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Renzi come Mr. Bean: l'ironia della stampa tedesca
Matteo Renzi, alias Mr Bean. L'ironia arriva dalla stampa tedesca. Il quotidiano berlinese Die Tageszeitung prende di mira la mimica del nuovo premier pubblicando questo fotoconfronto: una selezione di 11 immagini in cui le espressioni di Matteo Renzi, nel giorno della fiducia al Senato, vengono paragonate a quelle di Mr Bean. Si tratta di alcuni fotogrammi delle avventure del personaggio immaginario interpretato dall'attore britannico, Rowan Atkinson
Chi ha sbagliato di più: tutti gli errori della gestione italiana della crisi coronavirus
Abbiamo messo sotto la lente d'ingrandimento le risposte italiane all’epidemia: no, non è “andato tutto bene”. Per uscire dalla crisi servono piani strategici e la capacità di anticipare gli eventi, mentre qui si naviga a vista
Sono ormai passati due mesi e mezzo da quando, il 30 gennaio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato l’emergenza internazionale per il nuovo coronavirus. Da quel momento nessun paese al mondo poteva ritenersi assolutamente al sicuro dal misterioso agente infettivo che aveva già messo sotto scacco decine di milioni di persone a Wuhan e nella provincia cinese dell’Hubei. I governi e i sistemi sanitari di tutto il mondo dovevano prepararsi al peggio: una pandemia potenzialmente devastante per la salute e l’economia globale. Ogni stato avrebbe quindi dovuto dotarsi di un piano strategico per gestire il rischio, ormai concreto, che il contagio dilagasse anche fuori dalla Cina.
In quei primi giorni il governo italiano ha reagito con prontezza. Subito dopo l’allerta dell’Oms, l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza e ha sospeso i voli diretti con la Cina. Pechino ha protestato e l’Oms gli ha dato ragione: limitare gli spostamenti avrebbe potuto rivelarsi un danno anziché un beneficio. Si perdeva infatti l’opportunità di tracciare i passeggeri in arrivo, che avrebbero potuto comunque entrare in Italia facendo uno scalo in Europa, ed eludere così ogni controllo all’ingresso.
Sul coronavirus il governo ha sbagliato i conti
Il governo Conte ha sbagliato ... i conti. Non è stato direttamente il premier, ma il suo comitato tecnico - scientifico, quello che lo ha convinto ad adottare misure rigide anche per la fase 2. Ebbene, il comitato ha detto che, se si allentano le misure, in base alle previsioni, si potrebbero avere 150.000 posti esauriti in terapia intensiva. Un importante istituto di ricerca, Carisma, ha deciso di vederci chiaro, su questi modelli, e ha scoperto che c'è un errore grossolano di calcolo, da matita blu, sulla popolazione italiana.
Secondo l’analisi statistico-matematica di Carisma, per raggiungere il picco di 150mila pazienti in terapia intensiva, come dett.o dagli esperti del governo, dovrebbero esserci 150 milioni di italiani con più di 20 anni. Peccato che siamo in tutto 60 milioni
Secondo Carisma, i conti fatti dal Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, contengono un «macroscopico errore di calcolo». E inoltre è vero che riaprire fa salire i contagi, ma l'Italia sarebbe in grado di reggere l'onda d'urto in 45 scenari su 46.: «Il modello in 45 dei 46 scenari esaminati conclude che le previsioni di picco della terapia intensiva sono significativamente inferiori alla capacità nazionale» ormai di circa 9mila posti, come confermato anche dal commissario straordinario Domenico Arcuri.
Coronavirus, l'attacco di Crisanti: «L'Oms ha sbagliato tutto»
Un’accusa pesante arriva all’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) dal professor Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova e del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università AO di Padova, ovvero colui che ha guidato il Veneto nella fase più critica della crisi sanitaria, portandolo fuori dal periodo nero. Crisanti ha attaccato l’Oms per essersi “fidata” dei dati provenienti dalla Cina, errore grave, a detta del virologo, che considera il microcosmo cinese del tutto privo di trasparenza, motivo per il quale l’Organizzazione Mondiale della Salute sarà chiamata a rispondere di ciò che ha analizzato e ispezionato durante il sopralluogo: «Sono d’accordo con coloro che ipotizzano che la posizione dell’OMS sia stata influenzata da considerazioni geopolitiche più che di sanità pubblica di interesse mondiale - sono state le parole di Crisanti - Stanno emergendo numerosi casi di asintomatici che rimangono positivi anche per due mesi. Gli anticorpi neutralizzanti si trovano in grande quantità soltanto nelle persone che hanno avuto una grossa sintomatologia, mentre negli asintomatici questa concentrazione è molto bassa, se non assente». Crisanti può vantare a proprio favore la brillante strategia, basata sui tamponi a tappeto, utilizzata a Vo’ Euganeo e in tutto il Veneto. «La stessa esperienza - continua Crisanti - ha orientato tutta l’azione dell’ospedale di Padova nel prevenire che diventasse un focolaio di infezione e diffusione, com’è invece accaduto ad Alzano Lombardo, dove il virus ha praticamente distrutto l’intera provincia».
