Condannati per mafia o altri gravi reati ma beneficiari del reddito di cittadinanza: per questo 52 persone sono state segnalate all’Inps dalla Guardia di Finanza di Firenze. Nei confronti dei richiedenti il sussidio e i loro familiari, saranno avviate le procedure di recupero delle somme percepite. I militari del comando provinciale delle fiamme gialle, nel corso delle attività di monitoraggio, prevenzione e contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale, hanno esaminato le posizioni economiche dei soggetti condannati o sottoposti a misure cautelari per delitti di elevato impatto sociale, fra i quali quelli relativi al crimine organizzato di stampo mafioso, al traffico di sostanze stupefacenti, rapina e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La scoperta (ormai non sorprendente) della Gdf di Firenze
Gli accertamenti eseguiti dal Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Gdf durante la fase di lockdown emergenziale sono stati finalizzati a riscontrare i requisiti per ottenere il beneficio reddituale da parte dei soggetti. Criminali a vario titolo condannati, identificando contestualmente anche le fonti di sostentamento economico. L’elaborazione dei dati, effettuata anche attraverso gli applicativi in uso al corpo, ha portato all’individuazione di numerosi soggetti. Questi ultimi hanno omesso di indicare nelle domande di richiesta del reddito di cittadinanza la condanna per gravi delitti. In questo modo, hanno avuto accesso alla misura di sostegno economico. Intanto, hanno indebitamente percepito il beneficio assistenziale. Riaverli indietro sarà pressoché impossibile.
In aprile il ricovero in ospedale per Covid-19, ma ora Pamela Vincenzi, 28 anni, è felice e serena. Sabato, poco dopo le 23, ha dato alla luce Beatrice Vittoria, un nome non casuale: “Perché questa – spiega la giovane mamma – è la più grande vittoria della mia vita”.
La cura al plasma all’ospedale di Mantova
Sulla donna a Mantova l’equipe di Giuseppe De Donno aveva sperimentato la cura al plasma, che nel caso di Pamela aveva dato buoni risultati, consentendo la guarigione della futura mamma.
Il giorno successivo al ricovero, che risale al 9 aprile, il peggioramento. Quindi il trasferimento nel reparto di Pneumologia con monitoraggio continuo della piccola. Dopo la terapia con il plasma, il miglioramento decisivo e il 21 dello stesso mese le dimissioni. Due giorni fa, in tarda serata, il lieto evento, un risultato raggiunto grazie alla gestione multidisciplinare della paziente in un percorso dedicato alle donne gravide colpite dal Covid.
“Ringrazio i medici che mi hanno seguito”
“Non pensavo di arrivare fino in fondo – prosegue Pamela – la piccola sarebbe potuta nascere pretermine, come la sorellina. In questi mesi siamo state entrambe bene, anche se non nego la preoccupazione per il virus, che sta ancora circolando. Ora solo gioia. Ringrazio i medici che mi hanno seguito, Gianpaolo Grisolia e Giuseppe De Donno. La vita vince sempre”.
Il Pd sembra non avere ancora compreso le priorità del Paese. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha sollevato l'indignazione di milanesi e non. Il motivo? Forse il tempismo o forse il menefreghismo. La vicenda è legata al messaggio su Instagram del primo cittadino impegnato a Roma. Nel post il dem annuncia di avere appena accompagnato il sindacalista ivoriano Aboubakar Soumahoro dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. "Aboubakar si batte per i cosiddetti invisibili e io sono con lui, per quanto posso. L'emergenza sanitaria riguarda anche loro e bisogna agire con tempestività. Pensatela come volete, ma qui si parla di uomini e donne spesso abbandonati a se stessi", ha scritto.
Fin qui nulla di male se non fosse che il giorno prima Milano è stata vittima di un violento nubifragio. Inutile elencare i danni provocati dal maltempo. Danni che hanno mandato su tutte le furie i cittadini. E i commenti sotto alla foto di Sala lo dimostrano: "Adesso vada a farsi un giro pure in zona Seveso, molto più importante la gente che si ritrova con l'acqua in casa", commenta un utente indignato. E ancora: "Anche noi per lei siamo invisibili". "È un bel gesto per carità - scrive un altro che chiede - Ma qual è il suo titolo per farlo? Da sindaco oggi avrebbe fatto meglio ad andare nei quartieri perennemente allagati della città piuttosto che andare a Roma a parlare di problemi che non riguardano il suo lavoro oggi".
Ma le accuse non arrivano solo dai cittadini: "Milano affonda ma Sala va a Roma a difendere i diritti degli immigrati. Le nostre priorità sono molto diverse, al primo posto milanesi, decoro e sicurezza della città" tuona l'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza. A fargli eco anche Daniela Santanchè. La senatrice di Fratelli d'Italia colpisce al centro del problema: "Il problema col Pd è che continua a 'rieducare' gli italiani, che non sono razzisti anche se loro li accusano di esserlo, anziché far il proprio lavoro. A Milano aggredite donne in pieno giorno e il Seveso esonda ma Sala fa lo spot politicamente corretto". Chiarissima.
