una corretta “amministrazione della giustizia in Turchia”, al centro di numerose denunce per violazioni ai diritti umani.
Veneto. Nel conteggio dei deceduti per Covid anche gli incidenti stradali
Per il ministero della Salute, tutti i positivi al virus, guariti compresi, deceduti per qualsiasi motivo, devono essere sommati al totale dei soggetti uccisi dalla “pandemia”.
Un modus operandi che spiegherebbe i tanti picchi in alcune regioni, come in Veneto, registratosi mercoledì 26 agosto. Che ha fatto storcere il naso a molte persone, ed alcuni hanno cercato di approfondire la questione.
Come ha fatto “La Verità”, che ha scoperto che a finire nel conteggio delle morti per Coronavirus non sono soltato le vittime conclamate del morbo, ma anche le persone guarite o negativizzate.
Ecco qui la spiegazione del così alto numero di decessi in Veneto comunicato dall’Istituto Superiore della Sanità:
“L’alto numero di decessi, 11, registrati nel bollettino Covid della Regione Veneto comprende soggetti, quasi tutti anziani, morti sul territorio (non in ospedale) negli ultimi giorni, e conteggiati solo oggi”, si legge infatti nel documento, che poi prosegue:”Si tratta in gran parte inoltre di pazienti contagiati dal virus nei mesi scorsi, nel frattempo negativizzatisi, ma che su indicazione del ministero della Sanità vanno registrati comunque come soggetti con infezione da Covid“.
Lampedusa, di nuovo più di 1000 migranti. In 48 ore 600 altri ingressi. Riparte scontro Musumeci-Lamorgese
Tanti ne escono ricollocati tanti altri ne arrivano. Una porta girevole sul Mediterraneo che non placa le proteste e le polemiche. “Altri 30 sbarchi a Lampedusa. Nell’hotspot sono di nuovo piu’ di mille: seicento in sole 48 ore. Se la mia ordinanza non fosse stata sospesa, oggi avremmo una realta’ molto diversa. Ma il governo centrale dice che è sua la responsabilita’. E allora? Perche’ non interviene? Ha già coinvolto Bruxelles? Stanno organizzando la ricollocazione dei migranti negli altri Stati europei? Il ministro Lamorgese aveva detto che avrebbero avviato il ponte-aereo dal 10 agosto: qualcuno ne ha notizia? Roma sta richiedendo un porto non italiano per la Ocean Viking? Insomma, se ci tengono così tanto alle loro competenze… dovrebbero fare qualcosa! Anzi, avrebbero dovuto farla per tempo, già a gennaio. Invece, silenzio assordante. Tanto, a pagare tutto questo peso da un decennio e’ sempre e solo la Sicilia e per prima Lampedusa”.
Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in un post sulla sua pagina Facebook, riaprendo il duello a distanza con Roma sul tema dei migranti. “Martedì su quell’isoletta arriverà la nostra task force per verificare le condizioni sanitarie dell’hotspot- annuncia il governatore-. E saranno adottati gli eventuali provvedimenti conseguenti. Con una istruttoria che ha già evidenziato come nessuno abbia previsto gli interventi strutturali per la prevenzione dal contagio già a fine marzo. Dimenticavo: sulla spiaggia di Agrigento hanno ritrovato un barchino. Nessuno a bordo. Sempre per la storia che la condizione di emergenza sanitaria e di pubblica sicurezza è solo una mia suggestione”.
Scuola. Un insegnante su tre non vuole fare i test seriologici
Si aspettavano numeri ben diversi. Infatti, un terzo degli insegnanti, come riporta il Corriere non vuole sottoporsi al test sierologico indetto dal Ministero della Salute, per la ripresa delle scuole.
Una grana, inaspettata, non da poco, che si aggiunge ad un’altra, ovvero il boom di richieste di esonero (un centinaio solo in Veneto, come riporta Veneto Economia) da insegnanti che hanno già patologie varie, che prima del Covid stringevano i denti e lavoravano tranquillamente ma che ora non se la sentono più per paura del contagio.
Queste, oltre a tutte le altre problematiche già note, mettono la riapertura della scuola ancora più in dubbio, oltre a mettere il Ministero dell’Istruzione e l’apparato scolastico in una situazione totale di caos che mai si era visto prima.
Musumeci smaschera il Viminale: "Dov'è il ponte aereo per i migranti?"