Cesare alla Conquista della Gallia, 58-50 a.C.
I piani di Giulio Cesare nella Conquista della Gallia
Nel 58 a.C. Giulio Cesare ottenne il proconsolato¹ della Gallia Narbonense e della Gallia Cisalpina. Esse erano province di ben poco rilievo rispetto a quelle ricche orientali, che tutti aspiravano a governare per arricchirsi. Ma Cesare aveva un progetto preciso che spiegava le ragioni di questa scelta: intendeva avviare una grande campagna di conquista della Gallia, per guadagnare gloria, ricchezze e il controllo di un proprio esercito, premesse indispensabili per mettersi alla pari con la forza di Pompeo e Crasso e poter realizzare le sue ambizioni di potere.
L’avvio della Conquista della Gallia
Nel 58 a.C. Giulio Cesare si recò nelle province assegnate. Prese a pretesto per iniziare la guerra, come alleato dei Galli, alcuni sconfinamenti degli Elvezi, una popolazione dell’attuale Svizzera occidentale, e li sconfisse nella battaglia di Bibracte (58 a.C.), e poi dei Suebi (o Svevi), un popolo germanico proveniente dall’area del Mar Baltico. Dopo ancora le sue legioni attaccarono i Galli belgi, veneti, aquitani, tanto che sul finire del 57 a.C. gran parte della Gallia sembrava sotto il controllo romano.
Intanto a Roma…
Giulio Cesare, prima di lasciare Roma in mano a Crasso e a Pompeo, con i quali nel 60 a.C. aveva sottoscritto un accordo privato e segreto (all’insaputa del senato romano) di reciproco aiuto (il Primo Triumvirato), aveva preso le sue precauzioni: aveva infatti fatto eleggere tribuno un uomo spregiudicato e di stretta sua fiducia, Publio Clodio, che ottenne il favore della plebe urbana con una serie di elargizioni e fece esiliare Cicerone (sempre più apertamente anticesariano), con l’accusa di illegalità nella condanna a morte dei segaci di Catilina. In questa situazione il senato cercò il sostegno di Pompeo, preoccupato come Crasso dei successi di Cesare in Gallia, e fece inoltre richiamare Cicerone dall’esilio.
Cesare capì che era il momento di rinnovare gli accordi triumvirali; i tre si incontrarono a Lucca nel 56 a.C. e fu deciso che Cesare avrebbe avuto il proconsolato in Gallia per altri cinque anni e Pompeo e Crasso avrebbero avuto il consolato per l’anno 55 a.C. Pompeo sarebbe poi diventato proconsole in Spagna, Crasso proconsole in Oriente per combattere contro i Parti, che avevano fondato un vasto impero sull’altopiano iranico e in Mesopotamia e minacciavano i domini romani.
Care compagne e cari compagni, la destra deve piacere a noi e non a voi
Care compagne e cari compagni, avete sbagliato indirizzo, a proposito di destra che vi deve piacere. Siccome siete voi a non starci più con la testa, perché vi siete allontanati anni luce dal vostro popolo, dalla realtà della vita quotidiana, cercate di usare il fermento, la visione, il coraggio e la libertà di pensiero che ancora hanno cittadinanza nella destra, per cercare di dividerla .
L’ultimo giochino della serie “‘ndo cojo cojo” è rappresentato dal caso di Silvia Romano. È capitato in maniera particolare a me, Crosetto e Rampelli di salire sugli altari di una sinistra che ha pensato di usarci come palle da Bowling (vista la stazza) contro i “sovranisti cattivi e beceri”.
Persino Vauro, uno di quelli che sopportiamo di meno per vignette spesso indigeribili, pur dandomi del fascista da anni in televisione – non poteva farne a meno e certo non mi ci metto a piangere – ha esaltato in maniera anche imbarazzante la mia presa di posizione sulla difesa della vita e non certo di un governo esibizionista è tragicomico.