La procura di Roma apre un fascicolo su come è avvenuta (il giallo delle registrazioni prima e dopo la sentenza Mediaset) la condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi. Tutto è partito dalle rivelazioni di Repubblica, che ha raccontato come Amedeo Franco, relatore della sentenza, avrebbe quantomeno tentato di registrare le conversazioni con i colleghi di quel giorno in camera di consiglio. Che Franco fosse dissenziente, scrive Massimo Malpica sul Giornale, pur avendo firmato la sentenza della quale era tra l'altro relatore, era già apparso evidente dagli audio registrati a Palazzo Grazioli in occasione della visita del giudice al "condannato" Berlusconi. A Repubblica, due anonimi giudici hanno detto che Franco, quel giorno, fece distrattamente partire l'audio di una registrazione fatta tra i presenti pochi istanti prima, gelando il collegio. E qualcuno degli altri quattro giudici avrebbe poi trovato un registratore, o forse un cellulare, che il giudice avrebbe lasciato in bagno dopo essere stato "scoperto".
A fare un po' di chiarezza proveranno ora i magistrati della procura di Roma. Che cercheranno di capire, ascoltando anche gli altri giudici di quel collegio, composto oltre che da Antonio Esposito e dallo stesso Franco anche da Ercole Aprile. Claudio D'Isa e Giuseppe De Marzo. Di sicuro il nuovo elemento, ora al vaglio della procura, rinforza anche la validità di quelle registrazioni in cui Franco, parlando alla presenza di Berlusconi, prende le distanze dai colleghi e dalla stessa decisione di quel giorno di agosto. Franco di quella storia non potrà più parlare, essendo scomparso a maggio dello scorso anno. I suoi colleghi, però, a cominciare dal presidente di quel collegio, Antonio Esposito, potrebbero sciogliere il riserbo, parlando non con un quotidiano ma con i magistrati romani.
Parla di Italexit, il suo nuovo partito, Gianluigi Paragone. Lo fa in un'intervista a Radio Cusano Campus, in cui boccia Recovery Fund e Mes. Nulla di nuovo, insomma. La novità, semmai, sta nel fatto che l'ex grillino parla anche di ipotetiche alleanze. Quando gli chiedono se in futuro potrebbe apparentarsi con la Lega, suo partito di "origine", Paragone risponde: "Io non credo assolutamente all'idea che l'Europa possa essere corretta. Mi trovo spesso d'accordo con Borghi e Bagnai così come sono d'accordo col centrodestra sulla modalità del controllo delle frontiere". Insomma, la risposta è affermativa. Ma c'è un ma. "Certo, se dovessero votare Mario Draghi presidente della Repubblica allora lì non sarei d'accordo - rimarca -. Io ho l'obiettivo di realizzare l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea. Se per realizzare questo obiettivo devo allearmi con Marylin Manson io mi alleo pure con lui", conclude Paragone.
Caos in Sicilia, dove sono fuggiti dal Cara di Pian del Lago, a Caltanissetta, 184 immigrati: 125 sono stati ritrovati tra domenica sera e questa notte e ricondotti nella struttura in periferia della città. All'appello ne mancano ancora 59. Alcuni di loro sono stati ritrovati nelle campagne nissene. Una fuga pericolosa: si trovavano tutti in quarantena per coronavirus, seppur negativi al tampone. Sulla vicenda è intervenuto a gamba tesa Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana. Lo ha fatto con un duro post su Facebook: "I migranti scappati a Caltanissetta si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri - ha premesso nel post -. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che tutto va bene. Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità", ha concluso Musumeci nel suo durissimo attacco al governo.
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha annunciato in un tweet di essere risultato negativo al test del coronavirus. Il 7 luglio Bolsonaro aveva annunciato di essere risultato positivo al Covid-19, positività confermata per la terza volta mercoledì scorso. Il Brasile è il secondo Paese più colpito dalla pandemia, dopo gli Stati Uniti, con oltre 2,3 milioni di casi e più di 85.000 morti.
Il presidente Bolsonaro è stato accusato dai media ostili di avere minimizzato la pericolosità del virus. Il presidente brasiliano aveva infatti paragonato il Covid 19 a una normale influenza. Anche durante la sua malattia Bolsonaro si è mostrato spesso senza mascherina e ha continuato a sostenere la necessità per il Brasile di non arrestare la produzione e di continuare le solite attività.