In Sicilia è il caos e mentre continua l'assalto incontrollato dei migranti alle coste, Nello Musumeci inchioda il Viminale alle sue responsabilità
La situazione degli sbarchi a Lampedusa e in Sicilia sembra sempre di più fuori controllo. Dopo qualche giorno di tregua, con la sospensione dell'ordinanza di Nello Musumeci sulla chiusura degli hotspot e dei porti regionali è iniziato un vero e proprio assalto all'isola siciliana, che ora rischia seriamente il tracollo. Sono oltre 40 gli sbarchi in 48 ore a Lampedusa e dalla Sicilia si alzano sempre più voci di protesta contro l'assenza dello Stato, che è stato capace nei giorni scorsi di intervenire per fare ricorso contro la decisione del governatore della Regione Siciliana. Nonostante le navi quarantena e il possibile nuovo bando per l'acquisizione di due nuovi traghetti per lo stesso scopo, la situazione in Sicilia è drammatica e Nello Musumeci continua nel suo braccio di ferro con il governo centrale.
Per il governatore la misura è colma. L'hotspot di Lampedusa ha nuovamente superato le 1000 unità ospiti con i nuovi 600 arrivi delle ultime 48 ore: "Se la mia ordinanza non fosse stata sospesa, oggi avremmo una realtà molto diversa. Ma il governo centrale dice che è sua la responsabilità. E allora? Perché non interviene? Ha già coinvolto Bruxelles? Stanno organizzando la ricollocazione dei migranti negli altri Stati europei?". La preoccupazione di Nello Musumeci è altissima, anche nella prospettiva che le due navi Sea Watch, attualmente impegnate nel Mediterraneo e con quasi 400 persone a bordo, possano scaricare i migranti proprio in uno dei porti siciliani dopo che Malta ha negato i suoi approdi come attracco sicuro. "Il ministro Lamorgese aveva detto che avrebbero avviato il ponte-aereo dal 10 agosto: qualcuno ne ha notizia? Roma sta richiedendo un porto non italiano per la Ocean Viking? Insomma, se ci tengono così tanto alle loro competenze... Dovrebbero fare qualcosa!". La Ocean Viking, della ONG SOS Mediterranee, è sotto fermo amministrativo dallo scorso luglio a Porto Empedocle, perché "la nave ha trasportato un numero di persone superiore" rispetto a quanto previsto.Ricoverato in terapia intensiva per Covid: invece è leptospirosi
Il 17enne aveva sintomi del tutto simili a quelli dati dal coronavirus. Allarme rientrato tra gli amici che erano con lui a una festa in piscina
Un 17enne residente nella Bergamasca era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva per Covid. Adesso però si scopre che era stato intubato a causa di un’altra malattia: la leptospirosi. L’allarme era scattato subito martedì 18 agosto quando il giovane, residente ad Albano Sant’Alessandro, nella Bergamasca, era arrivato al pronto soccorso di Seriate con febbre e sintomi gastrointestinali.
Non è Covid ma leptospirosi
Il giorno di Ferragosto aveva partecipato a una festa in piscina con una ventina di amici. Prima era stato ricoverato nel reparto di pediatria dell’ospedale Bolognini di Seriate, successivamente era stato trasferito in quello di rianimazione, dato il peggioramento delle sue condizioni. Era quindi stato sottoposto al tampone che aveva dato esito positivo. I medici hanno quindi deciso di trasferire il giovane paziente al reparto di terapia intensiva del Policlinico di Milano. Qui il 17enne era stato sedato e intubato. Intanto le autorità avevano rintracciato i partecipanti alla festa ed erano stati sottoposti al test. Per tutti il risultato era negativo.
La diagnosi anche per il ragazzo cambia: si tratta di leptospirosi. Si tratta di una malattia infettiva acuta sistemica di tipo vasculitico, causata da spirochete del genere Leptospira. I sintomi possono variare da lievi come mal di testa, dolori muscolari e febbre a gravi con emorragia dai polmoni o meningite. Di solito viene trasmessa da batteri animali, per esempio attraverso l’urina dei roditori, o acqua che li contiene. Il batterio può infettare l’uomo tramite il naso, la bocca, gli occhi o anche ferite sull’epidermide. I sintomi sono simili a quelli causati da Covid: febbre alta, dolori toracici, tosse. Il ragazzo pian piano ha cominciato a migliorare, a tornare cosciente e a riuscire a respirare in modo autonomo.