La destra deve piacere a noi
Il tentativo è chiaro, conosciuto, già visto: dividere la destra buona da quella cattiva. Ci ha provato pure quella sottospecie di intellettuale che si chiama Filippo Rossi – uno Scanzi un po’ più sfigato anche se ha certamente letto qualche libro in più – attribuendo la prima a Crosetto e la seconda ai cattivi, quelli che albergano nelle fogne del populismo, immagino la Meloni in testa. Fanno finta di non ricordare che è stato proprio Crosetto l’antesignano delle posizioni critiche su MES è Fiscal Compact, nel 2012! (E un movimento che si chiamava La Destra sfilava con ventimila persone a Roma dietro una striscione intitolato alla sovranità monetaria). Stessa sorte è toccata a Rampelli, che si è trovato ad essere elogiato da chi lo avrebbe volentieri fatto fuori quando ha tolto di mezzo la bandiera della Ue dal suo ufficio a Montecitorio.
Cari compagni e care compagne, siamo sempre quelli e potete tornare ad insultarci appassionatamente. Perché non cambiamo idea e inseguiamo la destra che piace a noi e non quella che piace a voi. Anni fa ci provò pure Ignazio Marino con Giorgia Meloni: ma gli andò male. Sono mosse infantili, le vostre.
La destra italiana oggi è rappresentata da un grande partito popolare come Fratelli d’Italia, nel quale, vi informiamo, che è consentito manifestare e scrivere le proprie idee, anche quando fossero diverse da quelle della Meloni o di Crosetto o di La Russa, per citare i fondatori.
Ambulanti in piazza contro Sala: "Siamo alla fame, vogliamo lavorare"
Proteste fuori da Palazzo Marino, a Milano, per chiedere al sindaco di poter tornare al lavoro: "Vogliamo lavorare come tutti gli altri"
"Lavoro, lavoro", "Basta, vogliamo lavorare", "Ci avete rovinato". Sono queste le grida che si alzano davanti a Palazzo Marino, a Milano, dove gli ambulanti si sono radunati fuori dal comune, in piazza Scala, per chiedere di tornare nei mercati e nelle fiere.
La tensione è alta e le grida di protesta insistenti, guidate dal malcontento di chi chiede di poter tornare a lavorare normalmente: "Sono finiti i soldi - ha urlato disperato un ambulante -il sindaco si deve vergognare, non abbiamo stipendi d'oro come questi qua, viviamo di lavoro, non abbiamo stipendi da 10mila euro al mese noi viviamo con 60 euro al giorno e questi ci hanno dissanguato perché hanno interessi personali". "Dobbiamo ribellarci tutti perché non è più possibile", dice qualcun'altro, mentre un lavoratore spiega: "Faccio l'ambulante da 23 anni, ho 3 dipendenti che sono in cassa integrazione dal 7 di marzo e non hanno ricevuto un euro, io in 3 mesi ho ricevuto 600 euro".
Su un lungo striscione si legge la scritta "invisibili" e un "avvertimento" rivolto a Giuseppe Sala: "Caro sindaco, oggi qui in pace domani chi lo sa". Gli ambulanti si sentono abbandonati rispetto agli altri lavoratori, che hanno avuto la possibilità di riprendere la propria attività con la fase 2. "Vogliamo lavorare come tutti gli altri - lamenta un venditore -noi siamo discriminati come categoria in tutti i sensi. Oggi hanno riaperto tutti, le vie dello shopping, noi non si capisce perché siamo discriminati. È incredibile, è razzismo commerciale, siamo esclusi da tutto".
Raffica di clandestini a Lampedusa: mentre i ministri piangono, i barconi arrivano
Il messaggio lanciato dall’Italia è proprio questo: siamo il paese di Bengodi. Una barca è arrivata fin dentro il porto di Lampedusa, mentre un’altra, più defilata, è approdata a Cala Madonna, col la fiumana di clandestini sbarcati. Questo il video postato sul profilo Instagram da Matteo Salvini. Pertanto l’isola ha dovuto in fretta e furia rimettere in moto il suo rodato – ma ormai allo stremo – sistema di accoglienza. Anche se già dall’inizio del mese si capisce bene che il sistema andrà in crisi. Da ora in poi, per tutta l’estatedesso si pone il problema di dove ospitare i migranti: l’hotspot è affollato oltre la capienza, con i migranti arrivati a inizio mese.