“La situazione sanitaria del Brasile – scrive l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi)– sta aumentando le divisioni del paese a più livelli. Politicamente, ha polarizzato la società tra sostenitori di Bolsonaro e del suo approccio mistificatore e coloro che lo ritengono il principale responsabile della crescita vertiginosa dei contagi. Una contrapposizione che si riflette anche a livello amministrativo, dal momento che solo alcuni municipi hanno introdotto misure restrittive, andando di fatto contro le direttive del governo centrale, che attraverso il presidente ha sempre respinto la possibilità di chiusure, sostenendo invece la necessità di continuare a lavorare e produrre. Prima della pandemia, il Brasile stava crescendo velocemente, e Bolsonaro teme che un impatto troppo negativo sul PIL del paese possa costargli caro politicamente”.
Il precipitoso ritiro della foto dai social da parte di un giornalista napoletano a caccia di pubblicità, più che di amicizia, non è servito a evitare le polemiche. E a scatenare l’ira di Matteo Renzi, ormai stufo della “passerelle” di Maria Elena Boschi che l’altro giorno, nel golfo di Napoli, dopo aver inondato il web di sue foto in shorts e decolléte.
Renzi e Boschi ai ferri corti
A Ischia si è poi consumata la vicenda dell’assembramento sullo yacht di lusso, con la Boschi in compagnia di Gennaro Migliore, tra i big del partito di Matteo Renzi, uno accanto all’altro, prima in barca, poi al ristorante, senza mascherine, come se il coronavirus, le regole di distanziamento, ma anche la crisi economica, facessero parte di un altro pianeta.
Le passerelle dei renziani…
“Ora basta passerelle”, avrebbe tuonato Renzi. Un ultimatum vero e proconvinto che anche le “trappole” fotografiche siano architettate da avversari politici. Come nel caso del giornalista che ha pubblicato la foto sui social dell’assembramento a bordo dello yacht, con tanto di ostentazione della sua amicizia con la Boschi.
Resta critica la situazione a Lampedusa, dove ogni giorno sbarcano migranti e il centro di accoglienza è al collasso. Controlli sanitari e trasferimenti dei profughi proseguono senza sosta, ma il sindaco Totò Martello denuncia un’emergenza continua, mentre sono almeno 140, su due diverse imbarcazioni le persone che chiedono aiuto in mare. L’allarme arriva, ancora una volta, in zona Sar maltese che però non risponde alle richieste di aiuto: la situazione è critica in particolare su uno dei due gommoni, con 95 persone a bordo, che imbarca acqua da ore, con i profughi, spiega Alarm Phone, pronti a gettarsi in mare.
Intanto a Caltanissetta circa cento migranti fuggono dal centro di accoglienza che ne accoglie 350, dando avvio a una crisi nella crisi, con il sindaco Roberto Gambino che, contattato da LaPresse, chiede al governo di non inviare più persone. «Pian Del Lago non è idoneo a contenerli - chiosa - la mia città non è al sicuro perché sono ospiti quarantenati per il Covid».
Su Roma pesa il pressing della Sicilia, con il governatore Nello Musumeci che più volte ha chiesto, anche nelle settimane passate, di non lasciare sola l’isola in un’estate che vive di emergenze su più fronti: dal coronavirus, ai migranti.
Dito puntato contro la magistratura e le indagini ritenute "pelose", un poco sospette. A puntare il dito è Augusto Minzolini, su Twitter, il quale sottolinea: "Sono tutti nel mirino dei magistrati: Lega in generale ma pure Nicola Zingaretti e Matteo Renzi". Dunque, il retroscenista aggiunge con vis polemica: "L'unico che si salva protetto dal network giudiziario Fatto Quotidiano-Piercamillo Davigo, malgrado in proporzione abbiamo avuto ancor oggi più morti Covid degli Usa, è Giuseppe Conte. Meditate gente: è l'Italia Repubblica giudiziaria", conclude un sospettoso e preoccupato Augusto Minzolini. Già, tutti nel mirino eccezion fatta per il presunto avvocato del popolo tanto caro a Marco Travaglio e giustizialisti assortiti...
Dicono che non fosse il momento giusto per lanciare il nuovo partito. Perché proprio adesso l’Unione europea ha dimostrato il suo valore e la sua prova di maturità. Ah sì?
Allora urgono due considerazioni. Per gli euristi e i fanatici di Bruxelles non ci sarà mai il momento giusto. Prima non dovevamo disturbare il manovratore altrimenti saremmo stati populisti, demagoghi, irresponsabili; ora siamo fuori sincrono perché l’Europa molla il denaro e quindi dovremmo stare a cuccia; in ultimo finirà che quando dalle casse non usciranno gli strombazzati soldi allora ci diranno che dovremmo vergognarci per aizzare in televisione o in piazza la povera gente disperata.