Restano i dubbi
Il padre del 17enne ha fatto sapere che il figlio adesso sta molto meglio. Il ragazzo si trova ancora a Milano ma si è svegliato e sta migliorando. Ci vorrà ancora del tempo prima che riesca a riprendersi del tutto e a sconfiggere completamente il batterio. Nel tardo pomeriggio di martedì i genitori sono riusciti a parlare con lui in video chiamata. È apparso ancora un po' frastornato ma in fase di miglioramento. Intanto è arrivato anche il risultato negativo al coronavirus del tampone. Il 17enne dovrebbe restare ancora qualche giorno nella struttura ospedaliera milanese e poi essere trasferito in una più vicina a casa. Qualche dubbio comunque resta. Prima è stato classificato come paziente Covid ricoverato in terapia intensiva, poi si è scoperto che si trattava di un’altra malattia. Aveva quindi anche il Covid, dal quale è guarito in meno di una settimana? E nelle statistiche ufficiali come è stato classificato?
di Valentina Dardari per www.ilgiornale.it
Coronavirus 29 agosto, bollettino covid di oggi. In Toscana 92 nuovi casi
Nessun decesso. Venticinque sono rientri dalle vacanze, quasi la metà dei nuovi positivi è un contatto di un caso già noto
Firenze, 29 agosto 2020 - In Toscana sono 11.687 i casi di positività al Coronavirus, 92 in più rispetto a ieri (25 identificati in corso di tracciamento e 67 da attività di screening). I nuovi casi sono lo 0,8% in più rispetto al totale del giorno precedente.
I guariti crescono dello 0,2% e raggiungono quota 9.125 (78,1% dei casi totali). I test eseguiti hanno raggiunto quota 528.647; rispetto a ieri 6.701 in più. Gli attualmente positivi sono oggi 1.421, +5,3% rispetto a ieri. Oggi non si registrano nuovi decessi.
Età media: 37 anni
L'età media dei 92 casi odierni è di 37 anni circa (il 32% ha meno di 26 anni, il 34% tra 26 e 40 anni, il 23% tra 41 e 65 anni, l’11% ha più di 65 anni) e, per quanto riguarda gli stati clinici, il 63% è risultato asintomatico, il 25% pauci-sintomatico.
Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri. Sono 3.635 i casi complessivi ad oggi a Firenze (18 in più rispetto a ieri), 616 a Prato (3 in più), 818 a Pistoia (11 in più), 1.210 a Massa (22 in più), 1.513 a Lucca (4 in più), 1.046 a Pisa (10 in più), 549 a Livorno (1 in più), 813 ad Arezzo (19 in più), 508 a Siena (3 in più), 466 a Grosseto (1 in più). Sono 513 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni.
Il macabro balletto sui morti Covid. Conteggiati anche i non positivi
Il bollettino quotidiano dei contagi da Coronavirus ieri ha registrato 1.444 nuovi casi contro i 1.462 di venerdì, un unico decesso - in Veneto – e un autentico boom di guariti (1322). Mentre non si placa la polemica tra allarmisti e cosiddetti “negazionisti”, tra i pasdaran della mascherina e il sindaco Sgarbi che multa chi la porta senza motivo, la cronaca di queste ore ha riproposto un vecchio quesito molto in voga che all’inizio della pandemia: quello della distinzione dei morti “per” oppure ”con” Coronavirus.
Una risposta certa non l’avremo forse mai, visto che gli stessi virologi si sono divisi tra chi ha derubricato il Covid a poco più di una semplice influenza e chi lo giudica invece un pericolo mortale per l’umanità. Questo conflitto scientifico ha inevitabilmente alimentato anche un’ulteriore, macabra divisione sul numero effettivo dei decessi di questi mesi: secondo una corrente di pensiero sostenuta da un forte sostegno mediatico, infatti, i morti sono stati sottostimati, in Italia come in tutta Europa, perché non si è tenuto conto dei pazienti che hanno contratto la malattia in casa o nelle Rsa ma a cui non è stato fatto il tampone, e nemmeno di quelli deceduti per effetti collaterali del Coronavirus: dai pazienti con altre patologie, non visitati né soccorsi in tempo a causa degli ospedali pieni.
Ipotesi apertamente confutata da chi ritiene invece che tra i 35.473 morti ufficiali registrati in Italia siano stati surrettiziamente conteggiati anche casi estranei al contagio da Covid. Il ministero della Salute, in questo, non è stato un esempio di trasparenza: nelle statistiche quotidiane apparse per settimane sul suo sito, infatti, dopo il riepilogo dei contagi e dei guariti, accanto al numero dei deceduti appariva una parentesi con questa dicitura del tutto vaga: “La conferma che la causa del decesso sia attribuibile esclusivamente al Sars-Cov-2 verrà validata dall’Istituto Superiore di Sanità”. Lasciando così il dubbio motivato che nella statistica fossero compresi anche decessi extra Covid.
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