Il re dei ladri svela i suoi colpi: rubare ai ricchi non è peccato, solo un reato
Gentile direttore,
vengo nel leggere a pagina 5 sul Suo giornale, l'articolo: L'Intervista Vincenzo Pipino Il re dei ladri.
Premetto che con il giornalista Maurizio Dianese ho un ottimo rapporto di amicizia, entrambi autori di libri di cronaca da una parte e di autobiografia dall'altra.
Vorrei porre l'accento sul fatto che non fu un'intervista, ma una semplice chiacchierata, come si usa fare tra amici, nel senso lato, cioè; Maurizio che mi chiama dicendomi se ho un alibi, e in seguito informandomi di quanto è successo al Palazzo Ducale. Se fosse stata un'intervista, avrei risposto in maniera diametralmente opposta, o meglio ancora, con un'opinione diversa. Ad esempio non ho pronunciato la frase: L'ultimo furto? Quello di domani. Frase che effettivamente ho detto circa 15 anni fa quando sono stato intervistato a Rai2 da Magalli, allora avevo 60 anni e non 74 e sei mesi, come oggi.
Ciò premesso, inevitabilmente, ho letto l'artico del furto dei gioielli, per curiosità e senza alcun pizzico d'invidia, se solo pensa che in un paese europeo, senza alcun marchingegno e in pieno giorno, ma soprattutto senza usare armi, anzi, armato di solo due mani nude, sono entrato in una gioielleria e mi sono portato via i due kilogrammi di brillanti e una cinquantina di kilogrammi d'oro. Non è un vanto tanto per intenderci!
Mi sarei preoccupato se avessero portato via qualche dipinto di valore. Vero è che sono entrato a Palazzo Ducale nella sala de Censori a prendere, uso un eufemismo, in prestito un quadro perché è stata rispettata la mia volontà per la restituzione che è avvenuta puntualmente, ma soprattutto per evitare che venisse rapinato il museo del settecento di Ca' Rezzonico, uno dei più famosi palazzi di Venezia. E ancora, le monete d'oro del museo Correr, restituite tutte al museo senza d
Milano, ambulanti in piazza contro il governo: “Siamo alla fame, ci avete rovinato”
Roma, 18 mag – “Dopo 30 anni di lavoro voglio ripartire se no mi mantieni, caro Conte”. E ancora: “Senza soldi, senza speranza, senza futuro: governo assassino“. Sono alcune delle scritte che campeggiavano oggi sui numerosi cartelli mostrati dagli ambulanti davanti al Comune di Milano. In circa 250 sono scesi in piazza, per manifestare contro le misure del governo. “Basta, vogliamo lavorare”, Ci avete rovinato”, hanno gridato i lavoratori di una delle categorie più colpite dal lockdown prolungato.
Rabbia, tanta rabbia quella degli ambulanti che hanno protestato oggi, montata ulteriormente in seguito al confronto evidentemente infruttuoso con l’amministrazione comunale: “Ladri, venduti e corrotti”, hanno urlato i lavoratori scesi in piazza. “Vogliamo lavorare come tutti gli altri – ha spiegato un ambulante – noi siamo discriminati come categoria in tutti i sensi. Oggi hanno riaperto tutti, le vie dello shopping, noi non si capisce perché siamo discriminati. E’ incredibile, è razzismo commerciale, siamo esclusi da tutto”.
Con lo Stato che continua a latitare regaliamo l'economia alla malavita
Riciclaggio: sequestrati otto locali a Roma. Tre erano stati comprati durante il lockdown. Gli aiuti del governo restano sulla carta. E così è inevitabile per i commercianti disperati arrendersi
Ieri mattina la Guardia di Finanza ha sequestrato a Roma quattro locali che secondo la Dda appartenevano in realtà a una famiglia mafiosa. Mentre l'operazione stava avvenendo, si è scoperto che durante le settimane di lockdown questa stessa famiglia era riuscita ad acquistare altri tre esercizi divisi in quattro punti vendita. Fra questi anche un bar in via del Corso. Questo non è uno slogan per una campagna politica o giudiziaria: è la vera Mafia Capitale. Ma quel che solo ieri è venuto a galla conferma per la prima volta con gli atti di una inchiesta quello che temeva (lo ha spiegato in una intervista a Il Tempo) il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho: molti pezzi del sistema economico nazionale, e in particolare interi settori della rete commerciale, sarebbero passati in mano alle mafie per la crisi da coronavirus.