Ieri quella vecchia e inutile sciantosa di Aldo Grasso (povero cristo, dopo una vita trascorsa a commentare i programmi televisivi è normale che uno si rimbambisca e creda di poter commentare anche la politica) ha scritto appunto del nuovo partito Italexit descrivendone l’inutilità, materia della quale La Sciantosa Miracolata è vecchio maestro riuscendo infatti ancora a farsi pagare un fior di borderò nel mistero generale di via Solferino (Si vede che al Corriere i soldi da buttare nel cesso non mancano: cari collaboratori, siete autorizzati a batter cassa).
La casta colpisce ancora in Toscana, dove i consiglieri regionali hanno continuato a incassare l'indennità che comprende le spese per gli spostamenti relativi all'attività istituzionale anche durante il lockdown. Erano chiusi a casa in quarantena come il resto d'Italia, ma si sono beccati comunque il rimborso che può arrivare anche a 1.600 euro mensili. Il Consiglio è rimasto chiuso 85 giorni e come indennità sono stati elargiti circa 80mila euro, per 40 consiglieri.
A denunciare la situazione è il Movimento 5 Stelle che il 20-21 settembre proverà a far eleggere come governatrice Irene Galletti contro il centrosinistra che ha candidato Eugenio Giani, che oggi è proprio il presidente proprio del Consiglio regionale toscano. Per il centrodestra corre Susanna Ceccardi.
La proposta grillina di bloccare le indennità per il lockdown era caduta nel vuoto.
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Scende il numero dei nuovi positivi in Italia: dai 275 di ieri, se ne registrano infatti 255, mentre resta invariato il numero dei morti, 5. I guariti nelle ultime 24 ore sono 126. Il numero totale di attualmente positivi sale dunque a 12.565, con un incremento di 123 assistiti rispetto a ieri. Leggero calo di contagi in Lombardia: sono infatti 74 (il numero maggiore in Italia)i nuovi casi (contro i 79 di ieri). Zero però i morti, dato che spinge all'ottimismo l'assessore lombardo al Welfare Gallera: "Il terzo giorno consecutivo senza decessi ci induce alla speranza".
Nelle altre due regioni sotto la lente di ingrandimento: nel Lazio si registrano oggi 19 casi e due decessi. Di questi cinque sono casi di importazione: due casi di nazionalità del Bangladesh e tre dall'India. Superata quota 600 mila tra test sierologici e tamponi eseguiti. In Emilia Romagna si contano 61 nuovi casi, tra cui 40 persone asintomatiche individuate nell'ambito delle attività di contact tracing e screening regionali, e una vittima, una donna di Forlì.
Se doveva essere un banco di prova, si è trasformato per lei in un banco degli imputati. Se voleva essere un esame di Stato, oltreché di stabilità sulla sedia (e sulla poltrona), ha prodotto una bocciatura sonora. Il ministro dell'Istruzione Azzolina, il Toninelli donna di questo governo, aveva promesso fuoco e fiamme nei giorni scorsi, sentendosi ingiustamente attaccata in merito alle sue idee per la ripartenza scolastica.
«Ora vado in tv e spiego io», aveva annunciato. «Adesso basta». Ammazza che grinta, le avevano detto i supporter, spacca tutto e fa' vedere chi sei Peccato che il tanto auspicato riscatto di immagine, dopo un inizio mandato a dir poco disastroso, sia stato a sua volta un fallimento. Riassunto nella scena, destinata a restare memorabile, del ministro che si siede su uno dei banchi a rotelle che tante ironie le hanno attirato. E balbetta, imbarazzata, frasi che confermano sia l'inutilità di quello strumento che la sua totale inadeguatezza in quel ruolo.
«NON è DIFFICILE»
Il siparietto dell'altra sera è andato in onda, perdonate il gioco di parole, a In Onda, il programma su La7 co-condotto da Luca Telese e David Parenzo. A un certo punto quest' ultimo prova il banco singolo munito di ruote. «Vuole che mi sieda io?», gli chiede la Azzolina. Quindi, caracollando, il ministro si approssima al banco e si accomoda. «Non è difficile, come vedete, sedersi e lavorare», sentenzia. «Tra l'altro si muove anche bene», continua, riferendosi al tavolino mobile, mentre giocherella, rischiando di staccarlo. E, quando Telese le obietta che su quel piccolo ripiano difficilmente entrerebbe il dizionario Rocci, ricordo voluminoso di chiunque abbia studiato greco, lei risponde: «Entra il Rocci e anche tutto il resto. Siete malpensanti». Anche se è evidente che a fatica, su quel banchetto, ci starebbe un quaderno aperto. Infine, con la modestia che la contraddistingue, a Telese che la pungola con un «Ma lei faceva le versioni a memoria!», la Azzolina replica: «È vero, e prendevo anche dei buoni voti».