A Roma questo è accaduto, ma è stato sventato. Questo ci dice una cosa: lo Stato c’è, perché esiste la Dda, esistono la Guardia di Finanza, la Polizia, i Carabinieri, le forze dell'ordine. Per fortuna sono tornate a fare a pieno ritmo il loro mestiere, dopo essere state distratte per lunghissime settimane dall'impiego improprio in posti di blocco per multare i cittadini che si facevano una passeggiata oltre l'isolato concesso dai vari dpcm di Giuseppe Conte. Ma lo stesso episodio racconta l'esatto opposto: lo Stato non c'è, e proprio la sua assenza e impotenza lascia campo libero alle mafie, che invece ci sono e sanno approfittare di quel vuoto. Lo Stato non c'è perché ha messo ko milioni di cittadini con i suoi provvedimenti di chiusura delle attività economiche così restrittivi che l'Italia è stato il paese al mondo che ha avuto il peggiore contraccolpo economico (e non è stato il più colpito dal virus).
Luca Zaia: «Veneto riapre tutto lunedì. Regola del metro per spiagge e ristoranti, linee guida Inail inapplicabili»
Luca Zaia: per il governatore del Veneto vale una sola regola, il metro. Il Veneto lunedì 18 maggio vuole riaprire tutte le attività economiche, anche le spiagge, scrive Il Gazzettino, mantenendo per la sicurezza sì il distanziamemto sociale, ma applicando una misura molto inferiore a quella indicata dall'Inail, ritenuta inapplicabile. Il metro, appunto, o al massimo due. «Il Veneto riapre tutto da lunedì. Le linee guida Inail per bar e ristoranti sono inapplicabili e con ordinanza apriamo i centi estivi per i bambini». Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha diffuso il bollettino di oggi relativo alla pandemia da Covid19: «Sono arrivati a 474.912 i tamponi effettuati in Veneto dall'inizio della pandemia, 11.219 in più rispetto a ieri, con un aumento di 32 nei soggetti positivi. Fondamentalmente - ha aggiunto Zaia - su 11 mila tamponi 32 risultano positivi. Resta fatto che il virus è presente nel territorio, ovviamente finché troviamo positivi».
Zaia: «Ordinanza Veneto per aprire i centi estivi 0-14». «Inseriremo nell'ordinanza regionale la riapertura di tutti i centri per 0-14, dalla fattoria didattica all'asilo ai centri estivi ai Grest». Lo ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Nel provvedimento del governo - ha spiegato ai giornalisti - c'è il finanziamento ai centri estivi. In attesa che ci autorizzino, se li finanziano, è altrettanto vero che ci debbano andare bambini, quindi infiliamo dentro i centri estivi e diamo la stura per partire con queste iniziative», ha concluso.
Lo strappo delle Regioni: Zaia dice sì alle seconde case e la Lombardia vuole autorizzare le messe
l presidente veneto anticipa il governo con un’ordinanza: attività all’aperto senza limiti nel proprio comune e vendita di cibo d’asporto
Il governo apre alcune attività e il Veneto accelera. Il presidente della Regione Luca Zaia ha annunciato oggi una nuova ordinanza con cui permette a tutti i veneti di uscire di casa per passeggiate e attività fisica all'aperto senza limiti nel territorio del proprio comune. Inoltre è consentito ai residenti in regione di raggiungere la seconda casa e la propria imbarcazione, anche in un altro comune rispetto alla residenza, per attività di manutenzione. consentita inoltre l'attività di vendita di cibo take away da parte da parte di un esercente con il proprio mezzo su strada.
Le messe in Lombardia
Anche la Lombardia è tentata dallo strappo con Roma. In una nota diffusa oggi si legge: ««Regione Lombardia è al lavoro con Prefettura, Comune e Arcidiocesi di Milano per sostenere la possibilità di riaprire le chiese per le celebrazioni religiose in una cornice di massima sicurezza, all'insegna del distanziamento e dell'uso dei dispositivi di protezione». E ancora: «L’auspicio è quello di giungere al più presto ad una soluzione condivisa che possa tenere conto tanto delle esigenze di cautela, quanto della necessità di tornare a garantire il diritto di culto ai cittadini».
Donald Trump rivela: prendo l'idrossiclorochina. E accusa l'Oms
Donald Trump minaccia di tagliare i fondi all'Oms accusandola di aver ignorato il Coronavirus quando si è manifestato a Wuhan. E va avanti da solo anche sull'idrossiclorochina: il presidente americano ha infatti rivelato di assumere il farmaco anti-malarico come prevenzione per il Covid-19.
Trump minaccia la sospensione definitiva dei fondi all’Oms e l’uscita degli Stati Uniti dall’organizzazione se non si impegnerà "a importanti miglioramenti sostanziali" entro 30 giorni. È quanto si legge in una lettera di 4 pagine che Trump ha inviato al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha condiviso sul suo account twitter.
Nella lettera diffusa mentre è in corso l’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra, Trump denuncia "i ripetuti passi falsi" dell’Oms e del suo direttore generale nella risposta alla pandemia, che "sono stati estremamente costosi per il mondo". Nel ripercorrere tutti passaggi dall’inizio della crisi in Cina, "le pressioni" di Pechino sull’Oms e le dichiarazioni dell’Organizzazione, "inaccurate o fuorvianti", il presidente lancia un ultimatum e avverte che gli Stati Uniti potrebbero rendere permanente il congelamento temporaneo dei fondi e riconsiderare la loro adesione se entro 30 giorni non ci saranno miglioramenti: "L’unico modo di procedere per l’Oms è se può dimostrare indipendenza dalla Cina". Le discussioni sulla riforma dell’organizzazione sono già iniziate, ma "un’azione è necessaria con urgenza - ha esortato Trump - Non abbiamo tempo da perdere. Non posso permettere che i dollari dei contribuenti americani continuino a finanziare un’organizzazione che, allo stato attuale, chiaramente non sta servendo gli interessi americani". (Pap/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 19-MAG-20 07:30 NNNN
Fase 2, da Roma a Milano proteste e serrate: «Vergogna, avete dimenticato gli italiani»
L’emozione di chi ce l’ha fatta, nonostante l’assenza di aiuti e i clamorosi ritardi nelle linee guida. Ma anche la rabbia di chi non ha potuto, perché particolarmente abbandonato a se stesso o letteralmente dimenticato. Il primo giorno della Fase 2 non è stato solo festa in giro per l’Italia, come dimostrano le proteste di due città simbolo: la Capitale e Milano.
Serrata e proteste intorno a San Pietro
A Roma, oltre alla contestazione dei commercianti di Ostia a Virginia Raggi, in apertura della Fase 2 si è registrata un’altra protesta eclatante. Nell’area intorno a San Pietro hanno lasciato le saracinesche abbassate e sono scesi in piazza gli esercenti di “circa 150 attività classificate come esercizi di vicinato, la cui sopravvivenza è strettamente legata al turismo religioso, oggi equivalente a zero”. “Qui siamo allo scontro sociale”, ha avvertito Giulio Anticoli, presidente dell’associazione Botteghe Storiche. “Il fondo di garanzia è uno strumento che ci fa indebitare ulteriormente. Qui – ha aggiunto – è in corso una guerra fra poveri: noi contro i nostri creditori. Manca una visione illuminata. Ma se muoiono le imprese, muore il Paese”. Tra le misure contestate anche gli orari differenziati decisi dal sindaco per evitare intasamenti in città, ma poco rispondenti alle reali esigenze dei negozianti. Tra richieste al governo, invece, “proroga della Cassa in deroga per i dipendenti; codice Ateco in riconoscimento della valenza turistica dei nostri esercizi”, ha spiegato poi Ilaria Bussiglieri, presidente dell’Associazione commercianti via della Conciliazione, a cui sono associate anche le attività di piazza San Pietro, Porta Angelica e Borgo Pio.
Virginia Raggi, una sciagura per Roma: incapacità e arroganza anche nell’emergenza coronavirus
Riapertura amara per la Raggi. Il sindaco di Roma credeva di essere accolta da tappeti rossi e lanci di petali di rosa, e invece un suo recente giro per il mercato di Ostia si è concluso con un figurativo lancio di pomodori.
Le contestazioni alla Raggi non si contano più
Ma contestazioni e manifestazioni pacifiche ormai non si contano più per le vie della capitale. La riapertura è stata solo figurativa. Si è “concesso” ai negozianti di alzare la saracinesca ma non si è fatto nulla per supportarli in questa operazione. I costi fissi restano tali, le bollette si devono continuare a pagare, la merce va acquistata.
Il Campidoglio non ha mosso un dito
Ma con quali soldi? Certo non quelli del governo, né tantomeno con gli aiuti mai visti dell’ amministrazione capitolina che non ha mosso un dito nemmeno per assicurare che tutti i cittadini avessero le mascherine. Noi non possiamo che essere dalla parte dei commercianti che non aprono perché non hanno visto nemmeno un euro da parte del governo.
Silvia Romano, attentato con autobomba grazie ai soldi del riscatto? Al-Shabaab: "La firma è la nostra"
Ci pensano loro, quelli di Al Shabaab, ad aprire gli occhi di chi li tiene chiusi. Siamo sicuri che resteranno chiusi lo stesso, su quale uso facciano costoro del riconoscimento formale di cui il nostro governo li ha investiti trattando con loro e pagando un prezzo che non sappiamo (soldi o gloria? Probabilmente tutt' e due). La Reuters ha lanciato ieri un take da Mogadiscio. Lo sintetizziamo. Il governatore di Mudug, una regione nello Stato semi-autonomo della Somalia nel Puntland, è stato ucciso domenica con tre delle sue guardie del corpo in un attentato suicida su un' autobomba. La strage è stata rivendicata dal gruppo islamista Al Shabaab. «Un' autobomba suicida ha colpito l' auto del governatore. Il governatore Ahmed Muse Nur e tre delle sue guardie del corpo sono morti», ha confermato ufficialmente il capitano della polizia Mohamed Osman. Ecco come l' agenzia, parca di aggettivi, descrive il gruppo: «Al Shabaab ha combattuto per anni per rovesciare il governo centrale della Somalia e spesso effettua attentati in Somalia e in altre parti dell' Est del Continente. Il gruppo vuole stabilire il proprio dominio nel paese del Corno d' Africa.
LA SHARIA
Questa pretesa si basa sulla propria interpretazione rigorosa della legge islamica della sharia». Reuters ha anche raggiunto «il portavoce delle operazioni militari di Al Shabaab, lo sceicco Abdiasis Abu Musab» (non Ali Dhere, quello citato da Repubblica). Il quale ha gioito: «Siamo noi dietro l' esplosione. Era un' autobomba suicida. Abbiamo ucciso il governatore della regione di Mudug e le sue tre guardie del corpo» ha detto a Reuters il portavoce delle operazioni militari di al Shabaab, Abdiasis Abu Musab. Ci siamo capiti? Questi cannibali somali non sono un gruppo di mattacchioni che prende delle ragazze per farle stare bene e poi lasciarle andare gratis et amore di Allah, così che si celebrino inni alla loro bontà e alla nostra bravura nel rifocillarli di prestigio.
L’artrosi si può curare anche con alimentazione e attività fisica
Come curare l’artrosi, di che cosa si tratta
L’artrosi è una patologia degenerativa della cartilagine delle articolazioni, che provoca dolore e limitazioni nei movimenti. Ne vengono colpiti uomini e donne oltre i 40 anni di età ma soprattutto gli anziani, con un picco di incidenza tra i 75 e i 79 anni, ma non sempre questa malattia provoca sintomi.
Come curare l’artrosi, dove si manifesta
Le articolazioni maggiormente interessate dall’artrosi sono, generalmente: la schiena, l’anca, il ginocchio, le dita delle mani e dei piedi.
Come curare l’artrosi, le cause
Le cause dell’artrosi sono principalmente l’età, il peso eccessivo e la postura scorretta, ma concorrono a provocarla anche traumi, sport svolti a livello agonistico o impegnativi per il fisico, o il logorio delle articolazioni.
Maria Giovanna Maglie contro Giuseppe Conte: "Medici e infermieri gli voltino le spalle. Come in Belgio"
Accade in Belgio: in un ospedale di Bruxelles, la protesta contro il premier, Sophie Wilmes, di medici ed infermieri. Una protesta dovuta ai tagli alla sanità che, secondo il personale medico ed infermieristico, hanno avuto drammatiche conseguenze nel corso della pandemia da coronavirus. Una protesta simbolica, ma durissima. Una protesta che Maria Giovanna Maglie vorrebbe importare in Italia, ovviamente contro Giuseppe Conte. La giornalista lo spiega su Twitter, laddove cinguetta: "Il premier belga Sophie Wilmes accolta in un ospedale di Bruxelles da medici, infermieri e tecnici che le voltano le spalle per protesta contro i tagli alla Sanità. Potrebbe essere una protesta da copiare se mai Giuseppe Conte mettesse piede fuori da Palazzo Chigi", conclude tagliente la Maglie.
Le 10 spiagge più spettacolari del Sud Italia
Se non avete ancora pianificato le vostre vacanze, o volete trascorrere qualche altro giorno al mare, lontano dallo stress quotidiano, non c’è bisogno di fare troppi chilometri per trovare luoghi meravigliosi, basta semplicemente spostarvi un po’ più a…Sud, o restare nelle vostre zone. Nel Mezzogiorno italiano, infatti, ci sono le spiagge più belle del nostro Paese, e sono anche relativamente vicine. Vediamo insieme 10 delle più belle.
1) LAMPEDUSA – SPIAGGIA DEI CONIGLI
Lampedusa è un posto da cartolina, con il suo mare che si insinua tra le rocce e le varie sfumature di blu e di azzurro che si intrecciano. Sull’isola di Lampedusa, ogni anno, le tartarughe Caretta Caretta tornano a deporre le uova.
Coronavirus, lo studio sui flussi d'aria: le mascherine riducono il contagio del 50%
Quanto sono utili le mascherine nella battaglia al coronavirus e dunque nella prevenzione al contagio? Il tema è molto dibattuto e vi sono idee oscillanti al riguardo. Ma, ora, spuntano i risultati di un esperimento ondotto presso l’Università di Hong Kong dal professor Yuen Kwok-yung su 52 criceti, esperimento che riguarda i flussi d'aria e offre risultati incoraggiatni. I risultati sono stati diffusi dal South Cina Morning Post, che spiega come gli animali erano stati divisi in due gruppi: sani e contagiati dal Covid-19. Tra le gabbie dei sani e degli infetti sono state posizionate come barriere delle mascherine chirurgiche e il flusso d’aria è stato diretto dagli animali malati verso i sani.
Si è scoperto che i contagi si riducevano di oltre il 50% quando venivano utilizzate le mascherine. Insomma, due terzi dei criceti sani a cui non era stata fornita protezione risultavano infettati nel giro di una settimana. E ancora, il tasso di infezione è sceso a poco più del 16% quando le mascherine chirurgiche sono state apposte sulla gabbia degli animali infetti e di circa ul 35% quando sono state piazzate sulla gabbia con i criceti sani.
L'incapacità di Conte e dei suoi ministri rischia di mandare a casa i lavoratori
Hanno avuto un mese e più di tempo per scrivere quello che veniva chiamato «decreto aprile». Mercoledì scorso il consiglio dei ministri lo ha approvato con il nome di «Rilancio Italia», il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e altri tre ministri lo hanno illustrato con grande enfasi in conferenza stampa, sabato lo stesso premier ha garantito che il testo sarebbe stato sulla Gazzetta Ufficiale di domenica, e invece non è stato nemmeno inviato al Quirinale per la firma. Forse accadrà oggi. Ma il ritardo ha causato un buco non di poco conto: questo lunedì grazie ai pasticci del governo ogni impresa che lo riterrà necessario potrà licenziare anche per motivi economici i suoi dipendenti. Il divieto di licenziamento che era stato stabilito dall'articolo 46 del decreto Cura Italia valeva infatti 60 giorni dalla data di pubblicazione, quindi dal 17 marzo.
Ed è quindi scaduto nella sua efficacia il 17 maggio. Lo stesso divieto – è stato detto in conferenza stampa- è contenuto nel «Rilancio Italia», ma la norma non potrà essere in vigore prima della sua pubblicazione sulla gazzetta ufficiale. Quindi al momento è possibile licenziare e chi oggi perderà il posto di lavoro non potrà che ringraziare l'incapacità di Conte e dei suoi ministri, che non sono in grado di realizzare nemmeno quello che ritengono prioritario e giusto fare.
Il "portavoce" degli antifascisti di Milano incita l'odio contro il governatore leghista
Prende le distanze dal murale ma rimarca: "Amministratori scellerati"
Milano Due anni fa era candidato al consiglio comunale con la «Sinistra per Milano» in appoggio a quel Giuseppe Sala che sarebbe diventato sindaco. Oggi scrive parole imbarazzanti (e forse anche un po' di più) invece di condannare, come qualsiasi persona dotata di un briciolo di buonsenso dovrebbe fare, la scritta «Fontana assassino» decorata con la lugubre falce e martello dei comunisti.
Nulla di nuovo, quelle cose che se le scrive uno di destra sono minacce gravissime meritevoli di paginate di biasimo sui giornali, indagini della polizia e scorta immediatamente assegnata al bersaglio, mentre se le scrive uno di sinistra sono legittimo diritto di critica di un governatore di centrodestra, perdipiù leghista e che dunque anche solo per questo se le va a cercare. E ancor peggio quando le frasi ingiuriose sono anonime e non si sa da dove provengano, perché allora a essere additati al pubblico ludibrio e condannati alla gogna sono tutti i partiti di centrodestra e anzi chiunque non le pensi genericamente come quelli di sinistra.